Si è dimesso il peggior presidente del consiglio della storia della Repubblica. 20 anni ... come il suo idolo di un tempo.... Ora Monti al governo.... Non è una cosa ottima, per questo la felicità per la fine del guappo di Arcore non è poi troppa.
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sabato 12 novembre 2011
convergenze berlusconiane. Socialisti, fascisti e leghisti
Le strane convergenze che hanno segnato il passaggio dalla
Repubblica cosiddetta prima a quella detta seconda hanno coniugato ampia parte
del craxismo con il post fascismo dei La Russa, Gasparri, della nera Meloni e
con il leghismo xenofobo. Sarà materia di studio per gli storici. Al momento ci
limitiamo a constatare.
MAURIZIO SACCONI:
E’ stato ininterrottamente membro del governo come
sottosegretario al Tesoro dal 28 luglio 1987 al 10 maggio 1994.
Nel 1994 è tra i fondatori della Federazione dei Socialisti.
In particolare nel 1984 è relatore della legge finanziaria del governo Craxi
che, di lì a un anno, avrebbe portato il debito pubblico da 234 a 289 mila
miliardi di lire. E nel 1985 il relatore della finanziaria Craxi che, di lì a
un anno, avrebbe portato il debito pubblico da 289 a 336 mila miliardi di lire,
era ancora lui. È uno di quelli che più si scaglia contro il debito pubblico
lasciato in eredità dalla prima Repubblica. Non rieletto, è nominato consigliere
economico della presidenza del Consiglio del Berlusconi primo. Fino a gennaio
1995.
RENATO BRUNETTA:
Di formazione socialista, collabora in qualità di
consigliere economico con i governi Craxi primo,( da agosto 1983 ad agosto
1986) Craxi secondo, (agosto 1986-aprile 1987) Amato primo (giugno 1992-aprile
1993) e Ciampi.(aprile 93- maggio 94)
GIULIO TREMONTI:
Candidato nelle liste del PSI alle politiche del 1987 in quanto
vicino a Gianni De Michelis (anche lui in quota PDL) tra il 1979 e il 1990 fu
uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze Franco
Reviglio e Rino Formica.
Ci sono inoltre dirigenti del partito di plastica di belli
capelli.
GIANNI LETTA:
Craxiano di ferro.
CICCHITTO: Già lombardian, è in quota al PSI di Craxi ed
alla P2 di Licio Gelli come il suo attuale padrone, forse si sono conosciuti
con la cazzuola in mano.
Alla compagine governativa si sono inoltre aggiunte persone
di provenienza “diversa”, si pensi alla Gelmini, alla Carfagna e ad altre che
sono lì “per meriti”, dice belli capelli. Come a quando questi meriti se li
siano guadagnati e su quale campo di battaglia non è dato sapere, vista la loro
insipienza e pochezza intellettuale e politica, probabilmente hanno doti note a
pochi. Come la consigliera regionale Minetti.
venerdì 11 novembre 2011
primarie delle idee?
Partono le primarie delle idee. Quella strana cosa che non
si è mai capito bene che fosse. Vabbè chiamiamo così il confronto del centro
sinistra sui programmi e andiamo tutti quanti bene. Quelli che le volevano
prima, quelli che volevano prima i candidati e gli altri, quelli che stavano ad
aspettare fuori dagli ufficietti che i partiti dibattessero al loro interno per
poi uscir fuori con il verbo, la linea, la luce. Solo uno osava osare in
realtà, gli altri facevano trapelare nomi che ci stavano, non ci stavano più,
forse ci stavano, neppure alla fiera della Maddalena succede. Ora che di candidati ce ne sono due certi,
altri forse, occorre definire la città che si vorrebbe disegnare. Però ci sono
le priorità da affrontare immediatamente. Speriamo tutti quanti che il pantano
delle destre trovi sfogo verso il mare e si disperda con le sue ambiguità per
lasciare il posto al buon governo, alla buon’ora. Filobus, l’eterno tormentone
che doveva decollare nel 2009, poi nel 2010, poi a gennaio 2011, poi a luglio,
l’ultimo lo dava in partenza a settembre. Ancora si aspetta, pare ce ne sia uno
che gira con sacchetti di sabbia al posto dei passeggeri. Per simulare, dicono.
