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sabato 1 dicembre 2012

1 dicembre 1970 il divorzio è legge

 Ci sono date che più di altre è bene ricordare, in particolare quando segnano il momento in cui una nazione diventa più civile, in cui una Democrazia tenta di riscattare la naturale sua laicità per poter dire che veramente tutti i cittadini sono uguali di fronte alla Costituzione, senza steccati altri del rispetto delle leggi. Che gli atei valgono quanto i credenti, che i mussulmani hanno diritti identici a quelli dei cattolici, che un capo di stato straniero non deve interferire nelle cose di un’altra nazione dettando la sua etica e la sua morale, foss’anche un premier vestito di bianco.
Il primo dicembre 1970 viene votata la legge 898 (Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio) detta Fortuna – Baslini . Loris Fortuna, deputato socialista, già partigiano, poi del PCI, con i fatti di Ungheria del ’56 uscì dal partito Comunista per iscriversi al PSI. Antonio Baslini, Partito Liberale Italiano, a cui va il merito di aver provato, senza esito positivo,  mettere i cittadini tutti sullo stesso piano di fronte alla legge, presentò invano un disegno di legge che voleva abolire l’immunità parlamentare, quella che tanto è servita a parare le terga di collusi con le mafie.
Ci provarono già altri statisti illuminati a far passare il principio dello scioglimento del matrimonio. Ricordiamo Salvatore Morelli nel 1878 e nel 1880. Altri progetti vennero presentati nel 1882 e 1883. Ci riprovò l’Onorevole Villa nel 1892. Nel 1902 il governo Zanardelli tentò di far passare il divorzio in caso di maltrattamenti e sevizie, votarono si 13 deputati, no 400. Ancora tentarono i Socialisti nel 1920, poi arrivarono i patti lateranensi fra Mussolini e il papa e ogni tentativo di civilizzazione venne cassato del tutto. Occorrerà aspettare il 1965 per vedere presentata dall’onorevole Loris Fortuna un’altra ipotesi di legge. Nel ’69 l’Italia e il mondo stavano cambiando e nel 1970, il primo dicembre, il divorzio diventò legge con i voti favorevoli del Partito Socialista Italiano, Partito Comunista Italiano, Partito Radicale, Partito Liberale e quelli contrari di Democrazia Cristiana, Movimento Sociale e Sudtiroler Volkspartei (fecero campagna contro il divorzio i divorziati Casini e Fini, per citarne due).

Nel gennaio del 1971 gli antidivorzisti (DC, MSI con l’appoggio della CEI) depositarono la richiesta di refrendum abrogativo. A curare i loro interessi fu tal Gabrio Lombardi, onorevole DC che ebbe questo come unico “merito” nella sua carriera. Un milione e trecentomila firme vennero raccolte anche nelle chiese. Il 12 maggio 1974, dopo una campagna elettorale epica in cui la DC affiggeva manifesti citando Togliatti, l’MSI (il partito neofascista di Fini e La Russa) andava vociando di cosacchi distruttori della famiglia, la chiesa e i vescovi e cardinali tutti che istigavano i parroci a parlare del demonio divorzista, in cui un Amintore Fanfani tentò il tutto per tutto perdendo la faccia e forse la possibilità di salire al Quirinale, l’Italia civile partecipò al voto nella misura dell’87% degli aventi diritto, il 59,3% decise che il divorzio era un diritto (non certo un dovere) per tutti, anche per Fini e Casini. Per l’oscurantismo e contro il divorzio votò il 44,9%.     

