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sabato 1 giugno 2013

1 giugno 1967: Beatles - 1 giugno 1973: Telebiella

1 giugno 1967- Esce l’album: "La Banda del Club dei cuori solitari del sergente Peppers", ovvero “Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band” dei Beatles. Fu una delle opere fondamentali del gruppo. I brani:

·         2.4 Getting Better
·         2.5 Fixing a Hole
·         2.6 She's Leaving Home
·         2.8 Within You Without You
·         2.9 When I'm Sixty-Four
·         2.10 Lovely Rita
·         2.13 A Day in the Life

L’album venne registrato in 129 giorni e costò 25.000 sterline.

1 giugno 1973: sotto il governo Andreotti chiude i battenti la prima televisione privata italiana che osò sfidare l’elefante RAI. A Telebiella lavorarono personaggi come Enzo Tortora (in lite con mamma RAI), Bruno Lauzi, ed iniziò la carriera il cossatese Enzo Greggio e il mobilificio Aiazzone prese il via.
Creata nel 1972 da Giuseppe Sacchi, già regista RAI, che sfruttò un buco della legge del 1936 che non prevedeva le trasmissioni via cavo, venne subito mandata in tribunale dalla RAI. Sacchi, da casa sua e con un piccolo videoregistratore, trasmetteva il suo TG. 
Sulla scia di telebiella nacquero altre piccolissime emittenti. Il governo, con D.P.R. 156 del 29 marzo 1973, unificò tutti i mezzi di comunicazione a distanza e rese, di fatto, illegali le TV private in blocco. Il 9 maggio 1973 Giovanni Gioia, Ministro delle Poste, impose la disattivazione di Telebiella. Ugo la Malfa, che sosteneva il governo, chiese le dimissioni di Gioia senza ottenerle, il PRI (Partito Repubblicano Italiano) tolse il sostegno e Andreotti si dimise.

Sacchi ricorse in tribunale d arrivò alla Corte Costituzionale che accolse buona parte delle motivazioni. Nacque da lì la storia delle TV private italiane e, ahinoi, di Silvio Berlusconi. E nacque gran parte della TV spazzatura. Ma questo è altro discorso. 

giovedì 30 maggio 2013

Piazza Sant'Oronzo di plastica


Questa è Piazza Sant'Oronzo a Lecce. Una delle piazze più belle d'Italia. L'illuminata amministrazione comunale decide di tanto in tanto di inondarla di plastica bianca con il solo scopo di toglierla alla vista dei turisti. Chi vuole venire a Lecce si metta il cuore in pace e si accontenti di quello che gli illuminati gli consentono di vedere. (P.s. - a pochissima distanza esiste una piazza moderna, piuttosto brutta di suo, che sarebbe adatta per queste cose, probabilmente qualcosa impone agli amministratori di evitare l'ovvio per stupire con effetti speciali, chissà a quando i venditori di fritto misto nell'anfiteatro romano, abbiate fede, succederà.)