C’è un solo problema di non poco conto. Quanto costa ai cittadini questa
porcata voluta dal partito del ponte sullo stretto e dalla megalomania di
qualcuno? Visto che un sindaco e il suo vice non pagheranno un euro di tasca loro per la
tragicommedia, toccherà alla città pagarsi tutto quanto e toccherà al futuro
sindaco far partire la porcata. A questo
si lega il disavanzo che staremo a vedere se sarà quello denunciato ufficialmente da bilanci e
bilancini o se riserverà sorpresine nascoste nei cassetti di qualche assessore.
Poi ci sono le nuove povertà che incombono, le infrastrutture che mancano. C’è
una raccolta differenziata assolutamente inesistente, per volere di chi? A chi
giova non farla partire? Mistero. Non
vogliamo neppure pensare che anche nel civile Salento il ciclo dei rifiuti
abbia gestioni “bizzarre” come in altre parti. Neppure osiamo pensare che sia
una malavita incombente con i suoi tentacoli a controllare il tutto. No, siamo
propensi a ritenere che si tratti di incapacità a governare, di miopia rispetto
ai problemi, tutto lì. Parliamo di bisogni in sostanza. Per i sogni
qualcuno dovrà pur provarci a rendere la città vivibile, ciclabile,
pedonalizzata, pulita, orgogliosa di essere una capitale della cultura,
piuttosto che vedere una festa di tanto in tanto con bancarelle che vendono
vino. Tempi duri per costruire dalle macerie di una destra arrembante, incapace
anche di fare una rotonda a San Cataldo, inetta nell’amministrare il
quotidiano, immaginiamo lo straordinario. Per questo la futura amministrazione
avrà bisogno di sostegno, di ogni appoggio possibile, fuori dagli ufficietti di
partito e dalle rivendicazioni di un assessorato per appuntarsi una medaglietta
alla canottiera. Se, come si auspica, vincerà il centro sinistra e se, sarebbe
stupendo, a guidarlo fosse Salvemini, spero che si eviti con cura di mettersi a
litigare o a rivendicare caparbiamente. Primarie delle idee e primarie per il
candidato, poi il candidato lavori. Chiunque vincerà possa scegliere le persone
migliori, senza veti incrociati, altrimenti si partirà male, malissimo.
Altrimenti vuol dire che il centro sinistra non ha appreso nulla dal passato. So
che è presto per parlarne, però è bene essere ottimisti, in fondo Lecce non è
mica un feudo in mano a incapaci per l’eternità, può addirittura diventare una
città vera.
P.s. Leggo sui giornali del mattino che PRC, Com.Italiani, Dipietristi e socialisti non appoggiano nessuno in attesa delle primarie delle idee... Che idea balzana saltella quà e là... Sembrano gli incipit per i veti incrociati di cui sopra.
P.s. Leggo sui giornali del mattino che PRC, Com.Italiani, Dipietristi e socialisti non appoggiano nessuno in attesa delle primarie delle idee... Che idea balzana saltella quà e là... Sembrano gli incipit per i veti incrociati di cui sopra.
giovedì 10 novembre 2011
evviva, tassano la benzina
Toh, il maxi emendamento è arrivato. Finalmente l’Italia
sarà virtuosa. Gli investitori europei, le banche, Francia e Germania non
vedevano l’ora di vedere in galera i manifestanti notav. Questo è contenuto
nelle misure di austerità. Poi una novità assolutamente inedita
nell’imposizione fiscale. Nessuno ci avrebbe mai pensato, nessuno ci pensò mai
nel passato: sono aumentati benzina e gasolio. Da quando ho la capacità di
leggere i giornali, ogni anno, ad ogni avvenimento sento parlare di aumento
della benzina. Stiamo pagando ancora le addizionali Irpinia e simili. E va bene
che ai tempi di Napoleone non c’erano le auto, altrimenti staremmo pagando
anche per i danni causati dall’invasione francese. Ieri ho sentito, poco però,
per non farmi male da solo, un pezzo di Bruno Vespa. Poveretto, era contrito
per le vicissitudini del suo padrone, parlava quasi con le lacrime agli occhi,
come quando telefonò il papa in diretta. C’era la Bindi e c’era Alfano, c’era
anche La Russa ma di lui non posso dire, mette ribrezzo solo a pensarlo. Il giovane Alfano gongolava felice come un
pupo con il lecca lecca. “Hai visto, Bindi, dicevate che con le dimissioni di
Berlusconi (pronunciando il nome del suo padrone inchina leggermente il capo
ogni volta) lo spread si sarebbe fermato e sarebbe sceso, invece ecco i
risultati”. E non celava, veramente, la felicità. Peccato però che il suo
datore di lavoro, Silvio belli capelli, non si sia mai dimesso, e che il gioco
sporco che ha tentato non sia stato credibile proprio per nessuno in Italia e
all’estero. Quando ero piccolo, giocando in paese, rompemmo il vetro della
finestra di una signora. Subito andarono due nostri genitori a scusarsi e ad
assumersi i costi, ovviamente, del danno. Ieri è dovuto intervenire Napolitano
dicendo chiaro e tondo che si fa garante delle dimissioni del guappo di Arcore.