venerdì 30 novembre 2012

Fazio & company la banda dei disonesti


Per la scalata all’Anton Veneta la Corte di Cassazione ha confermato le condanne a Antonio Fazio, due anni e sei mesi, agli ex vertici UNIPOL Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, un anno e otto mesi, un anno per Fiorani. Il manipolo di criminali (sono condannati in via definitiva, quindi si può dire) era accusato di aggiottaggio, di aver ostacolato gli organismi di controllo e di appropriazione indebita.
Fazio, Fiorani e Consorte
Ora, lasciamo correre il tipo di reati, soffermiamoci sulla “qualità” istituzionale dei singoli individui. Il Signor Antonio Fazio, per dirne una, era il governatore della Banca D’Italia, il massimo organo finanziario dello Stato, quello che decideva le sorti della moneta, che aveva in mano le leve dell’economia nazionale ed istituzionale. Il Governatore della Banca D’Italia che affida al più inaffidabile, Fiorani, il compito di non far cadere l’Antonveneta in mani straniere, cosa poi regolarmente accaduta, era stato messo nella delicata posizione che occupava, da chi? Quando? Perché?  Da chi siamo stati guidati in questi lunghissimi anni?
E ci sta pure il “nodo” Unipol, l’assicurazione un tempo dei compagni, vicina alla sinistra, quella più “sinistra” appunto, più biecamente legata ai loschi affari. Tutto un giro che noi umani fatichiamo a comprendere, quello che ci rimane è un lunghissimo tempo di malgoverno, di incapacità, di reati commessi ad ogni livello. Se chi governa la Banca d'Italia è un malfattore, come stupirci se il premier è accusato, che so,  di  prostituzione minorile? Di quest'utimo ancora non diciamo che è un criminale, siamo garantisti ed aspettiamo il terzo grado se mai arriverà, che sia un primo ministro poco dignitoso però penso si possa dire.  

giovedì 29 novembre 2012

ILVA... ed altre sciagure


C’era vento a Lecce, non troppo però. C’era nubifragio a Taranto, esagerato veramente. “meno male che noi abbiamo sant’Oronzo” dice la madre di Mauro. “E’ stato il Signore che l’ha mandato, visto che non siamo capaci di chiuderla noi ci ha pensato lui” mi dice un tizio mentre il parrucchiere gli taglia i radi capelli. E io penso alla sfiga degli operai dell’ILVA. Respirano cancro da una vita ma anche (veltronianamente dico) hanno un lavoro, poi la magistratura dice che l’azienda si deve mettere a posto e intima la chiusura delle lavorazioni più insidiose per la salute dei tarantini (plurale, da non confondere con quello delle mazzette e delle escort distribuite come panettoni a Natale). Poi gli operai si dividono: chi vuole lavoro, chi vuole salute, chi vuole entrambi. Il bello è che hanno tutti quanti ragione nelle richieste, sono le contro proposte che lasciano allibiti, quasi il lavoro non fosse un diritto sancito dalla Costituzione, come la salute, quasi non si sentisse un forte profumo di ricatto.  Poi la storia è nota, arrestano un po’ di personaggi e ILVA dice che chiude tutto quanto: “pari e patta”.  E’ allarme, ci saranno decine di migliaia di posti di lavoro persi in Italia. In tutto questo baillamme ti arriva pure la tromba d’aria che spazza e ammazza e getta a terra ciminiere e gru. “Sembra che abbiamo una maledizione sulla testa” dice mesto un operaio ILVA mentre si allontana da quella bomba in procinto di esplodere. Eggià, sembra proprio. Se uno è credente va a finire che addebita tutto quanto a Lui (non a Silvio, proprio a Lui). Per gli altri vale il discorso che gli scienziati fanno da decenni: effetto serra e riscaldamento globale. Gli stessi scienziati dei quali al capitale (si può dire?) non può fregare di meno. Eliminare gradualmente i combustibili fossili sarebbe ottima cosa, però rende poco ai padroni del petrolio, meglio fare auto a benzina e gasolio. Il sole e il vento producono energia a costo zero per tutti. Tranne che per gli italiani che strapagano in bolletta i benefit che vanno alle aziende che producono e installano pannelli solari e torri eoliche. Sarà pure vero che il governo regionale ha fatto sforzi per produrre energia pulita, altrettanto vero è che la mancanza di controlli ha devastato i territori e appaltato alle mafie gli impianti eolici e solari. Come vero è che i pugliesi come unico benefit hanno un costo più elevato di energia e Cerano sempre là, immobile, immarcescibile, in attesa del tornado che farà dire delle maledizioni degli Dei.

