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sabato 31 ottobre 2015

NO allo stupro della Costituzione


dAL SITO: Coordinamento democrazia costituzionale propongo questo articolo:

DEFORMATA LA COSTITUZIONE, NASCE IL COMITATO PER IL NO


Il giudizio negativo sul testo della riforma approvata dal Parlamento si fonda anche sull’interazione fra le modifiche costituzionali e la nuova legge elettorale (l’Italicum) che ripropone amplificandoli gli stessi aspetti di incostituzionalità del porcellum che la Consulta ha censurato con la sentenza n. 1/2014. Con queste riforme si crea un contesto istituzionale che sterilizza il sistema di pesi e contrappesi che i Costituenti vollero instaurare per evitare pericolose concentrazioni di potere nelle mani di un unico soggetto politico (un uomo solo al comando).
Per contrastare gli effetti perversi dell’Italicum il Coordinamento ha già depositato in Cassazione, il 16 ottobre la richiesta di due referendum abrogativi e si prepara ad organizzare la campagna di raccolta di firme.
Per contrastare la riforma costituzionale è stato deciso di costituire in via anticipata il Comitato per il No.
Naturalmente la speranza è che il Parlamento, riveda le sue posizioni. Se ciò non dovesse avvenire sarà giocoforza affrontare il referendum previsto dall’art. 138 della Costituzione, che permetterà ai cittadini italiani di potersi finalmente esprimere e di bocciare la manomissione della Costituzione, come è avvenuto nel 2006 quando è stata cancellata la riforma voluta da Berlusconi.
In ogni caso il governo Renzi deve sapere fin da ora che ci sara’ chi sosterra’ il no nel referendum senza farsi intimorire dalla propaganda stucchevole che circonda queste iniziative del governo.
Il Comitato è apartitico e nasce dall’incontro fra le associazioni attive nella società civile sui temi della democrazia, alcuni soggetti politici e sindacali e la migliore cultura giuridica costituzionale italiana e chiederà l’adesione delle forze politiche e sindacali che vorranno impegnarsi per il no.
Vi partecipano autorevoli giuristi e costituzionalisti come Gaetano Azzariti, Felice Besostri, Francesco Bilancia, Lorenza Carlassare, Claudio De Fiores, Gianni Ferrara, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Francesco Rescigno, Cesare Salvi, Massimo Villone, Mauro Volpie personalità della cultura o esponenti delle associazioni come Anna Falcone, Alfiero Grandi, Raniero La Valle, Alberto Asor Rosa, Francesco Baicchi, Antonello Falomi, Pancho Pardi, Franco Russo, Giovanni Russo Spena e tanti altri.
Roma, 29 ottobre 2015
Lo sforzo per bloccare la stupro alla Costituzione è iniziato e deve proseguire in ogni luogo e con ogni mezzo democratico. No alla riforma Gelli/Berlusconi/ Renzi.

I mandanti

Il killer (l'utile idiota)


venerdì 30 ottobre 2015

Che c'entra il gorgonzola con Philips Morris?

Il 30 ottobre 1988 la Philips Morris va a fare la spesa e si compra tutta la Kraft Foods spendendo 13 miliardi di dollari. Nel 2003 Philips Morris viene acquisita con il cucuzzaro intero da Altria Group Inc.

P.M. è nota per il tabacco, controlla infatti i marchi:  Marlboro, L&M, Chesterfield, Bond Street, Philip Morris, Parliament, A Mild, Lark, Morven Gold, Next, Dji Sam Soe, Diana, Optima, Sampoerna Hijau, Muratti, Virginia Slims, Merit, Red & White, Apollo-Soyuz, Delicados, Boston, Multifilter, Longbeach, SG, Peter Jackson  Alpine, Basic, Benson & Hedges, Bristol, Cambridge, Chesterfield, Commander, Dave's, English Ovals, L&M, Lark, Marlboro, Merit, Parliament, Players, Saratoga,Virginia Slims Copenhagen, Red Seal, Skoal, Husky, Prince Albert, Carter Hall, Middleton's, Kentucky Club.
In sostanza controlla tutto il fumabile in commercio.

