Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

martedì 18 settembre 2012

Romiti Marchionne...


“I sindacati non sono andati a vedere dietro i piani FIAT, l’unico che l’ha fatto è la FIOM…”. “Il piano Fabbrica Italia? Secondo me non è mai esistito…” A parlare così non è Vendola, neppure Giordano, men che meno le ex sinistre che hanno appoggiato il piano Marchionne dichiarandosi disponibili alla prostituzione pur di farlo (Fassino, D’Alema, Bersani e compagnia cantando) queste parole sono state pronunciate da Cesare Romiti.
Chi è costui? Figlio di un impiegato, fu direttore generale della SNIA Viscosa, poi Amministratore delegato ALITALIA, quindi Italstat e poi FIAT. Dopo la sua cacciata da FIAT ad opera di Ghidella, ne riprenderà il posto nel 1996 a seguito di una lotta intestina ai vertici aziendali. Andò in pensione con una liquidazione miserella: 101 milioni di euro circa. Da pensionato giochicchia con la fondazione Italia Cina, con Impregilo, RCS, Aeroporti di Roma per passare il tempo.
Romiti era AD della FIAT decisamente antisindacale, fu lui a promuovere la marcia del 40.000 quadri che troncarono la lotta degli operai FIAT e costrinsero i sindacati ala trattativa in un momento in cui Mirafiori stava per essere occupata con il placet, addirittura, di Enrico Berlinguer e del PCI. Insomma, un dirigente non certo tenero con i sindacati, che tuttavia ammette oggi che il loro fiato sul collo “mi fece evitare molti errori”.
Insomma, il piano Marchionne era talmente spudorato, grezzo e senza senso che solo la pochezza del governo dell’epoca, dell’opposizione e dei due sindacati (CGIL si è salvata la faccia perché tirata da FIOM) hanno potuto permettere questo scempio.  I soloni dei mercati non avevano previsto nulla. L’uscita di FIAT dall’Italia significa centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, l’indotto vale infatti numeri importantissimi. 

Nessun commento:

Posta un commento