Carlo Salvemini (Ph: Lecceprima.it) |
Come dicono alcuni
sondaggi il Sindaco di Lecce Paolo Perrone è il più amato d’Italia. E se è vero
che questi sono solo sondaggi, il risultato delle urne è stato quasi
plebiscitario, fu anche il più votato. Pare una contraddizione con la città che
naviga a vista fra un dissesto mai dichiarato ma che pare sia nei fatti, la
tassazione ai massimi livelli sicuramente non troppo amata da chi le tasse le
paga tutte, un dibattito surreale sulla
chiusura alle auto del centro storico che presenta un gioiello architettonico,
storico, monumentale fra i più imponenti d’Italia letteralmente assediato dalle
auto in sosta e di passaggio. E’ surreale perché sulla carta una parte di
questo centro è già chiuso, non fosse per i permessi dati come se piovesse. E
ancora diciamo delle marine che dovrebbero essere un valore aggiunto ma che
sono nei fatti lasciate a sé stesse. E’ sufficiente fare un salto a San Cataldo
per rendersi conto che ad un lungomare (pardon, water front come lo chiama the
mayor) appena rifatto e quello che ha di fronte, finestre murate, edifici a
mezza strada fra il post terremoto, l’incuria e il degrado. Abbiamo parlato con Carlo Salvemini,
consigliere di minoranza per la lista Lecce Bene Comune, “non diciamo di
opposizione, è una distinzione alla quale tengo”.
“Camminando per le strade, parlando con persone
al bar, si ha come la sensazione che il dibattito stringente in Comune di cui
parli puntualmente nel tuo blog e i problemi della città non siano percepiti
nella loro interezza”
“Sembra paradossale
dirlo, le comunità meridionali sono costruite su una inconsapevolezza del ruolo
degli enti locali nella garanzia dei servizi pubblici. Viviamo
a prescindere da ciò che l’ente deve corrispondere ai cittadini come
diritto e come corrispettivo delle tasse pagate. Che vi siano pesanti tagli dei
servizi pubblici locali sembra quasi normale. Lecce è piccola? Chi può non utilizza il trasporto pubblico, anche se
questo serve a moltissimi altri cittadini, anche se è essenziale per la comunità.
Se hai un discreto benessere che ti permette di provvedere alla tua famiglia
dignitosamente allora i servizi sociali diventano un optional. Puoi
mandare i tuoi figli in palestre private? Allora le mancanza di spazi pubblici
per lo sport passano sotto silenzio. Il clima, il sole splendente e il barocco
sono sufficienti per dire che a Lecce si vive bene. La città è da tempo
informata delle sofferenze dei conti pubblici, tuttavia spesso non si riesce a
percepire l’impatto che hanno nella vita reale. Parliamoci chiaro, le tasse e
tariffe al massimo sono un problema per chi le tasse le paga. A leggere alcuni
dati sulla capacità di riscossione dell’amministrazione ci sarebbe
molto da riflettere”.
“A proposito di riscossione, mi spieghi la
vicenda dell’aggio a SOGET? Come scrivevi nel tuo blog, c’è stato un aspetto
inquietante nei corrispettivi promessi dal Comune a SOGET”
“La vicenda si
riferisce a una pecentuale promessa a SOGET sulla riscossione delle maggiori
entrate derivanti dalla revisione degli estimi catastali, per altro
contestatissima. In questa vicenda, la revisione, SOGET non ha
svolto alcun compito, perché pagare per lavori non effettuati?”
“Da tempo inviti il Sindaco a dichiarare
il pre dissesto. Da notizie che ho dalla
mia città, Alessandria, l’amministrazione di centro sinistra, subentrata ad una
a guida PDL e Lega, ha trovato macerie e non ha potuto fare altro che
dichiarare il dissesto tenuto nascosto. Questo ha comportato l’immediato
schizzare al massimo di tutte le tariffe e tasse. Lecce come sta da questo
punto di vista?”
“Io sostengo che ci
troviamo in una situazione di dissesto non dichiarato ma che è nei fatti. La
situazione alessandrina dopo il dissesto dichiarato:
aumento della tassazione e riduzione dei servizi, a Lecce si è già
verificata. Abbiamo l’IMU al massimo, la TARES che sarà probabilmente al
massimo, tasse di soggiorno ed altri balzelli, insomma, la leva fiscale è
altissima. Contestualmente sono state disposte una serie di riduzioni dei
servizi pubblici, a partire da LUPIAE alla quale è stato chiesto di fare gli
stessi servizi con meno costi. Ovviamente, come dice il piano di impresa,
questo comporta una riduzione della qualità dei servizi erogati e
delle prestazioni. Si è provveduto alla riduzione del trasporto pubblico
locale. Si sono chiesti sacrifici e tagli sulla raccolta, pulizie e smaltimento
rifiuti. Ci sono provvedimenti che definirei estremi sulla pubblica
illuminazione, spegnimenti parziali o totali per risparmiare. Le politiche
sociali faticano a individuare quali sono i bisogni primari. Non parlo di
ipotesi, è Tutto documentato”.
“Una dichiarazione formale di dissesto
consentirebbe di chiedere aiuti allo Stato centrale?”
