Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

venerdì 10 maggio 2013

Ricordando Antonio Verri, poeta e narratore.



Pubblico un importante intervento di Mauro Marino sull'anno verriano.  Ricordiamo il poeta dedicandogli la Notte della Taranta.  
LECCE – Abbiamo cominciato già dall’inizio dell’anno a celebrare quello che abbiamo voluto chiamare Anno Verriano, per riattraversare la complessità dell’operare di Antonio Verri nel ventennale della sua scomparsa. Sinora abbiamo pubblicato nelle pagine del nostro giornale contributi  su, di e con Antonio Verri.


Il 9 maggio 2013, è il giorno della ricorrenza, il giorno della mancanza.
Noi, Antonio, continuiamo a sentirlo vivo, attraverso la sua scrittura e, in queste ultime settimane, attraverso le persone che da vivo lo sentivano fraternamente amico nell’operare. rilegendo le lettere  a lui rivolte che in questa pagina sono quotidianamente pubblicate a cura di Maurizio Nocera.
*  *  *
Nei giorni scorsi una, di lettera, l’ho rivolta a Sergio Blasi e a Sergio Torsello chiedendo loro che l’edizione di quest’anno della Notte della Taranta fosse dedicata al Poeta di Caprarica. La rendo pubblica per spiegarne le ragioni:
 Verriana
scritture, voci e suoni per ricordare un poeta
Abbiamo necessità di condividere un amore, quello per Antonio Leonardo Verri: una passione certa, consolidata in letture che ne confermano il valore ed un necessario nuovo transito di identità generazionale…
Per farlo abbiamo bisogno di uno sforzo grande e di un luogo grande per dare il giusto risalto a quella che riteniamo essere una delle figure centrali dell’identità culturale salentina e del nostro ultimo Novecento.
Un Novecento letterario e culturale che, in quell’artefice, ha trovato, e ancora trova, gambe per proiettarsi in questo nostro, nuovo, malandato Tempo.
Antonio Leonardo Verri è stato (e ancora è) “levatrice” di visioni e di sogni che affondando le radici nella gloria di Otranto, nella sua cultura di Terra e di Passioni, hanno potuto immaginare Guisnes la città – verriana – dove tutti i generi si mischiano divenendo “naviglio innocente”, grossa lettera, unico corpo.
Il sogno del Declaro è adesso, è la macchina della memoria, è il PC.
Antonio Verri – il nostro tempo – il battito contemporaneo – l’ha solo presagito, l’ha raccontato per intero, mischiando lingue.
Le sue e quelle di quanti in lui si sono sentiti uno. Uniti in un agire che ha dettato le regole di un operare culturale ancora utile, anzi, ri-fondante di pratiche possibili nel presente.
Lui, è mancato prima, per farsi in noi “Profeta”.
L’evento che immaginiamo possa essere attuato nella cornice del festival della Notte della Taranta  può avere varie dimensioni (si può, volendo, pensare (e facilmente realizzare) una mostra con materiale fotografico ed editoriale o un’opera multimediale che può accompagnare il festival… nelle sue tappe…
Si può immaginare, un atto di riepilogo di questo anno di ricordo all’ombra e nel rammarico dei vent’anni dalla scomparsa.
Oppure solo concertare un omaggio d’una sera, pensando però (oso!) di dedicare ad Antonio Verri (com’è stato in passato per altri interpreti della Terra Salentina) l’intero Festival dando il giusto risalto alla figura del Poeta e dell’Operatore Culturale con una nota in catalogo, la lettura di alcuni suoi versi in apertura del Concertone ed una serata a Lui dedicata con un recital e una conversazione…
Questa prima lettera può essere considerata un inizio di dialogo… per meglio “combinare” (parola di Verri questa…) la cosa…
In attesa di un vostro riscontro,
cari Saluti
Mauro Marino

Intervista a Carlo Salvemini

Carlo Salvemini (Ph: Lecceprima.it)

