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sabato 25 agosto 2012

Toponomastica salentina surreale


Pezzo scritto nel gennaio 2009 per il sito cittafutura.it di Alessandria.

Viaggiare in Salento è percorrere strade e paesaggi fatte anche di profumi e colori. Di questo ho già detto e probabilmente ancora dirò. Sarebbe importante per queste terre, avere un turismo qualificato e non il mordi e fuggi estivo, fatto di pochi giorni e via. E’ terra da vivere in ogni mese dell’anno. Però ci sono aspetti che il viaggiatore assetato non solo di mare deve sapere. Chi, come me, ha un senso dell’orientamento carente, si troverà sperso fra ulivi e vigneti, fra mare e campagna se è sprovvisto di navigatore satellitare. Infatti la segnaletica in questi luoghi è un oggetto del desiderio, è un modo con cui le diaboliche menti che l’hanno concepita, vogliono sfidare l’incauto viandante. Gli enigmisti famosi, i Brighenti, i Bartezzaghi, non avrebbero saputo concepire queste perle di indicazioni, perché loro facevano parole crociate e rebus. Giochi che hanno una loro logica. Cosa che in questi casi sembra sfuggire. Supponiamo che vi troviate, che so,  a seguire le indicazioni “Castro”. Bene, ne sarete accompagnati in lunghi rettilinei dove è difficile deviare, la freccia però sparirà immancabilmente al primo bivio. Dovrete in molti casi rallentare per leggere tutta la geografia del basso Salento, Ma di Castro neppure l’ombra. Spesso mancano le circonvallazioni, così sarete costretti ad attraversare centri abitati, ne vale sempre la pena, se non avete fretta. In quel caso vi troverete a seguire la diabolica indicazione: “tutte le direzioni”. Svolterete in vie larghe poco più di un’auto, e farete tortuosi percorsi fra cortili e signore con la sporta della spesa che ingombrano metà della già stretta via, per trovarvi alla fine a 50 metri dal primo micidiale “tutte le direzioni”. Per snellire il traffico nel centro storico si divertono ad inventare finte circonvallazioni ed a farvi percorrere tutto quanto il resto del paese. Improvvisamente, in lontananza, vedrete una serie di indicazioni, speranzosi arriverete al giusta distanza per leggerle e… Castro di nuovo manca. Non fa parte di “tutte le direzioni”,  forse è da un’altra parte. O può banalmente significare che è il prossimo paese (in quale direzione resterà al vostro intuito scoprire). ”Inutile indicarlo”, sembra abbiano pensato i diavoli della segnaletica. E' come se ci fosse un disegno perverso e diabolico che ha guidato la mano dell'ignoto progettista di indicazioni stradali.  Per i nativi va tutto bene, se uno arriva da Bergamo sono affari suoi. In fondo le frecce servono a chi ben conosce le strade, ovviamente.  Così ci si affida al caso e si svolta in una via che termina molto spesso, in un vicolo cieco. Magari vi può venire in mente di volerne conoscere il nome. Illusi. Nei casi , non del tutto scontati, in cui sia scritto, molto spesso l’insegna è in pietra grigia, e il nome della via è inciso nella stessa. Il risultato è un grigio su grigio assolutamente illeggibile a meno che non ci si fermi un attimo. Solo di giorno però, dopo l’imbrunire ogni tentativo è vano. In alcuni comuni hanno una maestria invidiabile in materia, sono veramente tenaci nel voler negare le indicazioni. Discorso a parte è quello dei numeri civici, spesso mancanti o sovrapposti, per cui una casa può essere al n. 45 o, scritto poco sotto, 16 (Copertino). Molto  sovente si è costretti a cercare uno dei pochi numeri indicati e contare le porte per arrivare alla meta, se trovi il 16 e devi andare al 98, la cosa si fa dura.  C’è poi un caso, penso unico in Italia, in cui i civici sono in perfetto ordine, non i pari a destra e i dispari a sinistra, proprio in ordine crescente.  E il bisogno di privacy spinge moltissimi abitanti ad omettere il nome sul campanello o citofono. Forse vince un premio chi riesce a fare tombola: Senza via, senza civico, senza nome sul campanello vinci uno sconto al centro commerciale. Altra stupenda peculiarità molto diffusa sono i repentini cambi di denominazione delle vie.  