Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

venerdì 6 settembre 2013

Il governo (per fortuna) battuto al Senato

Il governo Letta è stato fortunatamente battuto al Senato. Un mozione della Lega Nord proponeva la moratoria per un anno a nuove autorizzazioni per slot machine e gioco d’azzardo. Il governo ha dato parere non favorevole, i senatori hanno votato contro il governo. Che sia stato proposto dalla lega è gravissimo, questa è una battaglia di civiltà nel paese che vanta il primato mondiale di gioco d’azzardo e di ludopatie, famiglie rovinate perché le Stato (e la malavita organizzata) possano fare cassa. Saccomanni ha voluto precisare che questa moratoria costerà 6 miliardi di euro alle scassate case dello Stato. E’ affermazione di una gravità inaudita, anche perché, dice CODACONS, i costi sociali ammonterebbero a 7 miliardi di euro. Ma è gravissima da un punto di vista etico, un conto è tassare chi può pagare, altra cosa è dire che il gioco fa male e basare l’economia di uno stato sul gioco stesso. Quale genitore normale direbbe a suo figlio di non ubriacarsi nello stesso momento in cui gli offre un doppio litro di barbera? Solo uno in cattiva fede, un incosciente, un imbecille. Ma pecunia non olet, gli otto miliardi e spiccioli che frutta il gioco d’azzardo alle casse dello stato sono preziosi, a qualunque costo e senza stare a guardare troppo per il sottile da dove arrivano. Il mercato delle slot è mantenuto in piedi, spesso, da malavitosi sorvegliati a vista dall'antimafia, le sale gioco sono luoghi preziosi di riciclaggio, i gratta e vinci sono specchietti per le allodole per pensionati al minimo. Non è un caso che chi governa non vieti la pubblicità del gioco d’azzardo come la si vietò sulle sigarette o sull'alcool. Non è un caso e chi non lo fa si rende colpevole. Lo dicono associazioni antimafia, di volontariato, associazioni cattoliche e laiche. Complimenti amici non di destra, avete lasciato una lancia appuntita in mano ai razzisti della lega. Ben vengano! La sconfitta del governo è avvenuta a insaputa dei senatori del PD, erano indaffarati a capire se è meglio Renzi o Cuperlo, a dibattere su come perdere le prossime elezioni, vuoi mica che perdano tempo a pensare alle persone. Altrimenti avrebbero votato che il giocatore d’azzardo deve essere fatto santo subito! 

giovedì 5 settembre 2013

Eccoli lì i neonazisti di forza nuova

ROMA - Manichini insanguinati davanti alla sede di un municipio di Roma contro la partecipazione del ministro Kyenge ad un dibattito a Ostia, quartiere litorale della Capitale. E' il blitz messo in atto questa mattina da Forza Nuova. "Il nostro gesto dimostrativo vuole rappresentare agli italiani il pericolo in cui si troveranno i cittadini se venisse applicato lo Ius Soli - spiega uno dei responsabili di Forza Nuova, Pablo De Luca.
  I manichini, affissi su un cancello del municipio e messi all'alba, sono stati subito rimossi dal personale del municipio. "Il nostro gesto dimostrativo vuole rappresentare agli italiani il pericolo in cui si troveranno i cittadini se venisse applicato lo Ius Soli - spiega uno dei responsabili di Forza Nuova, Pablo De Luca - Le sue parole traboccano di razzismo nei confronti della cultura europea". (ANSA)

Sottolineiamo le parole del neonazista Pablo De Luca dove dice che gli altri sono razzisti... Sembra di vedere la plastica dimostrazione di quanto essere di destra equivalga ad essere (oltre che ipocriti) dei veri imbecilli. Non è un caso che le stesse parole vengano utilizzate da De Luca, Renzo Bossi, Calderoli e Borghezio e avallate da parlamentari di varia stirpe e provenienza. 

mercoledì 4 settembre 2013

Letta, il taglieggiato che non denuncia l'aguzzino.

