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sabato 28 aprile 2012

Lecce; filobus al capolinea?


Ebbene si, sono salito sul filobus (già metropolitana di superficie, già trasporto ecocompatibile, già mostro divoracielo).
Bello, lindo, pulito ed economicamente insostenibile, almeno così ci dicono Loredana Capone e Carlo Salvemini, candidati per il centro sinistra alle elezioni della settimana prossima, rispettivamente nel ruolo di sindaco e vice, che proprio sul 23 hanno convocato l’incontro con i giornalisti. Si, è vero, il numero non è 23, l’ho rinominato per vezzo, tanto è costato ai cittadini in milioni di euro quell’immenso mucchio di acciaio e rame. Ed ora che ne facciamo? Intanto annotiamo che dei sei candidati alla carica di sindaco non ce n’è uno che lo difende, il centro sinistra l’ha osteggiato, il centro destra l’ha subìto. Persino il sindaco uscente Paolo Perrone dice che lui non lo voleva. E qui il primo vulnus, se uno non concorda con una spesa di tali dimensioni la subisce senza colpo ferire da vicesindaco della palificatrice Poli Bortone? Mistero.
Però, diciamolo, pochi hanno le idee chiare sul che fare in caso di vittoria. L’unico ad avere una via d’uscita sembra essere ancora una volta Paolo Perrone, beh, in realtà più di un piano infallibile si tratta, a sentire La Capone e Salvemini, di una speranza. Ebbe a dire il nostro “se la magistratura riscontrerà reati nella gestione filobus lo smantellerò”, ecco fatto. “Si vede chiaramente da queste parole come il Sindaco uscente non abbia un programma in merito ed aspetti l’operato della magistratura” commenta Carlo Salvemini, una specie di vicariato in sostanza.  C’è poi il dilemma (beh, definirlo dilemma pare un azzardo, si tratta di una divergenza mica da ridere) sulle spese di gestione: 1.350.000 euro secondo Salvemini e la Capone che citano i dati forniti dal direttore di gestione SGM, 350.000 dice Peyla, già direttore di SGM ed ora candidato del centro destra. A questo proposito vale la pena annotare un prezioso siparietto simpatico per qualcuno, fuori luogo per molti dei presenti, a metà percorso circa sale proprio lui, il Peyla che assiste alla conferenza stampa e alla fine non si nega ai cronisti che chiedono magari una conferenza stampa congiunta sul filobus con lui, la Signora Poli Bortone e Paolo Perrone, ma lui nicchia e dice che il centro sinistra non sa leggere le carte, che sarà lui a fornirle “ ho telefonato per farmi dare i dati aggiornati” insiste. Per carità, uno mica può sapere tutto, neppure fosse stato fino a pochi giorni fa a capo  di SGM. Come dite? C’era? Ah, roba da Crozza, quando imita Formigoni che dice “non ho con me l’agenda, non posso dire chi sono i miei assessori…” Che sia venuto solo per sfilare davanti alle telecamere anche se convocate da altri? Così, a occhio e croce, pare un comportamento “un po’ così” per dirla alla Paolo Conte.
Mentre il filobus finalmente carico di passeggeri, con telecamere e taccuini, è vero, ma pur sempre passeggeri, frulla le persone su un asfalto che definire dissestato è voler essere carini, e prosegue fermandosi qua e là a causa di auto parcheggiate sulle corsie preferenziali, il discorso prosegue. E tutti a riflettere sull’unica linea attivata, sui 4 automezzi mai consegnati dalla ditta costruttrice perché, il condizionale è d’obbligo, non ci sarebbero quattrini per pagarli, mentre altri quattro mezzi stanno nei depositi perché utilizzati come parti di ricambio per quelli funzionanti, e si riflette sui “70 piccoli mezzi a metano che si sarebbero potuti acquistare con gli stessi soldi” come dice Loredana Capone.
Certo, ora il problema rimarrà nelle mani di chi governerà i prossimi cinque anni. “Io penserei ad un project financing che riconverta l’esistente” dice Loredana Capone.  “Magari collegando le marine alla città, o l’hinterland”. Ripieghi comunque e sempre. Però il danno è stato fatto ed è immenso, la scelta di permettere ai leccesi di tornare a vedere il cielo non è poi così peregrina, d’altra parte “Se costruiamo un grattacielo e non possiamo utilizzarlo e inoltre ci accorgiamo che è storto non abbiamo molte scelte” dice Salvemini con un’esaustiva metafora.  Allo stato attuale e con i costi di gestione proibitivi “il filobus è ingestibile per le casse comunali” dicono all’unisono Salvemini e Capone. 

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