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sabato 24 agosto 2013

Un milione di bimbi profughi e in Italia "salviamo il peggiore".

«Un milione di bambini profughi fuggiti dal conflitto in Siria». L'Alto commissariato Onu denuncia «il fallimento della comunità internazionale».

Questa è la notizia del giorno. Non lo è per le prime pagine dei giornali nazionali, soprattutto quelli più blasonati e letti, a quanto pare in Italia (già paese civile) il dibattito politico sul come salvare il culo a un delinquente condannato in via definitiva, al Provenzano dell'alta finanza, è preminente. Si convocasse il Parlamento per parlare di quel milione di bimbi sarebbe un sussulto di umanità. So che è speranza vana, però mi piace sognare di essere ancora in un paese normale. 

venerdì 23 agosto 2013

Stucchevole dibattito politico

E' stucchevole il dibattito politico. Un malfattore, condannato in via definitiva, ricatta ogni giorno l'Italia intera dicendo che lui farà cadere il governo, ma che la colpa sarà del PD. Il tutto lasciando perdere le pronunce della magistratura e la condanna. Pur dando per scontato che il criminale in questione si ritiene innocente, la condanna esiste. Se lui verrà salvato da un tot di deputati (magari 101), vorrà dire che tutti i reclusi e condannati che si dichiarano innocenti dovranno essere scarcerati e mandati al Senato? Un condannato che non ha avuto la dignità di dimettersi dal senato è degno di essere rappresentato solo da Brunetta e da Moplen santanchè. 

giovedì 22 agosto 2013

Grandezza dell'informazione

Ph: https://www.facebook.com/Italianononeopinione

E basta parlare di Silvio!

Ph: ipernova.wordpress.com
Siamo alla quasi fine di agosto, è da marzo che il dibattito è incentrato solo ed esclusivamente sulle vicende di un conclamato criminale, evasore fiscale, esportatore di denaro all'estero, tal Silvio Berlusconi. Ma i giornalisti non hanno di meglio da scrivere? Non per dire, però ci sarebbe l'Egitto che esplode, il nord Africa in subbuglio, la crisi economica che ammazza di suicidio, un governo che acquista gli F35 e non i Canadair. Non per dire, ma si stanno assassinando bambini con armi chimiche.   Non per dire, ma di quel malfattore ne abbiamo veramente piene le ... scatole. 

