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sabato 14 marzo 2015

Genova: storia di una ragazza bulla e di adulti imbecilli

Genova è il luogo, le ragazze hanno 17 e 12 anni. La più grande picchia con violenza inaudita la dodicenne. La scena è filmata dalle amichette e con altri ragazzi che guardano. Uno ride forte.
La colpevole e i suoi complici sono stati tutti riconosciuti e deferiti all’autorità giudiziaria minorile. Il bullismo più becero e bieco è andato in onda, per fortuna non viene al momento diffuso in internet. La prima cosa che balza agli occhi è l’imbecillità dei bulli. Si riprendono e divulgano le loro immagini come se nulla fosse. Lo stesso è capitato in questi giorni in un altro caso di bullismo contro un disabile. C’è un senso di impunità che lascia perplessi, ed esiste una disinformazione su cosa è reato e cosa non lo è, oltre che l’etica e il rispetto.
Ma torniamo a Genova, qualche giorno dopo la colpevole dell’aggressione, in cui i dati della responsabile del gesto sono stati resi pubblici non si sa da chi e per quale motivo, trattandosi di una minorenne,  viene letteralmente violentata su facebook senza che i gestori del social muovano un dito per fermare questa aggressione. La voglia di farsi giustizia da soli, il salvinismo, prende il sopravvento dietro il presunto anonimato della rete e dell’ impunibilità i commenti si sprecano. Mamme, padri, fratelli, sorelle e via dicendo scannano la colpevole con parole degne della sua stessa violenza, con comportamenti identici a quelli della bulla di periferia. Nazisti nei fatti. La giustizia deve trovare, processare, condannare e poi tentare di recuperare il colpevole. Tutto ciò passa in secondo piano, è relativo, anzi, è una noia incredibile. Esiste la voglia di farsi giustizia da soli, di sparare al ladro o al rom. Esiste un mondo di criminali in fieri spinto e sobillato da politici indecenti.

 Se la malcapitata fosse stata mia figlia..ora si troverebbe in ospedale il padre di questa merd@ e lei nel letto di fianco....." 5/6 mesi  
 di pena sospesa li avrei fatto volentieri

 Da buttare nell' acido.. queste infame codarda

 Dovrebbe passare quelloche ha fattopassare alle altre... evedrete che si calmera' questa sbruffoncella....!!!!!!!!!!!!!!!!!

 Come genitore della vittima avrei preso la bulla ragazzina e l avrei crepata di mazzate davanti a tutta la scuola e il paese

E sono solo alcuni commenti, chi vuole emulare quelli che probabilmente sono i suoi eroi, i mafiosi che sciolsero nell’acido un bambino, chi (come genitore ovviamente) vorrebbe prenderla a mazzate. Solo che non è sua figlia la vittima, lo facciano gli altri il lavoro sporco.
Questi sono i frutti di decenni di attacchi alla giustizia, oltre che di mancanza di etica democratica e di insegnamento e studio della Costituzione e di Educazione Civica, giudicata inutile orpello da noti puttanieri al governo. Quei commentatori voteranno salvini sicuramente, e non sono soli ahinoi. La Democrazia è uno strumento troppo delicato. Il senso delle leggi anche. Nel piccolo basta guardare in strada, l’auto in divieto di sosta con le luci d’emergenza accese che dice ai vigili: “ho torto marcio, ma torno subito, il divieto? Per me non vale.” Esempio minimo, però la dice lunga sulla considerazione del rispetto delle regole.  Se in auto c’è un bimbo perché non dovrebbe sentirsi autorizzato a scavalcarne altre di regole? Intanto poi il suo paparino scriverà di rabbia e di sciogliere nell’acido gli altri, quelli brutti.


giovedì 12 marzo 2015

Benvenuti nel regno della non democrazia

Questo parlamento (scritto volutamente minuscolo) ha cambiato 40 dei 120 articoli della Costituzione.  Lo scrivo in minuscolo perché questo parlamento nulla ha da spartire con un Parlamento Democratico. I suoi membri sono stati scelti con una legge dichiarata non costituzionale, con premi di maggioranza che solo un altro governo guidato da criminali (nel senso più stretto del termine in quanto il capo del governo di allora è finito condannato per infami reati) potevano partorire. Oggi questo parlamento, ha votato si a un governo guidato da un non eletto e sostenuto dall’ex servo muto del criminale di cui sopra. Si a riforme decise in segreto summit con il criminale di cui sopra. L’ala sinistra del PD (quand’anche concediamo che esista) ha dichiarato   “voteremo si, ma in cambio deve cambiare la futura legge elettorale”. Bene, alla legge elettorale prossima ventura diranno “voteremo si solo se Renzi giura di non voler ripristinare la monarchia e lo jus primae noctis” eh si, quando ci vuole ci vuole, eh Bersani?

