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martedì 31 dicembre 2013

Buon anno!!!!!!

Buon anno a chi legge... Quello che sta arrivando, fra un anno passerà... Che augurare in particolare? Felicità, forse. Forse serenità. Chissà, forse un pò di pacata disillusione. Che augurare di più? La speranza di liberarci di una classe politica inetta e insulsa? La volontà di mandare al diavolo chi dice che "la fine del tunnel è a portata di mano"? Intanto vediamo di brindare a noi, il resto si vedrà. Probabilmente non ascolterò il trito messaggio di fine anno di Napolitano, non perchè seguirò Grillo, per carità, forse spegnerò la TV, forse vedrò se qualche film comico (almeno quello) passa in TV. Comunque vada: Buon anno a tutti,  anche a chi spera. 

venerdì 27 dicembre 2013

E' passato anche Natale

È passato il Natale, ora ci avviciniamo al capodanno. Questo però non passerà per dodici mesi. Alessandria e la tristezza che accompagna il viandante che va... Strade semibuie, Piazza Garibaldi in penombra, come l’umore di chi incontro. Sembra l’Italia!!! Si deve risparmiare anche sulla bolletta elettrica,la città sta fallendo.  
Voci, solo voci forse. “Non parlare di politica per carità, non in questi giorni di festa” vabbè, non parlo di politica, non a Santo Stefano, però le voci che si rincorrono?

giovedì 26 dicembre 2013

Uomo dell'anno 1982

26 dicembre 1982, il Time Magazine assegna il premio speciale "uomo dell'anno" a un computer. A quando il premio "bue grasso" ad un'auto o il nobel per la pace ad un pesce palla?

mercoledì 25 dicembre 2013

Bernardino Díaz Ochoa

Nosotros no somos peces para vivir del mar. No somos aves para vivir del aire. Somos hombres para vivir de la tierra.



Bernardino Díaz Ochoa, campesino, sindacalista e rivoluzionario  nicaraguense. Morì nel 1971, ucciso dalla guardia nazionale. Ignoti la data e il luogo di nascita. 

sabato 21 dicembre 2013

Incredibile, il PD ridiventa PDS!!!


Evasione da Marassi. colpa della burocrazia?

ph:http://www.style.it
I precedenti dicono di: due omicidi ed uno tentato, rapine, estorsione, spari tra la folla ferendo un diciassettenne, stupri, detenzione di esplosivi, aggressione e detenzione di droga. Ora, giusto per non fare del facile giustizialismo, il problema non sono tanto i  pregressi del detenuto cinquantacinquenne Bartolomeo Gagliano, in fuga chissà dove, il problema grande, immenso, è la dichiarazione del direttore del Carcere, Salvatore Mazzeo che dice papale papale:
«Non eravamo a conoscenza del suo passato di serial killer. Credevamo fosse solo un rapinatore».

giovedì 19 dicembre 2013

gioco d'azzardo, ludopatie e Stato biscazziere

Ultim’ora (20 dicembre 2013): Nella legge di stabilità 2013, sulla quale il governo Letta ha messo la fiducia alla Camera dei deputati, esiste una norma (proposta dalla nuova destra centro o come diavolo si chiama, e votata al senato anche dai senatori PD) che dice che i comuni virtuosi, che controllano e regolamentano le slot machine nei loro territori per intervenire sulla piaga delle ludopatie, verranno penalizzati e verranno loro girati meno quattrini dallo stato in quanto minerebbero le entrate dell’erario. Questa norma è un vero e proprio ricatto ai comuni virtuosi e un favore alle lobby del gioco d’azzardo. Per dirla con le parole di Orlando, Sindaco di Palermo: “si tratta di un vero e proprio pizzo”. Metodi mafiosi per agevolare i guadagni delle lobby. La domanda più spontanea che viene in mente è “chi è collegato alle lobby? E quanto guadagna? Quali mazzette prende?” Non esistono alternative a queste domande, nessun governo veramente democratico avrebbe mai potuto usare questi ricatti e metodi mafiosi.

Gufi - Era Natale

Il pezzo è dei primissimi anni '70. Da inserire fra i sempreverdi per l'attualità che anche oggi si porta appresso.




mercoledì 18 dicembre 2013

14 dicembre 2007: moratoria della pena di morte

Il 18 dicembre 2007 l'ONU votò la moratoria universale della pena di morte. I paesi che la comminavano avrebbero dovuto sospenderla per poi arrivare ad eliminarla. L'esito della votazione fu il seguente: 104 a favore, 54 contrari e 29 astenuti. 
La battaglia, fortemente sostenuta dal Gruppo Abele, Nessuno tocchi Caino e altre organizzazioni italiane, passò attraverso lunghe discussioni e raccolte di firme ed episodi "bizzarri", citiamo Amnesty International che inserì gli USA nella lista dei paesi che violavano i diritti umani proprio per la pena di morte, questi rifiutarono le accuse dicendo che la Cina era peggio (io ne ammazzo, ma la Cina li ammazza meglio). 
Ad oggi gli stati canaglia che non applicano la moratoria sono: 

lunedì 16 dicembre 2013

Guido Viale, Stefano Cristante, Forconi e politica

“...Le forme assunte da questa mobilitazione, che non è spon­ta­nea ma nean­che frutto di una pre­cisa orga­niz­za­zione, ci pos­sono far capire quanto distino le forme reali della par­te­ci­pa­zione dalle forme strut­tu­rate della demo­cra­zia: quella rap­pre­sen­ta­tiva dei Par­la­menti e dei con­si­gli comu­nali o regio­nali, ma anche quella par­te­ci­pa­tiva, di una gestione con­di­visa ben orga­niz­zata di riven­di­ca­zioni o di “beni comuni”. Non che vadano messe in con­trap­po­si­zione; ma certo avvi­ci­narle non è un pro­cesso né auto­ma­tico né facile.
Altret­tanto signi­fi­ca­tiva è la dis­so­lu­zione, in que­sto ambito, delle tra­di­zio­nali con­trap­po­si­zioni tra destra e sini­stra. Non che ciò debba signi­fi­care mischiarsi e con­fon­dersi con le orga­niz­za­zioni fasci­ste che a que­sti moti, o alla loro pre­pa­ra­zione, hanno preso parte. Quelle orga­niz­za­zioni sono radi­cate anche, e ben di più, nelle destre fasci­ste e nazi­ste più tra­di­zio­nali, con cui nes­suna com­mi­stione è pos­si­bile. Ma per la mag­gio­ranza di coloro che par­te­ci­pano a que­sti moti destra e sini­stra, come pure poli­tica, se non nell’accezione più pura di auto­go­verno, non hanno più alcun signi­fi­cato. Con­tano le distin­zioni tra alto e basso, one­sto e ladro, povero e ricco, sfrut­tato e sfrut­ta­tore. Impa­riamo a riusarle...” – Guido Viale su Il Manifesto  (articolo completo).

