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sabato 15 settembre 2012

Politica... asfittica? Di capi greggi e toppe....


Un anno Franco e poi mi volto indietro
Un mare di bandiere lacerate
Da bimbi vecchi rotti al vecchio gioco
Di essere capi con il gregge addietro.
Ed ogni gregge ha la sua bandiera
Rossa piccina e ricucita a toppe
E come toppe rattopate al culo
Del capo che li guida e dà la rotta.

… ma io dico
Che l’uomo nuovo in me è una speranza
È tutta mia so sperar da solo
Di capi greggi e toppe ne ho abbastanza…

Così cantava Ivan Della Mea alla fine degli anni ’60. Oggi, è pur vero, non ci sono più i movimenti, ci sono però i partitini ovunque. Ovunque toppe rattoppate al culo di qualcuno. Sgarbi che fonda il “movimento della rivoluzione” è un po’ come se Sallusti e la Santanchè fondassero il “Partito dei belli & pacati”. Ma qui siamo comunque nel campo delle destre. Loro non hanno l’esperienza frammentatoria delle sinistre italiche (e non solo), però sono come i giapponesi di un tempo, quelli che prendevano prodotti brevettati altrove, li miglioravano, li cambiavano parzialmente e li mettevano sul mercato spiazzando tutti quanti. Loro hanno la verve del mercataro. I cinesi di oggi invece sono più pratici, non li cambiano neppure i prodotti, li copiano pari pari, spesso ne riproducono il logo, li fanno in grande scala e li distribuiscono direttamente. Una vera autarchia: dal produttore al consumatore.
Le sinistre invece… vabbè, ci sarà una mezza dozzina di falce e martello sulle schede la primavera prossima, ogni martelletta e falcetta migliore delle altre, ognuno è più bello e puro. Qualcuno viaggia con barboni incanutiti per somigliare a “lui”. Altri hanno Che Guevara tatuato sulle chiappe. Tutti sono comunque certissimi della rivoluzione prossima ventura. E dicono “ilcapitalesfruttaleclassisubalterne”. Non è che sia un dire sbagliato, per carità, è la cura al male che non riesco a comprendere. Se sanno perfettamente di essere tagliati fuori dal parlamento sbarrato, perché spendere quattrini per dire che loro ci sono e che sono puri e duri? Perché non si mettono assieme per sommare i loro zero virgola qualcosa e provare seriamente ad entrarci? E poi, diciamolo, Sgarbi ha scippato la loro parola unificante: rivoluzione. Lo fece già il suo padrone un tempo, quando, sull’onda di qualche campionato mondiale, chiamò il suo harem: “Forza Italia”.
Poi c’è SEL (Sinistra Ecologia e Libertà – Per Vendola) Pare la pasta: “Pasta all’uovo – Barilla però” perché non chiamarlo: VEL (Vendola Ecologia e Libertà)? Per esempio? O perché non “Nichi Nichi” per fare il verso al bunga bunga?
E pensare che lo aspettavamo per le primarie di coalizione. Al momento non si sa se parteciperà, sarebbe stata una bella lotta: Vendola versus Bersani. Una concezione di sinistra contro una socialdemocratica. Avremmo avuto consapevolezza del pluralismo a sinistra. Invece SEL nei due anni passati non è riuscita a piazzarsi sul territorio, non a creare qualcosa che andasse oltre Vendola come visibilità. Non è riuscita o non ha voluto neppure provarci? Ora pare tagliata fuori dalle primarie di coalizione, per quelle la scelta sarà fra Bersani e il nuovo che incombe, Renzi, quello che fa l’occhiolino alle destre, che va a trovare Berlusconi a casa  anziché a Palazzo Chigi. Poca cosa per chi vorrebbe un cambiamento reale, una coalizione veramente credibile. Al momento sappiamo che Bersani vorrebbe Nichi Nichi in coalizione e Renzi non lo vuol vedere neppure in fotografia.
Comunque sono partite le campagne elettorali primarie. In camper. La nave la utilizzò Bunga Bunga, il pullman Prodi e Veltroni. Renzi è più finiano, utilizza il camper, come fanno i giovani. Sarebbe stato bello se si spostasse in autostop.
E va bene così, mi divertirò ad osservare da fuori gli accadimenti. In fondo non siamo pochi a dire con Ivan: “Di capi greggi e toppe ne ho abbastanza” .