mercoledì 29 maggio 2013

elezioni comunali


Due fatti nelle elezioni appena passate, da una parte il capitombolo del movimento di Casaleggio. Forse scontato perché è stato evidente fin dalle prime battute di questa legislatura che ci trovavamo al cospetto di neofiti impreparati, molto spesso incapaci di parlare se non per slogan. L’assenza dalle TV, il proporsi esclusivamente con un blog che leggono gli addetti ai lavori e lascia volutamente fuori tutti coloro che non utilizzano internet (e non sono pochi), il perdere due lunghi mesi a scannarsi su chi cacciar fuori dal movimento e sulle paghette rimangiandosi i buoni propositi di prima, il crimine di inizio legislatura quando hanno avuto la possibilità di entrare in un governo finalmente diverso e ne hanno avuto una paura viola, salvo poi chiedere un monocolore cinque stelle e vaneggiare su un futuro bipolare dei due padroni dei partiti: Silvio e Beppe, quasi come se la politica fosse un’aziendina della bassa padana in cui due concorrenti si alleano per conquistare il mercato. La politica e la democrazia non sono queste cose qui, sono cose serie. Gli elettori che stavano nel regno dell’astensione si sono decisi infine a votare un movimento di persone con le facce pulite, è vero, e subito sono rimasti scottati dall'impossibilità per gli eletti di dire cose diverse da quelle dei loro padrini, no a governi con nessuno, guai a parlare in pubblico. Addirittura i più duri, puri e incapaci si rifiutavano di salutare la Bindi perché “è la casta”. Pensavamo in molti  fossero diversi dalle orde leghiste dei primi anni ’90, così non era, i deliri di onnipotenza dei loro capi li hanno cullati. Il primo grande risultato che hanno ottenuto è un governo con dentro un azionista di maggioranza che si chiama Berlusconi. Il secondo è la rielezione di Napolitano.(Questo anche per colpa del PD ovviamente, ancora non si capisce perché il no a Rodotà). Patetico il candidato stra trombato a sindaco di Roma, dice che la colpa è dei giornali perché non parlavano di lui. Ma di cosa sta parlando? Non sono loro che hanno il veto di parlare con i giornalisti? “Voi giornalisti siete dei pezzenti, però guai se tacete di noi”.  Vabbè, arrivederci e grazie! Personalmente non metterei una riga del loro blog da nessuna parte.
Il problema però è un altro, la vecchia politica si è frantumata non già contro i guitti cinquestellati, piuttosto contro l’incapacità di essere viva e vivace, di proporre. Balbettii e un governo simil Monti, questa è la novità. CI si arrabatta fra IMU, tasse e conti, è sparito lo spread dal lessico comune, intanto i giovani sono letteralmente allo sbando. E questa politica incredibile (nel senso più letterale del termine: non credibile) non riesce a mettere in campo neppure uno straccio di riforma elettorale che consenta agli elettori di scegliere, sono 10 anni almeno che tutti i partiti giurano di volerla modificare, nessuno ha mai osato né voluto farlo. Se non è presa in giro degli elettori questa, quale altra lo è? Un governo come quello attuale non può prendere decisioni riformiste, di destra o sinistra che siano, deve badare a navigare a vista, altro che riforme condivise, questi devono stare al centro e stare attenti ai ricatti che arrivano come se piovesse, non è un caso che sia un governo composto in gran parte da neo democristiani. L’astensione dice una sola grande verità: la democrazia in Italia è bloccata da politici affogati nel malaffare, furti di denaro pubblico per acquistare lecca lecca e gratta e vinci, incapacità di riformare alcunchè, c’è una crisi economica da paura e sentiamo dire di acquistare aerei e navi da guerra “indispensabili”, c’è disoccupazione e qualcuno presenta disegni di legge per depenalizzare Dell’Utri o interrogazioni perché la RAI trasmetta Miss Italia, nel mentre i grillini (o casaleggiani) discutono notti intere se il taxi è rimborsabile o meno, quasi fosse il problema dei lavoratori del privato che la benzina se la pagano, le persone sono alla fame e il peggior premier della storia repubblicana viene condannato e la sua cameriera lo difende in TV, lui rimane dove sta, immarcescibile, in Parlamento. Quale paese civile ha un politico in carica con le pendenze penali di quello là? Il PD per canto suo se ne sta ad arrovellarsi in una crisi inconcepibile, avendo scordato la politica per dedicarsi a faide interne fra correnti e correntine. Questi, aggiunti ad una infame legge elettorale che hanno rifiutato di cambiare, aggiunta ad un governo bloccato, sono un vero cancro per la democrazia stessa. Astensione al 50% significa, semplicemente, che gli elettori non hanno alcuna speranza in questa politica e in questi loschi figuri. Ah, c’è anche il cantiere delle sinistre, dagli anni ’80 lavora alacremente! Ora aspettiamo i ballottaggi, il primo round l’ha vinto il centro sinistra, però rimarrebbero, fermi i numeri attuali, sindaci votati dal 25/30% degli aventi diritto, un po’ poco in realtà per il governo di una città come Roma. 

lunedì 27 maggio 2013

Aborto? Il Vaticano (e La russa) non vuole.