Ora aspettiamo il decreto Monti che dirà che l’ILVA potrà inquinare serenamente per altri due anni. E mi torna in mente il Prof. Boero che parlava di danni ambientali e diceva che le aziende hanno attivi e passivi, entrate e uscite derivanti dal lavoro puro. Nessuna ILVA mette però in bilancio il danno ambientale che, come per Taranto, verrà pagato per intero dai cittadini tutti.  E’ di ieri l’emanazione da parte della regione Puglia, di un documento chiamato “ILVA – Timeline” (parlare in italiano o in pugliese non è possibile?) in cui la Regione dice dei passaggi fatti dal governo Vendola sul caso ILVA, sembra tutto un percorso verso il chiarimento dei danni alla salute pubblica e all’ambiente, sembra…. Il risultato evidente è la minaccia di chiusura degli stabilimenti e la situazione catastrofica della salute pubblica.  Intanto ILVA forse benedice il tornado e chissà, forse sta costruendo stabilimenti dove è più facile inquinare, magari in Albania, così i suoi fumi i pugliesi li respireranno di seconda mano. 

la luna, le nuvole, renzi e Bersani

ph dal sito: http://www.massimotalamini.it/
La luna quasi piena se ne sta nascosta dietro le nuvole che di tanto in tanto la fanno intravedere... Pudica e altera.... Sicuramente fiera, sicuramente tranquilla, sicuramente non ha visto il duello Bersani Renzi in TV, ne sarebbe uscita mogia, triste, cupa, svuotata dalla sua pienezza. 

mercoledì 28 novembre 2012

Let it bleed 29 novembre 1969


Gimme shelter
Love in Vain
Country Honk
Live with Me
Let it bleed
Midnight Rambler
You got the silver
Monkey Man
You can’t Alwais get whan you want


Sono I brani contenuti nel disco Let it bleed pubblicato il 29 novembre 1969 dai Rolling Stones. E’ l’ultimo intervento di Brian Jones che lasciò il gruppo e morì pochi giorni dopo affogato nella sua piscina, i medici dissero che era sotto l’effetto di droghe.


Mick Jagger (voce), Keith Richards ed Elmo Lewis (Brian) (chitarre), Dick Taylor (basso), Ian Stewart (piano) e Mick Avory (batteria) era la formazione originaria. Nel 1962 si aggiunse Charlie Watts e nel tempo anche Ron Wood.

Oggi la versione geriatrica del gruppo è composto da: Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ronnie Wood.


martedì 27 novembre 2012

Lecce devastata?

Lecce, via Ascanio Grandi chiesa ortodossa di San Nicola (già chiesa del Bambino e SS. Trinità dei pellegrini)

Succede a Lecce, la caparbia ostinazione di alcuni amanti del bello, come   Giovanna Falco che   su facebook gestisce il gruppo Lecce si Lecce no, porta alla luce lo scempio e la devastazione dell'imbecillità umana. Mettere una cancellata come quella in immagine nel centro storico di Lecce barocca è come dipingere con smalto verde pisello il David di Michelangelo. 
Lecce e dintorni sono già devastate da scempi di ogni natura, dalle discariche a cielo aperto nelle campagne salentine, all'abusivismo diffuso, dall'alluminio anodizzato che caratterizza centri storici come quello di Gallipoli e quello di molta Lecce storica e ancora e ancora. Fino alla disastrosa cancellazione del cielo leccese coperto da una ragnatela di fili di un filobus tanto improbabile quanto costoso, se si decidesse alla buon'ora di salvaguardare i beni artistici e architettonici dell'Italia e si investisse in cultura anzichè andare in TV a dire che gli insegnanti sono persone senza voglia di lavorare (vedi il signor Mario Monti da Fazio), forse qualcosa cambierebbe.  

lunedì 26 novembre 2012

primarie dei cachi (seconda parte)

risultati parziali

dalla pagina facebook: marxisti per Tabacci

Dai primi risultati si evince che al congresso del PD le armi si affileranno domenica prossima e la lotta sarà all'ultimo sangue. Se vince Bersani si aprirà all'UDC, se vince Renzi l'UDC entrerà nel soviet supremo del PD. Comunque vada vincerà Casini.