Così succede   che via Vittorio Emanuele 2° si tramuti improvvisamente in Via Umberto 1°, giusto per non fare torto a nessun regnante, forse. O, raro sofisma bipartisan, che via Almirante incroci con via della libertà. Come non è raro trovarsi a percorrere un  senso unico che improvvisamente ed inopinatamente diventa divieto di accesso perché cambia il senso di marcia, per cui si deve svoltare e ci si trova in una ragnatela di piccole vie dove è arduo districarsi. Non si sa se questo grande disegno sia improvvisazione o calcolo. L’impressione è che ogni sindaco ci aggiunga di suo da decenni, senza mai mutare l’esistente, forse per comunicare continuità amministrativa.
E per rallentare le auto nelle loro corse sfrenate si può trovare uno STOP nel bel mezzo di un rettilineo fuori paese, giusto per dare la precedenza ad un uliveto, perché l’unica stradina che si incrocia porta in campagna, ma questa è altra storia. Un Sindaco in vena di facezie, ha addirittura messo 4 stop alle strade che si incrociano. Bella pensata veramente.  Sarà bizzarro, però ha raggiunto il suo scopo, la velocità è rallentata, anzi, è proprio frenata.
E parlando di viabilità, come tacere dell’ utilizzo del clacson? Quasi sconosciuto altrove, qui diventa concerto. Il malcapitato che si trova per primo al semaforo viene travolto da un’onda acustica di dimensioni gigantesche non appena il rosso sparisce, a volte prima. Mi piace pensare che  qualcuno abbia passato alcuni giorni della sua vita a calcolare la durata del  rosso, così inizia a suonare due secondi prima degli altri.  Forse è una gara sulla quale non sono stato messo al corrente. Ma è prassi ormai. Un assolato pomeriggio di settembre, era domenica, mi stavo spostando in una Lecce deserta alle 15, caldo torrido. Semaforo rosso. Finestrini aperti. Davanti a me un’auto con un ragazzo. Scatta il verde, il ragazzo non si muove. Forse era sopra pensiero. Dopo pochi secondi si accorge della distrazione, tira fuori la testa dal finestrino e mi dice “perché non ha suonato?”. Pavlov scoprì qualcosa di simile o sbaglio?
Le soste sulla carreggiata senza apparente motivo   provocano invece una solidarietà diffusa. Nessuno suona, soprattutto nei paesini, se l’auto davanti si ferma e blocca il traffico per scambiare due parole con un pedone o con l’autista di un’altra auto che, a sua volta, provvede a chiudere l’altra carreggiata.
Anche in Salento sbocciano le rotonde. La bizzarra consuetudine di dare la precedenza a chi le occupa, quindi a sinistra, non è sempre ben accolta. Spesso mi sono sentito ingiuriare perchè sono passato, avendone diritto da un punto di vista del codice della strada, non da quello delle consuetudini, evidentemente.
Mi racconta un’insegnante che alcuni suoi ragazzi, tornati da una gita in non so quale città del nord, fossero rimasti impressionati “pensi professoressa, sulle strisce ci lasciavano passare…” .  Nonostante tutto ciò, veramente, vale la pena. In fondo con un navigatore satellitare la vita è più leggera. Oppure se ne può fare a meno, basta chiedere, in ogni dove c’è la polizia comunale. Ultimamente mi è capitato, in un paesino, di cercare  la solita via non indicata, passa la giovane vigilessa, chiedo, e lei, molto cortese, mi dice: “venga con me, andiamo dal tabaccaio che le conosce tutte…” L’avessi saputo prima…
Quello che accomuna invece l’Italia intera è l’utilizzo delle luci di emergenza. Pochissimo usate, per fortuna, per lo scopo che le ha fatte nascere, ovunque sono utilizzate per segnalare un palese divieto di sosta. Bizzarro vero? Ci si mette dove non si può, si azionano le quattro frecce e il gioco è fatto, un messaggio ai vigili :”guarda che sono in divieto di sosta e lo so benissimo, però non farmi la multa perché mi sto autodenunciando”.  Non un segnale di emergenza quindi, ma un “torno subito”. Mi chiedo se può funzionare per la sosta vietata perché non può per un furto? Sempre di violazione di regole si tratta. Un bel cartello fuori “sto rapinando una banca, ma faccio in fretta, vado via subito”. Vuoi che gli agenti lo arrestino? 