...Anomia è mancanza conclamata di autorità morale, dove le spinte egoistiche hanno preso il sopravvento e dettano le condizioni di una lotta per la sopravvivenza diffusa ad ogni livello sociale. L’Italia sembra un paese anomico, costruito sull'impotenza di fronte alla micidiale crisi economica. La crisi c’è in molti e importanti paesi occidentali, ma lì non coincide con una micidiale crisi politica...  I cittadini in buona fede che stanno scendendo in piazza in questi giorni vogliono ripartire da sè stessi... (Stefano Cristante su Nuovo Quotidiano di Puglia, sabato 24 dic. 2013)

sabato 14 dicembre 2013

14 dicembre 1782 - il primo volo della mongolfiera

ph: www.dverso.com 
Joseph Michel e Jacques Etienne Montgolfier, il 14 dicembre 1782, riescono a far sollevare fino a 2000 metri il primo prototipo di mongolfiera che, dopo circa un anno, permetterà il volo umano. Joseph ebbe l'idea del volo osservando i panni stesi che si sollevavano al vento e  le fiole delle fiamme spinte verso l'alto. Pensò si trattasse di un particolare gas sprigionato dal calore a creare la spinta ascendente. Dopo svariati esperimenti, il 5 giugno 1973 l'oggetto volante venne presentato al pubblico. Il 19 settembre dello stesso anno vennero messi a bordo esseri viventi per verificarne la sopravvivenza in quota: una pecora, un'oca e un gallo. L'esperimento, pur con qualche traversia, riuscì. Il 21 novembre finalmente il primo volo con esseri umani: Pilatre de Rozier ed il marchese D'Arlandes in 25 minuti di volo a 100 metri d'altezza, coprirono la distanza di 9 Km. 
Dei due inventori, solo uno, non si sa quale, provarono una sola volta la loro invenzione in quota.

venerdì 13 dicembre 2013

gioco d'azzardo: ADOC ne parla all'open space di Lecce

 “Il gioco d’azzardo è ormai una realtà della quale non si può evitare di parlare. Una piaga sociale vera e propria, gestita anche dallo Stato che diventa biscazziere”. Per questo motivo Adoc Lecce organizza un convegno, venerdì 13 dicembre, ore 16, all’Open Space in Piazza Sant’Oronzo a Lecce,  con il contributo di alcuni esperti. Si tratta di un appuntamento organizzato in collaborazione con Libera, col patrocinio del Comune di Lecce, sul tema delle ludopatie e i giochi d’azzardo.

Premio UBU a Mario Perrotta


“Per aver saputo cogliere la disgregazione del mondo contemporaneo”. Questa è la motivazione del premio UBU (l’oscar italiano per il teatro) a Mario Perrotta. Cinquantatre critici, al teatro Grassi di Milano, hanno voluto premiare con il premio speciale il salentino che vive a Bologna, ma che a Lecce ha iniziato a camminare con la recitazione.

giovedì 12 dicembre 2013

mercoledì 11 dicembre 2013

Grillo, il fascismo e i giornalisti. Solidarietà a Francesco Merlo e ai giornalisti proscritti.

Il web, i social network in genere possono diventare luoghi di parole in libertà, a volte amene, altre volte, ahinoi, dure, pesanti e irritanti.
Un blog invece è una pagina creata per trasmettere messaggi, può essere interattiva oppure chiusa come un giornale di carta, “io scrivo, voi leggete se vorrete, domani è un altro giorno”.  Comunque lo si utilizzi rimane un (non)luogo che ha un “proprietario” che se ne assume la responsabilità. In quello che state leggendo ho dovuto, dopo pochissimi giorni, bloccare alcuni commenti e renderli non pubblicabili direttamente da chi li invia, ma moderarli. E’ una cosa quasi detestabile, lo ammetto, sarebbe bello lasciare ampia libertà di parola, però se nel mio blog un signore scrive frasi ingiuriose contro una personalità o invita a risolvere con le pallottole una questione, allora io divento responsabile per questo sciagurato, quanto meno mi sento il carico della responsabilità.

martedì 10 dicembre 2013

La mafia uccide solo d'estate

Molto raramente mi è capitato di sentir partire un applauso sui titoli di coda di un film. Non ci sono attori presenti da salutare o ringraziare, non registi o altri interpreti. Un film si applaude quando veramente esplode dentro di te, quando trasmette sensazioni, emozioni, messaggi. E’ successo alla fine di “La mafia uccide solo d’estate”. L’opera prima di PIF (Pierfrancesco Diliberto) parla dei momenti più violenti, truci, barbari della Palermo fra gli anni ’80 e ’90. Cosa nostra con tutta la sua onda d’urto passa sullo schermo. Totò Riina, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Provenzano, Bagarella, Falcone, Borsellino. Tutti visti dagli occhi di un bimbo, Arturo, che nasce il giorno in cui nel suo palazzo viene assassinato Michele Cavataio. 

lunedì 9 dicembre 2013

cronachetta di una rivoluzione leccese


Cronachetta della rivoluzione a Lecce. 


Ore 8,30 
Davanti alla Prefettura ci sono sette persone.
Ore 9,00 
Arriva un fiorino, ne scendono altri tre e attaccano volantini rossi alle inferriate della villa comunale.