Esattamente come allora. Solo che noi avevamo otto o nove anni. È mai successo nella storia della Repubblica?
È successo mai che un primo ministro italiano fosse accuratamente evitato nei
consessi internazionali? Con belli capelli si. Succede.
Ora ci sarà un governo di emergenza guidato, a quanto pare,
da Mario Monti. La scelta peggiore da un punto di vista della politica bella,
il governo di emergenza. Però inevitabile ed ineluttabile visto lo stato delle
cose. Inevitabile perché le regole non le detta la democrazia ma il mercato, le
banche. Perché in questo mondo, tanto caro a chi ha governato fino ad oggi, i
governi nazionali sono commissariati dagli investitori, siano essi nazionali,
stranieri, globalizzati, dediti o meno al malaffare, al controllo delle cocaina
o delle tangenti. Nei fatti è stato fatto un golpe prima nei confronti della
Spagna, poi della Grecia, ora tocca all’Italia, e non è assolutamente detto che
Francia e Germania ne siano immuni. Tuttavia, finchè non si cambia l’ordine
delle cose occorre giocare con le regole che ci sono, piaccia o meno. A chi
gioverebbe una campagna elettorale che dura almeno tre mesi in queste
condizioni? Chi saprebbe poi guidare una nazione ridotta sul lastrico? Bisogna
lavorare perché mutino i parametri, perché le persone vengano prima degli
investitori e perché la politica riacquisti il primato, sarà dura. Al momento è
indispensabile imporre al nuovo governo di mettere dei paletti: una patrimoniale
anche durissima che colpisca i patrimoni veri, non certo la prima casa,
lasciando fuori le categorie svantaggiate, portando da subito i prelievi sugli
utili delle operazioni finanziarie: borsa, titoli ecc. dal 12,50% almeno al 25%
evitando di colpire i piccoli investitori. E bisogna ridare dignità ai lavoratori tutti,
da quelli della scuola, ridotti da una ministra che definire inetta è solo
farle un complimento, a controllori di classi stracolme, senza possibilità di
lavorare con dignità. Occorre ripartire dalla salvaguardia del suolo creando
lavoro utile a tutti, non solo a belli capelli per passare alla storia, come i
ponti o la tav. Occorre imporre prelievi sulle pensioni che superano un certo
tetto. I pensionati siano tutti simili, se non uguali. Poi i costi della
politica che sono indecenti. Poi la lotta all’evasione fiscale che non si fa, a
parer mio, imponendo la carta di credito per pagare il giornalaio, ma
verificando il tenore di vita delle persone. In sostanza, lacrime e sangue per
chi ha molto, salvaguardando le classi disagiate. Nel 2013 si voterà, il centro
sinistra ha ancora un po’ di tempo per darsi una fisionomia che al momento non
possiede.
mercoledì 9 novembre 2011
si dimette? difficile crederlo
Inizia a Lecce la campagna elettorale per le primarie del
centro sinistra. Anche Perrone augura buona fortuna ai contendenti. Tutto bene
quindi. “Vedrai dopo le primarie che scintille nel mio partito” insiste l’amico
che sembra divertirsi a vedere come i vari spezzoni del pedde si contenderanno
l’osso. Ma lui crede nel progetto primario “un partito che dovrà alla fine
farsi una ragione e accogliere le istanze progressiste. Il tempo lavorerà per
spazzar via i rifiuti tossico - nocivi che inquinano la buona politica”. Lui ci
crede. Beato lui.