venerdì 24 agosto 2012

24 agosto 1456

  


Il 24 agosto 1456 viene terminata la stampa della Bibbia di Gutenberg. E' il primo libro stampato a caratteri mobili. Questa rivoluzione permise la diffusione del sapere e delle informazioni, anche se ad oggi molti non se ne rendono conto (cfr. Il Trota padre e figlio).

mercoledì 22 agosto 2012

Mediaset ingannevole


copio e incollo da: http://www.you-ng.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=2698&Itemid=89


Plateali pubblicità ingannevoli su Mediaset, come denunciarle all’Agcom

Pubblicato da Germano Milite il Martedì, 21 Agosto 2012 in Generica
48182
E' da oltre un mese, oramai, che su tutte le reti Mediaset girano in maniera decisamente martellante degli spot che definire ingannevoli sarebbe eufemistico. Tali spot vengono mandati in onda anche negli orari di punta e sono strutturati in maniera molto semplice. Un mezzo vip (tipo Marco Predolin) rivolge una domanda incredibilmente semplice ai telespettatori. Quesiti impossibili da non indovinare come “Chi fa le fusa? Il gatto o il cane?” o completamenti di proverbi stranoti “Il lupo perde il... Pelo o vizio?”. Per rispondere devi inviare un sms al numero 48 182 e, da quel che dicono testimonial o vocina fuori campo, puoi vincere “un sacco di premi”. Per chi partecipa a questo “complicatissimo” Super Quiz, ci sarebbero infatti “ben” 500 euro di ricarica telefonica in palio, un I-Pad o un I-Phone. Leggendo meglio nelle condizioni contrattuali scaricabili nella sezione “concorsi” del sito allyoucan.it, però, sembra di capire che il totale del montepremi messo in palio sia pari a 1.500 euro (iva inclusa, sigh!!). Quindi altro che “un sacco di premi”…in confronto alla mole di utenti raggiungibile, il valore totale dei “regali” è decisamente ridicolo.
SPOT CHE FANNO PRESA SU BAMBINI E RITARDATI
Voi ora starete pensando: “Vabè ma quale fesso con patente internazionale invia un sms convinto sul serio di poter vincere qualcosa?”. La risposta, vi assicuro, è ancora più facile de “quanto fa 2+2? 4 o 5?”. Purtroppo, questo tipo di spot, fanno presa su un numero elevato non solo di ingenuotti ma anche e soprattutto di bambini e persone che hanno ritardi mentali non gravi e che sanno quindi usare le funzioni base del cellulare. Il tutto è difatti confezionato alla perfezione per vendere con un piccolo “gioco di prestigio” abbonamenti a sfondi e suonerie. Quando avete mandato la vostra bella risposta scontata, difatti, vi arriva un pin sul cellulare che dovrete inserire sul sito allyoucan.it. Solo dopo potrete partecipare all’estrazione dei "fantastici premi" (che avverrà il 14 febbraio 2013 e sarà valida solo per chi rimarrà abbonato fino a tale data). Non solo: come chi ha avuto la sfortuna di abbonarsi testimonia, a quanto sembra, disdire queste iscrizioni che avvengono tramite il semplice invio di una parola (nel caso del proverbio del lupo basta ad esempio inviare “PELO” per vedersi spillare 24,20 euro al mese) è abbastanza complicato. Servizi clienti a pagamento ed inefficienti e la scelta di cambiare direttamente numero per non ricevere più gli addebiti indesiderati. Di solito, comunque, toni minacciosi ed incazzati aiutano molto ad ottenere la cancellazione immediata del “servizio”. Intanto, però, loro ci provano con i soggetti più deboli.
CONDIZIONI CONTRATTUALI INVISIBILI 
Come se tutto quello che abbiamo raccontato fin qui non bastasse, le condizioni di contratto sono scritte con carattere infinitamente piccolo sul lato destro dello schermo e, per quello che di sicuro non è un caso, sono impossibili da leggere e valutare se non con un fermo immagine.E’ sicuramente inaccetabile che uno spot così platealmente ingannevole e subdolo venga accettato e trasmesso da canali nazionali tanto seguiti.
LA RETE SI MOBILITA INSIEME AL CODACONS
Ovviamente, a questo punto, sarebbe il caso di presentare una denuncia collettiva all’Agcom contro i soggetti che hanno prodotto penosa pubblicità attira sprovveduti. Oltre al ritiro immediato della promozione fraudolenta, difatti, l’antitrust può anche pronunciarsi per multe che possono arrivare fino a 500.000 euro una volta appurata la truffa. Sul web diversi blog hanno già lanciato iniziative simili a questa, denunciando le medesime pratiche di marketing scorretto (vedi ad esempio giovannacosenza e disobbedienti).
Tra l’altro, con una rapida ricerca, ho notato che già il Codacons, nei primi giorni di agosto, si era mosso proprio contro questi spot. Inoltre, cercando ulteriori notizie sul numero 48182, ho notato diverse testimonianze di genitori imbufaliti perché, i propri figli, hanno abboccato al tranello nella speranza di vincere un i-phone o un i-pad. Dietro tutta la baruffa c’è la società David 2 S.P.A con sede a Torino.
Per quanto riguarda la denuncia all'Agcom, qui trovate il modulo online. Facciamoci sentire e fermiamo questi signori. 