la Repubblica
L'INCHIESTA - "Torna l'aborto clandestino" 
Oltre l'80% dei ginecologi è obiettore di coscienza e le donne respinte dalle istituzioni tornano al segreto: così dopo 35 anni muore la legge 194. Leggi qui http://bit.ly/18aHk6l

Strambo paese veramente il nostro, mentre le onorevoli deputate Silvana Amati del PD e Fucsia Nissoli di Scelta civica si stracciano le vesti e inondano il parlamento di interrogazioni sulla sciagura della RAI che non trasmetterà più Miss Italia, mentre i cinquestellati dibattono da due mesi su come spendere le loro paghette, i cittadini comuni, gli umani, si contorcono nelle contraddizioni che una classe politica "bizzarra" ha procurato loro negli anni. A questo aggiungiamo i pruriti dello stato Vaticano che si scaglia contro il controllo delle nascite in ogni sua forma e lo stucchevole comportamento di alcuni legislatori che si inchinano al volere della Chiesa e contemporaneamente a quello di un individuo sotto processo per prostituzione minorile. Un mix indecente veramente per un paese sedicente civile.
Come negli anni ’70 del secolo passato, quando piccoli gruppi di femministe organizzavano viaggi in Inghilterra per consentire alle donne che volevano abortire di farlo con un minimo di dignità, con assistenza medica, e per sottrarle a medici (poi obiettori) che lo facevano clandestinamente facendosi pagare in nero o a mammane che utilizzavano strumenti primordiali, mettendo in pericolo serio la vita delle donne stesse, oggi si emigra (chi può) ad abortire in Svizzera, Francia e Inghilterra, dove la medicina e la politica consentono la libera scelta delle donne e non ci sono pruriti integralisti. Per il resto è clandestinità italica. Per il resto sono medici (probabilmente obiettori nelle strutture pubbliche) a guadagnare in cliniche private. E’ sempre successo, perché non dovrebbe succedere ora?
La legge 194 fu una vittoria contro il perbenismo di chi voleva solo ed esclusivamente chiudere gli occhi su un fenomeno dilagante, contro l’ipocrisia di chi diceva che l’aborto doveva rimanere reato anche se era talmente diffuso da mettere in pericolo migliaia di vite umane. Ora è praticamente annullata la possibilità di farlo, i dati parlano di 15/20.000 aborti clandestini delle sole donne italiane, aggiungendo le immigrate si potrebbe arrivare a 30/40.000 annui. A questo porta l’obiezione dei ginecologi italici, parliamo del 91,3% in Lazio, del 70,3% a livello nazionale. Una legge nei fatti annullata dalla possibilità di scelta del medico e delle strutture pubbliche che avrebbero il dovere di garantire a chi lo vuole la presenza quanto meno paritetica al loro interno. La politica però non la pensa in questo modo, una legge può essere elusa tranquillamente. La libertà di coscienza, in questo caso, è un fattore unilaterale, che non consente altrettanta libertà alla donna che già vive un dramma e un trauma, in più si deve sentire in colpa perché viola un principio che per qualcuno chiama etico. Da qui a far sentire la donna un essere inferiore e poco dignitoso il passo è brevissimo.
Lo Stato, nella sua vis clericale più spinta, ha nel tempo negato ogni possibilità di informazione sulla contraccezione e sul modo di evitare un tristo calvario. Neppure per combattere l’AIDS la chiesa ammette l’utilizzo del preservativo, figurarsi per la contraccezione, il problema si pone quando questi voleri si trasferiscono tout court nella politica, il legislatore, l’uomo pubblico, l’amministratore, si trasformano da persone al servizio dei cittadini tutti, a persone al servizio di una sola parte degli amministrati, quella ligia al volere della religione che, ricordiamo, da tempo non è più “di Stato”.
Eggià, donne e uomini al servizio dei cittadini, proprio come Fucsia Nissoli e Silvana Amati. Ridateci miss Italia in TV per favore, all’aborto clandestino penseremo poi, con calma, mica c’è fretta.

n.b. i dati citati sono presi dalla citata inchiesta L’Espresso Repubblica.