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sabato 2 marzo 2013
venerdì 1 marzo 2013
petizioni al guru del cinque stelle
Il gregge di Grillo si scatena nelle petizioni on line. Chi chiede di dare fiducia al cambiamento, chi si schiera per la rivoluzione "gentile" (sic) e chiede di non fare accordi di nessun genere con nessuno. Vedremo chi sarà il prossimo scomunicato dal guru scacciato con ignominia.
Nel mentre il padrone di un altro partito (un tempo i partiti erano plurali, oggi sono proprietà di Grillo o di Berlusconi o di altri che mettono il nome ben visibile sotto il simbolo) Silvio Berlusconi pare si sia comprato al mercato un voto per far cadere Prodi. Tre milioni di euro (in comode rate mensili).
Nel mentre il padrone di un altro partito (un tempo i partiti erano plurali, oggi sono proprietà di Grillo o di Berlusconi o di altri che mettono il nome ben visibile sotto il simbolo) Silvio Berlusconi pare si sia comprato al mercato un voto per far cadere Prodi. Tre milioni di euro (in comode rate mensili).
giovedì 28 febbraio 2013
Quelli che vogliono il governissimo....
«Il M5S non darà alcun voto di
fiducia al Pd. Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma
chiunque sia a proporle»
Così Beppe Grillo dalle pagine del suo blog. Con buona pace
degli accordi possibili. E in rete circola un appello che non firmerò per
chiedere (sommessamente) al comico di cambiare rotta. Non lo firmerò perché lui
è un comune cittadino che non ha avuto la forza di presentarsi agli elettori e
che vuole dirigere da fuori il suo gregge. L’appello piuttosto è da rivolgere
agli eletti, a coloro che in Parlamento dovranno assumersi l’onere di fare
scelte. Hanno avuto una maggioranza schiacciante ed indiscutibile, ora
dovrebbero rispondere in prima persona agli elettori anziché aspettare i diktat
del loro guru. Si dichiarano cittadini liberi, vedremo cosa succederà, vedremo
presto se lo sono veramente. Dietro le parole di Grillo si legge un auspicio:
che PD e PDL facciano il governissimo magari guidato da un tecnico qualunque
per poter dire che “sono tutti uguali”. Il famoso tanto peggio tanto meglio
caro anche a molta sinistra rimasta ferma agli anni delal guerra fredda. Non
funziona così la Democrazia, chi è eletto deve rispondere nel bene e nel male
del suo operato. Comodo dire che si voteranno i provvedimenti che a loro
interessano e non concederanno nulla sul resto. Comodo e vile, nulla coem la
politica è l’arte del compromesso. La Democrazia è roba troppo seria per
lasciarla nelle mani dei guitti. Fra i numerosi eletti ce ne saranno
sicuramente molti ragionevoli, che pensano, meditano e credono alla possibilità
di governare un paese allo sbando. Se così non sarà si dimostrerà inutile anche
andare ad elezioni subito, non cambierebbe nulla.
mercoledì 27 febbraio 2013
Elezioni 2013: Ha vinto il migliore!
Grillo ieri ha riempito di
nuovo una piazza, mentre Bersani non ha fatto il pienone a Napoli. Grillo ha
anche cacciato i giornalisti italiani.
L’insieme dei gesti di
Grillo, l’ostracismo verso i sindacati, i giornalisti, persino quelli precari,
è un brutto copione. La sua è un onda forte e lunga. Farà una performance
elettorale attorno al 20 per cento, dissanguerà i serbatoi di voto leghisti,
calamiterà una parte importante della protesta. Nel sud, raccoglierà un disagio
sociale tanto più grave perché al sud è stata negata la parola, in questi anni.
Un promemoria completo sull’urgenza di un rinnovamento radicale.
