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venerdì 15 dicembre 2023

Gli anni delle stragi, Pinelli e gli altri

Era il 1969, era il 15 dicembre. Solo tre giorni prima una maledetta bomba aveva squarciato una banca e un’intera generazione che cascò dalla rivendicazione di libero pensiero e di diritti ora giudicati elementari, quali le assemblee a scuola, il dialogo fra studenti e operai, possibilità di esprimersi liberamente con le parole, con l’abbigliamento, con la musica, all’inconcepibile sensazione di essere in una guerra subdola, fatta di bombe fra la gente,  di tentati colpi di stato. Con la superpotenza detta faro delle democrazie, che foraggiava golpisti in centro sud America come in Italia e Grecia.

Quel 12 dicembre, si dice, “perdemmo l‘innocenza”. Lo squarcio era fatto.



E il 15 dicembre un ferroviere anarchico, uomo pacato, venne prelevato da casa, però sulle gazzelle non c’era posto e Calabresi, il commissario poi assassinato da ignoti criminali, gli disse “vieni col tuo motorino”. Lui sapeva che non sarebbe fuggito, perché Pino Pinelli era uomo di parola, e andò in commissariato, ne uscì solo dalla finestra del quarto piano. Nonostante una sentenza ignobile che parlò di malore attivo, il sospetto, per noi la certezza, che mani insanguinate lo spinsero giù è ancora viva, vera. Giuseppe Pinelli, detto Pino, è uno, solo uno,  dei caduti per un ideale di libertà. Altri lo seguiranno negli anni successivi.

 

Le stragi neofasciste in Italia (1969-1980)

12 dicembre 1969: strage di piazza Fontana, Milano. 17 vittime22

luglio 1970. Strage presso la stazione di Gioia Tauro (Reggio Calabria). 6 vittime

31 maggio 1972: strage di Peteano. 3 vittime

17 maggio 1973: strage di via Fatebenefratelli, Milano. 4 vittime

28 maggio 1974: strage di piazza della Loggia, Brescia. 8 vittime

4 agosto 1974: strage sul treno Italicus, vicino Bologna. 12 vittime

2 agosto 1980: strage alla stazione di Bologna. 85 vittime

Totale: 135 vittime.

 

L’impunità è stata altissima, dovuta in particolare alle connivenze e ai depistaggi messi in atto da una parte delle forze di sicurezza dello stato (Servizi segreti, Ufficio Affari

Riservati del Min. Interno e uffici politici della Pubblica Sicurezza, Carabinieri), a beneficio dei responsabili delle stragi.

 

Inoltre, sempre con connivenze all’interno degli apparati statali e con i placet di Washington, ci sono stati tentatici di golpisti:

 

“Piano Solo” (Gen. De Lorenzo) 1964

Golpe Borghese 8 dicembre 1970

“Rosa dei venti” 1971-1973

Golpe “bianco” (Edgardo Sogno) estate 1974

 

In tutto questo i ragazzi di allora hanno vissuto, nonostante tutto questo sono stati anni di fermento democratico, sono sbocciati diritti come il divorzio, come la libertà delle donne di decidere del proprio destino, come lo statuto dei lavoratori.

Oggi qualcuno vuole cassare quelle conquiste, se non tutte, almeno una buona parte. Rimaniamo noi e rimane il nostro dovere di portare avanti la memoria e rileggere la storia recente, con caparbietà.

Noi il 12 dicembre e il 15 dicembre 1969 lo ricordiamo non con nostalgia, ma con rabbia. Hanno tentato di annichilire una generazione. Anche qui sta la grandezza della Democrazia, quella che contiene gli anticorpi a tutto ciò.