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venerdì 30 settembre 2016

1 ottobre 1906 - Nasce la CGdL

Il primo ottobre 1906 nasce a Milano la CGdL (Confederazione Generale del Lavoro) su iniziativa delle camere del lavoro, delle leghe di resistenza e delle federazioni sindacali. Gli iscritti furono 250.000-
Il Primo segretario fu Rinalde Rigola, a lui succedettero Ludovico D'Aragona e Bruno Buozzi. Durante il fascismo fu clandestina per rinascere nel 1944 come CGIL.


Lo Statuto della CGdL a questo indirizzo

Italiella - Nuova Compagnia Di Canto Popolare

mercoledì 28 settembre 2016

Parte la campagna elettorale di Renzi

Riassumendo: 

Un Ministro della Repubblica lancia il Fertility day con messaggi razzisti. Come faceva notare Crozza la giornata è esattamente 4 giorni prima di quella a favore dei contraccettivi. Dice che ci sono troppo poche nascite. Insomma "Figli per la patria" è il messaggio.

Il governo manda militari in Libia ma dice che sono lì solo per un pic nic, mica vanno in guerra.

Renzi Matteo lancia la più lunga campagna elettorale della storia europea. Dal maggio scorso si parla di referendum, ora il governo decide di farlo il 4 dicembre. Meglio sarebbe stato il 24, a Natale, si sa, siamo tutti più buoni.

Per meglio prepararsi la strada il presidente del consiglio promette: pensioni minime più alte, quattordicesima e quindicesima per i pensionati al minimo, il ponte sullo stretto di Messina. E siamo solo alel prime battute. Per copiare pari pari il suo ispiratore (Silvio da Arcore) deve ancora promettere:
Via il bollo auto
Dentiere gratis per tutti
Allungamento della vita fini a 120 anni.

Ci arriveremo presto. 

A proposito del ponte sullo stretto, al di là che Renzi Matteo non è assolutamente credibile quando ne parla, appena l'ha nominato c'è stato un piccolo sciame sismico in zona. Non per dire, ma come l'arcoriano, non è che porta un pò sfiga anche lui? 

martedì 27 settembre 2016

Renzi/Boschi: come semplifico la Costituzione



La Costituzione vigente, all'articolo 70 dice:

LA FUNZIONE LEGISLATIVA E' ESERCITATA COLLETTIVAMENTE DALLE DUE CAMERE

 Il testo della riforma Verdini/Boschi/Renzi ha "semplificato" il concetto:

 
«Art. 70. -- La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma.
Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati».

Ecco fatto, chi riesce a tradurre avrà un premio

lunedì 26 settembre 2016

Pensieri e... toc toc toc

Dopo un silenzio dovuto più che altro ad una situazione kafkiana con Fastweb che ci ha messo una settimana a riparare un guasto, torno con uno scritto del 2011. Un pò vecchiotto ma l'ho ritrovato facendo pulizia nel computer. 