Così Nichi Vendola in un’intervista a Il Manifesto del 24
febbraio, prima delle elezioni. Grillo ha preso il 25,5% anziché l’annunciato
20. Ora un ragionamento si impone non solo ai partiti ma a chiunque si occupi
di politica. Non sappiamo cosa succederà ora, soprattutto non si ha sentore di
come le donne e gli uomini di Grillo si comporteranno in Parlamento, nelle
Commissioni. Unica certezza sono le dichiarazioni di intenti del loro capo che
non si alleerà con nessuno. Condivisibili o meno siano, questi sono i fatti con
i quali fare i conti. Piuttosto è necessario intanto il massimo rispetto del
voto degli italiani, in Democrazia vince chi prende più voti e il voto deve
essere accettato nonostante tutto. In secondo luogo sarebbe bene evitare i
luoghi comuni che vogliono un popolo bue, le persone votano di pancia e di
testa, anche il cattolico che vota Berlusconi “perché difende i valori etici”
(sic) a prescindere dai suoi comportamenti quotidiani che sono l’esatto opposto
dell’etica, deve essere rispettato. Ai dietrologi lasciamo la ricerca di più
sottili interpretazioni. Allo stato delle cose ha vinto il migliore, Grillo con
il suo tsunami che ha saputo entrare nella pancia di un’Italia squarciata da
vent’anni di non politica, schiava dell’Europa delle banche anziché attore
principe in un consesso continentale. Schiava della caduta di ideologie che
hanno avuto come unico risultato di trasformare veramente in “tutti uguali” i
partiti. Ha vinto il migliore perché è
quello che più e meglio ha saputo parlare alla gente. Mi sento vecchio
veramente oggi, perché auspicavo un ritorno al sistema proporzionale come unico
e puro, democratico, che mi consentiva di crociare il candidato che ritenevo
migliore. Se Grillo non è un episodio, sembra un falso problema in realtà, le
elezioni le ha vinte al di là dei
candidati. Quanti elettori del cinque stelle conoscevano i candidati che stavano votando? Hanno votato
un’idea, più o meno sfascista, un pensiero, un uomo, Grillo stesso, che non è
candidato a nulla. Stupendo veramente, esaltante. Ha vinto veramente il
migliore. Le sue istanze sono perfettamente condivisibili perché, come bene
dice Vendola, raccoglie il disagio delle persone. Altro è il governo di un
paese, ovviamente. Ha vinto contro una destra retriva, cupa, bieca. Contro i
Fitto di turno, condannati, contro i Berlusconi che promettono
l’impromettibile. Ha vinto contro un centro sinistra smarrito, bieco, ondivago,
incomprensibile. Cosa significa una coalizione di due in cui uno insegue Monti
e l’altro dice “con Monti mai”? Cosa
significa che tutti i partiti usciti dai parlamenti degli ultimi anni si siano categoricamente
rifiutati di mutare una legge elettorale criminale? Le camarille parlamentari
alle persone non interessano assolutamente, guardano i fatti! E cosa significa
avere imposto un anno di un governo al limite della dittatura, voluto da un Presidente
della Repubblica (fortunatamente) uscente ed aver votato ogni tipo di salasso
agli enti locali, ai cittadini tutti, offrendo in cambio solo ed esclusivamente
l’appartenenza ad un’Europa lontana come non mai dal sentire comune? E cosa
significa aver tenuto in piedi un parlamento offrendo un governo di grande
convivenza incivile anziché andare immediatamente ad elezioni dopo la caduta
del “peggiore”? Sarebbero state elezioni stravinte ed avremmo guadagnato un
anno per tentare un buon governo, quanto meno dignitoso. La vittoria, giusta,
di Grillo non penso sia, come scrive una nota direttrice di testata, il ’68 dei
figli che sono riusciti in ciò che i loro padri avevano fallito, piuttosto la
caduta verticale della politica peggiore, sono i nodi che vengono al pettine.
La sinistra torni a fare la sinistra come la destra bene riesce a fare il suo
lavoro. Improbabili inciuci e camarille non pagano più. Ancora una cosa sui
costi della politica, la vittoria di Grillo ha insegnato che si può entrare nei
palazzi senza spendere montagne di quattrini, questo è un altro nodo che i
partiti tutti, destri o sinistri, non hanno affrontato mai, arroccati nella
difesa del loro potere. A nulla sono servite le primarie quando etero dirette.
Cosa significa portare in lista candidati
che hanno avuto come filo rosso la sconfitta in ogni elezione precedente? Le
cosiddette, con un pessimo neologismo grillesco, “parlamentarie” anche erano
false o falsate, l’esempio leccese è lampante, Buccarella, stimabile perché
serio, non è neppure consigliere comunale, ha preso nelle elezioni pochissimi voti e si trova in Senato. Però il
suo partito ha la verginità extra parlamentare, un valore aggiunto in una
classe politica al limite dell’indecenza che vota l’IMU e il giorno dopo dice
che è una porcata, che fa una legge elettorale e la definisce porcata e si
rifiuta di mutarla. Ora che succederà? Si andrà di nuovo al voto come vuole
qualcuno o si tenterà un governissimo come vogliono altri? Soprattutto il PD
riuscirà finalmente a spaccarsi e tornare nella sua parte migliore a parlare un
linguaggio chiaro a chi vuole solidarietà e uno stato sociale, oppure
proseguirà ad appiattirsi ai voleri del più forte? Aspettiamo con disillusa ansia.
martedì 26 febbraio 2013
Prime emozioni elettorali
Il pezzo che segue è stato scritto alle 20 del 25 febbraio, mentre ancora non si conoscevano i dati della Camera e solo sondaggi di quelli del Senato
Piovono dati mentre scrivo. Quelli definitivi arriveranno
poi, al momento ci accontentiamo delle sensazioni “a pelle”. Un giro rapido ai
comitati elettorali principali. Al cinque stelle si esulta. Incredibilmente è
chiuso quello del PD, tutto spento, forse stanno nella sede, chissà. “Forse
hanno deciso finalmente di chiudere bottega” mi dice un passante che passa. Al
comitato di SEL finalmente incontro gente, tutti molto seri, tutti sconsolati.
