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sabato 6 giugno 2015

Mafia romana o solo criminali comuni?

La mafiosità delle cosche che raccolgono in sè ogni immondizia della politica: dal fascista Carminati al PD Mirko Coratti passando per la cooperativa cattolica La Cascina,  rischia di rendere meno forte la percezione di mafiosità delle altre cosche, quelle dei Totò Riina, delle 'ndrine, della camorra e della Scu. Qui siamo di fronte, ad una corruzione criminale, da punire con ogni mezzo e strumento e con il massimo della pena. Ogni partito, perchè sta al loro interno il marcio, deve fare pulizia. Piuttosto che mafiosità proporrei un nuovo conio per questi ladri di Stato: furto aggravato ai danni dei cittadini italiani, con pene commisurate al danno causato, che so: un'ora di galera per ogni cittadino italiano danneggiato da queste tangenti (sessanta milioni siamo...) .
Per questi criminali che conteggiano la vita umana di un immigrato un euro al giorno di tangente, sarebbe la giusta punizione che, visto il loro parametro, non faticheranno a comprendere e conteggiare.
Tanto vale la vita di una persona, un euro al giorno. Tanto valgono le morti in mare nel più immenso cimitero a cielo aperto, il mare nostrum. Le nazioni sedicenti civili del mondo, quelle meno povere (o più ricche) si stanno rendendo colpevoli di genocidio. Un euro al giorno è l'eco della considerazione che alcuni stati sovrani hanno delle persone: "gli immigrati se li tengano le nazioni dove arrivano", Spagna e Italia ovviamente, noi diamo una mancetta dicono Francia e G.B. Salviniani d'antan, ex colonizzatori mai pentiti, assimilabili a quelli da un euro al giorno. Solidarietà e pietas sono parole incomprensibili alla loro real politik. 

giovedì 4 giugno 2015

Lampi o lamponi?

Un pezzo scritto nel 2012…

I lamponi non sono lampi grandi, però per la lingua italiana potrebbero esserlo!

Ph: www.darsipace.it

L’orizzonte verso est era illuminato l’altra notte. Lampi e altri lampi. Arrivavano da là, da est, forse sbarcavano a Otranto come i turchi. Tutta merce da esporazione insomma, un tempo le fedi, oggi le democrazie, con strumenti simili.
Storia di lampi, di democrazia e di religioni nella notte dei temporali leccesi. “Credo….” A che credo? Mah, forse ai lampi che quando ero piccolo qualcuno mi disse che sono inviati da Dio, ma si confondeva, un altro Dio mandava strali, lo dipingono con un fascio di lampi in mano da mandare giù, ai mortali che lo meritano. Altro Dio… altr’odio… metti un apostrofo e cambia la vita, bizzarra davvero la lingua italiana. C’era sereno sopra la testa ieri notte. Là in fondo una muraglia di nuvole nere come la notte di notte, dietro le nuvole quei chiarori improvvisi, impudichi, irriverenti, maestosi, inquietanti. Una sigaretta fumata mentre passa la polizia a vigilare la notte, passa in auto e se ne frega dei lampi e lamponi. Su Otranto, forse sul mare, scaricavano i lampi, ed io pensavo alla chiesa di Santu Mauru là, fra Gallipoli e Lido Conchiglie, qualcuno un anno fa la dipinse di rosa. Si inalberarono in molti per  quel tetto rosa confetto. Si alzarono voci roboanti come tuoni di puristi dell’arte trafitta. Ancora si intravede il rosa in realtà. Ci pensavo guardando lampi, e se nessuno fa nulla per quella chiesa, se nessuno dice ai turisti (non solo a loro in realtà) di cosa si tratta, chi ha il diritto di scandalizzarsi per un po’ di rosa? E se lo lasciassimo per un secolo almeno, quel rosa, non diventerebbe testimonianza di (in)civiltà passate? Strana cosa l’arte, strani i lampi che scaricano luce nella notte. Camminavo nella mattina leccese, lei aveva forse quattro anni, stava per mano alla madre verso la scuola materna, lei dice indicando le piastrelle quadrate del marciapiedi “sono triangoli” “veramente sono quadrati” risponde saggiamente la madre “No! Sono tri - an – go – li”. Ecco, la bimba di quattro anni aveva le idee chiarissime, se ha memorizzato il triangolo come forma, perché debbono esisterne altre? In fondo era un lampetto (lampino?) anche lei, sconvolgeva la notte della monotonia. Ma poi perché se uno è insonne e naviga la notte con i suoi silenzi poi finisce che si lascia andare a pensieri strambi? Che c’entrano i lampi (lamponi?) con la bimba e con gli dei (il Dio?). Il fatto è che nella notte navigano guerrieri, ubriaconi, guidatori stanchi, quella che corre a piedi alle cinque di mattino così poi si sente in forma, passano poliziotti e carabinieri che vigilano le notti e poi ci fanno sapere  che ci sono le signorine vicino alla stazione che stazionano aspettando un mezzo su cui salire. E poi il sale che manca sempre, la via del sale che si inerpica sull’Appennino ligure e sugli scogli del basso Salento. Nella notte ci si lascia andare ad aspettare l’alba che arriva da dietro quelle nuvole nere con lampi, e dove il cielo è sereno si vede anche una falce di luna, ammonizione!  Da qualche parte si discute su chi sarà il segretario cittadino del PD. “Caffè e cornetto per favore”, non per insolenza, per carità, è proprio che non me ne può fregare di meno.
Lampi… pioveva su Brest, diceva Prevert. E pioveva anche sul mare sotto i lampi… forse.


