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venerdì 3 agosto 2012

Scritte... sui muri e non solo


 

Girovagando qua e la si osserva. E’ estate. Manifesti sui muri solo per feste patronali o per qualche consiglio comunale. In giro ragazzi e bimbi che corrono e vagano per le strade assolate. Così capita di guardarsi attorno per vedere una chiesa barocca, un balcone con cariatidi che sorridono ed altre tristi. Finestre con persiane socchiuse ed occhi che spiano quel che accade sulla piazza.  Ma quelle scritte strane, divertenti, stanno lì ed ammiccano. Così un bigliettino su una porta, elegantemente stampato al computer con una cornice floreale. E’ talmente piacevole da vedere che ti costringe ad attraversare le strada per leggerlo.  “Testimoni di geova, predicatori di pace. Lasciateci in pace, siamo cattolici”. Pacato avvertimento, da fedele a fedele.

giovedì 2 agosto 2012

ILVA, lavoro o salute?


La Costituzione parla esplicitamente del diritto alla salute e di quello al lavoro, addirittura quest’ultimo è, secondo la carta, la parte fondante della Repubblica stessa. Lo Stato ha quindi il dovere di tutelare entrambi questi diritti. Ora, a meno che non si ritenga la Carta Costituzionale alla stregua di un soprammobile inutile e da spolverare di tanto in tanto, magari giusto nelle ricorrenze, per poi scordarlo per il resto dell’anno, l’affaire ILVA di Taranto è un ossimoro bello e buono. Gli operai sono costretti a scendere in piazza per difendere il loro posto di lavoro minacciato da chi vuole difendere la loro salute e non disdegnerebbe il chiudere la fabbrica. Si rischia di camminare sui vetri facendo questo discorso, nessun attacco alla Magistratura, per carità, soprattutto quando fa il suo lavoro. Che a Taranto si crepi di cancro più che in altri luoghi è un fatto dimostrato, che l’ILVA sia responsabile lo è altrettanto. Il governo Vendola molto ha fatto per ridurre le particelle inquinanti e l’industria pareva aver recepito. Ora sembra però che qualcuno rilasciasse fumi nocivi la notte in spregio agli impegni presi. Ora, giusto per sgomberare il campo da equivoci, se così è stato, i dirigenti di quella fabbrica hanno l’intelligenza e il modo di comportarsi e di agire dei mafiosi più imbecilli. Questi ultimi seppelliscono rifiuti tossici nei campi dove poi coltiveranno pomodori che mangeranno i loro figli, i primi mandano fumi in aria che loro stessi respireranno a pieni polmoni. E che così sia pare anche dimostrato, a sentire la magistratura nella quale chi scrive ha fiducia. Anche se quello di Arcore e il Presidente Napolitano poi dicono di non volere essere fatti segno di indagine come tutti i comuni e normali cittadini, alla faccia di un altro polveroso soprammobile: “la legge è uguale per tutti”, noi chiediamo che i magistrati vadano avanti.
Tornando alla vicenda ILVA, ha senso che gli operai manifestino perché costretti a scegliere fra diritto al lavoro e quello alla salute? Sono diritti acquisti entrambi. Dov’è lo Stato? Certo, ILVA ha la possibilità di optare se andare all’estero o rimanere in Italia, questo succede grazie al liberismo globalizzante e alla mancanza dell’Europa politica che ci fa parlare di spread come di una cosa familiare e non ci permette di dire chiaramente che il progetto voluto da chi l’Unione volle ad ogni costo è miseramente fallito a causa delle politiche interne di ciascuna componente. Che siano le banche e la finanza a guidare l’Unione europea è un fatto acclarato, non a caso i governi di salvezza nazionale (della nazione tedesca, verrebbe da pensare) sono fatti di banchieri in buona parte. L’Europa dei diritti è una chimera irraggiungibile.  Così la grande finanza e la grande industria tutto possono senza che nessuno disturbi il manovratore. Emblematico il caso Marchionne che è stato messo lì per liquidare la parte italiana della FIAT senza nulla restituire di quanto lo Stato ha negli anni elargito agli Agnelli, e si parla di centinaia di miliardi di lire.
Non è un caso che il Marchionne stia “sperimentando” i turni di dieci ore. Accade negli stabilimento di Kragujevac a 150 Km. da Belgrado che produce la nuova 500L.
Può farlo per la mancanza assoluta di qualsiasi politica europea che tuteli le persone piuttosto che le banche. Così l’ILVA ha già velatamente minacciato di spostare in luoghi più accoglienti le sue produzioni con il ricatto: “o mi lasciate massacrare di inquinamento quel che voglio o me ne vado… E’ la globalizzazione, ragazzo”.
Quel che pare sicuro ora è che un’altra guerra fra poveri, fra i bimbi che vivono in ambienti malsani e gli operai a rischio disoccupazione è alle porte. Gli unici a non esserne lambiti sono i nuovi baroni, quelli che hanno in mano i cordoni della borsa.
Può durare a lungo questa situazione?

