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giovedì 10 novembre 2011

evviva, tassano la benzina



Toh, il maxi emendamento è arrivato. Finalmente l’Italia sarà virtuosa. Gli investitori europei, le banche, Francia e Germania non vedevano l’ora di vedere in galera i manifestanti notav. Questo è contenuto nelle misure di austerità. Poi una novità assolutamente inedita nell’imposizione fiscale. Nessuno ci avrebbe mai pensato, nessuno ci pensò mai nel passato: sono aumentati benzina e gasolio. Da quando ho la capacità di leggere i giornali, ogni anno, ad ogni avvenimento sento parlare di aumento della benzina. Stiamo pagando ancora le addizionali Irpinia e simili. E va bene che ai tempi di Napoleone non c’erano le auto, altrimenti staremmo pagando anche per i danni causati dall’invasione francese. Ieri ho sentito, poco però, per non farmi male da solo, un pezzo di Bruno Vespa. Poveretto, era contrito per le vicissitudini del suo padrone, parlava quasi con le lacrime agli occhi, come quando telefonò il papa in diretta. C’era la Bindi e c’era Alfano, c’era anche La Russa ma di lui non posso dire, mette ribrezzo solo a pensarlo.  Il giovane Alfano gongolava felice come un pupo con il lecca lecca. “Hai visto, Bindi, dicevate che con le dimissioni di Berlusconi (pronunciando il nome del suo padrone inchina leggermente il capo ogni volta) lo spread si sarebbe fermato e sarebbe sceso, invece ecco i risultati”. E non celava, veramente, la felicità. Peccato però che il suo datore di lavoro, Silvio belli capelli, non si sia mai dimesso, e che il gioco sporco che ha tentato non sia stato credibile proprio per nessuno in Italia e all’estero. Quando ero piccolo, giocando in paese, rompemmo il vetro della finestra di una signora. Subito andarono due nostri genitori a scusarsi e ad assumersi i costi, ovviamente, del danno. Ieri è dovuto intervenire Napolitano dicendo chiaro e tondo che si fa garante delle dimissioni del guappo di Arcore. Esattamente come allora. Solo che noi avevamo otto o nove anni.  È mai successo nella storia della Repubblica? È successo mai che un primo ministro italiano fosse accuratamente evitato nei consessi internazionali? Con belli capelli si. Succede.
Ora ci sarà un governo di emergenza guidato, a quanto pare, da Mario Monti. La scelta peggiore da un punto di vista della politica bella, il governo di emergenza. Però inevitabile ed ineluttabile visto lo stato delle cose. Inevitabile perché le regole non le detta la democrazia ma il mercato, le banche. Perché in questo mondo, tanto caro a chi ha governato fino ad oggi, i governi nazionali sono commissariati dagli investitori, siano essi nazionali, stranieri, globalizzati, dediti o meno al malaffare, al controllo delle cocaina o delle tangenti. Nei fatti è stato fatto un golpe prima nei confronti della Spagna, poi della Grecia, ora tocca all’Italia, e non è assolutamente detto che Francia e Germania ne siano immuni. Tuttavia, finchè non si cambia l’ordine delle cose occorre giocare con le regole che ci sono, piaccia o meno. A chi gioverebbe una campagna elettorale che dura almeno tre mesi in queste condizioni? Chi saprebbe poi guidare una nazione ridotta sul lastrico? Bisogna lavorare perché mutino i parametri, perché le persone vengano prima degli investitori e perché la politica riacquisti il primato, sarà dura. Al momento è indispensabile imporre al nuovo governo di mettere dei paletti: una patrimoniale anche durissima che colpisca i patrimoni veri, non certo la prima casa, lasciando fuori le categorie svantaggiate, portando da subito i prelievi sugli utili delle operazioni finanziarie: borsa, titoli ecc. dal 12,50% almeno al 25% evitando di colpire i piccoli investitori.  E bisogna ridare dignità ai lavoratori tutti, da quelli della scuola, ridotti da una ministra che definire inetta è solo farle un complimento, a controllori di classi stracolme, senza possibilità di lavorare con dignità. Occorre ripartire dalla salvaguardia del suolo creando lavoro utile a tutti, non solo a belli capelli per passare alla storia, come i ponti o la tav. Occorre imporre prelievi sulle pensioni che superano un certo tetto. I pensionati siano tutti simili, se non uguali. Poi i costi della politica che sono indecenti. Poi la lotta all’evasione fiscale che non si fa, a parer mio, imponendo la carta di credito per pagare il giornalaio, ma verificando il tenore di vita delle persone. In sostanza, lacrime e sangue per chi ha molto, salvaguardando le classi disagiate. Nel 2013 si voterà, il centro sinistra ha ancora un po’ di tempo per darsi una fisionomia che al momento non possiede. 

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