Dopo i terrificanti terremoti in centro Italia, oltre le devastazioni delle vite tranciate, delle case devastate, di luoghi che difficilmente potranno essere recuperati se non con tempi lunghissimi, oggi ci si interroga giustamente sull'altra devastazione, quella dei beni artistici, architettonici, della cultura che dovrebbe essere il motore della crescita in Italia. Deteniamo il 75% del patrimonio artistico mondiale, tuttavia l'incuria, la dabbenaggine dei troppi governi che si sono succeduti e la mancanza molto spesso del senso civico che si aggiungono alle devastazioni naturali come quella del terremoto, ce li fanno mettere spesso in secondo piano.
Vedere una pala d'altare salvata dai vigili del fuoco dovrebbe procurare emozioni simili al vedere estrarre dalle macerie una persona ancora viva. Dovrebbe essere così perchè ogni opera d'arte, ogni mattone, ogni colonna di una chiesa, di un monumento, di un edificio storico, racchiude importanti pezzi di storia che vanno ben oltre il valore venale delle opere stesse. "Senza memoria non c'è storia" diceva qualcuno, senza queste opere noi saremmo diversi, con meno consapevolezza, sicuramente saremmo molto meno "ricchi" di conoscenza.
Per questo motivo ogni movimento, azione, organizzazione che si pongano il problema di salvare, salvaguardare e conservare la nostra storia sono le benvenute.
Nel blog del sito segnalano la loro iniziativa con queste parole:
La notte del 24 agosto segna per noi tutti un termine post-quem, è questo il vocabolo esatto che utilizzeranno i nostri colleghi in futuro per descrivere la storia di Amatrice e del suo comprensorio. Sono ore e giorni di angoscia quelle che succedono il sisma: sappiamo bene che innumerevoli monumenti storico – artistici dei paesi colpiti dal terremoto hanno subito ingenti danni. Ad oggi non conosciamo ancora l’entità della tragedia, e speriamo che a breve le istituzioni (soprintendenze) potranno quantificare ciò che è stato irrimediabilmente perso, da ciò che si potrà recuperare.
Alcune testate giornalistiche hanno rispolverato le sagge parole di Piero Calamandrei, che nel settembre del 1944 si interrogava sulla sorte di altre opere, vittime di guerra :
«Mai come in questi mesi …abbiamo sentito che questi paesi sono carne della nostra carne, e che per la sorte di un quadro o di una statua o di una cupola si può stare in pena come per la sorte del congiunto o dell’amico più caro … Non è passato giorno che io non abbia pensato, come pensavo ai miei parenti e ai miei amici in pericolo a quel quadro [la Madonna del parto di Piero della Francesca] abbandonato ai tedeschi. Che ne sarà successo? Si sarà salvato? Io non lo so ancora».
Lavorando a stretto contatto ogni giorno con il nostro Patrimonio Culturale, non possiamo far altro che impegnarci, per quanto possibile, per cercare di dare il nostro contributo nella salvaguardia dei nostri beni storico – artistici, che ci preme ricordarlo sono patrimonio della collettività. Il sisma del 24 agosto non ha colpito solo “il cuore dell’Italia” ma anche le sue periferie … le sue gambe, le sue braccia e la sua testa!
L’associazione A.G.A.P. propone, pertanto, l’organizzazione di un grande evento culturale, da svolgere nel mese di dicembre 2016, che abbia come scopo quello di raccogliere fondi da destinare al restauro di alcune opere che ci verranno segnalate dalla direttrice del museo civico “Cola Filotesio” di Amatrice. Ad oggi, del museo si sa solo che la struttura, in quanto situata in un ex chiesa del XIV sec., è andata quasi completamente distrutta, e non sappiamo effettivamente i danni che le opere ivi conservate hanno subito. Vogliamo focalizzare l’attenzione sul museo civico poiché custode, per sua natura, dei saperi della comunità . Ricostruire il futuro di una città significa non perdere le tracce del suo passato. L’idea dell’associazione A.G.A.P. è di organizzare una serie di visite guidate tematiche, dislocate in tutto il territorio regionale.