Ore   10,00  
I rivoluzionari sono  ben 15
Ore 10,10    
Due di loro si gettano a capofitto nel traffico distribuendo volantini alle auto. In particolare una signora bianco vestita urla come una sirena "dobbiamo chiudere la Prefettura"  (incurante del fatto che sono forse un pò pochini).
Ore 10,15 
Tre dei 15 entrano nella villa comunale, ne escono poco dopo con un gruppetto di una trentina  di studenti medi che si stavano facendo i fatti loro
Ore 10,20
I 45, massimo 50 rivoluzionari occupano la strada sotto gli occhi della polizia sorridente che li guarda con compassione. 
Ore 10,45 
Parte il corteo verso mete non meglio definite.

Ore 11,00
La rivoluzione è finita, si va per l'aperitivo.


Annotazione fatta da un signore: "se togliamo gli studenti, la polizia e i giornalisti qui rimangono in tre".

Chi c'era nel gruppo dei rivoluzionari duri e puri? Almeno un paio di provenienti da Rifondazione Comunista, poi passati al grillismo. Almeno tre di Casa Pound. Altri non meglio identificabili.

 Frasi raccattate qua e là "Io sono stata il Albania, lì stanno bene, i contadini vivono in 600 metri quadri. Dobbiamo uscire dall'Euro". Per vivere come in Albania? "Ma anche no" direbbe qualcuno. "Se tutta Lecce fosse qui li metteremmo in ginocchio, i leccesi non capiscono un ca..o"  agli automobilisti "Siamo qui a lottare per voi" (sottinteso "che non capite un ca..o")

Nelle foto tre momenti della rivoluzione che ha sconvolto (dal ridere) Lecce

chi pilota l'operazione 9 dicembre?

Ecco chi guida l'operazione 9 dicembre. Quella che dice "senza partiti, senza bandiere, senza sindacati". Fascisti in incognito. 
In realtà in quelle pagine si leggono strambe cose. Uno dice che per bloccare la città è indispensabile passare continuamente sulel strisce pedonali così la polizia non può fare nulla. Un altro dice che se ci sono sediziosi nel gruppo i "buoni " si devono sedere a terra così la polizia picchia i "cattivi". Roba che se questi ultimi leggono si siedono per primi e lui si becca le mazzate. Sono personaggi che non hanno frequentato la premiata scuola quadri "manganello e ricino" dedicata a Giorgio Almirante. 

E' GIUNTA L'ORA CAMERATI! E' L'ORA DELLA LOTTA DI POPOLO! AIUTATECI A DIFENDERVI!
Sull'argomento il Segretario Nazionale del Movimento Idea Sociale Raffaele Bruno ha dichiarato:
"Dalla notte dell'Immacolata parte la grande mobilitazione di centinaia di Movimenti e Associazioni che si ribellano a questo stato di cose divenuto insopportabile nel nostro Paese. Invito tutta la struttura del Movimento ad aderire alla rivolta dell'Immacolata assieme a imprenditori, autotrasportatori, studenti, operai, disoccupati, esodati, cassintegrati, donne, giovani. Contro la dittatura dell'Europa dei mercanti e dei burocrati, contro l'euro che ci sta uccidendo, contro la dittatura delle banche, equitalia, la pressione fiscale diventata insopportabile per le famiglie e le imprese. Avanti camerati, avanti italiani: è giunta l'ora della Lotta di Popolo! Aiutateci a difendere le vostre istanze sacrosante, a riscattare i vostri diritti calpestati!"

domenica 8 dicembre 2013

9 dicembre: piccoli fascisti vorrebbero crescere

Danilo Calvani, contadino di Latina, che in una bocciofila di San Mauro Torinese che spiega che il blocco del 9 dicembre provocherà la caduta del governo e dice che, dopo,  ne servirà uno temporaneo che alla guida veda una figura militare. 
Il sogno di Cavani e Reginaldi
Lo slogan è: il 9 dicembre blocchiamo l'Italia. Una manifestazione che coinvolgerebbe, secondo gli organizzatori, tutte le città d'Italia, il nucleo tuttavia saranno i TIR che bloccheranno le autostrade e il movimento dei forconi siciliano. I sindacati camionisti hanno fatto sapere di avere raggiunto accordi e di non aderire ad alcun blocco, tranne un nucleo. Cos'hanno in comune i camionisti ribelli e il movimento dei forconi? Sono legati a filo doppio a Forza Nuova e ad altri movimenti fascisti. Uno degli organizzatori del gruppo 9 dicembre si chiama Roberto Reginaldi, è di Sezze (Latina, che lui chiama littoria) ed è di forza nuova dopo essere stato espulso fa Forza Italia. L'espulsione è veramente il termometro del personaggio, in un partito dove si dice che Mangano è un eroe, dove Dell'Utri regna come vicere, essere espulsi è emblematico. L'altro è tal Danilo Cavani, le cui affermazioni abbiamo letto sopra. Legato alla destra estrema anche lui. C'è poi una miriade di fascisti dell'ultima ora, rautiani d'antan e gentaglia simile a sfrugugliare nel malcontento della gente, logorata da vent'anni di un politica demenziale da parte dei partiti di sinistra. Il movimento 9 dicembre imita, vorrebbe imitare, quello dei camionisti cileni che bloccarono il paese creando scontento e disagio alle persone tutte e prepararono il golpe di Pinochet. Peccato per loro, non siamo negli anni '70 e non siamo in Cile. Comunque piccoli squadristi crescono, a Torino si segnalano episodi inquietanti, due personaggi in borghese si spacciano per poliziotti e intimano ai negozianti di tenere chiuisi i negozi per evitare violenze e roba simile, come denunciato in un comunicato stampa dall'ANPI. Occhi aperti tutti quanti!

