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mercoledì 29 maggio 2013

elezioni comunali


Due fatti nelle elezioni appena passate, da una parte il capitombolo del movimento di Casaleggio. Forse scontato perché è stato evidente fin dalle prime battute di questa legislatura che ci trovavamo al cospetto di neofiti impreparati, molto spesso incapaci di parlare se non per slogan. L’assenza dalle TV, il proporsi esclusivamente con un blog che leggono gli addetti ai lavori e lascia volutamente fuori tutti coloro che non utilizzano internet (e non sono pochi), il perdere due lunghi mesi a scannarsi su chi cacciar fuori dal movimento e sulle paghette rimangiandosi i buoni propositi di prima, il crimine di inizio legislatura quando hanno avuto la possibilità di entrare in un governo finalmente diverso e ne hanno avuto una paura viola, salvo poi chiedere un monocolore cinque stelle e vaneggiare su un futuro bipolare dei due padroni dei partiti: Silvio e Beppe, quasi come se la politica fosse un’aziendina della bassa padana in cui due concorrenti si alleano per conquistare il mercato. La politica e la democrazia non sono queste cose qui, sono cose serie. Gli elettori che stavano nel regno dell’astensione si sono decisi infine a votare un movimento di persone con le facce pulite, è vero, e subito sono rimasti scottati dall'impossibilità per gli eletti di dire cose diverse da quelle dei loro padrini, no a governi con nessuno, guai a parlare in pubblico. Addirittura i più duri, puri e incapaci si rifiutavano di salutare la Bindi perché “è la casta”. Pensavamo in molti  fossero diversi dalle orde leghiste dei primi anni ’90, così non era, i deliri di onnipotenza dei loro capi li hanno cullati. Il primo grande risultato che hanno ottenuto è un governo con dentro un azionista di maggioranza che si chiama Berlusconi. Il secondo è la rielezione di Napolitano.(Questo anche per colpa del PD ovviamente, ancora non si capisce perché il no a Rodotà). Patetico il candidato stra trombato a sindaco di Roma, dice che la colpa è dei giornali perché non parlavano di lui. Ma di cosa sta parlando? Non sono loro che hanno il veto di parlare con i giornalisti? “Voi giornalisti siete dei pezzenti, però guai se tacete di noi”.  Vabbè, arrivederci e grazie! Personalmente non metterei una riga del loro blog da nessuna parte.
Il problema però è un altro, la vecchia politica si è frantumata non già contro i guitti cinquestellati, piuttosto contro l’incapacità di essere viva e vivace, di proporre. Balbettii e un governo simil Monti, questa è la novità. CI si arrabatta fra IMU, tasse e conti, è sparito lo spread dal lessico comune, intanto i giovani sono letteralmente allo sbando. E questa politica incredibile (nel senso più letterale del termine: non credibile) non riesce a mettere in campo neppure uno straccio di riforma elettorale che consenta agli elettori di scegliere, sono 10 anni almeno che tutti i partiti giurano di volerla modificare, nessuno ha mai osato né voluto farlo. Se non è presa in giro degli elettori questa, quale altra lo è? Un governo come quello attuale non può prendere decisioni riformiste, di destra o sinistra che siano, deve badare a navigare a vista, altro che riforme condivise, questi devono stare al centro e stare attenti ai ricatti che arrivano come se piovesse, non è un caso che sia un governo composto in gran parte da neo democristiani. L’astensione dice una sola grande verità: la democrazia in Italia è bloccata da politici affogati nel malaffare, furti di denaro pubblico per acquistare lecca lecca e gratta e vinci, incapacità di riformare alcunchè, c’è una crisi economica da paura e sentiamo dire di acquistare aerei e navi da guerra “indispensabili”, c’è disoccupazione e qualcuno presenta disegni di legge per depenalizzare Dell’Utri o interrogazioni perché la RAI trasmetta Miss Italia, nel mentre i grillini (o casaleggiani) discutono notti intere se il taxi è rimborsabile o meno, quasi fosse il problema dei lavoratori del privato che la benzina se la pagano, le persone sono alla fame e il peggior premier della storia repubblicana viene condannato e la sua cameriera lo difende in TV, lui rimane dove sta, immarcescibile, in Parlamento. Quale paese civile ha un politico in carica con le pendenze penali di quello là? Il PD per canto suo se ne sta ad arrovellarsi in una crisi inconcepibile, avendo scordato la politica per dedicarsi a faide interne fra correnti e correntine. Questi, aggiunti ad una infame legge elettorale che hanno rifiutato di cambiare, aggiunta ad un governo bloccato, sono un vero cancro per la democrazia stessa. Astensione al 50% significa, semplicemente, che gli elettori non hanno alcuna speranza in questa politica e in questi loschi figuri. Ah, c’è anche il cantiere delle sinistre, dagli anni ’80 lavora alacremente! Ora aspettiamo i ballottaggi, il primo round l’ha vinto il centro sinistra, però rimarrebbero, fermi i numeri attuali, sindaci votati dal 25/30% degli aventi diritto, un po’ poco in realtà per il governo di una città come Roma. 

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