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mercoledì 14 dicembre 2016

Giulia Spizzichino. La donna che fece processare Priebke

Oggi non scrivo, copio e incollo da Moked.it un pezzo di Paolo Brogi. Per ricordare!
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Giulia Spizzichino (1926-2016)

Ha suscitato profonda commozione in tutta l’opinione pubblica la notizia della scomparsa di Giulia Spizzichino, la testimone che con le sue parole, il suo coraggio, il suo appassionato impegno personale riuscì a inchiodare il criminale nazista Erich Priebke alle sue responsabilità e a farlo estradare in Italia dall’Argentina, dove si era rifugiato da tempo e dove viveva indisturbato, per scontare la pena per il massacro compiuto alle Fosse Ardeatine.
Nata e cresciuta a Roma, Giulia sfugge al rastrellamento del 16 ottobre 1943 grazie al padre Cesare, che intuisce subito i segnali di pericolo con l’arrivo dei tedeschi in città e la famigerata richiesta dell’oro alla Comunità ebraica capitolina. Il 21 marzo del ’44, dopo mesi trascorsi in clandestinità, sfugge miracolosamente all’arresto, mentre nell’abitazione di fronte vengono catturati i nonni e numerosi altri familiari. Sette di loro finiranno tre giorni dopo alle Fosse Ardeatine, altri 19 invece saranno mandati ad Auschwitz.
Numerosi le reazioni di cordoglio alla triste notizia. “Il suo impegno determinato e determinante per far estradare il criminale nazista Erich Priebke in Italia, andando in Argentina, e generando così la partecipazione di un intero sistema che ne ha portato alla definitiva condanna, resterà per sempre esemplare” dichiara la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
“Ci lascia un’altra testimone della memoria, a noi spetta il compito di non dimenticare e ricordare alle nuove generazioni il suo esempio positivo” afferma la Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
“Oggi ho un compito che non mi aspettavo, quello di testimoniare. Devo raccontare ciò che è stato, non può cadere tutto nell’oblio” ha scritto Spizzichino nella sua autobiografia La farfalla impazzita, pubblicata alcuni anni fa da Giuntina:
L’ultimo suo intervento, come racconta Paolo Brogi sul portale dell’ebraismo italiano www.moked.it, era avvenuto poco tempo fa alla scuola media Di Consiglio a Casette Rosse, un istituto che porta il nome dei suoi parenti trucidati, dove aveva commosso i suoi giovani ascoltatori lanciando anche un messaggio di tolleranza e solidarietà. “Non fatevi mai prendere dall’intolleranza, difendete la convivenza pacifica e l’incontro con gli altri” il messaggio testimoniato in quella circostanza e seguito da un lungo applauso della giovane platea.
I funerali di Giulia Spizzichino si svolgeranno nella giornata di mercoledì 14 dicembre. Il feretro passerà alle 10.15 davanti al Tempio Maggiore per arrivare alle 11 al Cimitero del Verano.
Sia il suo ricordo di benedizione
L’ultima testimonianza
Mercoledì 26 ottobre Giulia Spizzichino era andata a parlare ai ragazzi della scuola media Di Consiglio, a Casette Rosse, periferia romana sulla Tiburtina. È stata la sua ultima volta di fronte a dei ragazzi ed erano i giorni dell’intolleranza a Goro, contro gli immigrati.
L’ho accompagnata a quell’appuntamento che era stato preso da tempo per incontrare gli alunni di una scuola che porta il nome dei suoi parenti caduti alle Fosse Ardeatine, i sette Di Consiglio del ramo materno. Ventisei le vittime della Shoah nella sua famiglia. Alle pareti dell’aula i ragazzi delle terze avevano appeso i manifesti delle loro ricerche sulla Shoah e sulla storia di Giulia Spizzichino.
Ricordo le domande che le furono fatte su Erich Priebke, che Giulia era andata a stanare dal suo rifugio andino in quel paesino dall’aria alpina San Carlos de Bariloche. L’occasione ha permesso di ripercorrere le tappe accidentate di quella estradizione.
Con l’avvocato Marcello Gentili era andata a Bariloche, dove Priebke si era nascosto. L’Italia ne aveva poi chiesto l’estradizione, la rogatoria del ministro della giustizia il liberale Alfredo Biondi che era peraltro un avvocato, era sta però respinta dall’Argentina di Menem. L’Italia chiedeva di processare Priebke per omicidi. Richiesta respinta. Era stato allora un giornalista americano della Cbs, che aveva materialmente scovato Priebke nel suo rifugio, a suggerire di chiedere l’estradizione per aver leso i diritti umani, un crimine che non è prescrivibile.
Fu avanzata allora una seconda richiesta, ma forse la mossa più importante la fece lei quando si fece intervistare alla tv argentina per raccontare la sua storia. Avrebbero voluta farla comparire in studio con l’accusato, lei non accettò e si fece intervistare in uno studio separato.
Priebke fu allora estradato, poi fu processato e infine scandalosamente assolto. Un fatto gravissimo contrastato da una sommossa quella sera nelle strade intorno al Tribunale di Roma. Fu impostato allora un secondo processo e finalmente Priebke fu condannato.
I ragazzi di Casette Rosse pendevano quel giorno di fine ottobre dalle labbra di questa signora novantenne che ricordava tutto questo. E che poi alla fine li ha lasciati con un messaggio di tolleranza e di solidarietà, invocante in quelle ore di intolleranza contro gli immigrati. Un lungo applauso aveva concluso la mattinata, accompagnata anche da dei dolcetti che erano stati preparati con l’occasione.
Paolo Brogi
(13 dicembre 2016)