Invece a Roma è successo qualcosa di strambo. Vuoi vedere
che aveva ragione Bossi? “Oggi non succederà proprio nulla” disse prima della
votazione apparentemente letale per belli capelli da Arcore. Però poi il Silvio
sembrava prendere atto di non poter sopravvivere e si avviava al Quirinale.
Povero Giorgio, a lui vada tutta la nostra solidarietà. Quando ne uscì, belli
capelli, aveva in tasca una sonora sconfitta per le opposizioni tutte. “Hic
manemus optime” quanto meno fino alla votazione della macelleria sociale, dice
lui e conferma Giorgio.
“Facciamo in fretta”, dicono gli oppositori fieri e sicuri.
In fretta a far che? A permettere alle Gelmini, ai La Russa, ai Calderoli, di
votare una legge infame per le tasche degli italiani? A liberalizzare i
licenziamenti? In fretta a far cosa?
Se questo sarà il viatico per un nuovo governo “diverso” da
quello uscente siamo messi veramente molto male.
Soprattutto, quanto durerà l’approvazione di questa
ignominia? Nel frattempo belli capelli se ne starà tranquillo e quieto a
scrivere la letterina di dimissioni? Ne siamo poi così sicuri? Siamo di fronte
a un individuo che mente ogni volta che apre bocca. “Toglieremo il bollo auto” “Abbiamo
rifiutato gli aiuti del fondo internazionale”, salvo poi leggere una sonora
smentita del fondo stesso “mai proposto aiuti a Silvio Berlusconi (detto il
breve n.d.r.)”. “Ho creduto che questa ragazza fosse la nipote di Mubarak”. E
potrei proseguire riempiendo pagine intere. Solo gli zombie della lega e i
dipendenti di belli capelli fingevano di crederci, addirittura votavano alla
Camera dei Deputati a favore di queste sciagurate uscite. La Camera dei
Deputati, un tempo pensavo fosse un luogo alto e dignitoso. Poi è arrivata la
seconda Repubblica, poi Veltroni è uscito dall’adolescenza e Bossi ha portato i
suoi asini ad abbeverarsi alla Fontana di Trevi.
Uno disposto a dare stipendiucci di 20.000 euro al mese a un
Tarantini qualunque, uno abituato a contrattare su tutto, in primis sulle
prestazioni sessuali, volete non sia in grado di pagarsi una dozzina di escort
che hanno il grande problema di arrivare a settembre per maturare il vitalizio?
Sarò pessimista, però mi risulta difficile crederci. Mi spiace per il Capo
dello Stato, ma non ho fiducia che sarà tutto così liscio e tranquillo.
Se mai si toglierà di mezzo e cadranno i suoi legittimi
impedimenti, questo individuo sarà in coda in molti tribunali, lascerà comunque
un’eredità indecente per un paese civile e democratico. Chi ha memoria del
passato ricorderà molti nomi: Fanfani, Andreotti, Craxi, Berlinguer. Nei libri
di storia questo inverno lungo vent’anni verrà ricordato con un solo nome, come
già per un altro ventennio. Se questa è innovazione non oso pensare a cosa sia
conservazione.
Martin Luther King
Ho un sogno, un solo sogno:
continuare a sognare.
Sognare la libertà, sognare
la giustizia, sognare l’uguaglianza. E magari non ci fosse la necessità di
sognarle.
Sognare mia figlia grande,
sana e felice, volare con le sue ali, senza mai dimenticare il
nido.
Sognare l’amore, amare ed
essere amato, dare tutto senza pesarlo, ricevere tutto senza
chiederlo.
Sognare la pace nel mondo,
nel mio paese, un me stesso. E chissà
quale è più difficile da
ottenere.
Sognare che i miei capelli
che si diradano e imbiancano non impediscano che la mia mente e il mio cuore
restino giovani e azzardino l’avventura, siano come bambini e conservino la
capacità di giocare.
Sognare che avrò la forza,
la volontà e il coraggio per aiutare i miei sogni a concretizzarsi, invece di chiedere miracoli che non
meriterei.
Sognare che quando arriverò
alla fine io possa dire che ho vissuto sognando e che la mia vita fu un sogno.
