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giovedì 27 dicembre 2012

Primarie dei cachi secondo tempo


Il 29 e 30 si vota per le primarie del centro sinistra. In verità non si conosce molto. Almeno, non conoscono i non addetti ai lavori. Sembrano elezioni per iniziati.
“Sono un po’ strane” mi dice un amico “i candidati poco conosciuti avranno pochissime chanches, vinceranno i soliti noti. Un consigliere regionale o comunale o altro ha già un suo bacino di voti, ha un nome riconosciuto, per gli altri, i non noti anche se bravi, voteranno gli amici stretti e i parenti”. Temo abbia ragione il mio amico, il peccato originale dei parlamentari uscenti è stato il non voler caparbiamente cambiare la legge elettorale, per questo tengono lontani dal voto molti che non se la sentono di dare mandati in bianco e che, nonostante questo sforzo “primario” ritengono che i giochi siano già stati fatti a tavolino. Certo, è possibile qualche sorpresina qua e là, ma molto dipenderà dall’affluenza al voto, se sarà bassa è come non averle fatte, se sarà alta forse qualche possibilità di uscire dalle secche del già visto ci potrà essere. Allo stato attuale sento moltissimi che non andranno a votare per il semplice fatto che non sanno che si vota, che il periodo è dei peggiori per farlo, che non conoscono le regole e i regolamenti e che non saprebbero comunque per chi votare. E sento tantissimi che alle politiche voteranno Grillo e i suoi “per cambiare”. Identico discorso lo sentii nei primi anni novanta. In particolare ricordo un elettore del PSI da sempre, schifato da tangentopoli diceva “Basta, ora votiamo lega, facciamo pulizia poi torneremo a votare a sinistra”, sappiamo com’è finita.
Perché e quando siamo caduti così in basso? Penso che la deriva sia iniziata non tanto con tangentopoli, quanto con la scomposta reazione alla mancanza di etica dei politici ladroni e dei loro lacchè, la voglia di “fare pulizia” non è stata mediata dalla politica virtuosa, piuttosto dal “sono tutti uguali”, poi le sinistre hanno iniziato una deriva deideologizzata e senza una prospettiva possibile e credibile, è venuto meno un progetto di società possibile e c’è stata una vera accelerazione ed un appiattimento sull’unico modello presente sul mercato: quello del capitalismo cannibale, della finanza piuttosto che della produzione, del facile guadagno (per pochi) piuttosto che dello stato sociale. Il tutto per non passare da “comunisti”. Ricordiamo lo sforzo immane dei neo PDS/DS poi PD per accreditarsi nell’empireo di chi disconosce anche il proprio padre. Le sinistre, nello scomposto tentativo di riformarsi, hanno nei fatti radicalizzato posizioni di assuefazione all’esistente e difesa strenua dello status quo dell’economia da un lato, dall’altro piccole frange praticamente inesistenti hanno proseguito indefessamente a professare una sorta di fondamentalismo con tutti gli annessi delle divisioni in microscopici gruppuscoli che si scindono all’infinito facendosi lotta da coltello fra loro ed arrivando a subblimarsi e a scomparire dal panorama politico. La mancanza di un disegno complessivo di società ha portato a nefandezze vere e proprie, il poco tempo dei governi Prodi doveva servire per fare una legge seria sul conflitto di interessi. Così non è stato. Poi i teatrini di questi mesi sulla legge elettorale che forse nessuno vuole veramente mutare perché fa comodo. Così ci troveremo, se i dati sull’astensione si fermassero attorno al 30%, con maggioranze volute dal 20 / 25% di aventi diritto al voto. Comunque andrà a finire non sapremo assolutamente cosa si vuole, come lo si vuole, che fare per tornare ad uno stato sociale dignitoso, quale Europa delle Persone si deve far nascere dalle ceneri di quella delle banche e della moneta.
Senza questi passaggi, senza sapere bene dove andremo a finire nei prossimi anni, con un programmino di basso profilo a che serve andare a votare? Osserviamo con attenzione quello che accade in altre parti del mondo, guardiamo il sud America di Lula, di Chavez, di Josè Mujica ed ascoltiamo i messaggi che inviano. La sconfitta più grande che stiamo subendo è quella di dover dire ai giovani che se vogliono vivere con un minimo di dignità debbono andarsene dall’Italia dei precari, dei disoccupati, dei ricercatori cacciati fuori dal mercato del lavoro perché troppo costosi. Stiamo creando un paese per vecchi e non potremo neppure dire scaiolanamente “a nostra insaputa”. Sappiamo benissimo cosa sta succedendo. La pantomima dell’evasione fiscale poi è un mantra che ci perseguita dagli anni ’60, ne abbiamo piene le scatole di ministri e ministresse che pontificano e tartassano i soliti noti senza voler affondare il coltello nelle carni grasse della vera evasione. Ne abbiamo piene le scatole di un’Europa che consente una fiscalità differenziata creando isole di facili investimenti detassati. Depardieu che dalla Francia se ne va in Belgio, i ricchi nostrani che stanno comodamente in Svizzera o a Monaco o altrove, questa è l’Europa che tanto piace ad alcuni banchieri e che fa letteralmente schifo, non interessa, anzi, alla lunga è dannosa perché tende a concentrare ricchezze e al dilagare delle povertà.
Primarie o no, ci si rivedrà a febbraio, a votare sotto carnevale, con le maschere già belle e pronte. 

