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sabato 28 aprile 2012

Lecce; filobus al capolinea?


Ebbene si, sono salito sul filobus (già metropolitana di superficie, già trasporto ecocompatibile, già mostro divoracielo).
Bello, lindo, pulito ed economicamente insostenibile, almeno così ci dicono Loredana Capone e Carlo Salvemini, candidati per il centro sinistra alle elezioni della settimana prossima, rispettivamente nel ruolo di sindaco e vice, che proprio sul 23 hanno convocato l’incontro con i giornalisti. Si, è vero, il numero non è 23, l’ho rinominato per vezzo, tanto è costato ai cittadini in milioni di euro quell’immenso mucchio di acciaio e rame. Ed ora che ne facciamo? Intanto annotiamo che dei sei candidati alla carica di sindaco non ce n’è uno che lo difende, il centro sinistra l’ha osteggiato, il centro destra l’ha subìto. Persino il sindaco uscente Paolo Perrone dice che lui non lo voleva. E qui il primo vulnus, se uno non concorda con una spesa di tali dimensioni la subisce senza colpo ferire da vicesindaco della palificatrice Poli Bortone? Mistero.

venerdì 27 aprile 2012

In nome di Dio?



A scorrere l’elenco (ovviamente non completo) delle guerre in nome di Dio e alcune citazioni, viene spontaneo rivalutare l’ateismo.


giovedì 26 aprile 2012

25 aprile e toponomastica leccese


E va bene, il 25 aprile è arrivato, c’era gente in Piazza Partigiani, comuni cittadini, militari in armi a rendere onore ai caduti, c’era la Vice Prefetto, il Sindaco, La vice presidente della Regione, Loredana Capone, e c’erano altre autorità. Tutto bene, la riflessione di Maurizio Nocera dell’ANPI che ha ricordato la conquista della democrazia e i caduti salentini.  Tutto bene e qualche lacrima. Poi si va in Piazza Castromediano dove i ciclo amici terminano il loro percorso nei luoghi della memoria e della Resistenza leccese, si finisce lì perché occorre ricordare la targa che non c’è più dagli anni ‘70, era in ricordo di Giacomo Matteotti, qualcuno la tolse, non venne mai ripristinata, ora alcuni cittadini inizieranno una raccolta di firme e di adesioni per chiedere all’amministrazione prossima ventura di rimetterla dove stava. La memoria è preziosa, ricordare è necessario. Tuttavia mentre a Lecce compaiono ricordi non proprio in sintonia con la democrazia, citiamo Via Predappio, via Ettore Muti (fascista della prima ora e segretario del p.n.f.), mentre compare via Alvino, ecco che sparisce come per magia una lapide che ricorda una vittima illustre del fascismo.

martedì 24 aprile 2012

Perrotta legge Bodini



Perrotta legge Bodini. C’è arte e  mestiere, c’è lo sguardo che corre nella platea del Paisiello. L’attore di teatro deve studiare, deve essere artista per saper dire, deve essere artigiano ed avere una sua “manualità” nell’avvicinare gli spettatori al suo messaggio. Perrotta riesce magnificamente in tutto ciò. Così l’Arneide passa da lui alle persone sedute in teatro. Bodini il poeta, il traduttore del Don Chisciotte (per dirlo in spagnolo: El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha), il giornalista che in quell’inverno del 1951 sfidò i blocchi dei carabinieri per arrivare in bicicletta, a narrare le biciclette bruciate ai rivoltosi dell’Arneo, descrisse come un poeta e uno scrittore sanno fare,  i suoi reportages sono storia e rimangono pezzi indispensabili per capire.
Non è un caso che Mario Perrotta li abbia scelti, perché lui da sempre parla del Salento e dialoga con la sua terra, dice di emigrati e minatori. Non poteva limitarsi a leggere il Bodini poeta, Mario quel Salento che si ribella, che emigra con  le sue contraddizioni e la sua forza, se lo porta nel cuore.  



lunedì 23 aprile 2012

la Lega fra neofascisti e massoneria


Bossi: “i soldi sono della lega e possiamo anche buttarli dalla finestra”.  Questo è un ragionamento ignobile, antidemocratico, tipico dei peggiori dittatori sud americani. Quei soldi provengono da finanziamenti pubblici (di tutti i cittadini) per far funzionare la politica. Questo nelle intenzioni di chi ha voluto stravolgere i referendum. Non sono assolutamente della lega, sono degli italiani, in primis degli elettori leghisti che hanno dato la loro preferenza a chi con quei quattrini paga le multe al figlio scemo.
Ci sono tuttavia aspetti inquietanti in quel partito verde che da sempre definivo neonazista per la filosofia che guida il pensiero di suoi illustri esponenti, cito Borghezio, Belsito giusto per dirne due. Ora apprendo da l’Espresso in edicola, che non si trattava di mera filosofia di vita, erano passati dalle parole ai fatti. La magistratura calabrese, secondo l’autore dell’articolo, Lirio Abbate, sta indagando su una linea nera che unisce esponenti di primo livello della lega con Delle Chiaie (già tesoriere dei NAR di Mambro e Fioravanti e indagato per tutte le peggiori nefandezze italiane, dal golpe Borghese alle stragi di Piazza Fontane e Bologna), alla massoneria, alle cosche calabresi. Nel calderone delle indagini navigano ex NAR poi passati alle liste della Mussolini o in quota a La Russa. Nell’articolo si fa riferimento all’utilità del programma Miglio, che Gelli  sponsorizzò, e alla coesione totale delle liga veneta con aderenti dei NAR (in particolare con l’avvocato Stefano Marinacci, legale di Delle Chiaie).
Tutto a insaputa di Bossi, di Calderoli e di Maroni? Scommetto che nessuno ne sapeva nulla.    

domenica 22 aprile 2012

Comizi? Meglio Perrotta


A las cinco de la tarde.
Eran las cinco en punto de la tarde…

Così cantava Garcia Lorca. 
La campagna elettorale leccese ha solo spostato l’ora, nessuno è stato incornato, per carità, però dove diavolo andare?
Alle sette della sera
Eran le sette in punto della sera…
Era venerdi 20 aprile anno di grazia 2012.
Camilli stava a parlare all’Hotel Hilton con Pionati per Luigi Melica.
Alle sette della sera la Poli Bortone incontrava con Miccichè i suoi devoti in quel del President.
Alle sette della sera Casini stava con Luigi Melica a chiacchierare di futuro e di governo al Tiziano.
Alle sette della sera più o meno Vendola e Barbanente stavano al comitato Salvemini in Via N. Sauro.
L’eccezione però è stata di Alternativa Comunista, loro hanno fatto un comizio in Piazza Sant’Oronzo, erano le sei e mezza della sera. In realtà passavo da lì alle sei e quarantacinque e pioveva, loro, i comunisti alternativi, stavano riparati sotto i portici ad aspettare che cessasse. Tutti e otto.
Proprio mentre pensavo chi andare ad ascoltare in mezzo a cotanta offerta simultanea squilla il telefono “Ho recuperato due biglietti per Perrotta che legge Bodini”. Irresistibile! Non ho resistito…