sabato 7 dicembre 2013

Francesco Vartolo - Puzza talmente che neppure la lega lo vuole



Oggi dedichiamo la giornata a Francesco Vartolo.  Lui è un leghista duro e puro. Uno che ce l'ha duro veramente. Consigliere comunale con Tosi a Verona, passò all'onore delle cronache quando, in difesa del suo leader intellettuale, intervenne a radio panania (parania, patania) con queste dotte parole “Tutti quelli che sono odiati da tutti, a me stanno simpatici, perché se sei odiato da tutti un motivo di domandarsi il perché c’è, e, probabilmente, se sei così odiato, forse è perché può anche venire il dubbio che tu sia dalla parte giusta”. Poi in un gruppo chiuso su Facebook: “Capitano Priebke, presente!”.
Allora Tosi fece finta di non accorgersi di avere in casa un nazista, oggi però è dovuto intervenire dicendo che quello là non è la lega e lo ha espulso. 
In questi giorni la lega vota per scegliere il segretario... Proprio come fanno i partiti veri.

giovedì 5 dicembre 2013

5 dicembre 1746 - Il Balilla

Emilio Busi / Luigi Asioli: La Cacciata dei Tedeschi da Genova per il moto del Balilla, 1842
Pistoia, Museo civico di Piatoia (25) (deposito Instituti Raggruppati)
“I giovin d’Italia si chiaman Balilla...” (dall'inno di Mameli)
Balilla vennero chiamati i ragazzi nel ventennio (quello del duce, non l’altro, quello dell’utilizzatore finale di minorenni).
Balilla era, a Genova, un soprannome. Probabile diminutivo di “balla” con l’aggiunta della desinenza ispanizzante. Tradotto letteralmente significherebbe “pallina”. Balilla veniva chiamato Gianbattista Perasso, divenuto figura storica perchè incitò la rivolta contro gli austro piemontesi lanciando un sasso. Gli austriaci pretendevano di essere aiutati ad estrarre dal fango un cannone, con arroganza davano ordini. Il ragazzo, si narra, prese in mano un sasso ed urlò “che l’inse?” (Comincio io?). Ebbero inizio in quel momento le cinque giornate di Genova e la cacciata degli invasori. Era il 5 dicembre 1746.

mercoledì 4 dicembre 2013

Italia: dal Rinascimento allo schiavismo autorizzato

fonte:  giornalettismo.com
Prato, Italia. Succede che crepino sotto un capannone crollato per un incendio 6 cinesi. “Sono solo cinesi, i concorrenti feroci della nostra economia, meno ce ne sono meglio è” avrà pensato il più cinico di tutti. Quei cinesi producono, producevano pardon, un “impeccabile” made in Italy. E poco importa come e con cosa producono, quali materiali utilizzino, da dove arrivino. Poco importa come vivono, fantasmi nelle città d’arte.

martedì 3 dicembre 2013

I parlamentari salentini e la TAP


L'articolo di Leccesette.it è interessante per meglio comprendere la miopia dei politici, tutti presi a renzicuperlare o a rincorrere il fuorilegge di Arcore dicendo che è un perseguitato. Leggevo della preoccupazione dei politici e della DIGOS che il movimento NOTAP potesse essere prossimamente infiltrato dai NOTAV e da non meglio identificati movimenti violenti.
Non sono il solo a dire che l'esasperazione NOTAV ha radici profonde, da quando venne decisa e letteralmente imposta alle popolazioni locali la scelta di forare montagne e spendere valanghe di milioni di euro per un'opera che in molti ritengono inutile oltre che dannosa. Eppure la politica va avanti a testa bassa con politici di tutti i colori. Con la TAP si sta andando sulla stessa china discendente. I cittadini chiedono lumi ai loro rappresentanti in Parlamento e quelli se ne scatafottono proprio, solo il Movimento Cinque Stelle risponde. Certo, ora i politici politicanti diranno che i grillini sono populisti anche per questo, perchè parlano con le persone, e si espongono, peccato non ci sia stato neppure l'ombra di un SITAP Parlamentare a dire le ragioni del suo si. 
Cari palamentari, il Salento ha già dato. Non ho i giornali dell'epoca, ma sono certo che quando si costruì  a Taranto quella che poi sarebbe diventata  ILVA, i vostri colleghi dell'epoca dissero fieri e pieni di sè frasi come: "un'opportunità di crescita per il Salento e per la Puglia". E sono certo che le stesse parole dissero quando si costruì la mortifera centrale a carbone a Cerano. Oggi sappiamo che si crepa di cancro a causa dei mancati controlli (anche della politica connivente) su quei siti. Qualcuno in realtà, a fronte delle lamentele dei tarantini, ebbe l'infelice idea di dire "ma come si lamentano? di cancro si muore più a Lecce che a Taranto". "Che botta di culo!" avranno detto i tarantini. 
Saranno i rifiuti seppelliti ovunque, però se Leuca è avvolta da un manto nero causato dalle ceneri dell'Etna, se arriva di tanto in tanto la sabbia del Sahara portata dai venti, vuoi che da Cerano non arrivi proprio nulla su Lecce? e da Taranto?  Il problema, cari politici, non è dove si muore di più, il problema è capire perchè si crepa di cancro a Lecce, a Taranto e a Brindisi più che da altre parti. 
Un atto di umiltà per favore, evitate di nascondervi quando serve e di comparire quando ci sono elezioni, soprattutto provate a stare fra le persone che vi votano, per favore.

lunedì 2 dicembre 2013

Salento senza futuro

Indicativo, congiuntivo, imperativo, infinito, gerundio, presente. Nel dialetto salentino manca il futuro, non esiste, si deve comporre.

Per il futuro semplice si ricorre al presente accompagnato da qualche avverbio di tempo appropriato : tra nnu picca allucisce (fra poco albeggerà).
Per il futuro anteriore si usa il passato prossimo dell’indicativo: me pigghiu a ttie dopu ci lu rre è addentatu surdatu rasu (ti sposerò dopo che il re sarà diventato soldato semplice)[1].  

domenica 1 dicembre 2013

Christine Jorgensen

Il 1 dicembre 1952 il New York Daily News pubblica in prima pagina la notizia “Ex GI becomes blond beauty” (ex soldato diventa una bella bionda). George William Jorgensen, di origine danese, nato a New York il 30 maggio 1926, si era sottoposto ad un’operazione di cambio di sesso diventando Christine. In realtà non era la prima operazione di cambio sesso, però lei divenne la prima testimonial dei transessuali. Negli anni ’60 e ’70 girò molto nei campus per parlare della sua esperienza. Nella sua vita lavorò come attrice e intrattenitrice. Divenne negli anni ’70 anche soggetto di un film “The Christine Jorgensen story”.
Citazioni: 
“Ho dato un bel calcio nei pantaloni alla rivoluzione sessuale”


“La natura ha fatto un errore che io ho corretto, ora sono vostra figlia” (Da una lettera ai genitori). 

