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venerdì 29 gennaio 2016

Cani, ciclisti, razzismo e populismo

In due giorni sono successi due episodi che mi hanno aiutato a pensare a come l’intolleranza possa prendere piede.
Camminavo con il cane in un luogo dove si portano molti cani. E’ veramente una schifezza camminare dove incivili non raccolgono quel che dovrebbero.
E qui si potrebbe aprire un inciso sulla “cosa pubblica”. La strada è di tutti per cui si può sporcare. Tralasciando il fatto che fra i “tutti” c’è anche chi sporca, anzi, proprio lui (o lei) ama evidentemente passeggiare calpestando merde di cani e lamentandosi con le pulizia strade.
Torno al mio cane, in un anno ho avuto un solo controllo nelle tre uscite quotidiane. Verifica di microchip e sacchetti per eliminare il dovuto.
Un po’ poco vista l’inciviltà di alcuni. Però l’altra sera passeggiando in una zona particolarmente “bombardata” dagli incivili di cui sopra sento una signora al balcone che dice a qualcuno in casa “eccone un altro che sporca”. Sono andato avanti senza rispondere.
Non ho strumenti per dirlo, però penso e credo che se si facesse l’esame del DNA ai “reperti” si scoprirebbe che sono pochi gli imbecilli rispetto ai possessori di cani. In altra occasione ho sentito dire, in seguito alle esche avvelenate per cani lasciate in Piazza Ariosto: “però bisogna vedere quanto sporcano, poi uno si esaspera e arriva a mettere veleno”
Episodio due, dopo che l’omicida del ciclista ha massacrato un amante della bicicletta, incontro un artigiano leccese apparentemente quieto, tranquillo che mi dice “forse se l’è cercata quel ciclista, a volte si comportano male, a me una volta…” l’ho stoppato con un insulto, chiunque giustifica un omicidio diventa complice morale dell’omicida stesso. Sicuramente ho perso la stima (se mai ce ne fosse stata) di una persona, però a tutto c’è un limite.
La storia della signora al balcone e quella dell’artigiano hanno un filo rosso che le lega. Tutti e due i soggetti sono vittime di quello che si potremmo definire razzismo strisciante. Entrambi citano il comportamento di alcuni generalizzandolo ad un’intera categoria. Degli imbecilli con i cani abbiamo detto, i ciclisti che a volte capita di incontrare in strade strette e che non vanno in file che consentano il transito anche delle auto, ma si ammassano, in effetti, succede di incontrarli.
Ora, due cose balzano agli occhi, da una parte la considerazione per la vita e la morte. Chi dice di esche avvelenate messe per esasperazione probabilmente non lo farebbe, tuttavia quasi ammira chi ha il “coraggio” di farlo. Chi dice che qualche ciclista poco corretto giustifica un omicidio volontario la stessa cosa.
Se il filo del ragionamento prosegue abbiamo il diritto di pensare che si possa dire “poveri” per i bimbi che crepano in mare e nello stesso tempo ammirare che non vuole soccorrerli fino ad essere disposti a votarlo alle prime elezioni utili.
Se l’omicidio diventa legge è, appunto, lecito quindi se ne può gioire tranquillamente.
Lo stesso discorso vale per l’immigrazione in Europa, non è affatto un caso che le elezioni vedano rappresentanze sempre più imponenti di movimenti populisti che soffiano sul fuoco del razzismo nascosto e indiscriminato. Poco importa se il ciclista fosse un artigiano leccese, appartenenva ad un “gruppo” di persone alcune della quali danno fastidio in strada. Poco importa se la maggioranza dei possessori di cani sia civile, fra loro ci sono pochi incivili, quindi “colpiamone uno per educarne 100”. Anzi “colpiteli, io vi voterò”.
Il combinato disposto fra xenofobia e populismo che porta voti agli urlatori diventa così fenomeno da maggioranza silenziosa che ben vedrebbe un abbattimento delle garanzie democratiche.
 Non penso di estremizzare se dico che l’atteggiamento verso i cani avvelenati è simile a quello di chi sapeva dei forni crematori e non parlava, anzi, aveva la ferma convinzione che ogni ebreo portasse dentro sé le malefatte di alcuni strozzini ebrei e non poco importa. Ed è maledettamente simile al pensiero che, quando un immigrato delinque tutti gli immigrati sono da ricacciare a casa loro perché sono potenziali delinquenti o terroristi. Poco importa se sono ragazzi nati, cresciuti e istruiti nella “civile” Europa.
Per terminare voglio citare, rubando spudoratamente dalla bacheca del mio amico Mimmo Pesare, un post di ragionamente civile:
Che cos'è il razzismo?
Al filosofo Jean-Luc Nancy nel 2000 venne commissionato un saggio sul tema del razzismo. Nancy, invece di compilare uno scritto di filosofia politica, scrisse un libro dal titolo "L’Intrus" (L’intruso), in cui parlava della sua personale esperienza del trapianto di cuore. nelle sue pagine, il filosofo francese, con il linguaggio della chirurgia, tratteggiava una delicatissima metafora del confine: nel petto dell’intellettuale occidentale viene ospitatol’organo di un estraneo, di qualcuno che non si conosce (un uomo di colore? uno zingaro? un gay?) e la cui morte permette la continuazione della vita. Ma il successo di un trapianto di cuore, spiega Nancy, dipende da una condizione ben precisa: per consentire al cuore estraneo di pompare la vita nell’organismo che lo ospita, è necessario che si abbassino gli anticorpi, le difese immunitarie del corpo ospitante. Le difese immunitarie, gli strumenti coi quali, normalmente, un organismo si difende dagli attacchi dell’esterno e grazie ai quali la vita può prosperare, devono essere necessariamente ridotte, depotenziate, per impedire il rigetto dello "straniero", per impedire che il cuore intruso smetta di garantire la vita. La difesa della vita, paradossalmente, deve indebolirsi per permettere la vita stessa. In questa suggestiva metafora della porosità, c'è il senso del confine, inteso come antidoto del razzismo. Il confine permette la prosperità della cultura a condizione di alimentarne continuamente lo scambio con l’esterno. A condizione di far prosperare "l'intruso", che alimenta la vita.
Ma qui stiamo parlando di Democrazia compiuta, al momento solo ideale, non imabarbarita La stessa che vogliono rendere “liquida” cambiandone i fondamentali. Non consentendo neppure all’elettore di poter esercitare il diritto di scelta dei suoi rappresenanti, nominati da qualche sergreteria. Quale differenza con un populismo che porta frutti velenosi?