E così il signor Letta e compagni di colazioni e merende hanno ceduto al ricatto del pregiudicato esattamente come il commerciante che paga il pizzo cede a quello dei mafiosi. L’IMU è stata parzialmente cancellata. Diciamo parzialmente perché in realtà è stata tolta la prima rata, ad ottobre (probabilmente a governo caduto) si deciderà cosa succederà nel 2014. Inoltre ci verrà propinata una nuova tassa che ha un esotico nomignolo inglese, giusto per far vedere al popolo bue che il governo non è robetta strapaesana. Al momento i quattrini il taglieggiato Letta (che non ha nulla a che vedere con Libero Grasso, lui rifiutò di pagare mazzette ai fuorilegge) ha dovuto estrarli dal cilindro. Leggo e imparo. Il fondo per l’occupazione è tagliato di 250 milioni di euro, soldi che servivano per creare occupazione passeranno direttamente ai possessori di ville faraoniche. 300 milioni più o meno sono sottratti alle energie rinnovabili. 30 milioni sono stati prelevati alla lotta contro l’evasione fiscale e contro il gioco illegale e il lavoro nero. 300 milioni sono stati presi dalla manutenzione delle linee ferroviarie che, ben sappiamo, non ne hanno necessità alcuna, per loro vale la considerazione “peggio di così non può andare”, e poi il “comunista” Moretti, AD di FS, se ne scatafotte dei pendolari, lui pensa all’alta velocità pe ricchi. Se qualche treno deraglia pazienza.
Con diversi capitoli si riducono i fondi per le assunzioni per la sicurezza, i vigili del fuoco e le forze armate. Il taglio, ad esempio, è di 50 milioni sulle risorse stanziate dall'ultima legge finanziaria. Ma riduzioni su questi capitoli sono previsti anche sul decreto legge del 2008 che stanziava 100 milioni l'anno per la prevenzione e il contrasto al crimine attraverso deroghe alle assunzioni: l'importo è più che dimezzato con una riduzione di 55 milioni. Inoltre, per fare cassa subito, non manca un belusconiano condono tombale. I gestori di slot machine deovrebbero pagare, secondo la Corte dei Conti, 2,5 miliardi di Euro di multe in quanto si erano “dimenticati” di collegare le loro macchine mangia soldi al sitema informatico centrale e fiscale. Ora Bplus, Sisal Slot, Cogetech, Germanet, Snai, Hog, Gmatica, Cirsa Italia, Gtech, gestori delle slot, avranno un condono secondo il quale dovranno pagare il 25% del dovuto. Alcune di queste aziende, citiamo Bplus di Corallo Francesco, sono da tempo nel mirino dell’antimafia.  (I dati fin qui citati derivano dai sovietici de: La Repubblica e Il Fatto Quotidiano).


Ora sorgono spontanee alcune domande, in particolare ci si chiede se l’eliminazione dell’IMU era così indispensabile o se non era piuttosto il caso di salvaguardare i meno privigegiati portando la franchigia da 200 a 400 euro, così si salvaguardavano le abitazioni normali facendo pagare solo chi possiede immobili di lusso, sarebbe stato un segno che guarda caso, non cozzava neppure con la Costituzione laddove dice che ognuno deve pagare in base ai propri redditi e alle proprie capacità contributive. Però per fare questo era necessaria una riforma seria del catasto, che è come la legge elettorale, tutti ne parlano e nessuno ci vuole mettere mano perché fa comodo così com'è  Una presa per i fondelli vera e propria. Sarebbe così increscioso se il PD dicesse al suo disdicevole socio in affari nel governo che queste porcate un partito normale non le fa? Sarebbe così disdicevole lasciare al peggiore il compito di far cadere il governo non accettandone i ricatti? E sarebbe ottima cosa se il PD dicesse alla buon’ora la verità: che sta cedendo ai ricatti e che vuole nei fatti far pagare alla collettività intera le promesse elettorali del pregiudicato Berlusconi.  Chi ha votato Bersani lo ha fatto su un programma che non prevedeva questi scempi, chiedeva equità, giustizia sociale, chiedeva attenzione per chi ha meno, non certo la detassazione dei castelli  o delle ville di Arcore. Questa porcata è il giusto viatico per i Cinque Stelle che si sono ritagliati nel fatti il ruolo di vera ed unica opposizione, vista anche la loro consistenza numerica. Ma sono anche la prova provata della loro colpevolezza nel voler a tutti i costi far deragliare Bersani e nell'aver auspicato il governo attuale e il presidente attuale della Repubblica. Leggo che Vendola sosterrebbe Renzi alle primarie del PD, in realtà non mi potrebbe interessare di meno la cosa, preferirei sentire altre parole, preferirei sentire che sosterrà chi si sfila da questa porcata di governo ricattato, ricattabile e indecente. Dobbiamo contare sui 101 del PD? Loro sono abituati a votare contro il parere dei maggiorenti. Indecenza per indecenza, prenderemmo per buona anche questa. 