il furto della Gioconda

Vincenzo Peruggia

Vincenzo Peruggia era uno proprio simpatico. L’unica persona al mondo ad aver pranzato e cenato per due anni con La Gioconda appesa al muro della cucina. Originario di Dumenza, nei pressi di Luino, Vincenzo era impiegato del Louvre, ed era convinto che il dipinto dovsse tornare in Italia perché  italiano, la notte fra il 20 e il 21 agosto 1911 decise di riprendere il maltolto. Uscito dal museo con il quadro sotto la giacca, perse il tram, optò per un taxi che lo portò alla sua pensione, quindi  tornò in Italia. Inizialmente non aveva intenzione di guadagnare, voleva solo gaanzie che il dipinto rimanesse in patria. Nel 1913 cambiò idea e decise di fare un po’ di quattrini, si recò a Firenze da un antiquario il quale, sospettoso, chiamò anche il direttore degli Uffizi e decisero che il quadro era vero, non una delle mille copie. Il Peruggia, mentre i due esperti verificavano l’autenticità della Monna Lisa, se ne andò tranquillamente in giro per Firenze, ma venne beccato. Al processo venne condannato ad un anno e 15 giorni, poi mutati in sette mesi e 15 giorni. Il suo difensore parlò di patriottismo, da lì nacque il termine “Perrugismo”. Il dipinto venne restituito alla Francia. A seguito del furto venne arrestato Guillome Apollinaire, mentre Pablo Picasso venne interrogato. Per due anni la polizia fu tenuta in scacco da un dipinto appeso in una cucinotta italiana.


martedì 21 agosto 2012

L'Italia delle novità?


