In questi giorni molti cittadini leccesi imparano che esiste
il C.P.O. – Si tratta del Centro Postale Operativo. Ebbeni si, l’ho imparato
anch’io.
Supponiamo che un cittadino acquisti un’auto giapponese, e
supponiamo che si evidenzi a pochi giorni un difetto di fabbricazione, il
nostro cliente andrà in concessionaria per lamentare il mal funzionamento. Supponiamo
che si senta rispondere da un ineffabile e nervosetto impiegato “guardi il
problema è di fabbrica, vada a lamentarsi in Giappone…” Il nostro cliente
rimarrà a dir poco stupito prima di arrabbiarsi. Però i giapponesi sono persone
serie, non fanno queste cose.
Loro no, alcuni dipendenti di Poste italiane lo fanno,
eccome se lo fanno.
I fatti: mi reco alle poste centrali con la cartolina
trovata nella buca delle lettere, a ritirare 4 raccomandate verdi. La coda è
lunghissima, il catasto ed altri enti, spinti dalla vis Montiana alla
tassazione, mandano raccomandate a tutto spiano, quelle verdine che quando le
vedi ti si chiude lo stomaco, per intenderci. Quindi lo stato d’animo non è
propriamente rilassato e sereno. Dopo 30 minuti di diligente coda,
chiaccherando con un compagno di sventura, arrivo alla buon’ora allo sportello,
l’ineffabile (e un po’ tesa per qualche motivo che mi è ignoto. Mi viene alla
mente Paolo Conte “Le donne a volte sai sono scontrose, forse han voglia di far
la pipì”) addetta, mi dice papale papale: “guardi, c’è un difetto di compilazione della
cartolina che le ha lasciato il portalettere, deve andare al C.P.O. che si
trova vicino al sottopasso per Monteroni. Ho già mandato una
signora là”. Già il fatto che “mandino” utenti al C.P.O. è bizzarro. Rimango
stupito, basito, incredulo e mantenendo una serafica calma oso dire: “veda che
è un suo collega che ha sbagliato, e veda che ho perso un sacco di tempo a fare
la coda e non ho intenzione alcuna di andare al C.P.O., se avete un problema di
comunicazione interno, non è l’utente che deve
farsene carico”. La signora non cela lo stupore per la mia ignoranza.
Quale utente non legge nel dettaglio le cartoline e non rincorre il
portalettere per le vie di Lecce? Inutile spiegare che se arrivano cartoline è
di tutta evidenza che io il portalettere non lo vedo perché sono fuori. La
discussione procede con pacata incredulità finchè arriva il capufficio e
risolve ogni cosa spiegandomi, a sua volta, che il problema è del C.P.O. a mia
volta spiego che il problema è di Poste Italiane, che sia il C.P.O. o il
ministro delle telecomunicazioni non mi cale. Comunque riesco ad uscire
vittorioso con le mie raccomandate.
Proprio mentre un altro signore si mette a urlare perché sulla sua cartolina c’è
uno scarabocchio illeggibile che significa (secondo il capufficio) che la sua
raccomandata potrà ritirarla il 6 febbraio.
Benvenuti al C.P.O.-
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