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sabato 9 febbraio 2013

9 febbraio 1965 - inizia la guerra in Vietnam


9 febbraio 1965, gli U.S.A. (era presidente un tal Johnson) inviano le prime truppe a massacrare Vietnamiti.
La Guerra del Vietnam impegnò 550.000 soldati americani e terminò il 30 aprile 1975 con la caduta di Saigon e la sconfitta degli USA. I conti della guerra sono controversi, fonti vietnamite parlano di un milione di caduti militari e oltre 4 milioni di civili uccisi da ogni tipo di bombardamento, dalle bombe a grappolo al napalm. Gli USA persero 59226 soldati, 38 la Nuova Zelanda, 351 la Thailandia  56 i cittadini canadesi arruolati dagli USA e morti in combattimento. 165 i milioni di dollari spesi dagli USA per perdere una guerra.  Annotiamo il massiccio utilizzo, da parte statunitense, del NAPALM per bombardare. SI tratta di una miscela altamente infiammabile che ha la particolarità, grazia all'aggiunta di fosforo bianco, di formare un gel che, quando colpisce cose o persone, di aggrapparsi alla pelle provocando morte atroce. Se strofini istintivamente la parte colpita non si fa che spalmare il gel e le fiamme amplificandone l'effetto. 

giovedì 7 febbraio 2013

leggendo il rapporto Caritas sulle povertà


E’ stato presentato in gennaio, se ne è parlato in un impulso di frenetico stupore per un paio di giorni, poi il vuoto, il nulla, poi si scorda. Viene da pensare che l’Italia soffra di una strana sindrome, ci si scorda facilmente. Succede in politica e in altri ambienti, stucchevole da questo punto di vista il dibattito elettorale in corso. Il passato è solo quello prossimo, di un anno fa si tende a rimuovere tutto.
“Non uno di più” è il titolo che Caritas Lecce ha voluto dare al suo secondo rapporto sulla povertà a Lecce, il quadro è desolante, le miserie aumentano a dismisura. Nella città bella del Salento le mense Caritas hanno sempre più clienti (forse di questi parlava quello che diceva che i ristoranti sono pieni?). Poi la disoccupazione, e i ragazzi che tornano a migrare e l’abbandono scolastico dovuto anche se non soprattutto alla mancanza di prospettive, di futuro. E c’è qualche ministressa che parla di choosy, e qualche premier che parla di sacrifici, anche se, leggendo il rapporto, da sacrificare non rimane poi molto. Un quadro desolante che vede il silenzio di una politica e di amministratori che paiono lontani, esageratamente lontani dalle persone. Lecce bella e barocca decade inesorabilmente.
All’interno del rapporto, di cui abbiamo riferito nelle pagine del giornale del 25 gennaio, in occasione della presentazione, esiste un settore di “testimonianze”, sono interviste a utenti italiani e stranieri colpiti dalla crisi economica, ma soprattutto sociale ed etica. Sono tutte senza nome per questioni di privacy, in alcuni casi senza nominare il paese d’origine, sono vere coltellate per chi legge. Albanesi, senegalesi, molti i leccesi, storie che si intrecciano con un rosario di miserie e di vergogna. La vedova salentina pensionata al minimo con i figli a nord che hanno problemi lavorativi anche loro: “li aiuto quando posso”, ma le spese incombono e la pensione minima non basta, poi ci sono le medicine da pagare. Per mangiare e per i capi d’abbigliamento la Caritas aiuta,  anche per sapere dove rivolgersi per la burocrazia che non guarda in faccia la miseria, e anche per offrire ascolto in una società, questa si pericolosamente barocca, che non vede. C’è la storia di D. separato con lavoretti saltuari “Io e mia moglie ci volevamo bene, poi con i figli sono aumentate le spese ed è crollato tutto” e l’inizio della sua vita in affitto, poi con amici a condividere miserie ed affitti, poi le nottate a dormire in auto e il fondo toccato, la pietas di un sacerdote che lo mette in contatto con la caritas. E ancora la vedova 74 enne che, dopo la morte del marito si ritrova con i figli disoccupati, la figlia che le affida i nipotini mentre cerca lavoro, “altrimenti i bambini vengono sottratti dagli assistenti sociali”. Dove diavolo sono quei politici che difendono la famiglia? E la miseria  si insinua:  “spero che i miei figli e mio genero trovino qualche lavoro, così i nipotini potranno tornare a casa loro e vivremo tutti meglio”. E ancora storie di vedove con pensioni sociali, sfrattate per morosità, perché gli affitti sono esosi, e fallimenti di matrimoni e di attività di piccoli padroncini che improvvisamente vengono risucchiati dalla crisi economica ed etica, morale. E il 55 enne licenziato per esubero che non trova più lavoro e si sente umiliato a passare da un discreto benessere alla povertà più nera, che si vergogna perché  poveri  prima erano invisibili anche per lui,  ora frequenta ed aiuta quando può, come può.
Problemi sociali che dalla società non hanno risposte, solo da enti caritatevoli.  Il rapporto evidenzia  undici macro aree:
  1. Alloggio
  2. Ascolto
  3. Beni e servizi materiali
  4. Coinvolgimenti
  5. Consulenza professionale
  6. Lavoro
  7. Orientamento
  8. Sanità
  9. Scuola
  10. Sostegno socio assistenziale
  11. Sussidi economici

