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giovedì 28 giugno 2012

All'alba a sparar cazzate


Le albe sono belle! Questo è il punto di vista dell’insonne. Là sotto c’è il silenzio. Qualche furgone carico di frutte e verdure che se ne va al mercato, quelli delle mozzarelle con i camion frigo, quelli che fanno footing, sempre gli/le stessi/e prima del primo sole, in coppia o soli/e, l’inizio ufficiale della giornata lo segna quello dei giornali che lascia pacchi all’edicola di fronte. Poi ci sono quelli che stanno andando a dormire incrociando chi porta il cane a insozzare marciapiedi senza raccogliere nulla. Forse sorride pensando a chi passerà da lì in orari più umani calpestando il lascito.

martedì 26 giugno 2012

il futuro di una volta


“Non c’è più il futuro di una volta” (scritta su un muro).
Vedi a continuare a dire ai ragazzi che una volta si stava meglio che succede? Va a finire che lo scrivono sui muri. Nostalgia del futuro. Che sia questa roba qui?
Loro non sanno che una volta, quando i sindacati riuscivano a fare la voce grossa  anche la FIAT sedeva al tavolo delle trattative. Che incivili eravamo, meno male che è arrivato Marchionne a dire chiaro e tondo che lui fa quel che gli pare. In fondo lui è il vero difensore degli antichi fasti, ha ripristinato la filosofia delle baronie e dei feudi.  
Eh si, un tempo eravamo incivili e sognavamo (pensa te che sciocchi) anche un posto di lavoro fisso. Meno male che è arrivato il tennico a capo del governo a dire che è una noia mortale. Quanti milioni di italiani si  sono rotti i coglioni in tutti questi anni? Per questo quando ha vinto quello piccolo con le orecchie enormi… ma si, quello delle telepromozioni, si, si, lui, il puttaniere di Arcore, neppure ce ne siamo accorti e molti aspettavano l’invito a villa Certosa con Lele Mora ed Emilio. Pensavano che quello avrebbe condiviso le sue ricchezze.  Ecco il socialismo reale che si stava disvelando. Invece era solo amico di Craxi, tutta un’altra cosa. Scambiare Craxi con il socialismo è come, che so, scambiare zabaione con il fango. E dico fango anche se, mutuando un antico detto del mio paese, altro sarebbe il termine da usare.
Lui ha inoculato il sogno arcoriano “mi sono fatto da solo” e tutti a pensare “se ha fatto tutto da solo quello alto un metro e trenta, tutti possiamo farcela”.
Macchè, loro, i ragazzi, mica sanno quel che hanno dovuto sopportare i pensionati che avevano addirittura la certezza di una vecchiaia serena. Che schifezza, che noia.
E dev’essere un giovinetto imberbe anche quello che ha messo sulla vetrina del suo negozio un cartello che dice: “Chiudiamo per sempre il 31 luglio. Ho visto uomini con la terza elementare mettere su un’azienda e dar lavoro a decine di persone. Poi ho visto professori con tre lauree in tasca far chiudere migliaia di aziende affamando milioni di persone. L’intelligenza non si studia”.
Cosa volete che sappia quello scribacchino di cartelli della bellezza di un governo dei tennici. Una volta pensavano allo stato sociale, ora si che siamo nel futuro. Una ministressa che piange, perbacco, mica roba da poco. E’ quasi come una Santanchè che sorride, stesso charme. E poi lei, l’addolorata, ha imparato dalle questure. Avete presente le manifestazioni? “1000 partecipanti per gli organizzatori, 200 per la questura”, lei ha fatto lo stesso con gli esodati. E poi qualcuno mi racconti chi è quel signore che ha creato la parola esodati. Si chiamano, in italiano corretto “trombati”. Gli hanno chiesto di prepensionarsi perchè intanto avevano maturato un trattamento equo, arriva la piangente e dice “col piffero che vi pensionate, cornuti, mazziati e impoveriti, tiè”, e giù mezzo litro di lacrimucce.
Macchè, loro, i ragazzi che scrivono di futuro, devono imparare l’utilizzo dell’italico idioma, quei sovversivi di una volta avevano fatto un ministero chiamato “della pubblica istruzione”. Arriva il nuovo incombente e quel “pubblica” sparisce come per incanto. Via gli orpelli, questo si che piace ai tennici, ai Prodi, a quelli di Arcore. Nessuno ripristina, perché l’istruzione è una. Ma cosa rompete con i finanziamenti alle private, diamine! Mica è più “pubblica” l’istruzione, mica è più un diritto. Chi può andrà avanti, chi esoda affari suoi. Aspettiamoci un bel botto sulla sanità ora. Facciamo gli americani. Come vuole Marchionne. “Sto male” diremo al pronto soccorso “è assicurato?” “Sto male” “Ho capito, non è assicurato, dategli un’aspirina e cacciatelo” “ma ha una gamba rotta” “Se ha 50 centesimi dategli due aspirine, la prima è gratis”.
Pensate, quando avevano il futuro di una volta andavano a farsi curare così, senza neppure un’assicurazione. Che noia mortale.

lunedì 25 giugno 2012

L'Italia ha vinto....

L'Italia ha vinto. Buffon pare abbia detto ad un cronista guatemalteco "ci avrei scommesso....".


Non avendo trovato foto decenti in merito, pubblico un cartello esposto sulla vetrina di uno che tifava Italia: 


domenica 24 giugno 2012

24 giugno 2010

Nicolas Mahut at the 2008 Rogers Cup2.jpg
Nicolas Mahut






John Isner at the 2009 US Open 01.jpg
John Isner




 


Nicolas Mahut e John Isner terminarono il 24 giugno 2010 il match più lungo della storia del tennis, l'incontro è terminato per 70 a 68 al quinto set dopo più di 11 ore di gioco.