Non solo tobacco però, P. M. controlla anche il food: Kraft, Jacobs Suchard S.p.A., Fattorie Osella S.p.A., Invernizzi S.p.A., Jacobs caffè S.r.l., Hag Milano, Simmenthal S.p.A.,  Baika, Dover, Gim, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Legeresse, Linderberger, Sottilette, Osella, Philadelphia, Hag, Splendid, Cote d'Or, Milka, Toblerone, Simmenthal, Spuntì.


giovedì 29 ottobre 2015

Il tennico (Stefano Benni)

Ci sono persone che sanno ogni cosa dello scibile umano, ottimamente descritte in "Bar Sport" dall'immenso Stefano Benni. Il "tennico".


Il tecnico da bar, più comunemente chiamato "tenni­co" o anche "professore", è l'asse portante di ogni di­scussione da bar. Ne è l'anima, il sangue, l'ossigeno. Si presenta al bar dieci minuti prima dell'orario di apertu­ra: è lui che aiuta il barista ad alzare la saracinesca. Il suo posto è in fondo al bancone, appoggiato con un go­mito. Lo riconoscerete perché non si siede mai e porta impermeabile e cappello anche d'estate. Dal suo angolo il tecnico osserva e aspetta che due persone del bar ven­gano a contatto. Non appena una delle due apre bocca, lui accende una sigaretta e piomba come un rapace sulla discussione. Nell'avvicinarsi, emette il verso del tecnico: "Guardi, sa cosa le dico", e scuote la testa. Il tecnico resta nel bar tutta, la mattina: nei rari momenti di sosta tra una discussione e l'altra, studia la "Gazzetta dello Sport". Nell'intervallo per il pasto corre al buffet della stazione, che è sempre aperto, e lo si può vedere mentre col giornale che pende dalla tasca adesca i pendolari cercando di attaccare un bottone su Anasta­si. Normalmente, si ciba solo di aperitivi; olive, patatine fritte e caffè, venti normali e venti hag al giorno. Oppu­re fa un rapido salto la casa e mangia invariabilmente tortelloni, anzi li ingoia dicendo: "Ho fretta, devo andare in ufficio". L'ufficio è il bar, dove il tecnico ricompare al­le due menò dieci per restarvi fino all'ora di chiusura. A mezzanotte, il tecnico torna al bar della stazione, dove aspetta il giornale fino alle quattro, e accompagna a ca­sa tutti gli amici per le ultime discussioni della giornata. Va a letto e parla nel sonno recitando classifiche fino alle sette, sette e mezzo. Altra caratteristica del tecnico è lo sguardo: guarda sempre con. un
occhio chiuso per il fumo e con uno spi­raglio dell'altro, rosso come brace e leggermente lagri­moso, la testa piegata da una parte. Il busto è legger­mente ripiegato in avanti ad abbracciare l'ascoltatore; 
la mano sinistra mima; con la destra, munita di sigaretta, il tecnico vi dà continuamente delle piccole spinte, o dei colpetti sullo sterno,o vi tiene fermi contro il muro men­tre parla. Di cosa parla un tecnico? Di calcio, di sport in gene­re, di politica, di morale, di macchine, di agricoltura, di prezzi della frutta, di diabete, di sesso, di trattori, di ci­nema, di imbottigliamento, di spionaggio. In una parola, di tutto. Quale che sia l'argomento trattato, il tecnico lo conosce almeno dieci volte meglio dell' occasionale interlocutore; anzi, dirà, è una delle cose che lo ha inte­ressato di più fin da piccolo. Il vero tecnico suffraga spesso la sua competenza con parentele. Esempio: se si parla di. comunismo, lui ha un cognato che lavora a To­gliattigrad; se si parla di pesca subacquea, ha un fratello fidanzato da sei anni con una cernia; se si parla di edilizia, ha un cugino manovale, e così via. Inoltre, è stato compagno di scuola di tutti i ministri dell'arco Co­stituzionale, che spesso gli telefonano per sfoghi e con­fidenze. Come parla il tecnico? Il tecnico parla un italiano leggermente modificato Per fare qualche piccolo esem­pio, egli fa precedere molti termini da una a: aradio, agratis, mi amanca. Usa largamente la g: gangio, gabina. Cita largamente dal latino: sine qua non (siamo qua noi) o fiat lux (faccia