venerdì 14 settembre 2012

Fra barocco e il temporale... pensieri in libertà


Camminando fra barocco e negozi… Persone che vanno, spezzoni di discorsi raccolti al volo: “il bambino….” “il governo…” la ragazza vestita di bianco risponde al cellulare: “ciao amore…”, è bella come sanno essere belle le persone innamorate. Intanto i pensieri svolazzano liberi fra cielo e terra, fra le miserie e la ricchezza. “Ho visto anche degli zingari felici…” cantava Claudio Lolli qualche secolo fa.   Ricordi, spezzoni di vita. Non so perché questo fine estate è un fine estate, avrei voluto fosse un inizio, invece la voglia di guardare il cielo da sopra è stata grande. Un volo, solo quello. Si rideva e si faceva l’amore… Parlavamo ore seduti sulla pachina in piazza… Al bar finchè chiudeva… Emozioni dentro i ricordi che scivolano via nella via del barocco. Qualcuno dirà che sa tutto e tutto conosce… Affanculo chi sa tutto!!!
Prima dei cellulari c’erano lettere che volavano da una parte all’altra, c’era l’attesa, c’era l’immagine riflessa contro il cielo. Prima c’era la rabbia e quella rivoluzione che doveva essere allegra… Una risata vi seppellirà… Poi la vita è andata per conto suo, quasi fosse un’entità autonoma dai pensieri e dall’agire. Siamo stati la generazione (forse) peggiore, quella che ha preparato e portato alla più grande sconfitta delle spinte ideali. Forse abbiamo puntato troppo in alto? Forse volevamo il cielo e la terra tutto assieme? “Vogliamo tutto”, si urlava a squarciagola. Abbiamo avuto… nulla. Anzi, abbiamo ottenuto pensioni anticipate senza scandalizzarci, abbiamo visto “compagni” (sedicenti tali) prendere tangenti e farsi pagare puttane. E l’utopia (utòpia) restava lontana come l’orizzonte, e non ci invitava neppure più a camminare.
Il barocco mi guarda sornione dai suoi secoli di vita. Sant’Oronzo sta lassù, in alto, ne ha viste di puttanate passargli sotto. Intanto ancora non abbiamo imparato a scandalizzarci, ad indignarci. Prendiamo la vita così come viene, magari facendo ironia. Utilizzandola come scudo. Credendo che l’arte sia sublime…. Sapendo che gli artisti muoiono di fame se non fanno lavori altri, diversi. Però quando gioca l’Italia delle scommesse clandestine siamo tutti zitti davanti alla TV, salvo poi dire che noi (noi?) siamo forti… se si vince.
Vediamo ministri che hanno verdi camicie e non ci indignamo. Vediamo premier che pagano puttane a botte di migliaia di euro e permettiamo che si ricandidino senza far saltare il banco.  E’ così complicato non sapere fermarsi e dire “sono arrivato”, solo perché non ci si sente mai arrivati da nessuna parte, perché nessun luogo è IL luogo. Come se le valige fossero pronte sempre, mai disfatte del tutto… Ma questa è altra storia. Prima camminavo per le strade, ora termino qui, nella notte del temporale su Lecce, il vento è feroce come gli scrosci d’acqua che lavano tutto.
Non è niente, erano solo pensieri in libertà…. 

mercoledì 12 settembre 2012

Lecce in blu è elegante, parola di sindaco


Camminando nella Lecce post agostana balzano agli occhi le innovazioni.
Le strisce blu e quelle bianche, per dirne una. Le prime sono belle, nuove nuove, si vedono da molto lontano. Le altre, quelle bianche e quelle gialle, sono sbiaditine, smortarelle. Rendiamo onore al merito dell’amministrazione comunale che risparmia dove può. Forse avevano solo vernice blu in magazzino ad hanno utilizzato quella. Grazie sindaco! E pensare che un passante maligno mi diceva “le strisce blu rendono soldi, le altre no, i pedoni e i ciclisti non fanno cassa, sono inutili, anzi, dannosi, andassero in auto tutti quanti, fino in piazza Sant’Oronzo, l’economia ne avrebbe giovamento: benzina, parcheggi, inquinamento, così anche i medici avrebbero più lavoro, invece vanno a piedi… Pezzenti!” Malizioso e perfido, ovviamente, sicuramente ha votato da un’altra parte. Anche il ciclista che annuiva era uno di sinistra, magari ha votato Salvemini. Il Sindaco Perrone lavora per noi tutti!!!!
Dite che i passaggi pedonali davanti al tribunale sono neri neri? Non sottilizziamo, importante è che parcheggiate in blu, elegante e serio.
Ah, a Lecce l’euro non è mai arrivato! Questa è un’altra notizia. Lo si capisce dalle tariffe (uniche penso in Italia) che hanno convertito pari pari il prezzo dei parcheggi in blu. Altrove, in città più incivili ovviamente, la tariffa è di un euro, in altre addirittura di 1,50. Solo a Lecce è di euro 1,03. O caspita che trovatona! Chi vuole parcheggiare per 30 minuti non ne ha il diritto, perché l’Europa non ha coniato monete adatte alle tariffe leccesi. Propongo interrogazione al parlamento europeo perchè si adegui all'eccellenza leccese. 