Sognato in una lunga placida notte
dell’eternità.
Martin Luther
King
martedì 8 novembre 2011
salvemini, capone e maastricht
“La Capone ha accettato? Peccato, l’avrei votata non ci
fosse Salvemini che è il candidato migliore per Lecce”, mi dice l’amica che non
ha tessere in tasca e non ha mai celato la sua simpatia per Carlo Sindaco. E
non è la sola. Loredana piace perché sa parlare ed ispira fiducia, però
Salvemini c’è, sta in giro per la città, ha le doti che caratterizzano il
candidato ideale per molti che magari non avrebbero neppure votato perché
disillusi dalle porcate della politica statica, melmosa, quella delle correnti
e dei veti incrociati. E sono doti elementari, semplici: onestà, capacità di
mediazione, rifiuto di giochi di bassa macelleria (voti di scambio e simili),
soprattutto Carlo sa parlare ed ascoltare. La Capone anche piace, ma ha un
alone di “istituzionalità” che non sempre arriva dritta alle persone. La scelta
comunque, alla buon’ora, è stata fatta. Il PD ci ha fatto aspettare lunghissimi
mesi nella sua incapacità di uscire dalle secche delle correnti in cui si
dibatte. Così Loredana ha accettato, un osservatore assolutamente non esterno
insinua “lascia stare il mio nome, però ha vinto la parte di chi la voleva
fuori dai coglioni della Regione, il suo posto andrà a qualcuno che piace molto
all’ala vincente del mio partito…” E forse sta proprio qui il nocciolo della
questione. Il PD leccese non ha vinto assolutamente nulla ed è stato, di fatto,
commissariato dal regionale, sempre secondo il mio interlocutore. Sarebbe
interessante sapere le discussioni fra lei, Blasi, Emiliano e compagnia bella.
In realtà nessuno ha mai capito perché il PD stesso non
abbia abbracciato la candidatura forte di Carlo Salvemini per mandare la sua
vicepresidente alla Regione, se proprio andrà benissimo, a fare il consigliere
comunale, al massimo il vicesindaco. Altrimenti a far parte di una minoranza
che non conta nulla. Da oggi partono le danze, si spera, per una consultazione
alle primarie che metta alla buon’ora in campo una discussione che esca dalle
asfittiche stanzette dei partiti. Non sappiamo se Sansonetti e chi per lei si
presterà a farsi triturare senza apportare novità di rilievo e probabilmente
senza avere appeal per gli elettori di centro sinistra, sappiamo però che si
deve iniziare a parlare di programmi, Lecce 2.0dodici lo sta facendo da qualche
tempo, il PD forse ora ci dirà qualcosa di nuovo, magari di (centro) sinistra.
A livello nazionale, anzi, internazionale, sta
succedendo quello che sospettavamo da tempo: l’economia reale non conta nulla,
assolutamente nulla. Belli capelli da Arcore si dimette e le borse salgono, non
si dimette più e le borse scendono. Il valore reale dell’Italia è una variabile
assolutamente irrilevante ed inconsistente. Questa è l’Europa di Maastricht:
commissaria una nazione e la costringe a fare una finanziaria che serva a
Francia e Germania. Questo è il peggior mondo possibile, questa è l’Europa che
le persone normali non meritano.lunedì 7 novembre 2011
carlucci, lady silicone
Gabriella Carlucci raggiunge il Casini. Ma chi è cotanta
reginetta del silicone? Lo dicono le sue frasi celebri. (Prepariamoci, in caso
di governo allargato al PD dopo la frana di Silvio il breve potremmo averla
nella maggioranza, e se c’è gente così vuol dire che sarà una maggioranza un
po’ troppo discutibile, ancora servi, schiavi e disinformati).
Eccola qui (per ragioni di spazio
segnaliamo solo una piccolissima serie di siliconate famose):
“Un operaio quando
va a casa ha lasciato i suoi problemi nel suo ufficietto. Io quando vado a casa
ho ancora i miei problemi di lavoro. Il mio telefono è sempre accesso, è sempre
quello dal 1994 e chiunque mi può raggiungere, sabato domenica o festivi. Ma
mica solo io lavoro così tanto. Però voi purtroppo pensate che tutti siano dei
lavativi perché questo è il messaggio che passa”. Operai,
gli stessi che riempiono aerei e ristoranti. Comunisti!!!… Essa lavora, loro
non fanno un cazzo.