Morì di cancro a San Clemente il 3 maggio 1989.

sabato 30 novembre 2013

il gelatino del cotino lo paghino i contribuenti.

i tre ladroni
Non per dire, però un presidente di regione come Cota, ribattezzato il cotino da un altro indagato, tal Bossi, ce lo invidiano in molti. Lui può tutto, ha addirittura il dono dell'ubiquità (vedi articolo). Secondo la guardia di finanza che ha fatto accertamenti si fa rimborsare un pasto consumato a Torino e pochi minuti dopo sta in Lombardia. Ah le auto veloci. Oppure chiede l’ignobile rimborso di 22 euro per gelati acquistati a Torino, il tempo di una leccata, anche qui questione di minuti, eccolo a Pavia. Non per dire, però 22 euro sono una somma veramente ignobile per farsela rimborsare, per dei gelati poi...

mercoledì 27 novembre 2013

27 novembre 2013 al senato

27 NOVEMBRE 2013 ORE 17,45 SENATO DELLA REPUBBLICA

CLICCARE SOTTO PER IL COMMENTO




assenteisti e assenteisti

[Domanda di Gianfranco, 21/08/2012] Abbiamo una coop di servizi e un nostro dipensente fa sempre assenze non giustificate. Ultimamente s'è assentato per 4 giorni consecutivi senza dare nessuna spiegazione e spegnendo pure il cellulare. Noi già per questo motivo abbiamo fatto lettera di contestazione dando pure 5 giorni per rispondere, ma non l'abbiamo sentito. 
Domanda: Lo possiamo licenziare subito in quanto mi ha creato molti disservizi nei vari cantieri dove lavoriamo? Grazie attendo sue notizie 


Risposta: Certo, se ha già provveduto a contestare l'assenza ingiustificata e previa verifica di quanto specificatamente previsto dal CCNL potrà senz'altro licenziarlo per giusta causa. (assenteismo)

(Fonte: cliccare qui)


Quella citata sopra è solo una delle mille risposte a domande sull'assenteismo. Non stiamo a entrare nel merito della legge, il problema è che esiste e può essere contestata, ma deve comunque essere rispettata. E’ come un cartello di divieto di sosta che sembra non avere senso, chi lascia l’auto lì senza arrecare intralci alla circolazione o danneggiare qualcuno è passibile si multa comunque.
E la legge è uguale per tutti! Anzi, dovrebbe esserlo. Come si evince dalla tabella riportata da Espresso on line qualcuno è molto, molto più uguale degli altri. A proposito, chi è il datore di lavoro dei signori (eufemismo, signore è una persona per bene) citati sotto? Un post come questo verrà tacciato di essere populista da qualcuno, però ci sono cose che a noi umani sfuggono alla comprensione.






martedì 26 novembre 2013

Difesa del suolo? Meglio palpare il culo a minorenni.


Maurizio Bongioanni - Mentre in Sardegna si contano i danni e, purtroppo, i morti causati dall'alluvione, dalla Commissione Bilancio della Camera arriva la notizia che l'Italia non ha utilizzato 4,3 miliardi di fondi europei per la difesa del suolo.

A parlarne è stato il 19 novembre, il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, in un'udienza parlamentare: dei 5 miliardi provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) e destinati alla messa in sicurezza del territorio italiano (tra cui le regioni meridionali, Sardegna compresa) programmati per il periodo 2007-2013, ne è stato utilizzato circa 1 miliardo solamente. Il motivo? Come aveva già spiegato lo stesso Trigilia in un'altra udienza, datata 5 novembre, e come ha ripetuto il 19, il problema sta nella capacità di spesa “dovuta a carenze di tipo progettuale che rallentano o interrompono i processi di realizzazione, senza trascurare l'influenza limitante del Patto di Stabilità Interno sulla capacità di spesa delle Regioni”.  (Fonte: clicca qui).

Presidenti del consiglio inadempienti:

Maggio 2006 – maggio 2008 Presidente del consiglio: Romano Prodi (vice presidenti: Massimo D’Alema, Francesco Rutelli)
Ministro tutela del territorio e del mare: Alfonso Pecoraro Scanio -  Infrastrutture: Antonio Di Pietro

Maggio 2008 – novembre 2011 Presidente del consiglio: Silvio Berlusconi
Ministro Tutela del territorio e del mare: Stefania Prestigiacomo – Infrastrutture e trasporti: Altero Matteoli

Novembre 2011 – Presidente del consiglio: aprile 2013 Mario Monti
Ministro Ambiente e tutela del territorio e del mare: Corrado Clini – Infrastrutture e trasporti: Corrado Passera.

Aprile 2013  Presidente del consiglio: Enrico Letta

lunedì 25 novembre 2013

25 novembre 2013. GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLA DONNA


Pippo Civati a lecce

L’amica che incontro fuori, dietro la coltre di fumo di sigarette, non la vedevo da almeno un paio d’anni. Ci salutiamo e le chiedo: “Anche tu qui?” “E’ l’ultima speranza che rimane prima del baratro”. Lei era una speranzosa persona che fece parte del primo comitatone nazionale del PD, quello di Veltroni che contava, se ricordo bene, 1200 persone contro le 250 del PC cinese. Sappiamo la fine che hanno fatto quel PD, quel Veltroni, le speranze di milioni di persone e noi tutti che ci siamo sorbiti Berlusconi ter quater e via dicendo. La mia amica uscì dagli organismi dirigenti ed ora è qui ad ascoltare Pippo Civati, al President. La sua ultima speranza!

domenica 24 novembre 2013

Carlo Collodi

Nasce a Firenze il 24 novembre 1826. E’ lo scrittore italiano, si stima, più tradotto di sempre (oltre 240 traduzioni). Le copie del suo libro più famoso sono praticamente impossibili da sapere, i diritti d’autore sono infatti scaduti nel 1940.

venerdì 22 novembre 2013

Napolitano ed altri e i rifiuti tossici.