Come dicono alcuni sondaggi il Sindaco di Lecce Paolo Perrone è il più amato d’Italia. E se è vero che questi sono solo sondaggi, il risultato delle urne è stato quasi plebiscitario, fu anche il più votato. Pare una contraddizione con la città che naviga a vista fra un dissesto mai dichiarato ma che pare sia nei fatti, la tassazione ai massimi livelli sicuramente non troppo amata da chi le tasse le paga tutte,  un dibattito surreale sulla chiusura alle auto del centro storico che presenta un gioiello architettonico, storico, monumentale fra i più imponenti d’Italia letteralmente assediato dalle auto in sosta e di passaggio. E’ surreale perché sulla carta una parte di questo centro è già chiuso, non fosse per i permessi dati come se piovesse. E ancora diciamo delle marine che dovrebbero essere un valore aggiunto ma che sono nei fatti lasciate a sé stesse. E’ sufficiente fare un salto a San Cataldo per rendersi conto che ad un lungomare (pardon, water front come lo chiama the mayor) appena rifatto e quello che ha di fronte, finestre murate, edifici a mezza strada fra il post terremoto, l’incuria e il degrado.  Abbiamo parlato con Carlo Salvemini, consigliere di minoranza per la lista Lecce Bene Comune, “non diciamo di opposizione, è una distinzione alla quale tengo”.

“Camminando per le strade, parlando con persone al bar, si ha come la sensazione che il dibattito stringente in Comune di cui parli puntualmente nel tuo blog e i problemi della città non siano percepiti nella loro interezza”

“Sembra paradossale dirlo, le comunità meridionali sono costruite su una inconsapevolezza del ruolo degli enti locali  nella garanzia dei servizi pubblici. Viviamo a prescindere da ciò che l’ente deve corrispondere ai cittadini come diritto e come corrispettivo delle tasse pagate. Che vi siano pesanti tagli dei servizi pubblici locali sembra quasi normale. Lecce è piccola? Chi può non  utilizza il trasporto pubblico, anche se questo serve a moltissimi altri cittadini, anche se è essenziale per la comunità. Se hai un discreto benessere che ti permette di provvedere alla tua famiglia dignitosamente allora i servizi sociali diventano un optional.  Puoi mandare i tuoi figli in palestre private? Allora le mancanza di spazi pubblici per lo sport passano sotto silenzio. Il clima, il sole splendente e il barocco sono sufficienti per dire che a Lecce si vive bene. La città è da tempo informata delle sofferenze dei conti pubblici, tuttavia spesso non si riesce a percepire l’impatto che hanno nella vita reale. Parliamoci chiaro, le tasse e tariffe al massimo sono un problema per chi le tasse le paga. A leggere alcuni dati sulla capacità di riscossione dell’amministrazione ci sarebbe molto da riflettere”.

“A proposito di riscossione, mi spieghi la vicenda dell’aggio a SOGET? Come scrivevi nel tuo blog, c’è stato un aspetto inquietante nei corrispettivi promessi dal Comune a SOGET”

“La vicenda si riferisce a una pecentuale promessa a SOGET sulla riscossione delle maggiori entrate derivanti dalla revisione degli estimi catastali, per altro contestatissima. In questa vicenda, la revisione,  SOGET non ha svolto alcun compito, perché pagare per lavori non effettuati?”

 “Da tempo inviti il Sindaco a dichiarare il pre dissesto.  Da notizie che ho dalla mia città, Alessandria, l’amministrazione di centro sinistra, subentrata ad una a guida PDL e Lega, ha trovato macerie e non ha potuto fare altro che dichiarare il dissesto tenuto nascosto. Questo ha comportato l’immediato schizzare al massimo di tutte le tariffe e tasse. Lecce come sta da questo punto di vista?”

“Io sostengo che ci troviamo in una situazione di dissesto non dichiarato ma che è nei fatti. La situazione alessandrina dopo il dissesto dichiarato: aumento della tassazione e riduzione dei servizi, a Lecce si è già verificata. Abbiamo l’IMU al massimo, la TARES che sarà probabilmente al massimo, tasse di soggiorno ed altri balzelli, insomma, la leva fiscale è altissima. Contestualmente sono state disposte una serie di riduzioni dei servizi pubblici, a partire da LUPIAE alla quale è stato chiesto di fare gli stessi servizi con meno costi. Ovviamente, come dice il piano di impresa, questo comporta una riduzione della qualità dei servizi erogati e delle prestazioni. Si è provveduto alla riduzione del trasporto pubblico locale. Si sono chiesti sacrifici e tagli sulla raccolta, pulizie e smaltimento rifiuti. Ci sono provvedimenti che definirei estremi sulla pubblica illuminazione, spegnimenti parziali o totali per risparmiare. Le politiche sociali faticano a individuare quali sono i bisogni primari. Non parlo di ipotesi, è Tutto documentato”.

