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domenica 5 febbraio 2023

Sanità , regionalismo d'assalto, e altre amenità

Vediamo e leggiamo praticamente ogni giorno dell’importanza della prevenzione delle patologie di varia natura, in particolare per gli anziani. Servono periodici esami, analisi, verifiche, visite per rendere più serena la vita e, alla fine, meno onerosa per il sistema sanitario, la cura di patologie trascurate o scoperte con ritardo. Comportamenti virtuosi sarebbero (il condizionale si impone) un vero toccasana per le persone, per gli anziani e non solo, e una boccata di ossigeno per le casse del sistema sanitario. Tutto questo, tuttavia cozza contro la situazione della sanità demandata alle regioni. Per fare esami in convenzione ormai le liste d’attesa sono infinite, negli ospedali manca personale e quello che c’è lavora in situazioni quasi precarie pur mostrando una professionalità degna dei migliori.  Come assolutamente prevedibile, la sciagura di regionalizzare una materia tanto importante ha prodotto pazienti di serie A e altri di serie B o C. Le regioni ricche hanno molte più possibilità, pur tendendo a privatizzare quasi tutto a discapito, esclusivamente, degli utenti. E con le “nuove” proposte di autonomia regionale con cui il governo tutto ha dovuto sottomettersi ai voleri esclusivi della lega (nord, non scordiamo) le stesse condizioni vogliono introdurre per la scuola. Il tutto per far soccombere il meridione ai voleri dei crapuloni nordcentrici che hanno come unico scopo il creare regioni “virtuose” (quelle del nord fino alla Toscana) e gli altri, quelli che considerano parassiti.

In tutta questa confusione stupisce e non poco, la volontà di molti anche delle regioni che saranno più penalizzate, di voler aderire a questa proposta. “A pensar male si fa peccato, però a volte si azzecca”, diceva un noto politico un tempo, però a spingere verso la regionalizzazione forsennata di tutto ciò che dovrebbe essere universale (sanità, scuola ecc) potrebbe essere chi ha interessi nello specifico. Magari cliniche private, scuole private che non vedono l’ora di divorare il pubblico facendo dei diritti fondamentali motivo esclusivo di lucro.

E guarda caso la discussione in Parlamento sulle autonomie regionali è arrivata proprio alla vigilia di importanti elezioni regionali. Il governo Meloni, pur con gli scivoloni di troppi suoi dipendenti che peccano di improvvisazione e voglia di protagonismo senza rendersi conto di essere governo e non opposizione, difende l’indifendibile ad ogni costo. E, sempre per pensar male, la discussione sul caso Cospito, ha il sapore di arma di distrazione di massa da quello che è il vero scempio della democrazia.

Se la cosa andrà avanti, pur con tempi biblici come previsto in quanto la materia è complessa, sarà un altro referendum a seppellirli. Gli elettori hanno dimostrato più volte di essere molto più avveduti dei guitti. (Renzi docet) .