mercoledì 1 agosto 2012

Mario Perrotta a Lecce


Lo sapevo che mi avrebbe fatto sorridere e commuovere Mario Perrotta. Il teatro romano non era pieno, ahinoi, chissà perché i leccesi non corrono a rendere omaggio a questo leccese che ha talento e capacità, che porta in giro per il mondo la migrazione dei salentini con una incredibile capacità affabulatoria. Riesce ad incollarti sulla poltrona, anche se è solo un sedile di pietra come si conviene agli anfiteatri romani.
“La turnata – Italiani cincali parte seconda” è il titolo, e racconta di bimbi chiusi per anni in una camera perché la legge elvetica non consente ad un immigrato di portarsi i figli. Succedeva con i pugliesi allora, oggi con i turchi, gli slavi e gli altri immigrati. Nulla è cambiato nel mondo della cioccolata fondente e delle banche. Nulla muta nell’indifferenza dell’Europa che, tutto sommato, invidia la terra sedicente neutrale e che utilizza questo status per ripulire i quattrini di ogni più nefanda tirannia ed ogni traffic odi armi, in alcuni stati extra comunitari e non solo le norme anti immigrati, che sono nei fatti incivili,  sono quotidianità anche se hanno nomi diversi, possono chiamarsi Bossi Fini o pinco pallino, la sostanza non muta.

La “turnata”  si distingue dalla “’enuta” anche se ne ha lo stesso significato, entrambe significano ritorno. La seconda però è una cosa lieve, temporanea. Ha il sapore delle auto pulite e grandi degli immigrati che arrivavano per le ferie ostentando ricchezza con i coprivolanti di pelo e le tendine ai finestrini “come fanno i tedeschi”. Quelli che andavano al bar del paese a testa alta, come chi ce l’aveva fatta, salvo poi tornare nel mondo dell’assurdo, delle baracche, dei cartelli “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Ma questo non si poteva dire, erano i pugni chiusi per nascondere lo sporco delle mani. La “turnata” è invece per sempre e significava l’avercela fatta. Quasi sempre, nella storia narrata da Mario c’è il nonno morto che non può essere affidato al ritorno su mezzi convenzionali perché costa troppo e viene portato al suo paese, per la sua “turnata” come passeggero sulla Giulia 1300, assieme a tutta la famiglia, compreso il bimbo nascosto nel bagagliaio perché non avrebbe dovuto essere “alla Svizzera”.
La capacità narrativa di questi nuovi guitti, parlo di Mario che ci racconta i migranti in Belgio e in Svizzera e parlo di Paolini che ci ha sapientemente raccontato il Vajont e non solo, sarebbe da portare in ogni scuola. La storia narrata in questo modo, documentata e supportata di ore di registrazioni di testimonianze, da viaggi ad ascoltare l’uomo blu di Casarano, piuttosto che il tunisino che, sempre a Casarano, vive e che racconta del perché gli immigrati antichi siano a loro volta guardinghi, quasi razzisti verso i nuovi migranti “perché lo schiavo liberato diventa spesso schiavista”, è La Storia (maiuscolo) che tutti quanti dovremmo conoscere. In un breve dialogo prima dello spettacolo, Mario mi parlava di Cincali due come della chiusura di un cerchio. “Chissà se ora indagherà sulla ripresa della vita al ritorno degli emigranti nei loro paesi” mi diceva Angelo uscendo da lì. Ovviamente giro la domanda a Mario. E’ veramente chiuso questo cerchio? Se non lo fa lui questo sforzo sarà difficile leggerlo in modo ironico e apparentemente leggero nelle pagine di qualche saggista. Sarebbe altra cosa.

martedì 31 luglio 2012

Alessano... è polemica!



Prosegue la polemica ad Alessano dopo l’articolo pubblicato in data su questo blog il 16 luglio scorso, su Spigolature (http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2012/07/17/ad-alessano-un-giorno-destate/) e il su Paese Nuovo quotidiano in cui denunciavamo l’abbandono di rifiuti nei pressi del cimitero, l’articolo si è trasformato in interrogazione. Non era certo nell’intenzione di chi ha scritto evocare “Misure” contro chicchessia, piuttosto contro quelle che diventano, ahinoi, consuetudine. Ed ha destato curiosità apprendere che la prima risposta inserita sull’articolo su Spigolature fosse a firma Osvaldo Stendardo che  dichiarava “ da alessanese me ne vergogno”, avremmo scoperto solo poi che si trattava del Sindaco della cittadina. Forse avrebbe dovuto utilizzare parole diverse che non suscitassero le ire della sua opposizione, parlare da Sindaco prima che da alessanese, per esempio.  
Seguono stralci dell’interrogazione.