domenica 23 dicembre 2012

auguri... ma de che?



ph: http://www.chicago-blog.it
Non faccio mai gli auguri di buon Natale, di solito preferisco augurare buon anno nuovo a tutti. Mestamente lo faccio anche questa volta. Mestamente perché non sarà sicuramente un buon nuovo anno, non potrà esserlo. La ragione, la cultura, la voglia di farcela hanno in questi ultimi vent’anni lasciato il posto all’improvvisazione, alla finanza creativa, alle ragioni delle banche a scapito di quelle delle persone. Le luminarie tristanzuole di Lecce e delle altre città, il signore che si è visto rifiutare la carta di credito alla cassa del supermercato perché era senza credito (un ossimoro, meglio chiamarla carta del discredito o del senza credito), la ragazza che ho incontrato e che mi dice che lei è architetto ma lavora in Inghilterra “perché in Italia il lavoro come paesaggista deve passare attraverso la politica ed è l’ultimo degli interessi di ogni parte, anche in Puglia è fin troppo evidente lo scempio dei pannelli solari, indispensabili ma non razionalizzati, lasciati in mano alle mafie e agli sfruttatori di lavoro in nero”. Lei vorrebbe tornare, veramente lo vorrebbe fare. E noi tutti avremmo un bisogno incredibile della sua testa e della sua intelligenza. Buon anno comunque.  Benigni che legge favole in TV, il festival di San Remo spostato per lasciare campo libero ai berlumontibersanivendola con qualche spruzzatina di arancione qua e là, con Sgarbi e la Santanchè che vomiteranno insulti.
Ma dai, pensiamo all’amore, in fondo è una risorsa, quello universale intendo. Ma no, anche quello particolare, lo sguardo su un tramonto e sul mare, il libeccio che spinge verso nord, verso nord, verso nord... Lo sguardo nello sguardo di chi guarda. Il libeccio si chiama così perché si decise che arriva dalla Libia, qualcuno dice che il nome deriva da Lebeg (arabo), in Emilia, Marche, Abruzzo e Molise, si chiama Garbino, in Friuli Garbin dall’arabo Gharbì, ossia occidentale. “Speriamo che cambi il vento, che venga il libeccio, che si porti via quest'afa” disse Paolo Borsellino, stupenda metafora in tempi di involuzione, quando le certezze scemano per lasciar posto all’insostenibile inquietudine del presente.   Ci hanno insegnato che l’amore è importante, poi passa… poi passa. Il viaggio in treno accanto alla via Emilia è lungo come l’Italia intera, non finisce mai. Capannoni tristi tristi tristi, paesini e piccole stazioni. La signora di fronte a me legge un settimanale, in copertina c’è un volto noto della TV abbracciato ad una sconosciuta. Forse è quello il futuro che incombe, forse un po’ di gossip nel nuovo anno serve a continuare a vivere.  Ed è passato anche il 21/12/12, il giorno destinato, dice qualcuno, alla fine del mondo. Non si è portato via le persone e le loro nefandezze. Rimangono ottimamente tutti seduti, quelli che dicono “quando c’era lui…”, quelli che avanzano la pizza, quelli che hanno 6000 amici su facebook e due soli per andare al cinema, quelli talmente gelosi da non riuscire più a vedere gli occhi supplicanti della persona che dicono di amare. Rimarranno così, a camminare i camminatori, a nuotare i nuotatori, a scrivere puttanate quelli che hanno davanti un computer ed una tastiera. Rimangono quelli delle primarie a fine anno e quelli che “le primarie no, sono io il migliore al mondo”, rimarranno quelli di Casa Pound che non ho mai visto sorridere, sono incazzati neri… Neri, appunto. E rimarranno così quelli che guardano el pale eoliche girare come le altre pale (quelle con la doppia elle) per i soldi che mancano, per gli errori fatti pur se evitabili, per dover chiedere scusa. Non che chiederlo sia un disonore, per carità, il problema è che si chiede quando si