martedì 20 agosto 2013

compleanni, funerali, Salento e un viaggio

Vabbè, anche questo compleanno è andato, che palle i compleanni dopo una certa età, per questo non divulgo date. Due sono le frasi ricorrenti: “come li porti bene” e “non li dimostri”. Entrambe sottendono al fatto che li hai tutti e, giusto per darti un contentino, dicono che sembri più giovane.  La cosa mi inquieta. Ci fosse uno che ti dice “Rassegnati, ormai sei un vecchio” e potrebbe pure aggiungere che ogni età ha i suoi pregi e difetti se vuole. Quest’anno poi il giorno fatale ha coinciso con una veloce corsa nel profondo nord per un funerale. Anche lì, oltre la tristezza, ci sono situazioni inquietanti. Parenti lontanissimi che non vedi da trent’anni e ti dicono sempre e comunque “eh si, ci vediamo solo in queste occasioni. Vediamoci più spesso…”. Meglio di no, vista la premessa preferisco essere scaramantico. Anche perché non abbiamo argomenti in comune, si parla di figli e nipoti, spesso di altri defunti più o meno precocemente. Mai una botta di vita.
Comunque i viaggi in treno sono sempre interessanti, si fanno incontri, si parla. A volte delle tasse, della crisi, del governo, degli innocenti condannati o dei colpevoli in Senato, dipende dai punti di vista. All’andata ho conosciuto due giovanissime turiste modenesi, con zaino e qualche piercing qua e là. Avevano cercato on line la sistemazione che coniugasse dignitoso soggiorno e costi contenuti, non mancano in Salento. Una delle due è laureata da poco e, toh il caso, disoccupata, la seconda è una disoccupata non laureata, le famiglie le aiutano e loro fanno piccoli lavoretti per fare qualche soldo, nulla di nuovo in realtà, il mondo della terza Repubblica e della globalizzazione ha solide radici, in Italia almeno, sul lavoro in nero. Sembra siano in nero moltissimi lavoratori del commercio, del terziario, dei lidi, della ristorazione e via dicendo. Comunque, grazie alle famiglie e a piccoli guadagni, le ragazze si erano guadagnate questa piccola vacanza, una settimana intera in un B&B nel Salento leccese, non ricordo il paesino, comunque dalle parti di Otranto. Scartate, per questioni economiche, le mete blasonate (Gallipoli, Otranto e via dicendo) hanno optato per una delle millanta offerte meno rinomate. “Sistemazione ottima, pulita, accogliente” peccato però che non abbiano avuto il diritto di visitare località diverse da Otranto e poco più, per chi non ha auto fare turismo in Salento è quasi impossibile. I servizi pubblici ridotti al minimo ed essenziale, le strutture, anche piccole, non fanno nulla per consorziarsi ed offrire agli ospiti un valore aggiunto che permetta loro di spostarsi celermente ed agilmente fra varie località. In buona sostanza, il turista è vacca da mungere. Fanno eccezione alcuni casi, pullman per le marine qua e là, fa eccezione Melendugno che offre un servizio ad hoc di spostamento per i turisti e poco più. Insomma, per chi vuole vedere il Salento l’auto è indispensabile, alla faccia degli spostamenti sostenibili. In effetti non mi meraviglio più di tanto quando le due ragazze dicono “luoghi stupendi, peccato che siano servite come il terzo mondo”.

E il viaggio è proseguito stancamente, attraverso l’Italia intera, Romagna, Emilia, Piemonte. Poi Genova, la grande signora che vive sui fasti di un passato illustre, da  dominatrice, la focaccia, le trofie al pesto. Poi di nuovo Alessandria che sta là, guarda e conta i negozi chiusi non per ferie. Proprio chiusi definitivamente. Altro che terzo mondo, questo è il paese del benessere. Alessandria multilingue alla faccia dei verde camiciati, Alessandria con il dissesto dichiarato, che non riesce più a pagare la raccolta rifiuti e gli operatori sono molto arrabbiati. Mi mancava il Salento, anche se “face cautu”.     

lunedì 19 agosto 2013

19 agosto 1936 - Garcia Lorca assassinato-


Il poeta andaluso Federico Garcia Lorca, nato a FuenteVaqueros nei pressi di Granada il 5 giugno 1898, fu barbaramente ucciso all'alba del 19 agosto 1936 a Viznar, sulle alture intorno a Granada verso la Fuente Grande, in arabo detta Ainadamar (Fonte delle lacrime), per mano dei vili falangisti franchisti. Il poeta, non schierato politicamente ma sostenitore delle rivendicazioni degli umili e dei deboli e cantore e interprete della cultura e musica gitana andalusa, era stato ospitato a casa dei fratelli Rosales, suoi amici personali e fra i capi dei franchisti a Granada. Non scampò però alla ferocia di un gruppo rivale di insorti comandati da Ramòn Rùiz Alonso, nemico dei Rosales, i quali lo arrestarono il 16 agosto, approfittando dell'assenza dei Rosales, su mandato del governatore civile di Granada Josè Valdès Guzmàn. Fu condotto nel carcere della città, dove rimase recluso fino all'alba del 19 agosto, senza che Luis e Pepe Rosales potessero far nulla (fecero loro credere che il poeta fosse stato già ucciso), e a nulla valse inoltre l'intervento del grande compositore e amico Manuel De Falla, con cui il poeta granadino organizzò nel 1922 la Fiesta e conferenza del Cante Jondo, il canto gitano andaluso. Garcia Lorca fu fucilato insieme al maestro elementare Dioscuro Galindo, al figlio di questi e a due banderilleros iscritti al sindacato anarchico, e precisamente Francisco Galadì e Juan Arcolla. Malgrado ricerche approfondite e autorizzate anche negli ultimi anni dall'autorità giudiziaria competente spagnola, su richiesta dei familiari, i poveri resti di Federico Garcìa Lorca e delle altre citate vittime dei fascisti franchisti non sono stati ancora ritrovati. 