Il verbale integrale dell'interrogatorio a Schiavone si trova a questo link: http://leg13.camera.it/_bicamerali/rifiuti/resoconti/Documento_unificato.pdf

Leggerlo è istruttivo, rimangono tuttavia inquietanti interrogativi, per esempio, il signor Giorgio Napolitano all'epoca era ministro degli interni, come mai secretò tutto quanto?  E i ministri degli interni che lo seguirono (Iervolino, Bianco, Scajola, Pisanu, Amato, Maroni, Cancellieri, Alfano) e i loro presidenti del Consiglio (Prodi, D'Alema, Berlusconi, Monti e Letta) perchè acconsentirono a nascondere tutto sotto una coltre di silenzio? Forse avevano il terrore che gli abitanti dei luoghi dove "fra vent'anni avranno tutti il cancro"  si rendessero conto della situazione e si inalberassero?  E i parlamentari progressisti hanno taciuto per disciplina di partito o che altro? Il vincolo di mandato non esiste (per fortuna) in Italia. Intanto la gente crepa di cancro.
E ancora, come scritto da qualche commentatore, quale differenza esiste fra il reato di tentato (o riuscito parzialmente) genocidio e quello dei tossico nocivi seppelliti ovunque? Chi secreta e tace è vittima, complice o che altro? Domande inquietanti veramente.  
Ci sono voluti i ragazzacci del cinque stelle a scoperchiare la pentolaccia. Succede con l'interrogatorio Schiavone, succederà oggi, 22 novembre 2013, per le documentazioni fotografiche relative alle campagne di Supersano, nel Salento leccese, Buccarella, senatore cinquetellato, ha pubblicato su facebook la notizia del ritrovamento di tale materiale in Senato. Ma non c'era una folta schiera di parlamentari salentini al lavoro in tutti questi anni? Oltre a cinguettare fra loro sulla linea del partito che altro facevano?
Peccato che il senatore sia in un partito guidato da personaggi strambi, altrimenti lo voterei!   

p.s. è stato pubblicata la mappa dei presunti rifiuti in Salento da Maurizio Buccarella all'indirizzo web:
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2013/11/rifiuti-tossici-e-crimine-in-puglia-il-m5s-diffonde-le-mappe-della-dda.html


giovedì 21 novembre 2013

Pronto chi parla? Vendola!!!!!

“Pronto chi parla?” E’ il tormentone della settimana! La telefonata di Vendola tiene  banco sul web, fra i commenti nei social network. I più feroci detrattori di Nichi sono le sinistre sedicenti antagoniste che non aspettavano altro che un passo falso per chiederne le dimissioni, cosa che, visti gli ammiccamenti e i sorrisini, ha un sapore di vendetta e di “io l’avevo detto...”, poi ci sono i giustificazionisti che si arrampicano sugli specchi dicendo che in realtà Vendola prendeva in giro Archinà, come il bimbo che insisteva che il bicchiere si era rovesciato da solo, era levitato e caduto, poi quelli che “non me lo aspettavo”, e altre mille sfumature. Il dato trasversale (tranne alla mezza dozzina di falcemartellisti duri e puri) è lo scoramento. In realtà è stato un colpaccio de Il Fatto, colpaccio nel senso più terra terra del termine, si voleva far passare quella risata per uno sberleffo ai morti per cancro, ascoltando si evince che così non è affatto. Rimane tuttavia un vulnus, per dirlo in italiano corrente, una emerita puttanata di Vendola. I rapporti che un presidente di regione deve tenere sono a 360 gradi, soprattutto quando la patata bollente si chiama ILVA ed è la maggiore industria dell’acciaio europea sia come fatturato che come occupazione. In questi ultimi mesi stanno venendo fuori anche, ahinoi, le porcate dei Riva: evasori fiscali, conti miliardari all'estero, società off shore che permettono di riciclare il maltolto ed altro ancora. Roba da fare invidia a Berlusconi! L’intervento della magistratura nei mesi scorsi ha aperto un dibattito a Taranto e non solo che sembrava, paradossalmente, mettere gli uni contro gli altri i fautori del posto di lavoro ad ogni costo contro quelli della salute pubblica e dell’ambiente. Quasi non si trattasse di istanze imprescindibili.  Lo stato, nei passati decenni, ha iper finanziato l’ILVA con iniezioni di denaro pubblico pari solo, forse, quelle date alla FIAT negli anni, mentre i Riva si arricchivano a dismisura.

mercoledì 20 novembre 2013

Lecce Capitale di cultura?