mercoledì 3 giugno 2015

Auguri Enzo!!!

Enzo Jannacci è nato il 3 giugno 1935. Oggi compirebbe 80 anni. Auguri Enzo, ci manchi.

martedì 2 giugno 2015

2 giugno

2 giugno 1946: L'Italia sceglie la Repubblica.
Umberto II di Savoia lascia il paese.
Nascerà presto la Costituzione più bella del mondo grazie ai Padri Costituenti.

2 giugno 2015: La Costituzione viene smontata da un governo guidato da un non eletto. Qualcuno pensa di tornare alla monarchia assoluta guidata dal re Matteo I.

lunedì 1 giugno 2015

destra, sinistra coppi, bartali

Ci si chiede, in questi tempi bizzarri, chi è di destra e chi di sinistra. Proporrei di cambiare lessico, che so, chiamare: quelli di qua e quelli di là i contendenti. Ci si chiede perché il calcio sia dominato a livello internazionale da tangentisti che vendono campionati mondiali e li pilotano, a livello nazionale da mafie che vendono partite per gestire tranquillamente le scommesse “legali” che lo stato regala loro. I rapporti fra Stato e Mafia partono dal calcio.
Mentre queste domande inquietano, Alberto Contador, madrileno nato nel 1982, entra nella leggenda del ciclismo vincendo il Giro d'Italia davanti a Fabio Aru, sardo di bellissime speranze nato nel 1990. 
Nello stesso giorno nel PD si danno botte da orbi, perdono la Liguria e tengono in alre 5 regioni. Il Liguria non è stata (dicono) colpa dei brogli alle primarie che neppure la mafia avrebbe potuto organizzare meglio, ma (udite udite) di Civati. E vabbè, facciamocene una ragione, il renzismo è fatto così.

E meno male che c'è il ciclismo, il calcio è roba da ragazzini viziati, strapagati, che scommettono a volte sulla sconfitta della loro stessa squadra.   Noi intanto ricordiamo l’epica di questo sport: Coppi e Bartali.
Coppi non si sa se abbia mai votato a sinistra, però ne divenne suo malgrado l’eroe. Però Bartali si dimostrò talmente cristiano (senza demo davanti) da divenire portavoce del Vaticano e di tutti i credenti. Adesso invece i democristiani (quelli col demo davanti che giocano a fare gli eroi della sinistra) fanno la riforma elettorale. 
Quando il ciclismo era la conquista di celebrita da parte di uomini che venivano dal basso, dal lavoro inteso come fatica, un riscatto che infervorava tutti. Erano rivalità a tutto campo, la sinistra per Coppi, i democristiani per Bartali con il suo gagliardetto dell’Azione cattolica, Fausto uno scomunicato, aveva osato innamorarsi della Dama Bianca. Un solenne ceffone alla società puritana e papalina di allora. Erano tollerati, spesso invidiati gli amanti, a patto che il matrimonio non conoscesse rotture. La Chiesa non accettava simili situazioni. Il divorzio era roba da libertini senza Dio. E poi solo la Sacra Rota poteva annullare un matrimonio. Ma lui niente, non sentì ragione. Quel giorno sul traguardo ad aspettarlo c’era, fra molte persone, anche quella signora con il montgomery bianco. Il giornalista francese Pierre Chany, de L’Equipe, scrisse “Vorremmo sapere di più su quella dama in bianco vicina a Coppi”, la dame en blanc, appunto, il soprannome che perseguitò sempre Giulia Occhini. L’appellativo divenne sinonimo di libertinaggio per qualcuno, di liberazione per altri. Ci sarebbero voluti moltissimi anni perche si parlasse di divorzio come opportunita. Bartali invece, era il ‘48 quando ci fu l’attentato a Togliatti. L’Italia stava esplodendo, i comunisti scesero in tutte le piazze, erano minacciosi, faceva paura un’insurrezione che sarebbe sfociata nel sangue. Dall’ospedale lo stesso Togliatti fece un intervento per radio per placare le persone, sapeva che sarebbe finita malissimo se le piazze avessero perso il controllo. Bartali poteva vincere il tour de France il giorno dopo. In albergo ricevette una telefonata di De Gasperi che gli chiese di fare l’impossibile per vincere, avevano bisogno di qualcosa di grande perche tornasse la calma. Ubbidì, Gino.
Vinse. Le piazze esplosero. Di gioia pero. Nello stesso anno le sinistre subirono una clamorosa sconfitta alle elezioni, iniziò un dominio ininterrotto della DC al governo dell’Italia.
Solo molti anni dopo venne fuori una verità inedita e segreta. Gino Bartali durante il fascismo e dopo el leggi razziali contribuì a salvare centinaia di ebrei portando documenti falsificati dalla Toscana all’Umbria. Lui era il Gino nazionale, se lo vedevano pedalare non lo fermavano,  pensavano si stesse solo allenando. Si allenava, è vero, però metteva in gioco la sua libertà e  la sua stessa  vita. Ce l’ha raccontato Oliviero Beha nel suo libro “Un cuore in fuga” (Piemme edizioni). 