giovedì 28 gennaio 2016

Nascondete le statue nude, Renzi lo vuole!

Interessante l'articolo su  Huffingtonpost
Per essere rigoroso il signor Renzi avrebbe dovuto obbligare tutte le ministre a indossare il chador. E se proprio voleva dimostrare come è disposto a nascondere cultura, tradizioni e costituzione, avrebbe dovuto emanare un editto (visto che agisce da imperatore) per la poligamia.
ph: www.corriere.it
Quale grettezza istituzionale obbliga un capo di governo a nascondere le cose che distinguono l'Italia nel mondo come la cultura e l'arte?
Di cosa ha paura il rais di Firenze? Di cosa si vergogna? Ora è chiaro perchè ha in mente la distruzione della Costituzione e il ponte sulle stretto, per mettersi al servizio di quelli che invidia uno si può anche prostituire! Cretinismo istituzionale, appunto. 


Noi non facciamo vedere i nudi, l'Iran ci fa vedere questo

Da quando Rohani è salito al potere in Iran (era il giugno del 2013), almeno 2277 detenuti sono stati giustiziati (secondo il dossier dell'associazione "Nessuno tocchi Caino"): nel 2015 le esecuzioni sono almeno 980, il 22,5% in più rispetto alle 800 del 2014 e il 42,6% in più rispetto alle 687 del 2013, i numeri più alti della storia recente dell'Iran. Tenendo conto che i dati, ovviamente, sono quelli di cui si è avuta notizia poiché il governo (portatore di quella "sensibilità iraniana" che stiamo così attenti a non turbare) ufficialmente riporta nel 2015 solo 370 esecuzioni perdendosene quasi il doppio in giro per sbadataggine.

E anche le motivazioni delle condanne a morte lasciano pensare: traffico di droga (632 esecuzioni, di cui solo 178 riportate da fonti ufficiali iraniane); omicidio (201, di cui 122 ufficiali); stupro (56, di cui 50 ufficiali); reati di natura politica (16, di cui 5 ufficiali); moharebeh (fare guerra a Dio), rapina, estorsione e “corruzione in terra” (22, di cui 15 ufficiali). In almeno 53 altri casi non si conosce nemmeno l'accusa. Il tutto con la "sensibile" pratica dell'impiccagione, anche se nel 2013 proprio Rohani ha reinserito la lapidazione tanto per restare al passo con i tempi.

(Fonte: fanpage)



martedì 26 gennaio 2016

Lavoro libera tutti - Con "Possibile"

-COMUNICATO STAMPA-

“Lavoro libera tutti. Sfide per un futuro possibile”

“Lavoro libera tutti. Sfide per un futuro possibile” è il titolo dell’iniziativa che avrà luogo alle Officine Culturali Ergot a Lecce, venerdì 29 gennaio alle ore 18:00. Evento organizzato congiuntamente dai comitati salentini di “Possibi-le” di Lecce e quello “Salento Possibile a Sud-Est” di Tricase.

Gli ospiti saranno: Thomas Castangia (comitato Organizzativo di Possibile), Gianni Principe (Comitato Organizzativo di Possibile), Annarita Lemma (portavoce comitato Possibile “Destinazione Taranto” di Taranto) e Luca Toma (Ufficio Vertenze CGIL Lecce). Modererà l’incontro Diego Dantes (portavoce comitato Possibi-Le di Lecce).

Si parlerà di lavoro, del JobAct, delle tante diseguaglianze di cui la nostra terra è colpita, ma anche di proposte per un futuro possibile. Lo si farà con persone che, per attività professionale o per esperienza politica, hanno affrontato approfonditamente questi temi. Sarà anche un’opportunità per incontrarci, parlare, ascoltare testimonianze e capire il mondo che ci circonda.