sbaglia e non puoi neppure mettere una pezza a colori o nera. Non siamo evaporati in una nuvoletta, i Maya non hanno predetto la fine del mondo, lo dicono tutti, anche quelli che alle 11 sono andati alla scuola materna a prendere i figli perché non si sa mai. E’ stato un embematico fine anno all’ombra della dissoluzione nell’aria e della fine catastrofica. Aspettavano in molti il meteorite assassino che sarebbe riuscito in quello che i governi degli ultimi cinquant’anni hanno invano tentato: demolire Pompei. Questi ci provavano pezzo a pezzo, gli inviati speciali dei Maya avrebbero fatto in fretta e bene. Come mettere i capelli da Ken a quello che va in TV a dire di essere il più charmant ed ha una fidanzatina trentenne perché lui può… Cosa non si sa, si può solo immaginare. Sarebbe stato una specie di Pik Indolor insomma: “già fatto?”
Ma no, non faccio gli auguri di Natale a chi non crede. Per chi ha fede in una capanna, un bue e un asinello auguro invece tutto il bene possibile.
Solo una richiesta voglio fareai credenti che si rivolgono al loro Dio, evitate di volere  favori personali da Lui. Non è candidato alle elezioni, ha un valore aggiunto. Si può immaginare un Dio più crudele di quello che fa dire: “mi ha guarito perché ho chiesto la grazia”? E tutti gli altri che non guariscono perché non la chiedono? Non sono un addetto ai lavori, però mi pare  ci sia molta confusione in giro. Un Dio che guarisce chi vota per lui, pardon, per chi glielo chiede e magari fa una ricca offerta alla chiesa più vicina ricorda veramente altre favole, altre connivenze, altri scambi di favori (o di voti). Ricorda di più quelle bollette improvvisamente saldate dopo le elezioni nelle città “belle”.
Auguri di buon anno invece a tutti veramente, anche agli autisti del filobus leccese e a quelli dell’ILVA, operai che ci vogliono lavorare e cittadini che la respirano. Auguri di buon anno a quelli di Cerano che si nutrono di polvere di carbone. E auguri alla signora che legge gossip, anche alla ragazza che vorrebbe tornare ma non può. E via, sono buono, auguro un lungo pensionamento anche a lui, quello di Arcore, finalmente decida di ritirarsi a vita privata, e si porti appresso un po’ di ammorbanti neo parlamentari. A  chi acquista aerei da guerra e abbassa le pensioni, alle ministre che piangono prima di dare mazzate non so che dire. Stateve bboni! 
Voglio fare un augurio speciale però, a Josè Mujica Cordano. Nato da padre basco e madre Piemontese (ah i sabaudi) e diventato prima capo dei tupamaros in Uruguay, poi Presidente della Repubblica. Leggo, leggevo che rifiuta lo stipendio da presidente di 12.000 dollari mensili e li devolve a chi non ne ha perché “debbo vivere come i miei concittadini” dice. E abita nella casa di famiglia, la residenza presidenziale l’ha destinata ai senza tetto. “Non mi travesto da presidente - dice - e continuo ad essere come ero. Le cose più belle della vita sono avere degli amici, godere moderatamente del cibo e molto della Natura. Io non sono povero, ho tutto ciò di cui ho bisogno".  Scusatemi se mi commuovo. Certo, qualcuno dirà che è populismo, però per favore non paragonatelo ad altri populismi, quelli arcoriani. E’ come voler scegliere fra la palta (avrei detto merda ma non è fine) e lo zabaione. Ah il sud America di Cordano, di Lula, di Evo Morales, quanto hanno da insegnare a noi trogloditi dell’economia? Quanto hanno da dire sulla fine del capitalismo che è un cadavere che cammina e ancora riesce a fare sfracelli come già il nazismo che trucidava a guerra persa?
Soprattutto auguro tutto quel che posso a chi deve scusarmi qualcosa.

P.S. gli aggiornamenti del blog risentiranno probabilmente del periodo di svacco delle festività tristanzuole...