Il Senato è stato implacabile. In Viale Japigia a quello del PDL si intravedono
pochissime persone, però la felicità la si respira, la Puglia e in particolare
il Salento stanno sui TG nazionali come solide roccaforti del partitone
berlusconiano. La gestione Fitto dà i suoi frutti. E in TV continuano a
scorrere dati e commenti. E’ di tutta evidenza l’ingovernabilità che si sta
profilando nel futuro prossimo, con il Senato in mano alle destre e la Camera
al centro sinistra. A fronte di questo dato il signor Bondi (coordinatore del
PDL) esulta. L’etica è proprio andata a farsi friggere se un politico, un uomo
di governo esulta perché il paese non è governabile. Ma non importa, la
differenza la farà comunque il movimento di Grillo. “A chi ha preso voti?”
chiedo in giro, le risposte sono le più disparate, da chi dice alla sinistra a
chi urla “la destra”. Forse sono voti trasversali, chissà, abbiamo bisogni di
tempo per capire. Mentre scrivo, a Blog va un Berlusconi in campagna elettorale
che dice “i soldi dell’IMU li restituirò di tasca mia” con buona pace di tutti
i fondamentali della democrazia. Il paese dei cachi veramente, altro che storie
e storielle. Il paese che ha abbandonato la politica per affidarsi al
populismo. La giovane ragazza che ha votato Berlusconi perché “almeno fa
ridere”, l’altro che ha votato Grillo perché “ho messo una bombetta nell’urna”,
chi ha votato Ingroia perché “io sono più di sinistra di Vendola”. E Ingroia
che pare non riuscirà ad entrare in Parlamento forse proprio perché si è
caricato sulle spalle i cascami di una sinistra che sa di muffa da lontano. E potrei proseguire a lungo in una litania, un
rosario di dichiarazioni. Aspettiamo pazientemente la fine dello spoglio, annoto,
per gli amanti del genere “business” che la borsa esultava quando era in testa
il centro sinistra e crollava quando il berlusconismo avanzava, aspettiamo con
calma e pacata serenità perché il voto lo dobbiamo rispettare, alla faccia di Letta
che sussurra che dovremo votare dopodomani, quasi fosse un pranzo di gala e non
un gioco in cui i partiti sembrano lontani dalle persone, molto. E poi,
diciamolo, l’ago della bilancia non sarà Casini, forse fuori dal Parlamento,
neppure Monti con il suo loden, sarà quel Beppe Grillo che dirigerà le sue
truppe cammellate da fuori i palazzi. Chissà che qualche piccolo Scilipoti
cresca, chissà che qualcuno si accorga che la politica è l’arte del compromesso
anziché quella del diktat L’unica certezza, come dice un vecchio amico che da
sempre vota a sinistra “è che l’Italia sta mutando pelle e noi non ce ne
accorgiamo, siamo proprio vecchi”. Mentre cerco commenti voglio riportare una
citazione, la vignetta è di Altan: “Ci sono dei momenti storici in cui a uno
piacerebbe poter dire: Io non c’ero”.
lunedì 25 febbraio 2013
A Lecce il PDL è più uguale degli altri cittadini:gli impuniti
La vicenda economica del filobus a Lecce la si conosce fin
troppo bene, a margine del mostro da 22 milioni di euro gli addetti al traffico
hanno dovuto disegnare le “corsie preferenziali”. E queste costano, chi osa transitarci sopra paga da 76 a 306 euro, per esempio. E nel solo 2011
la polizia municipale ha elevato per la sosta lungo le corsie preferenziali 2mila 64 verbali.
Insomma, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, come direbbe
qualcuno.
Dura lex sed lex, ho visto
inflessibili agenti multare la signora che arrivava correndo con il bimbo in
braccio. Ho visto commercianti arrabbiati perché i loro clienti non hanno
spazio per fermarsi, ma il traffico ha le sue esigenze e debbono essere
rispettate, diamine. Tralasciamo il fatto che in Viale Japigia per far passare
il mostro hanno ristretto i marciapiedi al punto che un anziano in carrozzina
deve essere spinto sulla inviolabile corsia per i bus, sono inezie, imparino ad
andare a piedi, perbacco. E la coppietta che non può tenersi per mano perché
deve camminare in fila indiana? Vadano a svolazzare altrove, arcaiche
effusioni, mica come la modernità del filobus!
E la legge, ben sappiamo, è
uguale per tutti. Beh, per quasi tutti. Oddio, per qualcuno è più uguale che per
altri, specie in periodo elettorale!