C’è stato dibattito sulla candidatura di Lecce a capitale della cultura 2019. Detrattori, sostenitori, indifferenti e via dicendo. In tutto questo parlare la città ha superato il primo step, nel 2014 ci sarà la sentenza definitiva. Forse è prematuro parlarne, tuttavia non è tempo perso, potremmo sintetizzare la discussione sul comprendere se la scelta è da rigettare tout court perchè arriva dalla maggioranza al governo della città, oppure se pensare al tutto come un’opportunità. Partiamo dalla considerazione che Lecce, al di là e oltre il suo valore aggiunto che richiama turisti nonostante scelte urbanistiche e politiche che sembrano volerla penalizzare, (cito le colate di plastica bianca in Piazza Sant’Oronzo, la mancanza di piste ciclabili, la mancata pedonalizzazione, una viabilità indecorosa per una città d’arte, parcheggi ovunque fin quasi sotto la colonna del Santo, marciapiedi in circonvallazione dove un passeggino non passa perchè sono troppo stretti, allagamenti nelle strade ad ogni temporale, ad esempio via Oberdan, provate a passarci a piedi durante un temporale, arriverete a casa bagnati fradici), e via dicendo. Troppe cose non funzionano nella città che è fra le più belle d’Europa. Questo detto rimangono i numeri citati nell’articolo di Quotidiano di Puglia (http://www.quotidianodipuglia.it/lecce/capitale_della_cultura_per_lecce_progetti_da_210_milioni_e_4700_posti_di_lavoro/notizie/360607.shtml). Son di un’importanza immensa per una città ed una provincia che soffrono una crisi epocale, cascate di quattrini da investire e di possibili posti di lavoro. Non è poco veramente!  Inutile dire che il ruolo della politica è assolutamente essenziale ed inevitabile, e quello dell’amministrazione imprescindibile, allora come ci si pone criticamente verso questa opportunità? Se le cose funzionassero come democrazia prevede e come intelligenza chiederebbe, ci si siederebbe attorno ad un tavolo, maggioranza, opposizione, associazioni culturali e del territorio, univesrsità ecc. e si farebbe il punto della situazione, si discuterebbe sul come fare una commissione  senza maggioranze precostituite, ma per competenze, una sorta di giunta esecutiva ed un consiglio “di amministrazione” che controlli nella più ampia trasparenza gli appalti, le scelte, le nomine, le assunzioni. Il tutto facendo sì che non si possa dire che tizio è stato assunto perchè cugino di caio e con un pacchettino di voti per sempronio.
Soprattutto, visto che si tratta di fare opere imponenti ed importanti, la commissione deve controllare che ogni mattone, ogni albero piantato, ogni piccolissima opera, dovrà avere una ricaduta futura per la città tutta. Magari recuperare invece di costruire, magari valorizzare anzichè abbattere. Mi torna in mente la svavillante Torino di Italia ’61, nel centenario dell’unità il capoluogo piemontese fece opere faraoniche, da palazzo Vela alla monorotaia e via dicendo. Un intero quartiere trasformato per quell’anno di festeggiamenti, miliardi spesi. Dopo il ’61 e per vent’anni tutto iniziò a decadere, inutilizzato, salvo poi utilizzarlo in buona parte per altri scopi. Questo non si deve ripetere assolutamente. La programmazione e la progettazione debbono essere al servizio della città e della provincia negli anni a venire. Questo e altri saranno i termini della discussione, e da qui occorre partire per comprendere se lasciar fare tutto quanto ad una parte sola osservando da fuori e criticando, oppure rendendosi protagonisti del combiamento (perchè di questo si tratta). Una bella scommessa ed un modo di lanciare non una sfida, piuttosto l’opportunità di cambiare il modo di concepire la politica stessa, l’amministrazione. Vediamo chi dirà no. Penso che lasciar fare dicendo che sono cose che non ci riguardano potrebbe essere un boomerang  se quesi quattrini verranno spesi male, dati in mano ai soliti noti, senza controlli sulla legalità e sulle spese, sono però pubblici, di tutti. In sostanza, Lecce è in ballo, se vincerà l’ultimo giro di danza si può avere l’opportunità di chiedere e pretendere una giusta collaborazione paritaria, o lasciar fare, offrendo ad altri la possibilità di progettare il futuro di tutti. Chi rinuncia a questa opportunità o la respinge, si assumerà tutte le responsabilità del caso.

Chissà forse sono sono pensieri in libertà, utopia, però ci si può pensare. 

martedì 19 novembre 2013

Al caffè Matteotti c'è Alessandro Amoruso

Ancora due giorni, fino al 20 novembre, c’è la possibilità di vedere la mostra di Alessandro Amoruso, giovanissimo artista di origini baresi presso il Caffè Matteotti, nella rassegna Artè. Sono disegni a penna, sono tratti, dettagli. Il particolare è reso in maniera quasi “maniacale”. Il ragazzo è giovanissimo ma ha “mestiere”, lo si vede anche in alcuni lavori ad olio che ho avuto la fortuna di vedere. Nei disegni c’è il fumetto, ci sono, come mi dice lui stesso, emozioni e sensazioni che arrivano da letture e ascolto di musica, un sottofondo che si percepisce in chi guarda. Ci sono atmosfere oniriche o talmente reali che pare di toccarle, di ricordarle perchè si sono già lette, ascoltate, viste da qualche parte, in qualche vita precedente, in qualche volo di fantasia. Abbiamo chiacchierato, davanti a un bicchiere di vino.


“Alessandro Amoruso, anni?”

“Sono del 91”

“Stai studiando?”

“Ho fatto il professionale di grafica, ora sono iscritto all'accademia qui a Lecce”

“Questi disegni stanno fra la grafica il fumetto e che altro?”

“Definiamole illustrazioni. Certo, arrivo dalla grafica, poi per passaggi successivi sono arrivato qui. Studio il dettaglio nel tratto, mi piace il particolare. Solitamente si cerca ul quadro generale nel quale inserire ogni sfumatura, ogni particolare. Mi piace dire che c’è un aspetto sociologico: l’insieme (la società) e il singolo. Quello che troviamo nei disegni lo vediamo anche nella realtà”

“L’ispirazione da dove arriva?”

“Uno in particolare (due uomini davanti ad un saloon n.d.r.) l’ho fatto quando avevo appena letto Steinbeck. Diciamo che le idee arrivano come flash, ascoltando musica, vedendo un film.”


“Il disegno è una meta o un passaggio?”

“Lo definirei passatempo. Mi succede di disegnare ascoltando lezioni o altro. Questi disegni li faccio d’impeto, con la tela invece è diverso, non mi definisco artista, devo ancora fare un pò di strada. Sono due anni che dipingo ad olio.”

“Hai fatto mostre, esposizioni e quali progetti per il futuro?”

“Qualche settimana fa con due amiche ho esposto a Monteroni, un mio pezzo è là. Per quanto riguarda il futuro sono aperto a tutto. Pensavo di inviare qualche disegno, scrivo racconti brevi. Leggo molto. La scrittura mi piace, è creatività come la pittura

In sostanza è un ragazzo che sta studiando il mondo come gira. In un'Italia allo scatafascio non è poco, non mi ha parlato di volersene andare anche se, come tutti i ragazzi, ne avrebbero mille e un motivo.