«Non ci
sono dubbi. Se durante il governo Prodi il centro-sinistra avesse realizzato il
suo progetto, a firma dell'allora ministro della Solidarietà sociale Paolo
Ferrero di legalizzare le stanze del buco di Stato, oggi purtroppo avremmo
avuto anche nel nostro Paese migliaia di casi tragici come quello di Amy
Winehouse». Meno male che c’è la sirenetta della plastica a ricordarci come si
risolve il problema delle droghe. Chissà cosa si è fumata prima di aprire quei
due canotti che ha sotto il naso.
Dopo aver
definito la RU486 “pesticida umano”, così parlò miss pvc:
«Trattasi di un pericolo per la vita delle donne purtroppo ignobilmente sottaciuto». E ancora: «Il Ministro della Salute Livia Turco secondo la quale la RU486 è una metodica meno dolorosa che garantisce meglio la tutela della salute della donna rispetto all'interruzione chirurgica, dovrebbe trovare il coraggio per far visita alle donne che hanno assunto il farmaco». Lei invece, eroina della TV spazzatura, passa le sue giornate a far visita alle donne che l’avevano usata, non dorme la notte. Ha speso un sacco per benzina della sua Porsche per soccorrere donne traviate dai commmunisti.
«Trattasi di un pericolo per la vita delle donne purtroppo ignobilmente sottaciuto». E ancora: «Il Ministro della Salute Livia Turco secondo la quale la RU486 è una metodica meno dolorosa che garantisce meglio la tutela della salute della donna rispetto all'interruzione chirurgica, dovrebbe trovare il coraggio per far visita alle donne che hanno assunto il farmaco». Lei invece, eroina della TV spazzatura, passa le sue giornate a far visita alle donne che l’avevano usata, non dorme la notte. Ha speso un sacco per benzina della sua Porsche per soccorrere donne traviate dai commmunisti.
Parlando
della proposta di legge presentata per oscurare la rete, così ha risposto al
giornalista de l’Espresso che la contestava: «Guardi le auguro che appena suo
figlio avrà accesso a Facebook venga intercettato dai pedofili, e che lo
incontrino sotto scuola, così lo capirà su se stesso cosa vuol dire». Ora, non
facciamo facile ironia, solo una nazista può augurare del male a dei bambini. Solo
una persona senza coscienza può augurare queste cose a un padre. Solo una
Carlucci indegna di essere considerata democratica può tanto.
Non solo
internet però, vuole anche oscurare le televisioni perché, dice madame le
silicon: bisogna «oscurare i canali televisivi che inviano messaggi e immagini
sbagliate e fuorvianti per la formazione della personalità dei minori». (Emilio
Fede, Minzolini o le sorelle silicon carlucci?) perché «con la proliferazione
dei canali», ha spiegato, «i nostri giovani possono accedere a una grande
quantità di immagini violente, che riproducono visioni della realtà incentrata
sulla costruzione di rapporti superficiali».
Ma lei non arriva dalle TV spazzatura del suo datore di lavoro, soprattutto,
lei non è stata fino ad oggi nel partito che ha fatto del bunga bunga una
religione?
E sui
suoi figlioli, ai quali auguriamo lunga e felice vita, al contrario della belva
che augura ai ragazzi di venire violentati: «Per i miei figli adolescenti
Berlusconi è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le
barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale». I suoi
ragazzi adolescenti conoscono a menadito i linguaggi del bunga bunga?
Poveretti! Se quello è un mito… beh, no comment. Però, non contenta, prosegue: «I
ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero
essere come lui. Quanti a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla
mattina alla sera? Pochissimi! I miei figli lo vedono come una persona che ha
costruito dal nulla un impero, il Milan, un partito che ha vinto più volte le
elezioni…». Se questi sono i miti di donna silicone… Se questa è un deputato
delle Repubblica, beh….
E lei che lavora tanto non ha tempo
per fermarsi ad ogni piè sospinto, infatti dicono le cronache: “Nel 2001, in via del Tritone a Roma, per non rispettare
uno stop, ha tamponato un bus del servizio pubblico, bloccandolo per 55 minuti.