Sta terminando l’estate e si riaccende il dibattito politico. Le grandi novità che sembrano prepararsi:

·         -Berlusconi si ricandida alla presidenza del consiglio.
·         -Bersani si candida alle primarie.
·         -Vendola si candida alle primarie contro Bersani
·         -Le intercettazioni debbono essere regolamentate
In più ci sta qualche spolverata di governo Monti bis e di Napolitano che attacca la magistratura come Berlusconi.

I temi della politica degli ultimi 20 anni sono stati:

·         -Berlusconi si candida alla presidenza del consiglio.
·         -Bersani (o altri segretari del PD) si candida alle primarie.
·         -Vendola si candida alle primarie contro Bersani
·         -Le intercettazioni debbono essere regolamentate

Siamo in grado di anticipare la notizia di apertura dei lavori dell’autunno 2020:
·       
  -        -Berlusconi si ricandida alla presidenza del consiglio.
·         -Bersani (o chi per lui) si candida alle primarie.
·         -Vendola si candida alle primarie contro Bersani
·         -Le intercettazioni debbono essere regolamentate
    
     Le novità eccitano sempre... come un orgasmo. 


lunedì 20 agosto 2012

le parole di Mario Perrotta

Le parole che riporto sott osono di Mario Perrotta su Facebook. Condivido tutto senza altro aggiungere. 


"Non me ne fotte assolutamente nulla di Caligola, Lucifero e Minosse, di questo affibbiare nomi altisonanti e terrifici a fenomeni naturali, questa americanata con cui i nostri giornali e le nostre televisioni riempiono i titoli di testa. Non me ne fotte perché a bruciare sul serio c'è stato un uomo, un uomo solo davanti a Montecitorio, appena 8 giorni fa, ma non era titolo da urlare. Oggi quell'uo
mo è morto, sopraffatto dalle ustioni, ma non c'è un solo giornale o telegiornale che riesca a cogliere la portata di quanto è accaduto. La notizia c'è, sì, ma in secondo piano. 

E, invece, dovrebbe essere titolo di apertura per una intera settimana, scalzando le cazzate che spesso abitano le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, perché ragionare intorno a quell'evento vorrebbe dire davvero essere pronti a cambiare il paese. 
Ma è pura illusione: se questo paese si accorgesse di quanto devastante sia una notizia del genere, si accorgerebbe anche dell'incubo in cui vive da decenni, dell'esistenza da bestia che conduce, di quanto la sua schiena sia asservita e e la sua mente assediata da cose inesistenti come Caligola e Lucifero.
Buona estate."

Mah


“La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere. Sfogliarli a caso è sognare” (Shopenahuer)

domenica 19 agosto 2012

18 agosto 1912 nasce Elsa Morante

Elsa Morante

vita che scorre...


Vita che scorre dietro occhi che scrutano il cielo. Quasi il tempo infinito di una notte piena di stelle. “Quanti passi da qui al quella più lontana?” “Contiamoli”.  Squarci di ricordi fra i pensieri. Come tele di Fontana con quell’inquieto taglio di cui troppi hanno scritto per interpretarlo. Non sono un critico d’arte. Più banalmente mi limito ad osservare e a ringraziare chi ha osato andare oltre la tela, trapassare il quadro, uscire dai confini delimitati. “Troppi pittori in giro, pochi artisti” mi dice l’anziano gallerista di fronte ad un nudo velato da un drappo azzurro intenso. Ed ha ragione in fondo. Pochi osano veramente. Pochi contano i passi da qui alla stella più lontana. E troppo spesso li si vorrebbe instradare per vie più note e tranquille. Anche a costo di pagare il prezzo di restare immobili, senza progredire.   Perché senza di loro, senza chi osa uscire dalla tela, andare oltre il dipinto, non c’è progresso. Non quello dei cellulari e dei computer. Un altro progresso, quello delle emozioni e delle intelligenze che guardano nascere fiori o volare rondini. Quello che ci aiuta a sentirci più liberi nonostante questo mondo così assurdamente avvolto su sé stesso. La grandezza del bimbo che vuol prendere tra le mani il fumo di una sigaretta è pari solo al volo di Icaro.  Lui osa.