Toh, il maxi emendamento è arrivato. Finalmente l’Italia
sarà virtuosa. Gli investitori europei, le banche, Francia e Germania non
vedevano l’ora di vedere in galera i manifestanti notav. Questo è contenuto
nelle misure di austerità. Poi una novità assolutamente inedita
nell’imposizione fiscale. Nessuno ci avrebbe mai pensato, nessuno ci pensò mai
nel passato: sono aumentati benzina e gasolio. Da quando ho la capacità di
leggere i giornali, ogni anno, ad ogni avvenimento sento parlare di aumento
della benzina. Stiamo pagando ancora le addizionali Irpinia e simili. E va bene
che ai tempi di Napoleone non c’erano le auto, altrimenti staremmo pagando
anche per i danni causati dall’invasione francese. Ieri ho sentito, poco però,
per non farmi male da solo, un pezzo di Bruno Vespa. Poveretto, era contrito
per le vicissitudini del suo padrone, parlava quasi con le lacrime agli occhi,
come quando telefonò il papa in diretta. C’era la Bindi e c’era Alfano, c’era
anche La Russa ma di lui non posso dire, mette ribrezzo solo a pensarlo. Il giovane Alfano gongolava felice come un
pupo con il lecca lecca. “Hai visto, Bindi, dicevate che con le dimissioni di
Berlusconi (pronunciando il nome del suo padrone inchina leggermente il capo
ogni volta) lo spread si sarebbe fermato e sarebbe sceso, invece ecco i
risultati”. E non celava, veramente, la felicità. Peccato però che il suo
datore di lavoro, Silvio belli capelli, non si sia mai dimesso, e che il gioco
sporco che ha tentato non sia stato credibile proprio per nessuno in Italia e
all’estero. Quando ero piccolo, giocando in paese, rompemmo il vetro della
finestra di una signora. Subito andarono due nostri genitori a scusarsi e ad
assumersi i costi, ovviamente, del danno. Ieri è dovuto intervenire Napolitano
dicendo chiaro e tondo che si fa garante delle dimissioni del guappo di Arcore.
Esattamente come allora. Solo che noi avevamo otto o nove anni. È mai successo nella storia della Repubblica?
È successo mai che un primo ministro italiano fosse accuratamente evitato nei
consessi internazionali? Con belli capelli si. Succede.
Ora ci sarà un governo di emergenza guidato, a quanto pare,
da Mario Monti. La scelta peggiore da un punto di vista della politica bella,
il governo di emergenza. Però inevitabile ed ineluttabile visto lo stato delle
cose. Inevitabile perché le regole non le detta la democrazia ma il mercato, le
banche. Perché in questo mondo, tanto caro a chi ha governato fino ad oggi, i
governi nazionali sono commissariati dagli investitori, siano essi nazionali,
stranieri, globalizzati, dediti o meno al malaffare, al controllo delle cocaina
o delle tangenti. Nei fatti è stato fatto un golpe prima nei confronti della
Spagna, poi della Grecia, ora tocca all’Italia, e non è assolutamente detto che
Francia e Germania ne siano immuni. Tuttavia, finchè non si cambia l’ordine
delle cose occorre giocare con le regole che ci sono, piaccia o meno. A chi
gioverebbe una campagna elettorale che dura almeno tre mesi in queste
condizioni? Chi saprebbe poi guidare una nazione ridotta sul lastrico? Bisogna
lavorare perché mutino i parametri, perché le persone vengano prima degli
investitori e perché la politica riacquisti il primato, sarà dura. Al momento è
indispensabile imporre al nuovo governo di mettere dei paletti: una patrimoniale
anche durissima che colpisca i patrimoni veri, non certo la prima casa,
lasciando fuori le categorie svantaggiate, portando da subito i prelievi sugli
utili delle operazioni finanziarie: borsa, titoli ecc. dal 12,50% almeno al 25%
evitando di colpire i piccoli investitori. E bisogna ridare dignità ai lavoratori tutti,
da quelli della scuola, ridotti da una ministra che definire inetta è solo
farle un complimento, a controllori di classi stracolme, senza possibilità di
lavorare con dignità. Occorre ripartire dalla salvaguardia del suolo creando
lavoro utile a tutti, non solo a belli capelli per passare alla storia, come i
ponti o la tav. Occorre imporre prelievi sulle pensioni che superano un certo
tetto. I pensionati siano tutti simili, se non uguali. Poi i costi della
politica che sono indecenti. Poi la lotta all’evasione fiscale che non si fa, a
parer mio, imponendo la carta di credito per pagare il giornalaio, ma
verificando il tenore di vita delle persone. In sostanza, lacrime e sangue per
chi ha molto, salvaguardando le classi disagiate. Nel 2013 si voterà, il centro
sinistra ha ancora un po’ di tempo per darsi una fisionomia che al momento non
possiede.
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