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mercoledì 12 luglio 2023

Lecce- primarie si primarie no, la terra dei cachi

 

Sono rimasto stupito leggendo le dichiarazioni di alcuni esponenti del centro sinistra leccese a proposito di primarie per le prossime elezioni amministrative.

In un periodo in cui sia a livello locale che nazionale, la destra, anche estrema, sembra prendere il cucuzzaro intero, cercare motivi di ulteriore divisione nel centro sinistra ha il sapore amaro del “facciamoci del male”.

Certo non si tratta di accettare tutto quel che viene, occorre un dialogo sereno e pacato sulle virtù dell’amministrazione targata Salvemini, ma anche, anzi, soprattutto, sui suoi limiti. Occorre superarli, andare avanti non con trattative da mercato di poltrone o seggiolini, ma con le competenze da mettere in campo per il bene della città e del centro sinistra tutto, per provare a farlo rinascere in modo virtuoso.

Temo che, a fronte di primarie forzose, molti elettori sarebbero quanto meno disorientati. O si dice chiaramente che l’attuale amministrazione non merita la ricandidatura e se ne elencano i motivi, oppure sembra una storia di ripicche per vedere chi è più puro di chi. Antiche storie già viste e mai digerite, che allontanano dalla politica alta, se ancora esiste.  Ritengo eventuali primarie, nei fatti, una sconfitta. Rappresenterebbero una bocciatura tout court dell’amministrazione uscente e un assist a chi vuole azzannare tutto ciò che non è destra. Insomma, un modo di offrire la città e il suo governo a chi amava dire “a Lecce cumandamu nui” ed ha lasciato la città in preda al predissesto.

Il momento è ancora interlocutorio fra le mille anime del centro sinistra apparentemente mai così frantumato e disorientato, si dovrebbe optare per un dialogo aperto. Il cammino per ridare vita ad una città depressa da decenni di voti di scambio e mazzette e amministrazioni che badavano al tornaconto immediato e non alla programmazione di un futuro dignitoso è ancora lungo, tortuoso, pieno di buche da rattoppare e filosofie di vita da cambiare globalmente, tuttavia in questi anni si sono visti passi avanti, magari timidi in alcuni casi, o eccessivi in altri, ma si sono visti. Ora giocare al tiro a segno sarebbe segno di debolezza, non certo di forza. Le primarie non solo non sono necessarie, rischiano di essere dannose e di funzionare da boomerang verso chi le indice. Occorre rafforzare l’amministrazione uscente e farsi carico, ogni partito, formazione, lista, di candidare i migliori. Far parte di una coalizione significa anche controllare il pilota per arrivare a scelte ampiamente condivise. Certo, non è il sol dell’avvenir all’orizzonte, però quanto meno siamo in presenza di onestà e dignità. E non è poco.