L'articolo
di Antonio Nicola Pezzuto per Antimafia duemila è illuminante per la
situazione che sta emergendo a Lecce nei rapporti fra politica a Sacra Corona
Unita. La DIA lavora e lo fa benissimo, puntualmente e con metodica precisione.
I clan locali si dedicano ad attentati alle attività
commerciali e non solo, anche le affissioni per la campagna elettorale delle
comunali 2012 erano in mano a personaggi inquietanti legati a filo doppio alla
politica e a funzionari pubblici.
Lo sconcerto è come tutto questo sembri passare sotto
traccia nel dibattito pubblico, quasi si trattasse di routine, normale
amministrazione.
Ora, dire che i candidati fossero all’oscuro di ogni cosa mi
pare una bufala che non si può sostenere. Il problema esiste, è importante,
pesante e molto serio. Molto di più di quelli che agitano i puristi dei social
network che si scannano per idiozie altre e diverse. Qui si tratta di mafia,
legalità, si tratta di clan che tengono in scacco le città e che, con buona
probabilità, poi ricattano i loro “clienti”.
Clientele, voti comprati e venduti, teste rasate fuori dai
seggi e via dicendo, pare una ragnatela inestricabile che passa con il silenzio
assenso di chi è coinvolto.
Quel Sergio Marti che, intercettato dice a un candidato:
“Pronto… buongiorno
dottore … ciao … salve … Sergio sono … sto passando perché ho fermato adesso un
ragazzo … giustamente … che gli hai dato i manifesti … non mi sembra neanche
una cosa corretta … sto venendo … se stai là passo” e ancora: “… elemosina qua non me ne serve … dice … no …
va bene … tanto a Lecce non li puoi attaccare lo stesso … ho detto … glielo ho
già detto … non è che alla fine faccio il fesso loro eh! … non esiste proprio …
allora poi quando lo senti … tanto … poi glielo dici … gli dici … tanto se non
li attacca Sergio … le … squadre sempre quelle sono … glielo ho già detto … eh!
… cazzo ! …”
Ora, per favore, ogni candidato (ma proprio tutti)
dichiarino come e da chi hanno fatto affiggere i loro manifesti, come e da chi
hanno fatto distribuire i santini e i volantini. Lo debbono alla cittadinanza,
se nessuno lo fa, permettete, qualche dubbio sorge. Ovviamente tutti avranno
regolari fatture che comprovano le loro dichiarazioni, se non le hanno nasce un
altro motivo di sconcerto.
Essere contro le mafie non è roba da professionisti dell’antimafia,
deve diventare agire quotidiano, l’elettore ora ha il dovere di chiedere al suo
candidato di riferimento ampie spiegazioni. Quando comportamenti mafiosi si
intrecciano a comportamenti omertosi si chiama mafia. Purtroppo il problema non
è degli altri, è della collettività.
E tutti i partiti debbono fornire spiegazioni perché purtroppo
l’inquinamento è da ogni parte come dice l’articolo su Il
Fatto Quotidiano. Anche nel PD esistono rapporti con la criminalità
organizzata. Siamo sicuri che a Lecce questi non ci sono, però una presa di
posizione che vada oltre il comunicato stampa, magari sarebbe buona cosa.