Intanto hanno votato si allo scempio più immane: distruggere quello che nobili padri costituenti avevano fatto. Contro il parere dei più dignitosi costituzionalisti italiani che sono rimasti, pare, gli unici a difendere la Carta Costituzionale. La cosiddetta società civile è assente e non considerata. I parlamentari vengono scelti e nominati direttamente dai capimafia… pardon, dai leader dei partiti, l’elettore non ha voce in capitolo! Gli eletti dovranno sottostare al continuo ricatto del capomafia… pardon, del leader, pena: venire estromessi e non più nominati. Altro che Scilipoti e Razzi! Quelli erano dilettanti. Questi esercizi di non democrazia sono inquietanti, come disarmante è la sudditanza di sedicenti intellettuali capaci di salire sempre sul carro del più forte. E’ vero, la Democrazia è uno strumento esageratemente delicato da gestire. Benvenuti nel deserto delle regole democratiche.  

mercoledì 11 marzo 2015

Solidarietà con ARCI Lecce

Oggi ci hanno fatto avere una lettera anonima contro ARCI Lecce, nella quale ci equiparavano a criminali mafiosi che si fanno i soldi sui migranti tenendoli in case fatiscenti e facendoli vivere negli stenti. Ci hanno accusato anonimamente di qualunque nefandezza possibile e immaginabile, anche di far finta di pagare gli operatori e di non pagarli veramente. Hanno mandato questa lettera alla Procura di Roma, al Ministero dell'Interno, all'UNHCR, credo anche ad Obama. E' terribile dover leggere certe deliranti accuse soprattutto per chi lavora con passione ed entusiasmo per il riconoscimento dei diritti di quanti arrivano in Italia, soprattutto per chi come me, che sono la Presidente, Anna Caputo, dedica molto del suo tempo per organizzare incontri di interazione culturale per creare percorsi di accoglienza rispettosi di tutti. La lettera dice una serie di falsità facilmente confutabili, ma l'amarezza del constatare quanta malvagità vi sia anche in certi ambienti fa troppo male davvero.

Quello sopra è il comunicato di ARCI Lecce diramato l'11 marzo 2015. E' del tutto evidente che il linguaggio e la metodologia della lettera portano alla destra estrema, a quel mix indecente che puzza maledettamente di accordo Borghezio/Casa Pound. Le nefandezze qualunque persona democratica e civile, le denuncia a viso aperto, la viltà dell'anonimato la dice lunga sulla credibilità delle accuse e la vis democratica di chi le scrive. 

martedì 10 marzo 2015

Intervista all'assessore Angela Barbanente di Gabriele Invernizzi


Lunedi 16 febbraio la Giunta regionale pugliese ha approvato il Pptr, Piano paesaggistico territoriale regionale. Sull'importanza e il significato di questo evento il giornalista Gabriele Invernizzi ha intervistato Angela Barbanente, vicepresidente della Regione e assessore all'Assetto del territorio. Gabriele. giornalista di lungo corso, per molto tempo a L’Espresso,  è un amico “innamorato” del Salento, in particolare di Cisternino. Con il locale comitato si batte contro la diabolica scelta degli amministratori di violentare il territorio con una strada assolutamente inutile, la cosiddetta “Strada Dei Colli”. Dello scempio ci eravamo occupati in tre occasioni:  art. uno  art. 2  art. 3.
L’intervista all’assessore Barbanente è di estrema attualità anche per il Salento leccese dove altre scelte amministrative  sembrano cozzare con il buon senso. Parliamo di TAP, della sciagura chiamata Strada 275 con la quale si vogliono decimare gli ulivi, parliamo delle scelte di irrorare con pesticidi chimici altamente tossici il territorio, le campagne e i paesi del basso Salento con l’alibi della xylella. Insomma, ringraziamo Gabriele per questo prezioso contributo. (Gianni Ferraris)

lunedì 9 marzo 2015

Napoli, 9 marzo 1562

A Napoli, il 9 marzo 1562, vennero proibiti i baci in pubblico. Per chi osava era prevista la pena di morte. 
(Forse Giovanardi ha radici napoletane?) 

domenica 8 marzo 2015

8 marzo 2015 ottomarzo!


...Oggi, di fronte ai rima­su­gli penosi, che escono dalle radio, dalle tele­vi­sioni e dai gior­nali, di quella che per­vi­ca­ce­mente, ver­go­gno­sa­mente resta la «que­stione fem­mi­nile» — le donne con­si­de­rate alla stre­gua di un gruppo sociale svan­tag­giato o come un «genere» da ugua­gliare o tute­lare sulla base dell’ordine creato dal sesso vin­cente -, ho un desi­de­rio forte e deciso:



– che non se ne parli più
– che nes­suna data venga d’ora innanzi a far da velo a uno dei rap­porti di potere che oggi, molto più che in pas­sato, appare sco­per­ta­mente come la base di tutte le forme di domi­nio che la sto­ria ha cono­sciuto, nella nostra come nelle altre civiltà
– che si dica con chia­rezza che non di «cose di donne» stiamo par­lando, ma dell’idea di viri­lità che ha deciso dei destini di un sesso e dell’altro, della cul­tura e della sto­ria che vi è stata costruita sopra, nel pri­vato come nel pub­blico
– che gli uomini si pren­dano la respon­sa­bi­lità di inter­ro­garsi sulla vio­lenza di ogni genere per­pe­trata nei secoli dai loro simili, e che lo fac­ciano, come hanno fatto le donne, «par­tendo da se stessi», con­sa­pe­voli che sono inda­gando a fondo nella sin­go­la­rità delle vite e delle espe­rienza per­so­nali pos­siamo sco­prire le radici di una visione del mondo che ci acco­muna, al di là di spazi e tempi...

Le parole sono di Lea Melandri
La fotografia è in prima
entrambi su IL MANIFESTO di oggi, otto marzo 2015.