E così siamo arrivati al fine settimana di passione. Non si possono
pubblicare sondaggi, guai a farlo. Un tempo andavamo in Svizzera a comprare le
sigarette perchè costavano meno, oggi andiamo a leggere i sondaggi sul sito
del Ticino on line alla pagina: http://www.tio.ch/News/Estero/723067/I-numeri-che-l-Italia-non-puo-sapere/
Non ne parleremo, anche se pare non ci siano novità rispetto
a quanto già si sapeva.
Però esiste pur sempre un’alea di discrezionalità del
votante che inquieta ad ogni elezione.
La campagna elettorale che è appena terminata è stata,
diciamolo, la peggiore mai vista. Neppure quando la lega era al culmine del suo
splendore osava tanto. E’ pur vero che era relegata al nord, non quello secessionista, piuttosto, parlo
del ’94, a quello che voleva “mandare a casa tutti perché sono dei cadaveri”.
Quando lo diceva Bossi erano lazzi e frizzi nelle piazze piene in buona parte
di ex elettori di sinistra. Oggi il movimento dei “guardateli, sono morti che
camminano” è nazionale e promette le stesse cose, compresa la secessione
dall’Europa. Da qualcuno o qualcosa si deve secedere se si cercano applausi e
consensi. Dice le stesse cose ed ha una platea in buona parte di ex elettori di
sinistra. Comunque sarà il partito chiave (secondo i sondaggi che non possiamo
dire) per la governabilità prossima ventura.
E’ stata una campagna elettorale brutta perché piena di
insulti, di false promesse, di improbabili e possibili rivoluzioni. Perché tutti
o quasi hanno giocato sul calo delle tasse. E’ stata brutta perché abbiamo sentito
chi ha messo l’IMU dire che è una tassa mal fatta. E chi l’ha votata dice che la toglierà. E’ stata
brutta perché abbiamo letto in ogni social network da elettori di una forza che
si colloca a sinistra del centro sinistra dire il nemico vero da abbattere è
Nichi Vendola, non già il malgoverno degli ultimi vent’anni o il populismo
spietato di altri. E’ stata brutta perché noiosa, piena di clichet e frasi
fatte, senza colpi di scena, tranne uno che ha costretto anziani a riempire
uffici postali per chiedere rimborsi. Ma quella non è campagna elettorale, è al
limite della presa per i fondelli, d'altronde riceviamo ogni giorno telefonate
di imbonitori che vogliono regalarci lenzuola o pentole, quelle saranno magari
di pessimo materiale, ma almeno esistono. Il bollo auto invece lo paghiamo
ancora nonostante la promessa di 5 anni fa.
Chissà, forse era il freddo, una campagna d’inverno non si
era vista mai. Fra “giaguari smacchiati” e “quante volte viene?” abbiamo
toccato il fondo veramente. Quasi quasi comprendo anche gli astenuti. Il problema
dei sondaggisti e dei partiti pare essere su quanti voti si perderanno dove
nevicherà. Un tempo un vecchio elettore del PCI mi diceva che la domenica del
voto si alzava, si vestiva e andava immediatamente al seggio, senza caffè,
senza farsi la barba, senza null’altro fare “perché non si sa mai, se mi fa
male il caffè o mi taglio non posso votare”. Oggi le cose sono mutate, anche i
più accaniti andranno a votare con calma, all’ora dell’aperitivo o uscendo
dalla messa. Anche i comizi sono spariti dalla scena per lasciare il posto a
hotel o cinemini, tutto più ovattato, tutto con una sua platea di posti a
sedere. Solo Grillo ha osato (onore al merito), solo Bossi osava nel ’94 (onore
al merito).
E va bene, non diciamo dei sondaggi perché siamo ligi alle
regole. E va bene, andremo (mestamente) a votare perché così si fa, e
cercheremo di scegliere ancora una volta il meno peggio piuttosto che il
migliore. Buon voto a tutti.
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