lunedì 12 dicembre 2016

12 Dicembre 1969 - Piazza Fontana

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12 Dicembre 1969, inizia l'era delle stragi fasciste rimaste impunite per decenni. I fascisti erano la mano armata di centri di potere che andavano dalla CIA ai servizi segreti italiani con ammiccamenti ai poteri mafiosi, passando per la politica. Una data da ricordare sempre!

domenica 11 dicembre 2016

Infelici Molti e Felici Pochi (E. Morante)

Tra i protagonisti i felici pochi si contrappongono agli Infelici Molti, se”l’irrealtà è l’oppio dei popoli” essere ai margini, antiborghesi, concreti e sognatori, folli e anticonformisti come i primi, significa raggiungere una felicità spesso invisibile, perché per vederla ci vuole l’occhio puro. Abbiamo così fra i Felici Pochi, personaggi del calibro di Gramsci” la presenza di una città reale”, Rimbaud”l’avventura sacra”, Giordano Bruno”la grande epifania”, Platone”la lettura dei simboli”, Simone Weil “l’intelligenza della santità”. A far da carnefici a questa umanità ecco Gli Infelici Molti, carogne dell’establishment, filistei e borghesi con la loro morale di carcerieri. Tutto condensato in versi potentissimi come questi: “L’arabesco indecifrabile/ è dato per la gioia del suo movimento, non per la soluzione del suo/ teorema.”, che sintetizzano perfettamente la visione della Morante; ciò che conta è il fluire non il senso, il moto perpetuo di parole che colano come lava, l’arabesco, la spirale. Si sovrappongono i luoghi della geografia, le epoche della storia e tutto, il dramma come la commedia, si configura come un enorme gioco, la parodia è la strada e i versi sono tracce di questa vitalità in cerca di una verità fuori dal coro. Rivoluzione era la parola magica di quegli anni e qui risuona nella sua potenza in verità disperata... (Nota da Ettorefogo blogspot)


La canzone degli Infelici Molti e dei Felici Pochi

di Elsa Morante


Ah, Dottori Dottori! alla vostra età!
Ma perché, perché, ma
p e r c h é
signori Dottori I(nfelici) M(olti) dell’Universo
con tutto che vi addottorate e vi baccalaureate
e vi improfessorate nelle Università
e la storia e la geografia studiate viaggiate vi scafate, le macchine fabbricate
sviscerate la scienza
inventate l’atomica e il volo lunare
però questa primaria lezione dell’esperienza
ancora non la volete imparare?

Ve lo ripeto, o Signori I.M., non c’è verso:
con i F(elici) P(ochi) non ce la potrete mai spuntare.
Quelli conoscono il volo da prima assai dell’aviazione conoscono
la medicina che guarisce tutti i mali da prima assai
della penicillina quelli sanno la resurrezione
dai morti!
Non illudetevi di poterli eliminare.
Magari vi credete d’averli mangiati quando invece sul più bello del vostro banchetto
rieccoli che tornano a zompare
sui vostri piatti.

Quelli sono incredibili inconcepibili inammissibili sono tutti matti.
E non cullatevi nella speranza di poterli r i e d u c a r e
indi paternamente legittimare.