(Fonte:  http://puglialive.net/home/news_det.php?nid=72650)




19 agosto - Omaggio a Federico Garcia Lorca e a Vittorio Bodini - Minervino di Lecce
19/08/2013


“Omaggio a Federico Garcia Lorca e a Vittorio Bodini” nel settantasettesimo anniversario dell’assassinio del grande poeta andaluso. 


Appuntamento lunedì 19 agosto, ore 20.30, con la Compagnia Mura di flamenco andaluso, presso l’ex Convento dei Padri riformati di Minervino di Lecce, sede del Centro studi “Vittorio Bodini”, dove il programma della serata prenderà l’avvio con un’introduzione su Vittorio Bodini e Federico Garcia Lorca a cura del professor Lucio Giannone, presidente del comitato scientifico del Centro studi “Vittorio Bodini”. 


A seguire recital chitarristico di flamenco a cura del chitarrista e compositore Massimo “Max” Mura, che eseguirà la sua suite “Ultimi” sui diritti umani e reading poetico di opere di Garcia Lorca, Antonio Machado e Vittorio Bodini (voce recitante Mattia Politi, chitarra di Massimo Mura). Coordinamento del professor Maurizio Nocera, che presenterà il libro di Massimo Mura “Dal cante jondo di Garcia Lorca alle canzoni spagnole di Tito Schipa” (edizioni Milella, dvd allegato)


Omaggio a Antonio Verri

Omaggio a Antonio Verri



Cominciate, poeti, a spedire fogli di poesia
ai politici, gabellieri d'allegria,
a chi ha perso l'aria di studente spaesato
a chi ha svenduto lo stupore di un tempo
le ribalte del non previsto,
ai sindacalisti, ai capitani d'industria
ai capitani di qualcosa,
usate la loro stessa lingua
non pensate, promettete
..."disarmateli" se potete!

(al diavolo le eccedenze, poeti
le care eccedenze, le assenze anche,
i passeri di tristezza, i rapimenti
i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli
le care figure accostate al silenzio
gli addentellati, i germogli, gli abbagli ...
al diavolo, al diavolo ...)

Disprezzate i nuovi eroi, poeti
cacciateli nelle secche del mio gazebo oblungo
(ricco di umori malandrini, così ben fatto!)
fatevi anche voi un gazebo oblungo
chiudeteci le loro parole di merda
i loro umori, i loro figli, il denaro
il broncio delle loro donne, le loro albe livide.

Spedite fogli di poesia, poeti
dateli in cambio di poche lire
insultate il damerino, l'accademico borioso
la distinzione delle sue idee
la sua lunga morte,
fatevi poi dare un teatro, un qualcosa
raccontateci le cose più idiote
svestitevi, ubriacatevi, pisciate all'angolo del locale
combinate poi anche voi un manifesto
cannibale nell'oscurità
riparlate di morte, dite delle baracche
schiacciate dal cielo torvo, delle parole di Picabia
delle rose del Sud, della Lucerna di Jacca
della marza per l'innesto
della tramontana greca che viene dalla Russia
del gallipolino piovoso (angolo di Sternatia)
dell’osteria di De Candia (consacratela a qualcosa!).

Osteggiate i Capitoli Metropolitani, poeti
i vizi del culto, le dame in veletta, "i venditori di tappeti"
i direttori che si stupiscono, i direttori di qualcosa,
i burocrati, i falsi meridionalisti
(e un po' anche i veri) i surrogati
le menzogne vendute in codici, l'urgenza dei giorni sfatti,
non alzatevi in piedi per nessuno, poeti
...se mai adorate la madre e il miglio stompato
le rabbie solitarie, le pratiche di rivolta, il pane.
Ecco. Fate solo quel che v'incanta!
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli e poi ricominciate.

Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
fatevi un gazebo oblungo, amate
gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
le loro rivolte senza senso
le tenerezze di morte, i cieli di prugna
le assolutezze, i desideri da violare, le risorse del corpo
i misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli per poche lire!


Antonio Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993)

domenica 18 agosto 2013

Quand riva 'cald (Ivan Della Mea sull'imbecillità delle sinistre)

Sulla impossibilità di dialogo fra le sinistre molto si è scritto e detto. Negli anni '70 Ivan Della Mea fece delle idiote divisioni una canzone memorabile.

http://www.youtube.com/watch?v=ShU1F_7-8lc


Ivan Della Mea: Quand riva 'l cald

Quand riva 'l cald, mi riessi no a dormì                   

e troeuvi pu la strada de 'ndà a cà,
riva la nott e mi son an'mò in gir
piazza del Domm, Lorett de chi e de là.

Cosa te diset (se te frega a ti? )
Speta compagno, mi voeuri cuntà
quel che gh'hoo vist, speta, l'alter dì
cioè l'altra nott e tant per no sbajà.

Sagrat del Domm, la vuna, giò per terra
gh'è un giuinott de quej consciaa a l'artista
che scriv tranquill: «Sia guerra alla guerra».
Cosa te diset? A sì, a l'è un trotskista.

Quand l'ha finii l'è 'ndaa 'rcivescovado,
g'ha scritt sul mur: «Padroni al macello».
bel ciar e nett, ma ti cosa te diset?
Ah sì, l'è vun del grupp Falce e Martello.

L'è tornaa indree fino in Tommaso Grossi
là 'ndove 'l tram el svolta giò a sinistra.
Perché te ridet? Ah sì. Quaderni Rossi,
eh già, 'l g'ha scritt: «No al centro-sinistra!»

Mes'ora a pee, Milan l'è on gran paes;
l'ha tiraa el fiaa domaa in Piazza Argentina;
fiadi anca mi lu 'l scriv: «Viva la Cina».
Tas lì, ho capìi, quel lì a l'è on cines.

Metes d'acord: alora l'è un trotskista
oppure vun del grupp Falce e Martello,
magari anca dei Quaderni Rossi,
Classe Operaia, cines o stalinista...

La verità, compagni, (e questo è il bello ! )
quel giuin là, è solo comunista...

Dare etichette è sempre da coglioni,
chi ci guadagna poi sono i padroni,
a meno che il gioco sia finito,

e allora ci guadagna anche il Partito.



Quando arriva il caldo non riesco a dormire
E non trovo più la strada di casa
Arriva notte ed io sono ancora in giro
Piazza del Duomo, Loreto, qua e là

Cosa dici? (che ti frega?)
Aspetta compagno, voglio raccontarti
Quel che ho visto, aspetta, l’altro giorno
Cioè, l’altra notte per non sbagliare

Sagrato del Duomo, l’una, giù per terra
C’è un ragazzo di quelli vestiti da artista
Che scrive tranquillo “sia guerra alla guerra”
Cosa dici? Ah, si, è un trotskista

Quando ha finito è andato all’arcivescovado
Ha scritto su un muro “Padroni al macello”
Bella chiaro e netto, ma tu che dici?
Ah, si, è del gruppo falce e martello

E’ tornato indietro fino al Tommaso Grossi
Là dove il tram svolta a sinistra
Perché ridi? Ah, si, Quaderni rossi
Eggià, ha scritto “No al centro sinistra”

Mezz’ora a piedi, Milano è grande paese,
ha tirato il fiato solo in Piazza Argentina
rifiato anch’io e lui scrive “Viava la Cina”
Taci, ho capito, quello è un cinese

Mettiamoci d’accordo: allora, è un trotskista
Oppure del Falce e martello,
magari anche dei Quaderni Rossi
Clessa operaia, cinese, stalinista.

La verità, compagni, e questo è il bello
Quel ragazzo è solo comunista

Dare etichette è sempre da coglioni
Chi ci guadagna poi sono i padroni
A meno che il gioco sia finito
E allora ci guadagna anche il partito