Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

sabato 19 aprile 2014

Marino Carburis e il trasporto del granito

Marino Carburis morì a Lixuri in Grecia, il 19 aprile 1782 all'età di 53 anni. Nato a Cefalonia, si laureò all'Università di Bologna in ingegneria e si specializzò in quella militare. Chiamato in Russia da Caterina II La Grande, divenne commissario per i grandi edifici.

Il cavaliere di bronzo


 Ad un certo punto alla zarina venne la bella idea di costruire un monumento a Pietro il Grande a San Pietroburgo, il "cavaliere di bronzo".Il basamento, pare, lo scelse lei stessa, si trattava di una roccia di granito del peso di circa 1200 tonnelate da trasportare per 6 Km fino al golfo di Finlandia, per poi imbarcarla alla volta della città. Nessun ingegnere riuscì a risolvere il problema di quei maledetti 6 Km. nessuno tranne Carburis che con un sistema di  sfere di bronzo, rotaie, argani, 400 uomini e alla velocità di 100 mt. al giorno circa, riuscì nell'impresa. Issata su una chiatta venne trasportata, scortata e trainata a navi militari, per altri 16 Km. fino alla meta.

venerdì 18 aprile 2014

Ciao Gabo!!



Testo Tradotto
Testo Originale
"Se per un istante Dio dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi regalasse un poco di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, pero in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano, e come
gusterei un buon gelato al cioccolato!
Se Dio mi regalasse un poco di vita, vestirei in modo semplice, mi butterei a terra al sole, lasciando allo scoperto, non soltanto il mio corpo ma anche la mia anima.
Mio Dio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio, e aspetterei che uscisse il sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh sulle stelle un poema di Benedetti, e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Innaffierei con le mie lacrime le rose per sentire il dolore delle loro spine, e l’incarnato bacio dei suoi petali...
Mio Dio, se io avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che gli voglio bene. Convincerei ogni donna o uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini proverei quanto si sbagliano quando pensano che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi!.
A un bambino gli darei le ali, però lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli uomini...
Ho imparato che tutto il mondo vuole vivere nella cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un bambino appena nato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo mantiene intrappolato per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro dall’alto, solo quando lo aiuta ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, però realmente a molto non serviranno, perché quando mi mettano dentro quella valigia, infelicemente starò morendo."
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
"Si por un instante Dios se olvidara de que soy una marioneta de trapo y me regalara un trozo de vida, posiblemente no diría todo lo que pienso, pero en definitiva pensaría todo lo que digo.
Daría valor a las cosas, no por lo que valen, sino por lo que significan.
Dormiría poco, soñaría más, entiendo que por cada minuto que cerramos los ojos, perdemos sesenta segundos de luz.
Andaría cuando los demás se detienen, despertaría cuando los demás duermen.
Escucharía cuando los demás hablan, y cómo disfrutaría de un buen helado de chocolate!
Si Dios me obsequiara un trozo de vida, vestiría sencillo, me tiraría de bruces al sol, dejando descubierto, no solamente mi cuerpo sino mi alma.
Dios mío, si yo tuviera un corazón, escribiría mi odio sobre el hielo, y esperaría a que saliera el sol.
Pintaría con un sueño de Van Gogh sobre las estrellas un poema de Benedetti, y una canción de Serrat sería la serenata que les ofrecería a la luna.
Regaría con mis lágrimas las rosas, para sentir el dolor de sus espinas, y el encarnado beso de sus pétalos...
Dios mío, si yo tuviera un trozo de vida...
No dejaría pasar un solo día sin decirle a la gente que quiero, que la quiero.
Convencería a cada mujer u hombre de que son mis favoritos y viviría enamorado del amor.
A los hombres les probaría cuán equivocados están al pensar que dejan de enamorarse cuando envejecen, sin saber que envejecen cuando dejan de enamorarse!
A un niño le daría alas, pero le dejaría que él solo aprendiese a volar.
A los viejos les enseñaría que la muerte no llega con la vejez, sino con el olvido.
Tantas cosas he aprendido de ustedes, los hombres...
He aprendido que todo el mundo quiere vivir en la cima de la montaña, sin saber que la verdadera felicidad está en la forma de subir la escarpada.
He aprendido que cuando un recién nacido aprieta con su pequeño puño, por vez primera, el dedo de su padre, lo tiene atrapado por siempre.
He aprendido que un hombre sólo tiene derecho a mirar a otro hacia abajo, cuando ha de ayudarle a levantarse.
Son tantas cosas las que he podido aprender de
ustedes, pero realmente de mucho no habrán de servir, porque cuando me guarden dentro de esa maleta, infelizmente me estaré muriendo."

GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Traduzione a cura di Patrizia Monticelli ePatrizio Perrella
da bech_ett, 10/05/01 (da Libri e letteratura - Yahoo It)

Chet Baker ~ Every Time We Say Goodbye



Quando il computer si rompe ... ci si disintossica (quasi)





martedì 15 aprile 2014

15 aprile 1792: la ghigliottina

« La lama cade, la testa è tagliata in un batter d'occhio, l'uomo non è più. Appena percepisce un rapido soffio d'aria fresca sulla nuca » (Joseph-Ignace De Guillotin)


Era il 15 aprile 1792 quando iniziarono le prove generali per l'utilizzo della ghigliottina su  cadaveri umani e montoni. L'esito fu positivo.
Dopo soli 10 giorni, il 25 aprile, Monsieur Nicolas Pelletier, accusato di furto e omicidio, venne decapitato. La folla accorsa rimase delusa, De Guillotin aveva ragione, un attimo, un refolo di vento e tutto era finito.
In realtà la decapitazione era in voga da secoli in Germania, Irlanda, Inghilterra, Italia. A Roma veniva utilizzata la Mannaia a lama curva.
Contrariamente a quanto si crede, De Guillotin non inventò l'apparecchiatura diabolica, si limitò a presentare leggi per utilizzarla. 
Quando la Francia adottò il marchingegno diede incarico di costruirla al carpentiere Guidon il quale pretendeva oltre 5.000 Franchi, una somma pazzesca, soprattutto se paragonata alla concorrenza, il clavicembalista prussiano Schmidt che la realizzò per soli 560 franchi. 
L'ultimo ghigliottinato in Francia fu Harnida Djandubi, omicida e torturatore, nel settembre 1977. Poi la Francia entrò fa le nazioni civili e nel 1981 abolì la pena capitale. 


lunedì 14 aprile 2014

Il 14 aprile 1980 ci lasciava Gianni Rodari

Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa"... (G. Rodari)


Il 14 aprile 1980 moriva Gianni Rodari,  era nato a Omegna il 23 ottobre 1920. Ci ha lasciato un mondo di fiabe e saggezza, quella insegnata ai bimbi (e non solo).


FILASTROCCA CORTA E MATTA

Filastrocca corta corta,

il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: - Mio figlio è il mulino;
la mela dice: - Mio nonno è il melone;
il matto vuol essere un mattone,
e il più matto della terra
sapete che vuole? Vuol fare la guerra!

(da "Filastrocche lunghe e corte" - Editori Riuniti)