martedì 3 settembre 2013

Mayno della Spinetta

Quando ci sono invasioni ed oppressori, c’è sempre chi si ribella. Come giustamente accade. Così i piemontesi arrivati in terra di Salento trovarono anche i briganti ad accoglierli. Se si stupirono era solo perché avevano la memoria corta.   Quando Napoleone arrivò in Piemonte, fu occupazione militare, sociale e civile .
 Spinetta Marengo è sobborgo di Alessandria. Oggi un museo celebra la vittoria del piccolo duce corso nella battaglia omonima. Che proprio in quei territori si combattè. Napoleone era praticamente sconfitto quella volta, solo l’intervento e il sacrificio del generale Desaix diedero la svolta alla battaglia.
 E a Spinetta   nacque Giuseppe Mayno intorno al 1785. Figlio di un carrettiere, Giuseppe, e di Maria Roveda, e secondo di sei fratelli, frequentò il seminario, ma la sua indole inquieta lo portò ad arruolarsi  nel regio esercito.  Nel 1794  era di stanza a Tortona (AL). Ma la disciplina evidentemente era un abito troppo stretto per lui. Litigò ferocemente con un ufficiale e, per salvarsi la pelle, disertò e si rifugiò   presso una comunità valdese  del cuneese,  dove rimase fino al 1796   anno in cui si arruolò nell' Armata d'Italia. Congedatosi nel  1803, il 19 febbraio dello stesso anno sposò Cristina Ferraris, nipote del parroco di Spinetta.
Il giorno stesso del matrimonio, però, dovette fuggire latitante. Leggenda dice per non aver osservato il divieto di portare armi. Pare che la realtà fosse  perché era braccato per diserzione. Con i suoi fratelli, fuggì infatti dalla legge sulla coscrizione obbligatoria del 20 aprile 1802, imposta dai napoleonici occupanti.
Cosa non si fa per conquistare la libertà dall’invasore nemico e forestiero. Subito le sue azioni fecero di lui un  mito.  Fiero capo di una banda, si dice, di 200 uomini a piedi e 40 a cavallo, diventò il Robin Hood della Fraschetta (così è detto tutto il territorio intorno a Marengo).  Mayno della Spinetta è subito leggenda. Per i contadini è il simbolo contro le vessazioni degli occupanti, e contro le loro ruberie. Per i francesi invece diventa immediatamente “Terreur des Departements au delà des Alpes”. Sono storici alcuni colpi clamorosi come l’aggressione al Ministro Saliceti, commissario del governo napoleonico, al gen. Milhaud e al convoglio del Papa Pio VII che andava a Parigi per l’incoronazione di Napoleone (1804).
Abilissimo nei travestimenti, amante delle beffe, Mayno va e viene per il suo paese e passa in incognito sotto il naso delle forze dell’ordine, grazie anche a connivenze e all’aiuto della popolazione rurale, di cui interpreta l’attaccamento all’ordine tradizionale (Trono e Altare) contro l’oppressione straniera e contro la guerra. 
Bonaparte Napoleone si proclama ““Re d’Italia e Imperatore dei Francesi”?  Lui,  sprezzante, si nomina: “ Re di Marengo e Imperatore delle Alpi”.
 Ah questo piccolo uomo che sfida il vincitore di tante battaglie, l’empereur, il piccolo corso che nessuno osava affrontare.
Cristina, sua moglie, non lo aveva seguito nelle sue scorribande, ma lui si travestiva e si mascherava, e andava, la notte, a farle visita.  Però a volte la vendetta arriva anche sotto forma di tradimento, forse per trenta denari, forse meno, chissà. Così una di quelle sere in cui voleva incontare la sua sposa, Il 12 aprile 1806, gli venne tesa un'imboscata. Il corpo, sfigurato dai colpi d'arma da fuoco e dai fendenti di spada, venne esposto per tutta la giornata in Piazza D'Armi ad Alessandria, con appeso un cartello con su scritto “così finisce Giuseppe Mayno della Spinetta, brigante”. Il suo corpo, gettato in una fossa comune, non sarà mai più rintracciato. 
Non morì però nella memoria orale e scritta. Il mito rimane tale, e chi combatte l’oppressore è un eroe, malgrado il potente di turno, malgrado il duce. Così nacquero e si moltiplicarono storie, leggende, barzellette.

(Fonti: Wikipedia)

domenica 1 settembre 2013

In Italia non ci sono più i Pazienti... Parola dell'ordine dei medici

Le emergenze in Italia sembrano non finire. Per fortuna di tanto in tanto c’è chi si rinnova e si riforma. Gli Ordini professionali, che a qualcuno sembrano solo caste che difendono a spada tratta i propri privilegi, si sforzano spesso di andare incontro ai bisogni primari delle persone. Potremmo dire dell’Ordine dei Giornalisti, per esempio, quello che consente (ricordate il Verbo? “Fate che i giovani vengano a me”) a editori e direttori indecenti di “assumere” ragazzi per fare ottenere loro il tesserino, nei due anni di gavetta i ragazzi non vengono pagati molto spesso, e se lo sono arrivano a prendere intorno ai 300 euro mensili, l’Ordine li tutela! (sic). Lo stesso potremmo dire di altri Ordini. Tuttavia ogni tanto si respira aria nuova, leggo che quello dei Medici ha emanato un nuovo codice deontologico che dice fra l’altro che le persone in cura, a partire da subito, non dovranno più essere chiamati “Pazienti”, ma “Persone assistite”. Ecco la rivoluzione vera!  L’Italia è maestra in sommovimenti culturali simili. Una volta c’erano gli spazzini, improvvisamente sono spariti per lasciare il posto agli “operatori ecologici”. Avevano ramazze identiche a prima, inveivano come prima contro i cretini che lasciano in giro ogni cosa, hanno mantenuto stesse divise e stessi strumenti, però hanno cambiato nome. Un tempo c’erano i ciechi che sono inopinatamente diventati “non vedenti”. Uno di loro, simpaticamente, amava dire “mi hanno cambiato nome, però sono rimasto cieco come prima”. Lo stesso vale per tutte gli altri problemi che colpiscono alcune persone. I disabili, genericamente, sono diventati “diversamente abili”, ancora si deve capire diversamente da che o da chi, il cieco è diverso dallo zoppo? Il sordo dal cieco e così via? Oggi si sprecano le allocuzioni, “io” dice un’amica “sono diversamente giovane” un altro si dice “diversamente magro”. Personalmente ho i capelli diversamente castano scuro, e qualcuno osa dire che li ho bianchi mi inalbero!
Comunque il governo Letta, per far vedere la sua vis innovativa, potrebbe varare alcune ormai indispensabili e non procrastinabili riforme lessicali, ci permettiamo di suggerire alcuni esempi:

Dire poveri è umiliante, chiamiamoli “diversamente ricchi”. In Parlamento siedono “diversamente assolti” è ora di finirla di chiamare quello di Arcore (e Totò Riina) “evasore fiscale e criminale”. La signora Santanchè potrebbe essere “diversamente bella e intelligente” per riassumerne le doti etiche ed estetiche.  I giovani sono nella maggior parte “diversamente lavoratori”. I possessori di auto di lusso e ville in Costa Smeralda che dichiarano 5.000 euro l’anno di reddito sono i “diversamente tassati”. I pensionati al minimo diventino immediatamente “diversamente benestanti”. Soprattutto dovremmo, ora che è libero, riappropriarci del termine “pazienti”. Così si chiamino gli italiani da oggi… Finché dura!