Nonostante fosse stata riconosciuta dai passeggeri, non si è fermata, ma,
imboccando contromano la corsia preferenziale, si è recata a Montecitorio. Una
volta arrivata in Piazza del Parlamento è stata multata per aver parcheggiato
la sua Porsche sul
marciapiede”. Arroganza? Macchè ignobile supponenza.
Resta il fatto che questa qui è
stata accolta dal partito di Casini, va bene che quel partito deve crescere a
scapito del nano di Arcore, però prendersi cani e porci mi pare eccessivo. E’
come prendersi i radicali.
tra storia e memoria Lecce 9 novembre


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Comunicato
stampa
MERCOLEDÌ
9 - ORE 18.30 - CINEMA DB D’ESSAI (VIA DEI SALESIANI,4) LECCE
FESTA DELLA MEMORIA
Risorgimento al Cinema
a Lecce si proietta ‘Senso’ di Luchino
Visconti
Langiu: “Confrontiamoci sulle debolezze dei
protagonisti del processo unitario”
Il
viaggio filmico nella memoria del Risorgimento, organizzato dall’Associazione Casa Di Vittorio all’interno
del progetto culturale Festa della Memoria, arriva a Lecce, mercoledì 9
novembre, dove sarà proiettato ‘Senso’, capolavoro di Luchino Visconti. L’evento
sarà ospitato dal Cinema DB d’Essai (via dei Salesiani, 4) a partire dalle 18.30 (l’ingresso è libero).
A
guidare la visione e a provocare il dibattito saranno gli interventi di Salvatore Arnesano, Segretario generale
della Cgil Lecce, e del professor Salvatore
Coppola, storico delle classi popolari salentine.
Il
film intreccia la vicenda risorgimentale, inverata nella battaglia di Custoza,
con quelle personali ed amorose dei tre protagonisti: il marchese patriota
Ussoni (Massimo Girotti), il tenente austriaco Franz Mahler (Farley Granger) e
la contessa Livia Serpieri (Alida Valli). La narrazione di Visconti prende il
via dalla manifestazione irredentista organizzata al teatro La Fenice di
Venezia, in occasione della rappresentazione dell’opera verdiana ‘Trovatore’, e
mette a nudo, tra gli altri temi, le conflittualità esistenti in seno alla
nuova rete di relazioni politiche che si va costruendo per promuovere e
favorire il progetto dell’unità d’Italia.
"Con
‘Senso’ e, ancor più, ‘Il Gattopardo’ Visconti sceglie di narrare la debolezza
e, per alcuni versi, la viltà mostrata dagli italiani nel processo unitario -
spiega Alessandro Langiu,
coordinatore del progetto culturale Festa della Memoria – Dalla sua narrazione
scompare il trionfalismo retorico ed emerge la debolezza politica e sociale del
futuro stato italiano, in cui gli ‘stranieri’ continueranno a svolgere un ruolo
di primo piano nella futura organizzazione dell’amministrazione pubblica e del
sistema economico".
Il
progetto Festa della Memoria è realizzato dall'Associazione Casa Di Vittorio
con il contributo finanziario della Regione
Puglia-Assessorato al Mediterraneo ed il sostegno di: CGIL Puglia, Centro
Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Istituto Storico per la Resistenza, Apulia Film Commission, Circuito
D'autore e Centro Sociale Evangelico.
Prossime
tappe della Festa della Memoria saranno a Barletta il 17 novembre e a Taranto
il 24 novembre (in allegato il
programma completo).
Lecce, 5 novembre
2011 L’Ufficio
stampa
il capataz
“Padre della patria? Non mi piace, chiamatemi: Dio della
patria…” Così Renato Rascel in “Io sono il capataz”. Film andato in onda su
raitre. Stupendo ritratto di un dittatore di bassissima statura in mezzo a
granatieri. Populista d’accatto. Divenuto fortunosamente capo della rivoluzione
in Parazuela, si trasforma in dittatore e canta: “Io sono il capatazzo, faccio quello che mi
pare e piazzo”. Riduce lo stato del Parazuela alla miseria e alla fame. E
indossa le medaglie anche sulla canottiera. “Io sono
il faro della civiltà”. Gli piace dire. Ed è certo che il popolo lo ama a dismisura, che lo vuole
ad ogni costo.
