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venerdì 5 gennaio 2018

5 gennaio 1984 . la mafia uccide Pippo Fava

« Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. » (Giuseppe Fava)




Giuseppe Fava, conosciuto come Pippo, è stato ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984. Usciva dalla redazione del giornale antimafia che fondò "I Siciliani" ed i suoi sicari erano lì ad aspettarlo. Aveva raccontato di mafia, di intrecci con la politica, di malaffare nella sua Catania. Era nato il 15 settembre 1925. Fu giornalista, scrittore, regista, autore di testi di teatro, conduttore radiofonico. ( fonte - wikipedia)
I suoi sicari lo attesero all’uscita della redazione del giornale che aveva fondato e dirigeva, “I Siciliani”: così, il 5 gennaio 1984 veniva assassinato dalla mafia Pippo Fava. Il suo coraggio, il suo rigore etico e professionale, la sua insopprimibile esigenza di raccontare la verità lo avevano portato a rivelare gli intrecci (fino ad allora bollati come fantasie) tra mafia, politica e affari nella sua città, Catania.

giovedì 4 gennaio 2018

La rivoluzione del sacchetto di plastica ed altre amenità

Il 2018 inizia con una rivoluzione (manco a dirlo on line) e sui social. La rivolta del sacchetto a un centesimo di euro. Ammetto che pare una bizzarria dire “utilizzate sacchetti ecologici però li dovete pagare”, tuttavia le reazioni on line sono state veramente tragicomiche. Pagine e pagine di improperi, prese di posizione, minacce di rivolte e via dicendo. E’ vero quanto sosteneva Umberto Eco forse, quando diceva che il web ha dato:  «diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività»?
Anche perché l’evidenza dice che molti post sui social sono scritti con costosissimi smartphone. 
Comunque è bene ricordare che i sacchetti sempre si sono pagati, solo che prima il loro costo era spalmato nei prodotti ed ora è evidenziato in scontrino.
Ciò che fa specie è invece la virulenza e la tempestività di voci che arrivano da ogni dove e che non si occupano delle pensioni al minimo di 400 euro, di una sanità sempre più per privilegiati, del fatto che moltissimi italiani non vanno dal dentista perché non hanno i quattrini per farlo, dell’inquinamento e via dicendo. Ovviamente qualcuno dirà che ci si deve occupare di ogni problema e che questo è il modo di dire “il problema è un altro”, non penso le cose stiano proprio in questo modo, penso invece che si tratti di soppesare i problemi uno ad uno e non dare per scontato, per esempio, che le pensioni a 400 euro siano ovvie perché scontate, che i rifiuti interrati che causano cancro siano ineluttabili, che la plastica abbandonata nelle spiagge e nelle campagne sia il giusto prezzo da pagare al turismo.
Insomma, il web e i social dovrebbero essere momenti e opportunità per affrontare i problemi in modo complessivo e non impulsivo. 
Penso alla tristissima vicenda TAP, un gasdotto maledetto fatto passando sulla testa delle popolazioni locali, in un territorio fragilissimo che non ha necessità di opere faraoniche, invasive, un’opera che vede presidi permanenti di cittadini osteggiati da forze del disordine in assetto da guerra che nei fatti hanno militarizzato fette di territorio arrivando ad arrestare per una notte 50 manifestanti rei di passeggiare in campagna. Questa vicenda tuttavia non si dovrebbe affrontare dal solo punto di vista di difesa del territorio. A pochi chilometri, con la benedizione dell’amministrazione comunale di Otranto, della Provincia e della Regione, è previsto un gemello di TAP, il gasdotto Poseidon, fortemente voluto, all’epoca da Berlusconi per aiutare il suo amichetto Putin (quello del lettone n.d.r.).
Opera altrettanto invasiva sulla quale pare esserci una cortina di silenzio.
La domanda da farsi, oltre che la ovvia, scontata ed irrinunciabile difesa del territorio, è se non si debba finalmente parlare di come sostituire le fonti di energia fossile con altre ecologiche, compatibili con l’ambiente, pulite. E’ come superare la centrale a carbone più grande ed inquinante d’Europa, quella di Cerano che ha trasformato interi territori in gironi infernale di polvere di carbone, ha inquinato aria e falde, ha impedito la coltivazione di pregiati prodotti quali i carciofi. Il problema è di come superare le morti per cancro di Taranto, con un’industria, anche qui la più grande d’Europa, che ha nei fatti tagliato di netto la prospettiva di vita dei tarantini che si vedono ricattati dalla discussione se sia meglio avere un lavoro o crepare di polveri di ferro.
Abbiamo assistito in questo giorni ad una piroetta degna degli equilibristi del circo Togni, l’ha fatta per noi tutti il viceministro Teresa Bellanova. Ha convocato TAP e i lavoratori di BAT, industria manifattura tabacchi che ha lasciato a casa i lavoratori per palese incapacità amministrativa e per delocalizzare le produzioni, dicendo alla prima di assumere i lavoratori licenziati. Un modo stupendo di tentare di creare fratture tra le popolazioni che si oppongono a TAP,  e i lavoratori che hanno necessità di un posto di lavoro.
Tutto questo vale molto di più di un centesimo per un sacchetto di plastica. Ed è decisamente più dignitoso indignarsi per questi problemi, anche sui social.   