Comitato Possibi-LE” di Lecce
Comitato “Salento Possibile a Sud Est” di Tricase

Evento FB:
https://www.facebook.com/events/1129230357087110/


lunedì 25 gennaio 2016

Risotto e pensieri in libertà (per non parlar di naufragi)


 Pensieri liberi cucinando un risotto.  Il brodo dovrebbe essere di carne, con un bel pezzo di lesso fatto cuocere a lungo con sedano, carote, cipolla. Molto spesso utilizzo il dado, veloce, pratico. Mentre l’acqua bolle i pensieri vanno, nella testa passano mare, scogli, la multa con l’autovelox, i ragazzi che ridono uscendo da scuola, intanto Conte canta in sottofondo Genova per noi. Prendo la cipolla, la trito con il coltellaccio, non sono lacrime di dolore né d’amore, lacrime di cipolla si può dire? E penso a chi pianse un giorno al telefono… ma era il secolo scorso, penso abbia smesso. E penso al pianto dei bimbi, quello iroso, il capriccio, il dolore per abbandono… Penso a strade in salita e alle notizie sul giornale del mattino: investito pedone, bruciata un’auto, l’Alessandria si qualifica in coppa Italia… Notizie lette velocemente. Tutte tranne una: qualcuno dice che andrà al family day. Ci andrà con l’ex moglie, l’attuale convivente e i tre figli nati dalle due. Lui è per la famiglia tradizionale: uomo e donna per sempre!                                    
La cipolla é tritata, olio e una noce di burro nella grande padella, accendo il fuoco, il burro inizia a sciogliersi. Quando è caldo metto la cipolla a soffriggere, fiamma bassa. La padella perchè il riso cuoce meglio disteso anziché impilato. Altre fiamme su Santa Cesarea ogni estate, quell’anno vedemmo gli aerei caricare acqua in mare e scaricarla sui monti fumanti… soffrigge la cipolla,  i pini marittimi friggevano proprio, le colline "soffritte" da abili "tecnici" del fuoco, abbasso la fiamma, taglio a pezzetti i fegatini, li pulisco. Riso per due, soppesato ad occhio o nel piatto,  lo metto assieme alla cipolla profumatissima e soffritta, mescolo bene, faccio tostare il riso, Carnaroli ovviamente. Intanto Paolo Conte canta la sua giornata al mare. I gerani, bellissimi fiori estivi, tengono lontane le zanzare. Non si regalano i gerani, le gerbere si. Anche le rose a volte, ma sono scontate. Cipolla, riso e gerbere… A proposito, sotto casa un delirio di clacson e il pensiero va per vie traverse, nella giornata al mare passando prima per Genova per noi. Quando il mare era serenità in inverno, quella volta che  due bimbi giocavano sotto la pioggia, la mamma sotto l’ombrello li chiamava, loro giocavano, la mamma sorrideva… era serena…  anche loro lo erano. Bagnato e sereni, io stavo lì a guardare il mare sotto la pioggia e pensare ai casi della vita. Il luogo si chiama Cogoleto, ci si andava qualche volta. Un bianco e un pezzo di focaccia genovese in quel bar…
Quando i chicchi sono trasparenti aggiungo un bicchiere di vino rosso, esplode il profumo. Mentre si consuma balena in mente chissà perché l’hostess Ryan air che mi voleva vendere gratta e vinci. Il vino deve consumare tutto l’alcool altrimenti il risotto sarà una schifezza. Anche i gratta e vinci mai acquistati dovrebbero finire… Senza essere consumati però. 
E’ tempo di aggiungere brodo, due mestoli…  si gira col cucchiaio di legno mentre Conte dice: “se non avessi questa vita morirei…”.
Risultati immagini per immagini costa concordiaOlio nella padella più piccola, quando è caldo si aggiungono i fegatini dopo averli tagliati, si girano un po’ e si mette vino rosso ,  tre foglie di salvia e si lascia cuocere per consumare il vino e il suo alcool. Quando il riso è a metà cottura aggiungo i fegatini, aggiungo brodo… Lascio cuocere girando di tanto in tanto mentre ricordo navi immense al porto di Genova, con passeggeri che scendono e salgono, sciamano vero il centro storico… Camminano per i vicoli fotografando tutto il fotografabile. Risotto che cuoce e navi da crociera… E torna il Salento con una Costa non so cosa che faceva “l’inchino” a Castro Marina prima che un’altra Costa andasse a sbattere contro uno scoglio … fu tragedia. Ora nessuna nave si inchina più a Castro. Il profumo si spande nell’aria, entra dentro te, il risotto pare avere un volto, occhi profondi che ti guardano… Proprio sulle note de La fisarmonica di Stradella che mi riporta a nord nord… Broni, Stradella, Voghera, Tortona… lo metto nei piatti, meraviglioso… Si beve vino rosso ovviamente. Ci sta pure il negramaro… anche solo per contaminare culture.


domenica 24 gennaio 2016

Il prezzo della benzina


Il cartello è esposto in un distributore a Cuneo. Le nostra auto sono alimentate ad accise e tasse praticamente . Governi ladri?