domenica 31 maggio 2015

Bartali, Coppi, destre e sinistre

Ci si chiede, in questi tempi bizzarri, chi è di destra e chi di sinistra. Proporrei di cambiare lessico, che so, chiamare: quelli di qua e quelli di là i contendenti. Ci si chiede perché il calcio sia dominato a livello internazionale da tangentisti che vendono capmpionati mondiali e li pilotano, a livello nazionale da mafie che vendono partite per gestire tranquillamente le scommesse “legali” che lo stato regala loro. I rapporti fra Stato e Mafia partono dal calcio.
Però esistono anche sport epici, il calcio è roba da ragazzini viziati, strapagati, che scommettono a volte sulla sconfitta della loro squadra, il ciclismo oggi e domani celebra la fine del taficosissimo giro d’Italia. E noi ricordiamo l’epica di questo sport: Coppi e Bartali.
Coppi non si sa se abbia mai votato a sinistra, però ne divenne suo malgrado l’eroe. Però Bartali si dimostrò talmente cristiano (senza demo davanti) da divenire portavoce del Vaticano e di tutti i credenti. Adesso invece i democristiani (quelli col demo davanti che giocano a fare gli eroi della sinistra) fanno la riforma elettorale. 
Quando il ciclismo era la conquista di celebrita da parte di uomini che venivano dal basso, dal lavoro inteso come fatica, un riscatto che infervorava tutti. Erano rivalità a tutto campo, la sinistra per Coppi, i democristiani per Bartali con il suo gagliardetto dell’Azione cattolica, Fausto uno scomunicato, aveva osato innamorarsi della Dama Bianca. Un solenne ceffone alla società puritana e papalina di allora. Erano tollerati, spesso invidiati gli amanti, a patto che il matrimonio non conoscesse rotture. La Chiesa non accettava simili situazioni. Il divorzio era roba da libertini senza Dio. E poi solo la Sacra Rota poteva annullare un matrimonio. Ma lui niente, non sentì ragione. Quel giorno sul traguardo ad aspettarlo c’era, fra molte persone, anche quella signora con il montgomery bianco. Il giornalista francese Pierre Chany, de L’Equipe, scrisse “Vorremmo sapere di più su quella dama in bianco vicina a Coppi”, la dame en blanc, appunto, il soprannome che perseguitò sempre Giulia Occhini. L’appellativo divenne sinonimo di libertinaggio per qualcuno, di liberazione per altri. Ci sarebbero voluti moltissimi anni perche si parlasse di divorzio come opportunita. Bartali invece, era il ‘48 quando ci fu l’attentato a Togliatti. L’Italia stava esplodendo, i comunisti scesero in tutte le piazze, erano minacciosi, faceva paura un’insurrezione che sarebbe sfociata nel sangue. Dall’ospedale lo stesso Togliatti fece un intervento per radio per placare le persone, sapeva che sarebbe finita malissimo se le piazze avessero perso il controllo. Bartali poteva vincere il tour de France il giorno dopo. In albergo ricevette una telefonata di De Gasperi che gli chiese di fare l’impossibile per vincere, avevano bisogno di qualcosa di grande perche tornasse la calma. Ubbidì, Gino.
Vinse. Le piazze esplosero. Di gioia pero. Nello stesso anno le sinistre subirono una clamorosa sconfitta alle elezioni, iniziò un dominio ininterrotto della DC al governo dell’Italia.
Solo molti anni dopo venne fuori una verità inedita e segreta. Gino Bartali durante il fascismo e dopo el leggi razziali contribuì a salvare centinaia di ebrei portando documenti falsificati dalla Toscana all’Umbria. Lui era il Gino nazionale, se lo vedevano pedalare non lo fermavano,  pensavano si stesse solo allenando. Si allenava, è vero, però metteva in gioco la sua libertà e  la sua stessa  vita. Ce l’ha raccontato Oliviero Beha nel suo libro “Un cuore in fuga” (Piemme edizioni).