In queste aree si trova di tutto veramente, si tocca il disagio profondo dalla mancanza di casa come l’impossibilità di acquistare farmaci, ed esiste il padre di tutti i problemi: la mancanza di lavoro, il lavoro sottopagato, sfruttamento oltre ogni limite. Non scordiamo che in Salento si parla del 15,7% di disoccupati (12,8% uomini – 20,2% donne).
E’ pubblicato inoltre un settore dedicato alle interviste agli operatori, anche queste sono storie da raccontare una ad una, da comprendere.
Ed esiste nel sottofondo il non detto, la politica e l’amministrazione della cosa pubblica che deve porsi il problema grande anche dell’impoverimento dei cosiddetti “ceti medi”, i proprietari di una casa che non riescono più a farcela, a pagare la scuola ai figli, a mangiare. Una società che si sta involvendo anziché progredire. Da questo punto di vista le promesse elettorali possono diventare vere e proprie coltellate se troppo ridondanti e se non troveranno riscontro dopo il voto. L’etica in politica dovrebbe essere anche questo. Chi dorme in auto non avrà diritto ad alcun rimborso IMU per la prima casa, né gli può fregare di meno delle due aliquote promesse.




mercoledì 6 febbraio 2013

vota silvio vota silvio vota silvio

 Dopo aver promesso dell'IMU, il calo delle tasse, il dimezzamento dei parlamentari, dopo aver garantito (sul suo onore? Quale?) che taglierà anche gli stipendi ai parlamentari stessi, ora ci aspettiamo nell'ordine:

Abolizione dell'invecchiamento per legge
Pensione sociale di 10 a 96 anni di 2500 euro mensili  
Abolizione delle multe per eccesso di velocità
Abrogazione di ogni tipo di malattia tranne quelle esantematiche
Ed infine, come scrisse qualcuno su facebook "Dammi indietro la mia 600, i miei vent'anni e la ragazza che tu sai".

Vediamo chi ha il coraggio di non votare uno così. E che diamine!

martedì 5 febbraio 2013

Le poste italiche e il C.P.O.