domenica 31 dicembre 2017

E vabbè, buon 2018

A fine anno di solito ci si dedica a bilanci, pensieri, proponimenti che puntualmente vengono disattesi. Banale dire che il 31 dicembre è solo il 31 dicembre, un giorno come un altro, solo che nell'immaginario diventa la fine e l'inizio di qualcosa di nuovo che nuovo non è. 
Comunque nel 2018 accadranno cose, in Italia si voterà e, a sentire i primi boatos della campagna elettorale, succederà che: 
pagheremo meno tasse, 
si lavorerà di più, 
saremo più ricchi, 
saremo sicuramente più belli. 
Chi promette flat tax, che è poi l'abbassamento verticale di tasse per i ricchi e la povertà per i poveri, addirittura anticostituzionale. Ma ben sappiamo che la Costituzione è un optional per molti. Qualcuno ha provato a stuprarla in due riprese, prima Silvio detto il breve, poi il Matteo da Firenze. E' andata loro malissimo.
Sicuramente ci saranno meno guerre in giro per il mondo (dicono), e l'Italia farà il suo dovere in merito proseguendo ad esportare armi ai paesi in guerra. 
Lotteremo strenuamente contro l'inquinamento da fonti di energia fossili costruendo nuovi gasdotti che passano in territori delicati e fragili e soprattutto passano sulla testa delle popolazioni locali che vorrebbero dire la loro sull'utilizzo del territorio e delle risorse. Ma il gas metano è una risorsa fossile o rinnovabile? Bah.
Nel nuovo anno saremo tutti più buoni, è vero. Molti sindaci verde vestiti faranno ordinanze nuove per impedire a volontari di offrire una tazza di latte caldo ai clochard, altri sindaci faranno panchine sulle quali sarà vietato sedersi per i non ariani e così via. La chiamano democrazia.
Nel nuovo anno alcune città saranno virtuose e faranno intravedere un futuro diverso, magari tortuoso, ma migliore, si azzereranno inutili opere poco dignitose per l'intelligenza (penso al filobus a Lecce),  si faranno piani traffico meno inquinanti, si favorirà la pedonalizzazione e la ciclabilità delle città. Alessandria pare vada in direzione ostinata e contraria a tutto ciò, ma ben sappiamo che la concezione di vivibilità deve rendere conto ai pacchetti di voti. L'automobilista e il commerciante che vuole le auto in pieno centro valgono alcune centinaia di voti in più delle persone che hanno una visione democratica e intelligente del bene comune.
Sicuramente non muterà il comportamento di chi parcheggia in doppia fila o sugli scivoli per carrozzine, però lo faranno in modo virtuoso: mettendo le quattro frecce che, come noto, significano "torno subito", non certo "luci di emergenza" come dice il codice della strada che è un optional, un fardello inutile quando non dannoso.
Nel 2018 sicuramente si scriveranno altre centinaia di libri, molti ne usciranno sul cinquantesimo del '68, molti analisti analizzeranno, storici storicizzeranno,  molti diranno "formidabili quegli anni", altri molti diranno che furono una sciagura. Ce ne faremo una ragione. 
Molti libri si scriveranno, molti di meno saranno letti. 
Insomma, un anno esattamente come molti altri già visti e passati. Rimarrà solo il rammarico di invecchiare inesorabilmente e un pensiero: chi muore a capodanno non muore più per tutto l'anno.
Buon 2018 a tutti!