Le elezioni sono sacre in
democrazia, le corsie per i bus sono (evidentemente) profane, anzi, profanate,
scordate. Ben lo sanno gli abitanti e i commercianti di Viale Japigia, dove ha
sede il comitato elettorale del PDL, nell’ultima settimana è stato un continuo
di parcheggi selvaggi, in doppia fila. Tutti sulle preferenziali, a discapito della
signora con il bimbo in braccio, qui si è agito impunemente, non uno straccio
di vigile a multare per rimpinguare le magre casse comunali. Vuoi vedere che si
trattava di “caso straordinario ed eccezionale?” mah! Non per dire, ma per
qualcuno, i soliti maligni, si tratta di impunità. Ah questi cittadini malevoli
e maldicenti!
domenica 24 febbraio 2013
buon voto a tutti
E così siamo arrivati al fine settimana di passione. Non si possono
pubblicare sondaggi, guai a farlo. Un tempo andavamo in Svizzera a comprare le
sigarette perchè costavano meno, oggi andiamo a leggere i sondaggi sul sito
del Ticino on line alla pagina: http://www.tio.ch/News/Estero/723067/I-numeri-che-l-Italia-non-puo-sapere/
Non ne parleremo, anche se pare non ci siano novità rispetto
a quanto già si sapeva.
Però esiste pur sempre un’alea di discrezionalità del
votante che inquieta ad ogni elezione.
La campagna elettorale che è appena terminata è stata,
diciamolo, la peggiore mai vista. Neppure quando la lega era al culmine del suo
splendore osava tanto. E’ pur vero che era relegata al nord, non quello secessionista, piuttosto, parlo
del ’94, a quello che voleva “mandare a casa tutti perché sono dei cadaveri”.
Quando lo diceva Bossi erano lazzi e frizzi nelle piazze piene in buona parte
di ex elettori di sinistra. Oggi il movimento dei “guardateli, sono morti che
camminano” è nazionale e promette le stesse cose, compresa la secessione
dall’Europa. Da qualcuno o qualcosa si deve secedere se si cercano applausi e
consensi. Dice le stesse cose ed ha una platea in buona parte di ex elettori di
sinistra. Comunque sarà il partito chiave (secondo i sondaggi che non possiamo
dire) per la governabilità prossima ventura.
E’ stata una campagna elettorale brutta perché piena di
insulti, di false promesse, di improbabili e possibili rivoluzioni. Perché tutti
o quasi hanno giocato sul calo delle tasse. E’ stata brutta perché abbiamo sentito
chi ha messo l’IMU dire che è una tassa mal fatta. E chi l’ha votata dice che la toglierà. E’ stata
brutta perché abbiamo letto in ogni social network da elettori di una forza che
si colloca a sinistra del centro sinistra dire il nemico vero da abbattere è
Nichi Vendola, non già il malgoverno degli ultimi vent’anni o il populismo
spietato di altri. E’ stata brutta perché noiosa, piena di clichet e frasi
fatte, senza colpi di scena, tranne uno che ha costretto anziani a riempire
uffici postali per chiedere rimborsi. Ma quella non è campagna elettorale, è al
limite della presa per i fondelli, d'altronde riceviamo ogni giorno telefonate
di imbonitori che vogliono regalarci lenzuola o pentole, quelle saranno magari
di pessimo materiale, ma almeno esistono. Il bollo auto invece lo paghiamo
ancora nonostante la promessa di 5 anni fa.
Chissà, forse era il freddo, una campagna d’inverno non si
era vista mai. Fra “giaguari smacchiati” e “quante volte viene?” abbiamo
toccato il fondo veramente. Quasi quasi comprendo anche gli astenuti. Il problema
dei sondaggisti e dei partiti pare essere su quanti voti si perderanno dove
nevicherà. Un tempo un vecchio elettore del PCI mi diceva che la domenica del
voto si alzava, si vestiva e andava immediatamente al seggio, senza caffè,
senza farsi la barba, senza null’altro fare “perché non si sa mai, se mi fa
male il caffè o mi taglio non posso votare”. Oggi le cose sono mutate, anche i
più accaniti andranno a votare con calma, all’ora dell’aperitivo o uscendo
dalla messa. Anche i comizi sono spariti dalla scena per lasciare il posto a
hotel o cinemini, tutto più ovattato, tutto con una sua platea di posti a
sedere. Solo Grillo ha osato (onore al merito), solo Bossi osava nel ’94 (onore
al merito).
E va bene, non diciamo dei sondaggi perché siamo ligi alle
regole. E va bene, andremo (mestamente) a votare perché così si fa, e
cercheremo di scegliere ancora una volta il meno peggio piuttosto che il
migliore. Buon voto a tutti.
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