“Una dichiarazione formale di dissesto consentirebbe di chiedere aiuti allo Stato centrale?”

“Formalmente gli aiuti sono stati chiesti. Il Comune, utilizzando le disposizioni del governo Monti, ha fatto una richiesta di 43 milioni di euro di anticipazioni per il pagamento delle prestazioni.  Parliamo di pagamento di opere già fatte, in sostanza  di debiti pregressi. Il Comune si indebita per poter far fronte al’indebitamento. I 43 milioni li dovremo restituire in 30 anni. Qual è la differenza fra la medicina amara della dichiarazione di dissesto a quella altrettanto amara che si sta somministrando ai leccesi comunque? La prima annuncia una volontà di guarigione, di risanamento dei conti. Quella attuale somma indebitamento a debiti pregressi per proseguire in qualche modo. Nel decreto Monti sull'indebitamento a parer mio siamo ai limiti della costituzionalità. La Carta dice, all'articolo 119, che l’ente locale non può chiedere prestiti se non per finanziare la spesa per investimenti. Con questo decreto lo Stato va in deroga al 119. Dice agli enti locali di indebitarsi per pagare debiti. Un provvedimento che poteva avere una sua nobiltà se serviva a pagare, giustamente, le imprese che vantano crediti con gli enti locali, è diventato nei fatti un assalto alla diligenza di tutti gli amministratori di ogni parte politica e di ogni latitudine. Servono ora a salvare non le imprese, ma gli amministratori stessi.  Il problema è che se si prevedessero sanzioni per gli amministratori che provocano dissesto, un’intera generazione verrebbe colpita”.

“C’è però in tutto questo un problema di Stato centrale”

“Certo, come si riesce a gestire per anni un Comune nascondendo il dissesto? Attraverso operazioni contabili: dilatazione dei crediti per esempio, i famosi residui attivi. Vediamo Lecce, la SOGET quanto ha recuperato negli ultimi anni? Pochissimo, eppure nel bilancio comunale  questo “recupero” è quantificato in 44 milioni di euro. Un positivo che non si troverà mai”.

“Cambiamo discorso, chiudiamo il centro alle auto? In particolare, un'amministrazione può decidere in poche ore e senza una programmazione seria della viabilità complessiva, provvedimenti di chiusura o apertura di strade? I disagi per operatori commerciali e per gli abitanti sarebbero notevoli”

“Partiamo con il dire che a Lecce l’isola pedonale e la ZTL (Zona a Traffico Limitato) non vengono percepite come tali. Questo perché le deroghe e le eccezioni sono infinite. Piazza Sant'Oronzo è isola pedonale, però è assediata dal traffico. In teoria ci sono zone senza auto, nella percezione di pedoni e turisti no. I permessi rilasciati a man bassa sono troppi. Stiamo lavorando per azzerarli tutti quanti e ripartire da zero. Gli autorizzati dovrebbero essere i residenti e poco più. A Lecce, per testimonianza di cittadini, del corpo di Polizia Municipale, nella ZTL passa chiunque. Torniamo alla legalità almeno qui e risolviamo una parte del problema. Diverso è l’allargamento delle isole pedonali.  A Lecce si deve progressivamente raggiungere, l’intevento tuttavia non può che  essere complessivo e deve passare dalla riqualificazione del trasporto pubblico, dai parcheggi di scambio, dai bus navetta. Tutti discorsi dismessi da tempo. Da quando si vararono le isole pedonali non è successo nulla, la situazione è ferma a 20 anni fa. Esistono anche altri problemi come l’occupazione del suolo pubblico che deve essere regolamentato. Al momento in strade non larghe ci sono  tavolini,  residenti e auto che passano. Un caos. Dagli anni ’90 quando si iniziò il recupero e la valorizzazione dei centri storici in poi c’è stato immobilismo. Oggi si deve intervenire per sottrarre Lecce e la sua bellezza al degrado. In questi 20 anni le pulsioni che si sono scatenate sul centro non hanno avuto come contraltare i servizi a tutela del cittadino. Pulizia del centro storico? Identica vent'anni fa. Vigilanza? Stessa cosa. Le esigenze delle persone e dei turisti sono mutate senza che cambiassero i servizi”.

