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sabato 1 settembre 2012

Primo Settembre 1939

Primo settembre 1939: Hitler inizia la campagna di Polonia che terminerà il 6 ottobre con la resa dell'esercito polacco. Fu l'inizio ufficiale della seconda guerra mondiale. Il 23 agosto Germania nazista e Unione Sovietica Stalinista firmarono il patto Molotov Ribbentrof per spartirsi, al termine delle ostilità, i territori. L'Italia del criminale fascista Mussolini si dichiarò neutrale, salvo poi portarci in breve termine nelle mani dell'inciviltà.

mercoledì 29 agosto 2012

E io ti tasso l'aranciata

Si sta chiudendo il quadro dei comportamenti virtuosi da consigliare ai giovani. Il governo tennnnico ha infatti stilato una serie di norme (con relative tassazioni, ma questo è ininfluente, a loro interessa la salute, che poi costringano a pagarla è altro discorso), il prossimo step darà il colpo finale ai comportamenti scorretti. Ecco quindi i consigli per i giovani:
·        Non fumare – Il Consiglio dei ministri si impegna in una massiccia campagna antifumo consistente in: aumento indiscriminato dei prezzi delle sigarette e del tabacco, con possibilità di addizionali regionali, provinciali e comunali, si stima che ogni pacchetto costerà come minimo 15 euro.
·        Non bere alcoolici – Il Consiglio dei ministri si impegna … (vedi norme antifumo) ogni bottiglia di liquore superiore a 10° cavrà un costo presunto di 180 euro.
·        Non assumere droghe legali o illegali – Il Conisglio dei ministri metterà una tassa una tantum di 1000 euro a famiglia perché intanto i drogati ci sono.
·        Sconsigliatissima l’assunzione di bevande dannose per la salute pubblica, in particolare: gassose, aranciate, coca cola, acqua minerale gassata, subdoli succhi di frutta addizzionati con il terrificante zucchero, spumanti e champagne – Per disincentivarne l’utilizzo il governo si impegna in una campagna informativa massiccia mediante: tassazione delle bollicine in ogni loro forma. Le bibite gassate potranno, cosiderate le addizionali dei comuni, regioni e province, arrivare al prezzo unitario di 120 euro.
Questo ad oggi. Sappiamo però che è allo studio un secondo pacchetto (le famose lenzuolate di bersaniana memoria) di norme  per la salvaguardia della salute pubblica, in particolare:

martedì 28 agosto 2012

28 agosto 1963


Il 28 agosto 1963 Martin Luther King pronuncia il discorso:


"I have a dream"

(di Martin Luter King)

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e prote

 stanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".

lunedì 27 agosto 2012

I pervicaci amministratori leccesi


Avevamo denunciato su queste pagine ( http://isolamaitrovata.blogspot.it/2012/07/la-tenacia-degli-amministratori-leccesi.html)  il pericolo rappresentato da un totem in Piazza Mazzini. E’ facile essere profeti se si dice che un orpello di tal fattura può ferire qualcuno, anche considerato che il vento in Salento non è poi una novità così stramba. E’ successo che nella notte di Sant’Oronzo il totem sia caduto ed abbia ferito una passante. Dopo le prime avvisaglie, dopo le denunce, nulla è stato fatto per metterlo in sicurezza. Ora la domanda è una sola ed è inquietante: si parla di fatalità o di danneggimenti volontari, premeditati e rieterati? Oggi la struttura è stata privata (in tutta fretta?) dei pannelli pubblicitari, però quelli in fotografia dicono che, oltre quella dei “compro oro” si tratta di pubblicità istituzionale.



Quelli del Fondo Verri e le torri d'allerta


Domenica sera a Porto Miggiano ad ascoltare storie. C’era mezza luna, c’era il mare placido, c’era l’assessore alla cultura di Santa Cesarea. Peccato però, c’era anche quella colata di cemento, improbabili luci e alberi che sembrano finti, peccato, c’erano piscine grandi come piccoli mari, proprio sul mare, uno dei più belli del mondo. Ed io mi chiedo perché mai una persona normale vada in piscina con tutta quel mare azzurro a dieci passi. Me lo chiedo e non trovo risposta. Anzi, una sola, perché è fico andarci e si può arrivare con il colletto della polo alzato, come si conviene a chi fa vedere la targa dietro al colletto: “scusate se è poco ma io vesto…..” che poi l’abbiano comprata taroccata dai cinesi, che vuoi che importi?