Silenzio irreale nel corso stamattina. Poca gente, è presto. Non c’è ancora il pianista che suona ogni giorno e rende ovattata l’atmosfera. Non so se è un virtuoso, però mi piace. Anche le persone parlano a bassa voce, a parte quella signora che vuol far sapere a tutti di essere proprio lì e lo urla nel suo cellulare. Quasi ci fosse bisogno di urlare per farsi sentire, d’altra parte il telefono è piccolo, vuoi mica che trasmetta come quelli grandi? È un’abitudine diffusa parlare ad altissima voce dentro quel marchingegno. Poi stacca e torna il silenzio. Dietro di me sento una cadenza che sembra quella di un metronomo, toc toc toc. E’ una signora che cammina ed i suoi tacchi accompagnano anche i miei passi, per tutto il corso, da porta Rudiae a Piazza Sant’Oronzo.
Ascoltavo un dibattito in TV di prima mattina. Una mediatrice culturale, italiana di adozione e per diritto acquisito, parlava di immigrati, esuli ed altro. Diceva una cosa importantissima, alla quale spesso non si pensa.«L’esule, l’immigrato, il povero, sono persone che non hanno banalmente bisogno di aiuto. Hanno il diritto di essere soccorse. E la società che accoglie non deve parlare di aiuti come se fosse una semplice carità, ma ha il dovere civile, etico e morale di soccorrere. E loro, gli immigrati, hanno il diritto di vivere. È la regola della democrazia, dell’umanità.»
A volte si tenta di scardinare anche le secolari regole del mare. Quando il marinaio vede un’imbarcazione che necessita di soccorso deve fare tutto il possibile per garantirne l’integrità, per salvare le persone. Il solo parlare di respingimenti in mare è l’esatto opposto di questa legge. Prima si soccorre, si cura chi ne ha bisogno, poi, solo poi si parli di leggi e di norme sull’immigrazione.
Questo mi fa venire in mente l’utilizzo delle parole, l’importanza che hanno. “La manomissione delle parole”, il titolo del libro di Carofiglio. Che consiglio caldamente.  
“Parole che un tempo avevano avuto un significato eretico venivano pur mantenute, talvolta, per via della convenienza, ma il significato sfavorevole era come purgato. Innumerevoli altre parole, come: Onore, giustizia, morale, internazionalismo, democrazia, scienza e religione avevano cessato semplicemente di esistere. Tutte le parole che si raggruppavano intorno al concetto di Libertà e Uguaglianza, ad esempio, erano contenute nella semplice parola psicoreato…” (Orwell, 1984)
Così la personalizzazione del comportamento istituzionale depotenzia il concetto stesso di Istituzione. Per i presunti reati del premier si cita per nome e cognome il premier stesso, come dice bene l’amico Pierpaolo, occorre invece tornare a citarne il ruolo. Se un reato è compiuto da una cittadino è una cosa, altro è se a commetterlo è il Presidente del Consiglio, perché in quella veste non rappresenta sé stesso e basta, parla ed agisce in nome del Popolo sovrano. Problema etico, ma anche politico e dovere civico. La pena, ovviamente, deve essere la stessa da un punto di vista penale e civile, altra cosa è il ruolo sociale ricoperto. Chi governa legifera in nome e per conto del popolo sovrano. Quindi deve mantenere un comportamento virtuoso. La vita privata non è altra cosa da quella pubblica. Immaginiamo che chi legifera per aumentare le pene ai consumatori di cocaina, sia egli stesso consumatore abituale, sarebbe credibile?
E questo linguaggio, involuto, volto a celare altri significati, ha come scopo molto spesso rendere meno comprensibili gli accadimenti. Assistiamo al fenomeno surreale di un territorio inesistente che diventa luogo comune nei giornali e in TV. La padania, tristo neologismo che, a seconda di chi lo ascolta, si può coniugare con libera terra, oppure con secessionismo.
Comunque la si veda, è negazione della Carta Costituzionale e dei valori dell’unità d’Italia. Il nord Italia è libero a prescindere da tutto, perché parte di un paese libero.
Toc, toc, toc. I tacchi della signora, che non mi sono mai voltato a guardare e che non sono in grado di dire se era giovane o anziana, bella o meno bella, bionda o bruna, proseguivano a darmi la giusta cadenza del cammino.
Già, le parole. Chiesi informazioni ad un giovane vigile (in gergo: agente di polizia municipale) in un paese che non ricordo, era fiero della sua nuova divisa, mi disse “deve arrivare all’impianto semaforico e svoltare a destra” . “Al semaforo?” chiedo sornione, “si, all’impianto semaforico” insiste. Ah la burocrazia.

C’è un linguaggio comune, normale, ed uno ufficiale evidentemente. Poi c’è il linguaggio dei simpatici ad ogni costo. Mi piace ascoltare, di primissima mattina, le previsioni del tempo. Solitamente su RAI 3 perché c’è anche la rassegna stampa (che qualcuno chiamava, non a torto, rassegna stanca (cambio di consonanti, roba da enigmisti). Il colonnello ce la mette tutta per essere brillante, così una giornata in cui si prevede pioggia e vento, diventa “oggi Giove Pluvio ed Eolo faranno una scampagnata in Salento” (sic). “Alle sei e mezzo di mattino si dicono queste cose?” mi chiedo mentre la caffettiera, scordata aperta, mi allaga il fornello con il primo caffè. Oppure : “oggi preparate cappelli, guanti, sciarpa e cappotto. E ombrello al seguito”. Mi sento discriminato. Non porto, neppure nelle nebbie del Piemonte, sciarpa, cappello e guanti. In quanto all’ombrello, accidenti, l’ultimo l’ho lasciato chissà dove. Avesse detto che è previsto freddo intenso e pioggia mi sarei sentito meno stupido. Visto come le parole possono essere pesanti?
“Ti amo” racchiude un mondo e tutti i mondi, lascia aperte porte e fa volare alto. Se invece vogliamo essere burocraticamente corretti potremmo dire “quando ti penso le mie endorfine impazziscono e la produzione di testosterone aumenta, inoltre una stretta allo stomaco mi provoca inappetenza”. Volete mettere la differenza? Nel secondo caso, se proprio tiene a voi, la persona amata vi accompagna dal primo medico a farvi visitare.
Toc toc toc, solo allora mi sono voltato a guardarla, arrivati in piazza San’Oronzo ha preso una direzione diversa dalla mia, il rumore dei passi sfumava fino a sparire. Era mora, capelli lunghi.