“Un discorso simile vale per le marine”

“Certo che si, pensiamo solo che si sono dimenticati negli ultimi anni di servizi fondamentali, parliamo delle fognature per esempio, ci stanno pensando ora, un po’ in ritardo”.

“Prospettive? Il sindaco più amato d’Italia in fondo è a Lecce”

“Il bilancio politico della dissennatezza degli ultimi anni ha determinato lo sconquasso delle casse pubbliche. Parlo dei BOC, di Via Brenta, del filobus. Io ho rivolto più volte un invito alla responsabilità, facciamo il punto della situazione e parliamone. Il Sindaco non vuole, con tutta evidenza, legare il suo nome a un default del Comune ed utilizza tutti gli strumenti per salvaguardare l’immagine. Tenere assieme la figura di leader politico e l’amministrazione non è semplice. Perrone ci tenta comunque, magari facendo acrobazie. D’altra parte le amministrazioni in dissesto di fatto sono molte, quelle con dissesto dichiarato sono pochissime.

“Quando un’amministrazione dichiara il fallimento?”

“Quando arriva un commissario per la caduta dell’amministrazione stessa o quando cambia colore politico e i nuovi arrivati si trovano il disastro nascosto nei cassetti (come è successo ad Alessandria n.d.r.). In alternativa si tende a tirare a campare”.



giovedì 9 maggio 2013

Solidarietà con il Ministro Cécile Kyenge


"I continui attacchi alla neo ministra Cécile Kyenge hanno superato la soglia della tollerabilità. A volte sono esplicitamente e volgarmente razzisti, altre volte il pregiudizio e l'ostilità sono più velati: nell'insieme sta emergendo un'avversione alla sua figura e ai suoi argomenti che ci preoccupa. Cécile Kyenge è una donna, una professionista, un'attivista che può dare da ministro un grande impulso per rendere il nostro paese un luogo più civile e più accogliente di quanto sia oggi. A Cécile Kyenge vogliamo inviare un messaggio di vicinanza e di sostegno nella sua battaglia presente e futura. Ma vogliamo anche invitare chi opera nei media e nelle istituzioni a riflettere seriamente sulla gravità di quanto sta accadendo in questi giorni. "

Isola Mai Trovata ha aderito e vi invita a firmare questa lettera di Giuseppe Faso e Lorenzo Guadagnucci (Rete antirazzista) in giornata. Sarà spedita al ministro per solidarietà. 
Scrivete a gius.faso@tiscali.it comunicando i vostri nominativi. Mobilitiamoci

9 maggio 1978. Peppino Impastato e Aldo Moro


Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia....  (B. Brecht)
Aldo Moro e Peppino Impastato trovati morti lo stesso giorno. era il 9 maggio 1978

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-17805>

mercoledì 8 maggio 2013

Miles Gloriosus - Sabato 11 al Koreja


sabato 11 maggio alle ore 20 portiamo il tema di Torre Veneri sul palcoscenico di Koreja.

Quella che segue è una lettera/invito di Carlo Salvemini a partecipare alla serata. Di giochi di guerra si crepa anche in tempi di pace. 

"Ricorriamo alla forza delle immagini e alla suggestione del teatro civile per condividere le nostre preoccupazioni sull'emergenza ambientale del Poligono di Torre Veneri e i suoi possibili impatti sanitari; e le nostre aspettative riguardo l'inevitabilità di un percorso che dovrà vedere restituito quel paesaggio e quell'ambienta alla città.

Dapprima con un video di Corrado Punzi che ci porterà lì dove in pochissimi sono stati (nei fondali marini di Torre Veneri); e ci farà ascoltare testimonianza ancora inascoltate.

Poi con la rappresentazione del testo "Miles Gloriosus, ovvero; morire di uranio impoverito”, una storia veramente accaduta nel nostro Paese, ricostruita con una dettagliata inchiesta durata due anni. 