lei). Usa verbi col congiuntivo tattico: se me lo dicevaste prima, anderei. Rimpasta termini inglesi: croch (cross), frobil (football). Usa termini innestati, esempio: Janich, il vecchio baluastro della difesa rossoblù (baluastro = baluardo + pilastro). Il tecnico di calcio vive in simbiosi con un altro per­sonaggio, che è "l'uomo con cappello". In tutti i capannelli infatti, se osservate bene, mentre al centro si trova il tecnico, leggermente defilato alla periferia c'è un uo­mo con il cappello calato sul naso e le braccia dietro la schiena. Questo secondo personaggio sembra avere il compito di intervenire con bestialità tremende che fanno perdere le staffe al tecnico. Benché ripetutamente in­vitato dal tecnico a portarsi al centro del capannello, preferisce spostarsi lungo la sua circonferenza
parlando da punti diversi, cosicché il tecnico è continuamente ob­bligato a rispondergli girando in tondo. Tutti sanno che il momento più importante per un tecnico calcistico da bar è quando, il giorno prima di una partita della nazionale, egli deve dare la sua forma­zione. Il tecnico, a questo punto, raduna una ventina di persone e comincia: "In porta, sicuramente, ci metterei Zoff. Terzini Rocca e Fedele”. E spiega il perché della sua scelta: Zoff è una sicurezza. Rocca è meglio di Fac­chetti perché li ha visti tutti e due alla televisione e Roc­ca gli è sembrato più in palla. Infine Fedele l’ha visto al­lo stadio, e correva e fluidificava. A questo punto l'uomo con cappello interviene e dice: “Ma cosa dice. Se non stava in piedi". Allora il tecnico racconta, una per una, le ottanta azioni di Fedele della partita precedente. Molto spesso è preparato alla biso­gna e ha con sé un quaderno di appunti. Poi cita a me­moria le cronache dei quattro quotidiani sportivi. Ma ecco che l'uomo con capello, spostatosi a destra, dice dal tetto di una macchina: "Fedele ha il menisco". Tutti allora si voltano allarmati verso il tecnico, per chiedere spiegazioni. Il tecnico li calma con un gesto della mano e passa in rassegna gli ultimi quaranta casi di menisco del campionato italiano. Spiega brevemente in cosa con­sista l' operazione; anzi, se qualcuno si presta, gli taglia un pezzo di pantalone e lo opera sul marciapiede con un temperino, mostrando agli astanti la funzione dei lega­menti della rotula. Oppure estrae dalla macchina un modello anatomico di ginocchio umano e lo illustra.
Quindi prosegue:
“Stopper Morini, libero Burgnich, mediano sinistro Re Cecconi. Ala destra Mazzola, mezze ali Benetti e Ri­vera, ala sinistra Riva, centravanti Savoldi". L’uomo col cappello appare da un tombino sulla sinistra e dice: "Savoldi? Siamo matti, Savoldi?"."E perché?"gli viene chiesto. ."Perché ha i piedi piccoli." Allora il tecnico diventa color tecnico adirato, che è una bella sfumatura di rosso usata anche per i tailleur. Poi comincia a urlare tutti i numeri di scarpe dei centravanti italiani dal 1947, come un
invasato: “ Meazza 40, Piola 41, Charles 42, Pivatelli40”, dicendo che il piede piccolo, a meno che non sia porcino, non è affatto un handicap. L’uomo con il cappello ribatte: “Si, ma Savoldi ha il 39”.
“E lei come lo sa?” “Sono il suo calzolaio.” (Non è vero. Tutti gli uomini con il cappello sono, oltre che
incompetenti, malvagi e bugiardi.) Allora il tecnico urla: “Lei è un tecnico di serie C”, che in un bar è 
un’offesa quasi mortale, e l’uomo col cappello replica: “Sono quelli come lei che mandano in rovina la nazionale!” e in breve tempo si azzuffano. La gente li separa. Il tecnico si allontana con aria di 
superiorità. L’uomo con il cappello, rimasto padrone del campo, dichiara che l’Italia non vincerà mai uno scudetto finchè continua a tenere Pelè in porta. Viene preso, pestato, e mandato via col camion
del rusco.

mercoledì 28 ottobre 2015

Επέτειος του Όχι (in Grecia si festeggia il "giorno del no")