All'attenzione del Sindaco del Comune di Alessano
Dott. Osvaldo Stendardo
OGGETTO: Interrogazione del gruppo consiliare di Città Democratica sull'articolodenuncia
apparso sul sito http://spigolaturesalentine.wordpress.com dal titolo “Ad
Alessano un giorno d'estate”.
PREMESSO CHE:
· In data 17.07.2012 su “Spigolature Salentine” blog della Fondazione Terra d'Otranto
(http://spigolaturesalentine.wordpress.com) un ente non profit, riconosciuto
ufficialmente dalla Regione Puglia, che opera nell’ambito del settore della
promozione della cultura e dell’arte dell’antica Terra d’Otranto, oggi identificabile
nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, è apparso un articolo dal titolo “Ad
Alessano un giorno d'estate”;
· L'articolo, reperibile al link: http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2012/07/17/adalessano-
un-giorno-destate/ (che invitiamo a leggere e del quale si allega una copia),
è firmato dal giornalista Gianni Ferraris ed è stato pubblicato anche sul quotidiano “Il
Paese Nuovo”;
· Nell'articolo, di fatto una vera e propria denuncia a mezzo stampa, il giornalista
racconta di essere stato testimone di un fatto gravissimo. Narra cioè di aver assistito
alla scena di un uomo che abbandonava rifiuti inerti in una proprietà privata
prospiciente il cimitero comunale di Alessano e dopo il fatto si allontanava alla guida
di un mezzo di proprietà comunale.

PERTANTO i sottoscritti Domenico Selmi e Francesca Torsello in qualità di Consiglieri
Comunali aderenti al gruppo di “Città Democratica”, ai sensi dell’Art. 25 del Regolamento
del Consiglio Comunale, CHIEDONO di poter ricevere dall'Amministrazione Comunale le
seguenti informazioni:
· Se l'A.C. era a conoscenza della questione;
· Se la stessa si sia accertata che altri episodi del genere non siano avvenuti anche
in passato;
· Se abbia accertato l'identità del responsabile della triste vicenda;
· Quali misure intenda adottare nei confronti del medesimo; (…)



domenica 29 luglio 2012

la tenacia degli amministratori leccesi





Immediato intervento in Piazza Mazzini.
Avevamo denunciato in queste pagine  (http://isolamaitrovata.blogspot.it/2012/07/lecce-dopo-la-tempesta.html) dopo il temporale della scorsa settimana, del trespolo caduto per il vento in Piazza Mazzini. Dicevamo allora che rappresentava un serio pericolo per eventuali passanti, vista la sua instabilità e precarietà. Annotiamo che gli addetti sono prontamente intervenuti con una sostanziale e definitiva solerzia nell’accogliere la denuncia. L’hanno rialzato e lasciato esattamente com’era, in attesa di un altro refolo di vento che lo scaraventi magari su un’auto in sosta o peggio su qualche malcapitato che passa da lì. Sembra quasi di essere al tiro a segno, sbagliato il primo colpo si riprova finchè non si centra il bersaglio! Tenaci veramente gli amministratori!
prima dell'intervento
dopo l'intervento

fondazione terra d'otranto - la premiere

della-fondazione-terra-dotranto-domenica-la-presentazione.html

Questa sera alle 20,30 nella villa comunale adiacente al palazzo di città la premiere della Fondazione Terra d'Otranto.

Intervengono:
Marcello Gaballo (presid. Fondazione)
Ilaria Oliva (Docente Accademia Belle Arti Le)
P.Paolo Tarsi (Direttore della rivista Il Delfino e la Mezzaluna)
Antonio Errico Presenterà la prima monografia della Fondazione: Salvatore Napoli Leone.

Nel corso della serata sarà possibile aderire alla Fondazione. Versamento minimo 30€- Per chi aderirà questa sera ci sarà l'omaggio del volume su Napoli Leone - (Autore G. Ferraris, Curatore M. Gaballo, Editore: Lupo con Fondaz. TDO prezzo di copertina 50€)- Inoltre sarà disponibile, sempre per chi aderirà, la rivista "Il Denfino e la Mezzaluna.