Insomma dovete esserci: noi vi aspettiamo numerosi.
Il costo del biglietto, disponibile a teatro, è di 12 euro (8 ridotto) e 4 euro per gli studenti universitari. "

martedì 7 maggio 2013

Di zanzare, rondini, pipistrelli e liocorni


Alle quattro del mattino pensando a Noè. Non è dato sapere se si è scordato i due liocorni, come cantavano i miei figli quando erano bimbi e pensavano di vivere in un mondo normale.  Non lo sappiamo e ce ne rammarichiamo comunque, dovevano essere proprio belli i liocorni. Neppure ci è dato sapere, vista la dimenticanza, se altre specie siano state scordate ad affogare con il diluvio. Le zanzare, però il carissimo Noè, poteva pure lasciarle, magari far finta di nulla, che so, fischiettare mentre faceva salire i daini. Invece no. Invece niente, ce le ha portate qui e ne è andato fiero. E quelle tre o quattro sopravvissute ed arrivate fino alla mia camera da letto erano proprio stronze (si può dire?). Erano quelle che a luce accesa non vedevi e come spegnevi le sentivi ronzare quasi dentro le orecchie, salvo poi svegliarti con bolle su braccia e gambe. Accidenti a Noè.  Svegliarsi nel cuore della notte e non riuscire a riprendere sonno a causa di quattro zanzare maledette non è bello. Poi, dopo il caffè delle cinque e dieci, mi sono rasserenato con il mondo (non con il sonno) ed ho rimesso Noè e la sua arca nel girone dei buoni. Ebbene si, se abbiamo le rondini il merito è della catena alimentare, se abbiamo il miele il merito è delle api che magari pungono, solo per difendersi però, e svolgono un ruolo vitale nell'economia della natura. E poi ci sono i timidi pipistrelli che aiutano il mondo intero a sterminare quel che le rondini non possono fare. Quando ero giovane, tanti anni fa, ho visto cose che voi ventenni non potete neppure immaginare. Rondini in quantità, pipistrelli la notte, api che impollinavano, mucche che fornivano latte e mangiavano fieno e il loro letame andava a concimare il grano e l’erba medica che servivano rispettivamente per fare il pane e ridare fieno. “La natura” diceva un docente dell’Università di Torino nei primi anni ’80 “è un meccanismo perfetto. Almeno, lo era, poi è arrivata la variabile impazzita che ha sbarellato tutto: l’uomo”.
Se la catena alimentare prevede una partita di giro, perché la stupidità umana crea scompensi non recuperabili? Le rondini sono sempre meno, ci sono svariate ipotesi di questa sciagura, si parla di eccessiva urbanizzazione che ne riduce l’habitat, si parla dell’utilizzo indiscriminato di diserbanti. Uno studio dice che le rondini si concentrerebbero  prima di fare l’ultimo sforzo verso l’Europa, in Nigeria per accumulare riserve e fare il volo finale di 15 giorni. Sembra accertato che nel villaggio di Boje la loro densità in quel periodo raggiunga livelli altissimi. I nativi di quei luoghi non hanno possibilità di cibarsi molto, così cacciano le rondini per ottenere indispensabili proteine. Se questo è uno dei motivi, non si capisce perché non offrire, magari rinunciando a comprare qualche aereo da guerra, un’alternativa alimentare agli abitanti di Boje. Al di là delle rondini sarebbe comunque dignitoso per il genere umano tutto. Però pare che un buco in una montagna o l’acquisto di arsenali sia prioritario. E’ un po’ come per le mafie, prima la cocaina da spacciare per fare soldi e ammazzare cristiani, poi ci occuperemo di come spendere i soldi.    
Meno rondini e meno pipistrelli. La diminuzione di questi ultimi pare sia dovuta alla modificazione dell’ambiente dovuto alla sconsiderata espansione umana che ha privato i pipistrelli dei loro rifugi naturali. Inoltre loro bevono acque inquinate da pesticidi e insetticidi. A proposito di insetticidi, il loro effetto è a tempo, pochi giorni appena. il loro veleno invece è immortale, penetra nel terreno, nelle falde e, alla lunga, ce lo beviamo con l’acqua che arriva nei rubinetti.  Non per dire, però sarebbe preferibile far catturare gli insetti da innocui mammiferi. E i pesticidi sono la causa, è quasi accertato, della scomparsa di moltissime api. Lavorano con il nettare e con i fiori e ne succhiano tutti i veleni. Insomma, le mafie pare siano i termini di paragone ideale per la gestione delle cose dell’umanità. Loro seppelliscono rifiuti tossico nocivi dove poi coltivano i pomodori che offriranno ai bimbi (anche ai loro) per farli crescere sani e forti.  
E la stupidità umana non si ferma qui. Leggevo un articolo interessantissimo del Prof. Boero, dell’Università del Salento. Parlava di pesci e pesca. Pare ci sia penuria di pesci di taglia medio grande in commercio. Utilizzando reti a maglia stretta si catturano pesci piccoli e grandi, se si utilizzassero solo reti a maglia larga i piccoli avrebbero la possibilità di crescere e i mari riacquisterebbero una vitalità dimenticata. Forse ci sarebbe meno pesce come quantità (non come peso), sicuramente l’ambiente ci guadagnerebbe. Forse è il caso di schifare le fritture di pesciolini. In sostanza, che senso ha causare un danno all'ambiente e poi dire che l’ambiente stesso è cattivo? Mah.   
Insomma, questo panegirico per dire che Noè, liocorni a parte, non ha fatto poi grandi errori, pare proprio che gli idioti siamo noi.  