In questi giorni molti cittadini leccesi imparano che esiste il C.P.O. – Si tratta del Centro Postale Operativo. Ebbeni si, l’ho imparato anch’io.
Supponiamo che un cittadino acquisti un’auto giapponese, e supponiamo che si evidenzi a pochi giorni un difetto di fabbricazione, il nostro cliente andrà in concessionaria per lamentare il mal funzionamento. Supponiamo che si senta rispondere da un ineffabile e nervosetto impiegato “guardi il problema è di fabbrica, vada a lamentarsi in Giappone…” Il nostro cliente rimarrà a dir poco stupito prima di arrabbiarsi. Però i giapponesi sono persone serie, non fanno queste cose.
Loro no, alcuni dipendenti di Poste italiane lo fanno, eccome se lo fanno.
I fatti: mi reco alle poste centrali con la cartolina trovata nella buca delle lettere, a ritirare 4 raccomandate verdi. La coda è lunghissima, il catasto ed altri enti, spinti dalla vis Montiana alla tassazione, mandano raccomandate a tutto spiano, quelle verdine che quando le vedi ti si chiude lo stomaco, per intenderci. Quindi lo stato d’animo non è propriamente rilassato e sereno. Dopo 30 minuti di diligente coda, chiaccherando con un compagno di sventura, arrivo alla buon’ora allo sportello, l’ineffabile (e un po’ tesa per qualche motivo che mi è ignoto. Mi viene alla mente Paolo Conte “Le donne a volte sai sono scontrose, forse han voglia di far la pipì”) addetta, mi dice papale papale: “guardi, c’è un difetto di compilazione della cartolina che le ha lasciato il portalettere, deve andare al C.P.O. che si trova vicino al sottopasso per Monteroni. Ho già mandato una signora là”. Già il fatto che “mandino” utenti al C.P.O. è bizzarro. Rimango stupito, basito, incredulo e mantenendo una serafica calma oso dire: “veda che è un suo collega che ha sbagliato, e veda che ho perso un sacco di tempo a fare la coda e non ho intenzione alcuna di andare al C.P.O., se avete un problema di comunicazione interno, non è l’utente che deve  farsene carico”. La signora non cela lo stupore per la mia ignoranza. Quale utente non legge nel dettaglio le cartoline e non rincorre il portalettere per le vie di Lecce? Inutile spiegare che se arrivano cartoline è di tutta evidenza che io il portalettere non lo vedo perché sono fuori. La discussione procede con pacata incredulità finchè arriva il capufficio e risolve ogni cosa spiegandomi, a sua volta, che il problema è del C.P.O. a mia volta spiego che il problema è di Poste Italiane, che sia il C.P.O. o il ministro delle telecomunicazioni non mi cale. Comunque riesco ad uscire vittorioso  con le mie raccomandate. Proprio mentre un altro signore si mette a urlare perché sulla sua cartolina c’è uno scarabocchio illeggibile che significa (secondo il capufficio) che la sua raccomandata potrà ritirarla il 6 febbraio.
Benvenuti al C.P.O.- 

lunedì 4 febbraio 2013

Quello che racconta palle

L'IMU ha detto che la toglierà. "Quasi quasi lo voto, siamo l'unico paese nella storia e nel mondo intero a consentire che uno che racconta palle reiteratamente da vent'anni come l'abolizione del bollo auto, il calo delle tasse e via dicendo, continui a ricandidarsi e vada su tutte le prime pagine dei giornali" mi dice un amico incontrato per strada. In effetti ha ragione, da questo punto di vista quello di Arcore è veramente un genio, riesce ad essere sempre in prima linea. Assume mafiosi, si depenalizza i reati, impone ai suoi dipendenti di votare che Ruby è la nitpote di Mubarak e nonostante tutto ciò rimane saldamente alla guida del secondo partito. Incredibile veramente!

domenica 3 febbraio 2013

3 febbraio 1991 nasce il PDS

un momento di gioia al congresso fondativo del PDS

Il 3 febbraio 1991, liquidato il PCI, Achille Occhetto e il congresso spaccato diedero vita al glorioso (?) PDS. Come primo atto ufficiale avvenne l’elezione del Consiglio Nazionale e del Segretario. L’entusiasmo era talmente alto che Occhetto non ebbe i numeri per diventare segretario a causa di alcuni franchi tiratori. Mentre qualche delegato se ne usciva cantando “Bandiera rossa” e fondava il PRC, l’8 febbraio il Consiglio Nazionale finalmente elesse Achille. Nel 1992, alle elezioni la “gioiosa macchina da guerra” si inceppò, il poco meno del 30% di voti del PCI si tramutò per incanto nel 16.1% del nuovo partito. Rifondazione recuperò molto meno di quanto venne perso. Nasceva l’era Berlusconi. Dopo le elezioni toccò a D’Alema fare il segretario e via dicendo, fino alla botta decisiva data da Veltroni.

Il 3 febbraio 1991 sancisce anche la chiusura delle sezioni diffuse, la perdita di contatto con gli elettori, fino alla farneticazione veltroniana del partito liquido, forse da vendere in bottigliette biodegradabili che si sciolgano al primo voto.