“Auguri”



lunedì 18 novembre 2013

Jannacci e Fo - Prete Liprando e il giudizio di Dio

Nel 1965 Enzo Jannacci e Dario Fo scrivono un pezzo memorabile su Liprando. Il prete a Milano che, per difendersi dall'accusa di simonia venne costretto dall'arcivescovo Grossolano a passare sui tizzoni ardenti.
Il sacerdote milanese si offrì volontario il giorno di Pasqua 1075 per battezzare i catecumeni imponendo il crisma di Erlembaldo. Erano anni difficili, di grandi tensioni. Il giovedì santo il capo dei patarini Erlembaldo rifiutò per la seconda volta l’olio crismale consacrato da preti che egli riteneva simoniaci. Anche i sacerdoti della cattedrale rifiutarono di celebrare i riti al di fuori dalla tradizione canonica. Erano tempi in cui Milano era al centro di lotte cruenti. I patarini si opponevano al concubinaggio. Alla fine i patarini vennero anche cacciati da Milano e Liprando, prete patarino, venne torturato e sfigurato al viso, perdendo naso e orecchie. 
(Fonte: http://www.olivomatto.it/2013/03/prete-liprando-lolio-crismale-pasqua-ed-enzo-jannacci/)

http://www.youtube.com/watch?v=J3DX_K1lZ5E

parlato): Landolfo, cronista del Millecento, ci ha tramandato le "Storie del Comune di Milano" fra cui questa del giudizio di Dio, protagonista prete Liprando. Noi abbiamo cercato di musicarla con un certo impegno, e la dedichiamo a tutti quelli - e sono tanti - che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell'avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono! 
Prete Liprando, ben visto dai poveri Cristi, 
andò dall'arcivescovo Agiosolano, in Sant'Ambrogio: 
"Sei ladro e simoniaco, - gli disse - 
venduto all'Imperatore, quel porco.." "Cus'ee?!? 
- disse l'Arcivescovo infuriato - 
Come ti permetti, prete? Sono ex-combattente; 
ho fatto la prima crociata, e anche la terza! 
(...la seconda no, perchè ero malato...) 
Prete Liprando rispose: "Lo so, più d'una città hai conquistata; 
lo so, più d'una città tu hai insanguinata; 
e adesso, Milano tu vuoi, incatenata, vederla prostrata!" 
"Liprando, a 'sto punto esigo il Giudizio di Dio: 
dovrai camminare sui carboni (s'intende, ardenti!); 
le fascine di legna, quaranta ("Quaranta?") 
s'intende, le pago io. 
Se tu non uscirai per niente arrostito, 
io me ne andrò dalla città solo e umiliato, 
e per giunta, appiedato! 
"Prete Liprando, domani, al calar del sole 
affronterà il Giudizio di Dio in Piazza Sant'Ambrogio!" 
Quaranta fascine furono ammucchiate in una catasta; 
la gente veniva fin da Venegòno e da Biandrate: 
"Indietro, su, non spingete, per Diana! 
C'è il fuoco, non lo vedete? " "Ma io non vedo niente; 
non vedo un'accidente! Son venuto da Como per niente!" 
"Tornate tutti a casa! Non se ne fa più niente! 
Il Papa, da Romas l'ha proibito: lo spettacolo è finito!" 
"Ed io lo faccio lo stesso! - disse prete Liprando - 
ma le fascine, quaranta!- io non ce le ho!..." 
...La gente portava le fascine fin da Biandrate; 
facevano un sacco di fumo: la gente tossiva, 
tossiva e piangeva, ma non si muoveva! 
Che popolo pio! Voleva vedere il Giudizio di Dio! 
"Eccolo là!... Liprando è già pronto..." "Dove l'e?" 
"L'è là in fondo... È pallido, ha paura!... 
Ha i piedi spogliati!... Che piedi lunghi!..." 
La brace è rossa, e rosse son tutte le facce... 
stan tutti con gli occhi sbarrati... 
"Anch'io li ho sbarrati, però non vedo niente!" 
È entrato in mezzo ai carboni senza guardare: 
è dentro, è tutto sudato, ma non è bruciato... 
due donne son svenute! Una ha partorito, 
ma in buona salute... 
"Dai, non spingete!" "...ma io non vedo niente!" 
"Ecco, è arrivato; Dio l'ha salvato!" 
"Gloria a Liprando, che Milano ha salvato!" 
"L'arcivescovo è scappato" ("Gloria a Liprando!") 
"L'avete veduto!" ("Gloria a Liprando!") 
"Il cavallo s'è impennato!..." ("Gloria a Liprando!") 
"Ecco, è cascato!..." ("Gloria a Liprando!") 
"S'è mezzo massacrato!" ("Gloria a Liprando!") 
"...e io non ho visto niente!" ("Gloria a Liprando!") 
"Non ho visto un accidente!" ("Gloria a Liprando!") 
"Son venuto da Como per niente! Per nienteeee! ("Gloria a Liprando!")

sabato 16 novembre 2013

Fabrizio De Andrè - Un ottico

Fabrizio De Andrè - un ottico



Prima parte:
Daltonici, presbiti, mendicanti di vista
il mercante di luce, il vostro oculista,
ora vuole soltanto clienti speciali
che non sanno che farne di occhi normali.

Non più ottico ma spacciatore di lenti
per improvvisare occhi contenti,
perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.
Seguite con me questi occhi sognare,
fuggire dall'orbita e non voler ritornare.

Seconda parte:
Primo cliente - Vedo che salgo a rubare il sole
per non aver più notti,
perché non cada in reti di tramonto,
l'ho chiuso nei miei occhi,
e chi avrà freddo
lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.

Secondo cliente - Vedo i fiumi dentro le mie vene,
cercano il loro mare,
rompono gli argini,
trovano cieli da fotografare.
Sangue che scorre senza fantasia
porta tumori di malinconia.

Terzo cliente - Vedo gendarmi pascolare
donne chine sulla rugiada,
rosse le lingue al polline dei fiori
ma dov'è l'ape regina?
Forse è volata ai nidi dell'aurora,
forse volata, forse più non vola.

Quarto cliente - Vedo gli amici ancora sulla strada,
loro non hanno fretta,
rubano ancora al sonno l'allegria
all'alba un po' di notte:
e poi la luce, luce che trasforma
il mondo in un giocattolo.

Faremo gli occhiali così!
Faremo gli occhiali così!