“Formalmente gli aiuti
sono stati chiesti. Il Comune, utilizzando le disposizioni del governo Monti,
ha fatto una richiesta di 43 milioni di euro di anticipazioni per il pagamento
delle prestazioni. Parliamo di pagamento di opere già fatte, in
sostanza di debiti pregressi. Il Comune si indebita per poter far fronte
al’indebitamento. I 43 milioni li dovremo restituire in 30 anni. Qual è la
differenza fra la medicina amara della dichiarazione di dissesto a quella
altrettanto amara che si sta somministrando ai leccesi comunque? La prima
annuncia una volontà di guarigione, di risanamento dei conti. Quella attuale
somma indebitamento a debiti pregressi per proseguire in qualche modo. Nel
decreto Monti sull'indebitamento a parer mio siamo ai
limiti della costituzionalità. La Carta dice, all'articolo 119,
che l’ente locale non può chiedere prestiti se non per finanziare la spesa per
investimenti. Con questo decreto lo Stato va in deroga al 119. Dice agli enti
locali di indebitarsi per pagare debiti. Un provvedimento che poteva avere una
sua nobiltà se serviva a pagare, giustamente, le imprese che vantano crediti
con gli enti locali, è diventato nei fatti un assalto alla diligenza di tutti
gli amministratori di ogni parte politica e di ogni latitudine. Servono ora a
salvare non le imprese, ma gli amministratori stessi. Il problema è
che se si prevedessero sanzioni per gli amministratori che provocano dissesto,
un’intera generazione verrebbe colpita”.
“C’è però in tutto questo un problema di Stato
centrale”
“Certo, come si riesce
a gestire per anni un Comune nascondendo il dissesto? Attraverso operazioni contabili:
dilatazione dei crediti per esempio, i famosi residui attivi. Vediamo Lecce, la
SOGET quanto ha recuperato negli ultimi anni? Pochissimo, eppure nel bilancio
comunale questo “recupero” è
quantificato in 44 milioni di euro. Un positivo che non si troverà mai”.
“Cambiamo discorso, chiudiamo il centro alle
auto? In particolare, un'amministrazione può decidere in poche ore e senza una
programmazione seria della viabilità complessiva, provvedimenti di chiusura o
apertura di strade? I disagi per operatori commerciali e per gli abitanti
sarebbero notevoli”
“Partiamo con il dire
che a Lecce l’isola pedonale e la ZTL (Zona a Traffico Limitato) non vengono
percepite come tali. Questo perché le deroghe e le eccezioni sono infinite.
Piazza Sant'Oronzo è isola pedonale, però è assediata dal traffico.
In teoria ci sono zone senza auto, nella percezione di pedoni e
turisti no. I permessi rilasciati a man bassa sono troppi. Stiamo lavorando per
azzerarli tutti quanti e ripartire da zero. Gli autorizzati dovrebbero essere i
residenti e poco più. A Lecce, per testimonianza di cittadini, del corpo di
Polizia Municipale, nella ZTL passa chiunque. Torniamo alla legalità
almeno qui e risolviamo una parte del problema. Diverso è l’allargamento delle
isole pedonali. A Lecce si deve progressivamente raggiungere,
l’intevento tuttavia non può che essere
complessivo e deve passare dalla riqualificazione del trasporto
pubblico, dai parcheggi di scambio, dai bus navetta. Tutti discorsi dismessi da
tempo. Da quando si vararono le isole pedonali non è successo nulla, la
situazione è ferma a 20 anni fa. Esistono anche altri problemi come
l’occupazione del suolo pubblico che deve essere regolamentato. Al momento in
strade non larghe ci sono tavolini, residenti e auto che passano.
Un caos. Dagli anni ’90 quando si iniziò il recupero e la valorizzazione dei
centri storici in poi c’è stato immobilismo. Oggi si deve intervenire per sottrarre
Lecce e la sua bellezza al degrado. In questi 20 anni le pulsioni che si sono
scatenate sul centro non hanno avuto come contraltare i servizi a tutela del
cittadino. Pulizia del centro storico? Identica vent'anni fa.
Vigilanza? Stessa cosa. Le esigenze delle persone e dei turisti sono mutate
senza che cambiassero i servizi”.
“Un discorso simile vale per le marine”
“Certo che si,
pensiamo solo che si sono dimenticati negli ultimi anni di servizi
fondamentali, parliamo delle fognature per esempio, ci stanno pensando ora, un
po’ in ritardo”.
“Prospettive? Il sindaco più amato d’Italia in
fondo è a Lecce”
“Il bilancio politico
della dissennatezza degli ultimi anni ha determinato lo sconquasso delle casse
pubbliche. Parlo dei BOC, di Via Brenta, del filobus. Io ho rivolto più volte
un invito alla responsabilità, facciamo il punto della situazione e parliamone.
Il Sindaco non vuole, con tutta evidenza, legare il suo nome a un default del
Comune ed utilizza tutti gli strumenti per salvaguardare
l’immagine. Tenere assieme la figura di leader politico e
l’amministrazione non è semplice. Perrone ci tenta comunque, magari facendo
acrobazie. D’altra parte le amministrazioni in dissesto di fatto sono molte,
quelle con dissesto dichiarato sono pochissime.
“Quando un’amministrazione dichiara il
fallimento?”
“Quando arriva un
commissario per la caduta dell’amministrazione stessa o quando cambia colore
politico e i nuovi arrivati si trovano il disastro nascosto nei cassetti (come
è successo ad Alessandria n.d.r.). In alternativa si tende a tirare a campare”.
Nessun commento:
Posta un commento