Peccato che la giovane e bella ministressa Moira lo tenga
sotto scacco approfittando di lui. Lo manovra ammaliandolo e facendolo sentire irresistibile.
Rivalutiamo Renato Rascel per favore. L’avesse fatto in
questi giorni quel film, sarebbe stato solo uno
scopiazzamento della realtà. E
forse avrebbe mutato il finale. Nel film il dittatore capisce di non essere
amato, e capisce di fare del male alla sua gente, e ridiventa capopopolo per
cacciar via la ministressa Moira e il suo ministro che gli nasconde la verità e
ripristinare uguaglianza e democrazia. Nel film il dittatore era, tutto sommato, in
buona fede. Nel film.
alluvioni, malpancisti e neonazisti
Piccole notizie sfrecciano nella TV e sui giornali. Genova
ferita a morte dall’incuria. Maltempo che imperversa. Alessandria in stato d’allerta
come Torino e le altre città di Piemonte, Lombardia, Emilia toccate dai fiumi.
Il Po, maestoso e fiero, incute terrore quando si incazza. Il Tanaro e i
piccoli torrenti esondano pericolosamente. Bormida, Orba, il Torreggiano a
Genova, sconosciuti ai non residenti, improvvisamente diventano killer. Anzi,
no, loro fanno il loro lavoro, fanno i fiumi e i torrenti. Quei palazzi ponte
che svettano a Genova sull’alveo sono la schifezza indegna per un paese civile.
L’onda di piena ad oggi sembra essere passata senza portarsi dietro, fuori da
Genova, altri cadaveri. Ascolto un altro TG, il signore della protezione civile
a Torino vigila sugli argini perché nessuno si avvicini, non si sa mai: “sa com’è,
c’è gente che fa footing qui sugli argini, devo invitarli ad andare lontano dal
fiume”. Persone che fanno footing? Ma non si rendono conto con un colpo d’occhi
di quel che succede? Possibile che la protezione civile sia impegnata a
soccorrere degli idioti? Capisco che molti non leggano i giornali, non
ascoltino radio e TV, ma le immagini sugli argini dicono di pericolo solo a
guardarle, sui ponti le persone assiepate che osservano non dicono nulla all’idiota
che fa footing?
Altre notizie, un ulteriore motivo per non votare più certe
persone è il crimine reiterato contro l’uso della lingua italiana. “La Carlucci
fra i malpancisti…” a prescindere da quello che scrive un amico su facebook “Carlucci
trasloca il suo TIR di silicone…” chi è il criminale che ha coniato la parola
orribile “malpancisti?”. Se concediamo queste libertà poi non lamentiamoci se a
scuola i ragazzi scriveranno xkè anziché “perché”. Ne avranno il diritto. Già
abbiamo lasciato passare “futuristi” per gli uomini di Fini, gli altri li
chiamiamo “passatisti”? Quelli del PD
sono i democratici tout court, manca un nomignolo per i cascami che ancora
rimangono ancorati al partito di belli capelli Silvio. “Popolar liberali”
potrebbe andare? Oppure “liberal popolari”? E se li chiamassimo semplicemente “i
dipendenti?” Forse sarebbe il nome più appropriato. Evitiamo per favore “popolisti
liberisti”. Sarebbe come “malpancisti”.
E veniamo a Lecce, l’episodio è di stampo nazista e del
leghismo più inquietante. Un ragazzo immigrato vende rose sul corso. Si avvicinano
in quattro e lo linciano nella notte leccese, quella della movida. Da dove
arriva questa cultura? Speriamo veramente di vederli in galera questi quattro
idioti. Idioti e vigliacchi, nel tipico stile dei picchiatori fascisti che
attaccano un avversario con il rapporto minimo di tre a uno. Sono sicuramente
repressi sessualmente, incapaci di instaurare rapporti normali con chicchessia,
fanno la loro bravata al sicuro della loro superiorità numerica, altrimenti
stanno zitti zitti, poi tornano a casa a masturbarsi. Questa è la cultura che
purtroppo si sta tipicizzando con una classe politica inetta, incapace,
colpevole. Quando al governo ci sono partiti con esponenti che gridano “no allo
straniero” questi sono i risultati scontati.
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