(…)

Sappiàtelo, o padri meschini I(nfelici) M(olti) d’ogni paese:
se ancora il corpo offeso dei viventi resiste
in questo vostro mondo di sangue e di denti
è perché passano sempre quelle poche voci illese
con le loro allegre notizie.
Contro le vostre milizie sevizie immondizie
imprese spese carriere polveriere bandiere
istanze finanze glorie vittorie sciarpe littorie & sedie gestatorie
contro la vostra sana ideologia la vostra brava polizia
ghepeù ghestapò fbi min-cul-pop ovra rapp & compagnia
e tutta la vostra mortuaria litania
ci vale solo quell’unica eterna scaramanzia:

l’allegria
dei F(elici) P(ochi)

Come vannio i Vostri Reali E i Presidenti E i Generali
E i Rendimenti gli Emolumenti? Siete contenti dei Vostri Affari?
In Famiglia tutto bene? La Signora si mantiene?
E la Bomba come va? La più bella chi ce l’ha?
La Mammà dei Capitali o il Papà dei Proletari?
Bravi bravi complimenti. Siete sempre Regolari.
Troppo uguali. Troppo uguali. Troppo tristi e troppo uguali
troppo uguali e troppo tristi. Troppo tristi troppo tristi
tristi TRISTI. Non vi viene mai lo sfizio d’essere meno tristi?

Comunque, se vi piace la tristizia, godetevela voi la vostra.
Questa terra non è mica roba vostra. E’ da secoli e da millenni
che noi cerchiamo di farvelo capire.
Mamma nostra non ci ha mica fatto per servire agli usi vostri.
Mica ci ha fatto gli occhi per guardare le tristi facce vostre.
Mica ci ha fatto gli orecchi per ascoltare le tristi chiacchiere vostre.
La vostra guerra non è la nostra. Noi siamo per l’allegria
e la grazia, ossia
la felicità.

E perché poi fate tanto fracasso? Silenzio! Taisez vous! Shut up!
Via! Fatevi in là!
Basta!
Ci avete
definitivamente obiettivamente finalmente
stufato.
E voi, poveri Molti
gli infelici e stolti,
di padri infelici e stolti,
perché vi lasciate voi minorare?
Fino a quando vi metterete a servizio? Non sapete che a lungo andare
la servitù non è più necessità
nè fatalità nè virtù ma
vizio?
Che aspettate a promuovervi alla vostra maggiore età?
Non vi viene mai lo sfizio di indagare
sulla vostra reale infelice condizione?
d’impiegare una parte del vostro tempo libero
in qualche reale felice meditazione?

Voi dite: Preferiamo la televisione che ha quarantamiliardi d’abbonati.
Quei tuoi vantati F.P., per quanto ce li sventoli, sono quattro gatti.
La forza sta nel numero.

Beh – vi rispondo io, – secondo i casi. Per esempio,
chi più varrà: quattro gatti coi coglioni intatti o quarantamiliardi di castrati? Eh? chi lo sa?
Va’, va’,
tu ci strazi, vecchia, coi tuoi discorsi astratti. Qua parlano i fatti.
Avete ragione, ragazzi.
E allora eccovi i fatti: il numero, agli I.M., chi glielo dà?
Il numero siete voi: questa in sostanza, è la triste o magari non triste verità.
E non vi viene mai lo sfizio di scombinare, olà,
le cifre dell’operazione ordinaria? di sfondare alfine per sempre le porte della stanza magica
dove quei tristi padri della tristezza da centinaia e migliaia
d’anni si rinchiudono a manovrare?

Aria, aria,

a questa prigione infetta. Noi qua viaggiamo sul cellulare dell’ignoranza.
Non sappiamo né l’inizio né la conclusione. Ogni istante ci affretta verso l’ignota destinazione.
Ci conviene approfittare d’ogni occasione correre a qualsiasi speranza non trascurare nessun indizio.
Chi sa quel che vi aspetta alla prossima stazione?
Date retta a questa mia povera canzone.
Non è detta
che prima ancora del giorno del Giudizio
quei pazzi F. P. non vi mettano in minoranza.
Forse vi converrebbe cominciare qualche esercizio
per trovarvi preparati alla possibile circostanza.
Sarebbe una magnifica stravaganza
di scavalcare tutti insieme i tempi brutti
in un allegro finale: FELICI TUTTI!
Forse, il primo segreto essenziale
della felicità si potrebbe ancora ritrovare.
L’importante sarebbe di rimettersi a cercare.

(Da Il Mondo Salvato dai Ragazzini - Elsa Morante, 1968 - Einaudi editore)