Certo, parlare di Carmelo Bene, di Maria Corti e di Verri proprio là è emozionante se guardi il mare e la luna. Diventa sconcertante se volti lo sguardo verso faraonici ristoranti arredati, l’ho visto, con tutto l’ausilio del cattivo gusto. Una brutta copia della già pessima Las Vegas dove quancuno ha fatto la finta Venezia ad usum imbecillis.
Però i ragazzi del Fondo Verri hanno osato tornare proprio là, nel decennale dei loro luoghi d’allerta rivisitano le torri costiere. E’ vero, “ragazzi” può parere eccessivo, però loro così sembrano. Nocera parla di torri e di storie, cita Maria Corti e Carmelo Bene, e dice di Verri, quel ragazzo (lui si che lo era) ritenuto “un po’ fuori di testa” dai benpensanti.
Guardando il mare e la luna riuscivi a vederli seduti sui massi rivolti verso la Nave Castro (come Verri chiamava il promontorio) che si spinge nel mare per navigare chissà fin dove e portare i pescatori e le genti di Salento chissà dove e chissà fino a quando. Con tutta la storia di infedeli invasori, tabacchine, accoglienza e Sacra Corona Unita, tutto proiettato nel mondo dei più. E alla fine la Voce di Rachele Andreoli e la fisarmonica di Rocco Nigro hanno aggiunto magia e Spagna davanti alla torre. I sud che si incontrano, in fondo, qui a sud. Spagna e Salento, parole d’amore. Poi quel vento improvviso, forse Beatrice annunciata come portatrice di frescura nell’estate che è quella degli anticicloni con nomi inconsueti, arrivato a folate portando polvere che pareva nebbia, scompigliando capelli, fogli sparsi e spartiti, ha chiuso la serata… Peccato, si stava bene. 

domenica 26 agosto 2012

Monti tassa le gassose per salvare il mondo

Ci avevano provato Belusconi e Tremonti a mettere la tassa sui fidanzatini imponendo un balzello sugli sms. Andò male a quei due improvvisati guappi. Il governo tennnico però ha le carte in regola per imporre un altro balzello salva Europa (non si limiterà a salvare l’Italia infatti, i neoguappi puntano al continente), una bella tassa sulle gassose e sulle aranciate non ce la toglierà nessuno, a costo di metter la fiducia. Attendiamo frementi i seguent balzelli tennnnici: Tassa sul macinato, tassa sui rutti, imposta sulle passeggiate da conteggiare tramite obbligatori contapassi applicati alle scarpe. Per non dire del consumo quotidiano di aria ancora esente.

Sindaci anticrisi... in Spagna però


Sindaci anticrisi, succede in Spagna.
Juan Manuel Sanchez, un comunista decisamente estremista e con tutta evidenza ben visto dalla sua gente in quanto Alcalde ininterrottamente dal 1979 della città di Marianelda, nella convinzione che il potere (e la crisi) siano nelle mani esclusivamente della grande finanza, ha dichiarato: “Qui ci troviamo in una dittatura dei mercati, degli oligopoli commerciali e non governano né la stampa né Rajoy, ma le banche tedesche" ha ordinato l’assalto ad un supermercato uscendo con carrelli colmi di beni di primissima necessità: zucchero, farina, riso ecc. da distribuire a famiglie in difficoltà economica. Aggiungiamo che Sanchez espropriò 1200 ettari di terre ad un duca da distribuire ai contadini ed ha occupato terreni del demanio militare.
Il Sindaco di Gerona ha apposto lucchetti ai cassonetti per impedire ai poveri di frugare fra i rifiuti, dichiarando nel contempo di farsi carico dell’assistenza con alimenti sani.
Bernant Pelissa, Sindaco di Rasquera, affitta campi da coltivare a marijuana per scopi terapeutici, incasso: 36.000 euro per l’autorizzazione, 550.000 euro annui per gli affitti.
Manuel Garcia, Sindaco di Higuera De La Serena, manda avanti il municipio con soli volontari, utilizza la sua acqua per annaffiare il verde pubblico.
Ana Botella (moglie di Aznar) sindaco di Madrid, utlizza esclusivamente autodub ibridi per recarsi al lavoro.
Arturo Torrò, sindaco ricchissimo di Gandia, rinuncia allo stipendio, ad ogni benefit ed elimina i capigruppo dei partiti.
Le amministrazioni regional autonome, contestando la norma del governo centrale di eliminare l’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari, se ne fanno carico perché “i lavoratori in nero non possono diventare invisibili”.
Facciamo paragoni con l’Italia? Arduo compito: aumenti indiscriminati di tasse e tariffe (perché è colpa di Monti), ponti improbabili (perché quello vecchio l’hanno abbattuto), filobus fantasma e via dicendo. Ma no, dai, non spariamo sulla croce rossa. Anche se è vero che questa croce rossa che sta sparando sui cittadini, in fondo sarebbe solo legittima difesa.