Il 28 ottobre per i greci è festività civile,  si chiama la "festa del no" (Επέτειος του Όχι). Nacque il 28 ottobre 1940. All'epoca l'Italia era guidata da un guerrafondaio fascista e golpista che immediatamente dimostrò la sua pochezza militare e un comportamento da zerbino nei confronti di Hitler. E' infatti molto probabile che i tedeschi avessero fatto un ragionamento di questo tipo: vist oche quel Mussolini è un pallone gonfiato incapace, facciamogli invadere la Grecia, un isolotto che vuoi che sia?". Quel giorno Emanulele Grazzi, ambasciatore italiano, fece recapitare al primo ministro greco un ultimatum in cui si ingiungeva di fare entrare nel territorio greco le truppe italiane per fare barriera contro gli inglesi. La risposta doveva giungere entro tre ore dalla ricezione. Il primo ministro greco disse che non ci pensava proprio. Dall'Italia Mussolini pronunciò la famosa frase "spezzeremo le reni alla Grecia", mai profezia fu più attendibile, l'Italia pensava di essere superiore alla Grecia militarmente e strategicamente, e le truppe italiote varcarono il confine dall' Albania e andarono incontro ad una sconfitta epocale. Se non arrivavano i tedeschi a parare le terga degli italiani sarebbe stata debacle. L'Italia e il suo duce ne uscirono "con le reni spezzate".  

martedì 27 ottobre 2015

27 ottobre 1962: assassinio Enrico Mattei

Il 27 ottobre 1962, sulla campagna di Bascapè (PV) esplode in volo l'aereo con Enrico Mattei a bordo. Muoiono tutti i passeggeri. Subito si parlò di incidente, ma nessuno ci credeva. Nell'utunno '62 in un'intervista, Chruscev disse che "il caro amico dell'Unione Sovietica" era stato assassinato. Nel 1986 Fanfani parlò di "abbattimento". Nel 2012 la corte d'assise di Palermo stabilì che Tullio De Mauro, il giornalista trucidato, venne fatto fuori perchè sapeva fatti cmpromettenti per qualcuno sull'omicidio Mattei. Fatto sta che a far fuori l'uomo dell'AGIP avevano interesse in molti: La CIA perchè
Enrico Mattei
Mattei privilegiò il dialogo con l'Unione SOvietica. Ambienti francesi in quanto la politica algerina si stava evolvendo togliendo potere alla Francia stessa e la morte di Mattei si frappose impedendo importanti accordi economici. Inoltre il peso di Mattei nella politica italiana era talmente forte che non si può escludere che ambienti interni commissionassero la strage alla mafia. Certo è che proprio la mafia fu l'esecutore scelto dai mandanti, le commistioni fra ambienti politici e mafiosi non sono mai venute meno, e i primi stavano allenandosi per la stagione delle stragi con le quali, dal 1969, insanguinarono l'Italia intera e avvelenarono la politica.

domenica 25 ottobre 2015

Ora solare, oroscopi... buona domenica

Che mattinata stramba.
Ci costringono a cambiare l'ora!
Fu il decreto legge 631 del 25 maggio 1916 a istituire l'ora legale in Italia. Fra il 1940 e il 1948 la  cosa venne sospesa causa guerra. Durante la crisi energetica del 1965 venne definitivamente ripresa ,dapprima per 4 mesi da fine maggio a fine settembre, dal 1996 l'ora legale diventa europea, dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre.Siccome il cambio d'ora da legale a solare è deprimente e avvilente, perchè non lasciare quella legale tutto l'anno? 

A questo aggiungiamo lo scempio di tg3 e dei notiziari del mattino di LA7 di mandare a intervalli regolari l'oroscopo! Hanno la capacità populistica di Grillo e Salvini assieme. Chi è quello "sciocco"  che crede che tutti i nati sotto il segno della vergine oggi (fra le 11 e le 14,45) troveranno l'amore della loro vita?  A questo aggiungiamo lettori di oroscopi che praticano lingue a loro ignote (l'inglese per esempio) e il gioco è fatto. Ma perchè quasi tutti i giornali e telegiornali (anche quelli seri) debbono mettere l'oroscopo? Mistero! Forse è lo stesso meccanismo che costringe giornalisti "vespeggianti" come Gruber a invitare personaggi inquietanti nei loro programmi. 

Vabbè buon autunno e buona domenica di cambio d'ora.