lunedì 6 maggio 2013

Lettera aperta a Deputati e Senatori del PD e si SEL



La seguente petizione è sottoscrivible al sito: http://firmiamo.it/lettera-aperta-a-deputati-e-senatori-del-pd-e-di-sel 

Lettera aperta ai Senatori e Deputati del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà.


 “Sentiamoci pronti a fare qualcosa per questa patria che ci chiede libertà, lavoro, giustizia e pace. Coraggio, ve lo dico io che ho passato da 2 anni i 90. Questa Costituzione chiede di essere amata, conosciuta e aggiornata bene. Non perdete la speranza. Auguri e tanta pazienza, tanta pazienza ma viva. Viva”. (Oscar Luigi Scalfaro) 

In questa Costituzione [...] c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.
Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 1955

I sottoscritti, nella convinzione che la Carta Costituzionale italiana sia la più bella esistente al mondo, pur convinti che qualche modifica si renda necessaria per aggiornarne alcuni passaggi senza tuttavia stravolgerla e lasciandone vivi il significato e i fini, chiedono da parte vostra estrema cautela nelle annunciate modifiche.
Chiedono
  • Che il lavoro fatto dai Padri Costituenti usciti da un ventennio di dittatura fascista e dalla Guerra di Liberazione dal nazifascismo, fra tutti citiamo: Luigi Longo, Aldo Moro, Sandro Pertini, Nilde Jotti, Benigno Zaccagnini ecc. venga trattato con tutte le cautele del caso e venga modificato esclusivamente “in nome del popolo italiano” non di una sola parte.
  • Che gli organismi deputati a discutere di eventuali modifiche siano guidati da persone specchiate, rispettose della Democrazia e che abbiano dimostrato nella loro attività politica ed amministrativa estremo rispetto per la Carta stessa.
  • Che chi entrerà a far parte di questi organismi che sono vitali per la Democrazia stessa non abbiano alcuna pendenza penale ed abbiano dimostrato nei fatti estremo rispetto  per la dignità delle donne (maggiorenni e minorenni) e degli uomini tutti.  
Quanto sopra nel timore che, viste le contingenze politiche e le ultime vicende che hanno evidenziato uno stallo delle Istituzioni anche nel momento più alto che è l’elezione del Presidente della Repubblica, tali personalità, nell'attuale momento storico italiano, non abbiano la possibilità di lavorare con la serenità che questo lavoro esige e fanno proprie le seguenti parole: 
Tutti vogliono cambiare la Costituzione ma tutti hanno idee diverse su come cambiarla: il miracolo costituente d'un tempo è difficile che si rinnovi oggi, quando qualsiasi mutamento della Costituzione si risolve, per gli uni e per gli altri, in un vantaggio o in uno svantaggio, che ciascuno è in grado di calcolare.
Gustavo Zagrebelsky, Discorso, 2008