martedì 11 settembre 2012

Effetto paradosso


Effetto Paradosso
Fra poco nelle sale


Effetto Paradosso

Konrad Iarussi e Julieta Marocco

Julieta Marocco e Carlo Fenizi

lunedì 10 settembre 2012

Monti: il tassator cortese... e altre storie


Stucchevole, sempre di più, il dibattito politico. Da tempo si dice di Democrazia bloccata, in alcuni momenti sembra la si voglia definitivamente sopprimere in nome e per conto della mariocrazia. Gentile, mite, pacato, Monti prosegue il suo cammino di tassator cortese.
Da tempo mi chiedo a che serve votare con una legge che non offre la possibilità di dare preferenze,  veramente non mi interessa votare in queste condizioni. Ed è di queste ore la spinta che viene da Casini e (toh il caso) confindustria, perché dopo Monti ci sia Monti, a prescindere da come gli italiani si esprimeranno. E magari senza che Mario si candidi per questo o quello schieramento. Non me la sento neppure di parlare di golpe, non lo è nei fatti. Parlerei piuttosto, per dirlo in italiano corrente, di “presa per il c… degli elettori”. Se questo scempio di accordo andrà in porto, sarà come dire agli italiani “votate, spendiamo un sacco di quattrini vostri per farlo, però sia chiaro che il governo è già fatto prima che voi andiate alle urne”. Ci vogliono scippare anche la possibilità, l’unica rimasta, di optare fra due concezioni diverse della vita, della politica, dello stato sociale. Vogliono il pensiero unico. Se così sarà, l’unica alternativa al non voto sarebbe un Beppe Grillo qualunque, pur con tutto il disprezzo per i movimenti simil leghisti, comprenderei chi lo vota. Si ha veramente la sensazione viscida e pelosa che il cerchio di privare l’Italia dalla Democrazia e scavalcare la Costituzione si stia chiudendo. I partiti non di destra in Parlamento che ne pensano? Già siamo in presenza di un’anomalia di non poco conto, alle prossime elezioni non giudicheremo il governo uscente per confermarlo o meno, perché tutti i partiti, tranne poche, a volte poco dignitose (vedi lega nord), eccezioni lo sostengono, neppure saremmo chiamati, se passa il teorema Marcegaglia/confindustria/banche/Casini, a scegliere la persona che dovrebbe guidare il prossimo. Questo scempio, aggiunto alla mancanza di preferenze, è una vera mina sotto la parola Democrazia.
Se pensiamo che a cacciar via il peggior governo dal 1945 ad oggi non ci ha pensato l’opposizione, ma qualche dozzina di escort, e lo aggiungiamo al resto, la situazione è ancora peggiore.
A questo punto, mentre crepano immigrati davanti a Lampedusa, i dibattiti su primarie si o no non fa neppure più sorridere, piuttosto mi convincono sempre più sull’inutilità del mio voto. Primarie per cosa? Per chi? Meglio Renzi il montiano o il montiano Bersani?  
   

domenica 9 settembre 2012

San Giovanni in Persiceto


I fatti. Nel 1963 vennero rinvenuti i resti di 63 persone morte. Erano sepolti ad una profondità di 1,20 metri a distanza di circa 1,5 metri l’uno dall’altro. Erano senza indumenti, solo un coltello privo di manico venne ritrovato. La cosa stupefacente fu il ritrovamento del teschio di un cavallo assieme agli scheletri. I corpi non vennero mai identificati e l’ufficio di medicina legale stabilì che la data della morte non poteva essere verificata. Il giudice, per canto suo, decise che si trattò di rappresaglia e che i resti appartenevano a partigiani o a repubblichini. La vulgata stabilì che si trattava di una strage di appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana compiuta spietatamente  dai partigiani. In molti ci credettero. L’Anpi di San Giovanni in Persiceto, in particolare Wiliam Pedrini e Carlo D’Adamo volle invece vederci chiaro e chiese ed ottenne nel 2008 la riesumazione delle ossa e la prova al radiocarbonio. E’ di questi giorni la comunicazione del CEDAD di Lecce, che ha eseguito le prove, che si tratta di scheletri databili fra la fine dell’800 e il 1100.
Si chiude così un capitolo nero ed un tentativo, l’ennesimo, di colpire la Resistenza.