Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

sabato 22 marzo 2014

Lecce: la memoria e l'impegno


21 marzo 2014 a Lecce


.
Non so quanti erano, certo più di mille, i ragazzi. Poi a Palazzo Celestini è scesa la Dott. Perrotta, Prefetto di Lecce. Peccato che, come ogni anno, siano mancati i saluti degli amministratori locali. E si che i ragazzi si sono fermati sotto il Comune, in Piazza Sant'Oronzo e nel cortile della Provincia che è lo stesso di quello della Prefettura, era sufficiente un saluto. Ma, chissà, forse loro sono formigoniani, come l'inquisito di Milano anche per loro "la mafia non esiste". In tempi in cui la Commissione antimafia sottolinea gli strettissimi rapporti fra cosche e politica, un segnale non sarebbe stato così male. Ma forse è vero, sono impegnatissimi. Con tutti quegli appalti da controllare....

giovedì 20 marzo 2014

21 marzo, La primavera inizia con la giornata della memoria e dell'impegno



Dal 1996 ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, la giornata simbolo della speranza e del'impegno che si rinnovano nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In tutta Italia il 21 marzo saranno letti gli oltre 900 nomi delle vittime innocenti. La memoria e l'impegno proseguono poi il giorno 22 a Latina per la XIX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un impegno che prosegue 365 giorni l'anno in tutta Italia.

Per info sui luoghi di ritrovo nelle varie città consultare il sito:   www.libera.it 

mercoledì 19 marzo 2014

19 marzo 1994 - Viene assassinato Don Giuseppe Diana

Ph: Contro la disinformazione (pag. facebook)


« Siamo preoccupati!
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
Sono le parole contenute in un documento diffuso nel Natale 1991 nelle parrocchie di Casal Di Principe.

martedì 18 marzo 2014

Il mio amico Antonio, le fiabe, la politica, la mafia, il Salento

Lo spunto di raccontar fole (favole) me lo offre un articolo dell’amico Antonio Pezzuto su libera informazione, osservatorio per l’informazione e la legalità contro le mafie che fa capo all'associazione Libera. Antonio è attento, informato e per la seconda volta lancia un allarme. Come tutti noi è sconcertato nel leggere di politici corrotti. Corruttori, collusi. Falcone o Borsellino, non ricordo chi dei due, ma nel nostro immaginario sono un tutt'uno, disse “se non sconfiggiamo la mafia a Roma non la sconfiggeremo mai”.

lunedì 17 marzo 2014

Quando naufraga Utopia

utopìa s. f. [dal nome fittizio di un paese ideale, coniato da Tommaso Moro nel suo famoso libro Libellus ... de optimo reipublicae statu deque nova Insula Utopia(1516), con le voci greche ο «non» e τπος «luogo»; quindi «luogo che non esiste»]  Così il dizionario Treccani. 

Utopia, mai nome fu più azzeccato forse, per un piroscafo. Era il 1891, quel 17 marzo il piroscafo inglese Utopia passava da Gibilterra. Partì da Trieste, poi Palermo, e ancora Napoli. Caricò Persone, contadini calabresi, campani, abruzzesi. Tutti quanti volevano crearsi una vita oltre oceano. Avevano una speranza e sicuramente molta angoscia, storie che si ripetono. Lingue sconosciute, quel mare che non finisce mai. Roba da migranti, appunto. Tanto simile ad altri piccoli naufragi che hanno traformato il mare nostrum in un immenso cimitero nel quale non conoseremo mai il numero esatto di cadaveri. Utopia arrivò alle 18,00 circa con il suo carico di “3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 59 membri dell'equipaggio agli ordini del capitano John McKeague e 813 emigranti, quasi tutti italiani.” Davanti al porto di Gibilterra, il mare era impazziro, la visibilità al minimo. Il comandante decise di entrare in porto, forse sbagliò manovra, chissà, Utopia andò a sbattere contro la corazzata inglese Anson e si piegò, si adagiò nell’acqua, colò a picco. Utopia, i migranti la chiamavano Tobia.
Ancora non sappiamo se i morti furono solo 563 come dicono i dati ufficiali. Utopia non era mica il Titanic, la nave dei ricchi, era solo un bastimento carico di migranti, poveri cristi, umili, contadini. Neppure parlavano lingue diverse dal loro dialetto. Nessuno ha mai fatto uno straccio di film su di loro.  Dei 300 sopravvissuti molti ripresero il viaggio, altri tornaron oa casa. Senza aver fatto fortuna.

Fonti:  FONTI: