Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

sabato 22 settembre 2012

Arriva Eggy


Per chi ha dimestichezza con la cucina è sempre stato uno dei problemi più grandi, da decenni l’uomo si chiede come risolverlo. Avere a che fare con le uova rappresenta una delle peggiori incombenze da affrontare. Pensate solo per fare un uovo al tegamino. Occorre percorrere sentieri impervi:
  • Comprare le uova rischiando di romperle nella busta assieme al parmigiano reggiano e agli spaghetti numero cinque.
  • Mettere burro (o olio) nel tegame.
  • Rompere l’uovo.
  • Metterlo nel tegame e aspettare il giusto grado di cottura.                                                                      Vedete come a descrivelo è un percorso lungo, infinito, irto di diffcoltà? Fra i vari passaggi però ce n’è uno che è fastidiosissimo, incredibilmente laborioso, delicato. Da tempo immemore ci chiedevamo come fare per evitarla. Si narra di massaie in crisi di nervi, di matrimoni frantumati per la difficoltà dell’operazione. Si dice di uomini single con crisi isteriche. Ebbene oggi un inventore degno del Nobel ha risolto il problema. Non dovremo più rompere l’uovo.
Quando ho letto la notizia riportata su L’Unità mi sono detto “perché non ci ho pensato io?”, addirittura mi sono commosso. E’ vero che c’è la crisi economica, è vero che le estati sono torride e gli inverni rigidi, però questa invenzione sarà la panacea di molti mali. Non ci saranno più uova disperse nei lavelli, non più dita impiastricciate, non avremo più gusci per casa, soprattutto non ci saranno più fatiche degne di Ercole. Oggi c’è Eggy, l’uovo spray.
Funziona come la panna montata in bomboletta. Vuoi una frittatina? Uno spruzzo in padella e via. Vuoi fare la carbonara? Spruzza e vai che sei bello.
Già me le vedo migliaia di donne e uomini fare la corsa fra gl iscaffali per accaparrarsi magiche bombolette. Davvero, non vedevo l’ora. Si spera che verrà perfezionata però, al momento non è possibile separare tuorlo e albume, quindi se vorrai montare a neve i bianchi dovrai sottostare alla tortura dei gusci da rompere. Ma a tutto c’è rimedio, aspetto con ansia il doppio beccuccio: Bianco e rosso separati. E poi aspettiamo la rivoluzione più epocale di tutte, quella che sarà la vera rivoluzione, pare ci stiano lavorando scienziati statunitensi: l’apripacchetto di gomme da masticare elettronico. Molti ragazzi infatti spendono ben 10 secondi al giorno per questa incombenza, senza contare lo sforzo psichico e lo stress. Ah che bella cosa la tecnologia!


mercoledì 19 settembre 2012

che palle, torna la TV invernale


Così arriva l’autunno e si riaprono le danze. Le Televisioni inaugurano il nuovo anno. Ricomincia Ballarò, torna Maroni fresco di avere epurato il suo partito da figli ladroni, tenendosi però i padri “nobili” (il contrario di ignobili?), quello del terrazzo ristrutturato per capirci, non c’è Grillo perché lui non va in TV, neppure si candida, così vince comunque e a prescindere da tutto, poi ci sono i numeri due dei dibattiti: Luigi Abete ed altri, tutti hanno la verità in tasca e il futuro ben stampato nella testa, in sostanza, ognuno ha la ricetta per la felicità. Tutto esattamente come l’abbiamo lasciato la scorsa primavera insomma. I politici sono messi lì solo en passant, non fanno neppure più notizia con il governo tennnnico incombente. Meno male che c’è Crozza. Oddio, anche i comici sono un po’ in debito di ossigeno, la caduta del nano di Arcore, i ladroni della lega, i Gasparri e i La Russa in camicia nera non fanno più ridere, sono diventati comparse, zombies. Resiste l’inossidabile Sallusti, lui c’è sempre. Però basta guardarlo e parlare di zombies diventa accademia.
Su La7 sono sbarcate invece le alessandrine Parodi. Dopo una vita da ballerine di fila in Mediaset, qui hanno conquistato un programa a testa. Alla corte del nano di Arcore erano coprimarie in penombra, quelle che non esistono, che leggono le notizie senza avere idee chiare su nulla, oggi la Benedetta si occupa di cucina e piace tanto alle nonne. Porta in studio i figlioli, il marito, parla come si fa al mercato. E’ rassicurante, nulla potrà mai cambiare nella famigliola tipo: battesimocresimaprimacomunione tutto in fila, nessun colpo di testa. Sembra una pubblicità degli anni ’60 con la mammina in cucina, il papà che torna e si mette a tavola dopo aver dato un bacetto sulla fronte alla consorte, i bambini puliti e lindi come neppure nelle pubblicità del Mulino Bianco. Peccato che, come diceva un vecchio saggio conterraneo delle Parodi: “quando i mulini erano bianchi io mangiavo pane nero…” in tempi di crisi, in effetti… Comunque a tempo perso invita la sorella al programma, la stessa che conduce un intero pomeriggio fra gossip e notizie varie. Invita ospiti e, ovviamente, la sorellina minore. Bah, i pomeriggi invernali sono lunghi, qualcosa bisogna pur dire e fa, e poi, diciamolo, una botta di sbirciatine nei cessi dei vip fa bene.
In realtà La7 si è presa tutto quanto. Complice la RAI arcoriana che ha cacciato via tutti quelli che la facevano guadagnare, e complice una Mediaset al servizio del suo barone.
Chi non è in TV invece vuole guadagnarsi altra platea, Fede farà un suo movimento politico che forse si chiamerà: Lo zerbino di Silvio. Anche Sgarbi, dopo aver fatto il sindaco itinerante e molto discusso, farà una fedata, un movimento politico al servizio di Silvio, forse si chiamerà: coglioni votatemi che sono bello, alto, snello e voi siete tutti stronzi. In più dice parolacce in TV (come Grillo una volta).
Sempre su La7 prosegue Formigli con i suoi proclami e la sua prosopopea linguistica e mediatica. Stucchevole!
 Mah, d’altronde siamo nell’Italia di Gasparri e La Russa, del nano di Arcore inquisito (manca l’abigeato e li ha proprio tutti), di Casini e D’Alema, che volete vedere funzionante? Buona nuova stagione a tutti.

martedì 18 settembre 2012

Romiti Marchionne...


“I sindacati non sono andati a vedere dietro i piani FIAT, l’unico che l’ha fatto è la FIOM…”. “Il piano Fabbrica Italia? Secondo me non è mai esistito…” A parlare così non è Vendola, neppure Giordano, men che meno le ex sinistre che hanno appoggiato il piano Marchionne dichiarandosi disponibili alla prostituzione pur di farlo (Fassino, D’Alema, Bersani e compagnia cantando) queste parole sono state pronunciate da Cesare Romiti.
Chi è costui? Figlio di un impiegato, fu direttore generale della SNIA Viscosa, poi Amministratore delegato ALITALIA, quindi Italstat e poi FIAT. Dopo la sua cacciata da FIAT ad opera di Ghidella, ne riprenderà il posto nel 1996 a seguito di una lotta intestina ai vertici aziendali. Andò in pensione con una liquidazione miserella: 101 milioni di euro circa. Da pensionato giochicchia con la fondazione Italia Cina, con Impregilo, RCS, Aeroporti di Roma per passare il tempo.
Romiti era AD della FIAT decisamente antisindacale, fu lui a promuovere la marcia del 40.000 quadri che troncarono la lotta degli operai FIAT e costrinsero i sindacati ala trattativa in un momento in cui Mirafiori stava per essere occupata con il placet, addirittura, di Enrico Berlinguer e del PCI. Insomma, un dirigente non certo tenero con i sindacati, che tuttavia ammette oggi che il loro fiato sul collo “mi fece evitare molti errori”.
Insomma, il piano Marchionne era talmente spudorato, grezzo e senza senso che solo la pochezza del governo dell’epoca, dell’opposizione e dei due sindacati (CGIL si è salvata la faccia perché tirata da FIOM) hanno potuto permettere questo scempio.  I soloni dei mercati non avevano previsto nulla. L’uscita di FIAT dall’Italia significa centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, l’indotto vale infatti numeri importantissimi. 

domenica 16 settembre 2012

Effetto Paradosso


Carlo Fenizi. Dalle sue note biografiche scopriamo che:  Nasce in Puglia, a Foggia, nel 1985. A Roma studia Letteratura e Cinema e si laurea in Letteratura e Lingua, Studi Italiani ed Europei, con il massimo dei voti, presso la facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Roma La Sapienza. Ha frequentato a Firenze la scuola di cinema Immagina. E' autore di cortometraggi e video arte. Nel 2008, in Spagna, dirige il suo primo film La luce dell'ombra, un lungometraggio dal taglio noir, di cui e' anche autore.  Nel 2010 realizza il documentario Lo sguardo libero. Nel 2011 scrive e dirige la commedia fiabesca Effetto Paradosso, il suo secondo film prodotto dalla Cpm film. Collabora con le scuole in progetti di formazione cinematografica. Parla, pensa e sogna in spagnolo. Dipinge.  (dal sito: www.carlofenizi.com).





Intervista al regista Carlo Fenizi
 “Sei giovanissimo, 27 anni e già due film”

“Non sarebbe strano in altri paesi. Qui da noi un giovane regista ha 40 anni, un ventisettenne è un bambino”.

“Effetto paraddosso è un termine medico”

“Si, è l’effetto opposto di un farmaco rispetto alle aspettative. 

“C’è Puglia nel tuo film”

 Ho tentato di dare un’immagine magica e diversa della Puglia. Il meridi
one è visto come provinciale, malavitoso, tradizionalista, chiuso. Abbiamo rovesciato l’impianto, il paese del film è un piccolo mondo al femminile, una micro nazione che addiritura rivendica indipendenza. In realtà le forme meridionali ci sono, quello che è stato stravolto è il contenuto”.

                                                                    “Gli attori sono esordienti?”
Julieta Marocco e Carlo Fenizi

“No, l’unico alla prima esperienza è Konrad Ianussi”.

“L’uscita per quando è prevista?”

“Molto ravvicinata, la prima sarà a Foggia il 28 settembre, le altre date le ufficializzeremo appena ne avremo certezza”.

“Le musiche?”

“Sono state fatte dal gruppo TERRANIMA, che stimo moltissimo, appositamente per il film”. (http://www.terranima.it)

“Il paese del film non ha nome, però la location scelta è Orsara di Puglia”

“Volevo un paese del foggiano, i luoghi anche qui, come nel resto della Puglia,  sono stupendi. La scelta è caduta su Orsara perché l’amministrazione ci ha accolti  benissimo e perché il paese ha avuto nel tempo restauri conservativi che ne hanno mantenuto le caratteristiche, penso sia stata una buona scelta”.

“Apulia Film Commission ha finanziato il tuo film?”

“Apulia ha appoggiato il film da un punto di vista tematico e formale. Non abbiamo potuto, per motivi burocratici, partecipare al bando per i finanziamenti, però è piaciuto il prodotto finito e Apulia Film Commission ci ha dato il patrocinio gratuito e lo distribuirà nel “circuito d’autore”. Il produttore è la C.P.M. film di Firenze con la quale ho collaborato dal mio primo film”

Konrad Iarussi e Julieta Marocco

Sinossi del film (dal sito www.effettoparadosso.it):
Effetto Paradosso é una fiaba pugliese.Il film girato ad Orsara di Puglia racconta la storia di Demetra, una giovane ingegnera che conduce una vita grigia e dedicata esclusivamente al lavoro, nulla sfugge al suo controllo. Chiamata dal comune di un paesino del nord della Puglia per una perizia su un terreno, deve allontanarsi per una notte. Quel viaggio in terra dauna cambierà il senso della sua vita.

Demetra si trova improvvisamente catapultata in una dimensione fiabesca, fuori dal mondo; il paese si presenta come un microuniverso magico, in cui le regole sociali e i rapporti umani sono improntati su modelli alternativi. Demetra é costretta a trattenersi più del dovuto in quanto continui imprevisti non le consentono di svolgere il suo lavoro e scopre che sul terreno in questione nasce l’Ipazia, una pianta spontanea dai sorprendenti poteri benefici, unica al mondo e alla base di tutti prodotti locali. Spiazzata, confusa e turbata dalla realtà che la circonda, Demetra viene messa alla prova. Quella dimensione riesce a far crollare in lei convinzioni e certezze di un’intera esistenza e a svelare misteriose coincidenze.


Effetto Paradosso



Effetto paradosso è un film surreale, divertente, ironico e spiazzante.

Fellini, Buñuel e altri maestri del cinema verranno scomodati, a torto o ragione, per dire del film. In realtà Carlo Fenizi è Carlo Fenizi. Qui dentro c’è Puglia nel paesaggio, nelle location. Gli attori sono pugliesi, citiamo le attrici Mirna Kolè, Maria Rosaria Vera, Chiara Fenizi, e ancora l’aiuto regia Maria Antonietta Di Pietro, la costumista Lucia Macro e la scenografa Anna Maria Cardillo. C’è molta Foggia, la città del regista, di molte attrici e dell’unico interprete maschio,  Konrad Iarussi.
La “rigida” Demetra viene avvolta da una possibile vita diversa, il racconto pare un filo di lana che si raccoglie in un gomitolo fino al momento in cui improvvisamente torna a dipanarsi, quando Ottavio parla con Demetra e le dice che il problema vero è “non saper essere ciò che si pensa di essere”,  a partire da quelle parole tutto si fa più chiaro, la follia apparente che percorre la narrazione diventa poco a poco  opportunità e possibilità di vita diversa. Da qui, forse, lo stato di inquietudine che assale, il paese  senza nome che può essere il luogo di ognuno di noi, lo stesso programma di secessione dal resto del mondo non è un inno a visionarie regioni autonome o a divisioni altre, idiote, si tratta piuttosto dell’invito a non arrendersi al messaggio che pare essere ineluttabile, che annichilisce e che fece dire a Ennio Flaiano in tempi non sospetti e non inquietanti come quelli che stiamo vivendo: “Ha una tale sfiducia nel futuro che fa i suoi progetti per il passato”. E’ una secessione dall’ovvio, dallo scontato, da un mondo in cui qualcuno vuole privare i ragazzi anche del futuro.  Il film diverte e commuove anche chi ha vissuto la militanza degli anni ‘70 perché quel paese e quella vita erano, tutto sommato, il sogno, l’utopia. Allora la storia assorbì tutto quanto, e le storie tornarono a contorcersi, e il gomitolo, anziché dipanarsi, è rimasto aggrovigliato fino ad infeltrirsi. Ricordo,  qualcuno scrisse da qualche angolo lontano nel mondo “se non vivi come pensi, va a finire che penserai a come stai vivendo”. Allora non c’era l’erba Ipazia a placare ogni male, usata anche per impastare orecchiette per festeggiare ritorni al paese della magia.
E’ un film che vale la pena rivedere almeno una volta dopo la prima, come i libri che ci si dovrebbe portare appresso, uno vecchio ed uno nuovo, per imparare, per non dimenticare. Fenizi, con i suoi ventisette anni e quell’aria pacata che non è timidezza, piuttosto rispetto dell’altro,  è un ragazzo con le idee molto chiare, con i sogni e le speranze di riuscire a dire quel che deve dire anche in un’Italia quasi spietata con i giovani. No, veramente ogni paragone con altri registi non renderebbe l’idea di un giovane che ha dentro tutta la storia del cinema e che le sta offrendo contributi importanti, che ne sa parlare il linguaggio, vive le sue emozioni e le trasmette agli spettatori, soprattutto ha la capacità di ridere e di commuoversi rivedendo quello che ha girato, come se il film non fosse il suo, come se fosse una sorpresa. Solo in questo modo, forse, si può spiegare quel senso di commozione che prende quando le luci in sala si riaccendono e che fa dire “è solo una fiaba?”
E in un mondo quasi tutto femminile, mi concedo poche parole sull’unico interprete maschile, quel Konrad Iarussi che ho avuto il piacere di conoscere con il regista. Consiglio caldamente di tenerlo d’occhio. E’ attore per passione, ciclista per hobby e cantautore per vocazione, e, accidenti, è pure bravo. Non so quanto lo sia come ciclista, sicuramente molto come interprete e moltissimo nelle sue canzoni. Ci sorprenderà!

Effetto Paradosso
Scritto e diretto da: Carlo Fenizi
Sceneggiatura: Carlo Fenizi
Interpreti: Julieta Marocco, Cloris Bosca, Konrad Iarussi, Alina Mancuso, Mirna Kolè, Maria Rosaria Vera, Chiara Fenizi, Felice Clima, Denisio Esposito, Francesco Ricciardi.
Musiche: Terranima