Le albe sono belle! Questo è il punto di vista dell’insonne.
Là sotto c’è il silenzio. Qualche furgone carico di frutte e verdure che se ne
va al mercato, quelli delle mozzarelle con i camion frigo, quelli che fanno
footing, sempre gli/le stessi/e prima del primo sole, in coppia o soli/e, l’inizio
ufficiale della giornata lo segna quello dei giornali che lascia pacchi all’edicola
di fronte. Poi ci sono quelli che stanno andando a dormire incrociando chi
porta il cane a insozzare marciapiedi senza raccogliere nulla. Forse sorride
pensando a chi passerà da lì in orari più umani calpestando il lascito.
Eh si, sono belle le albe, meglio dei tramonti. C’è la solidarietà
degli insonni, la prima sigaretta appoggiato alla ringhiera del balcone, poco
più in là una signora, anche lei appoggiata che fuma, un rito di ogni mattina,
non ci si conosce ma noi sappiamo di esistere. A che pensano gli insonni
appoggiati al balcone? Alle stelle e alle bollette, fanno filosofia e vita
quotidiana, pensano alla crisi o alla coppia che camminava ieri, mano nella
mano, erano leggeri come foglie. Il disastro arriva quando l’insonne accende la
radio o la TV. A proposito, da quando è arrivato il digitale terrestre, nel
dubbio fra l’amplissima offerta di decoder, ancora non l’ho acquistato, per cui
al momento sto senza TV e devo dire che non mi manca neppure troppo. Provvederò
prima o dopo. Il disastro, dicevo, arriva con il primo notiziario.
Improvvisamente, inopinatamente, a mia insaputa, vengo proiettato nel mondo
dell’assurdo. “Il posto di lavoro bisogna meritarselo” “lavorate una settimana
di più” “gli esami di maturità” “voglio fare il ministro dell’economia” “carabiniere
scelto massacrato in Afghanistan”… Allora cambi canale/programma e cerchi
musica lasciandoti andare a pensieri altri, diversi, meno angoscianti e noiosi.
Intanto ripensi al Ciolo con l’acqua blu, un ponte sul mare e il chiosco che
apre alle nove e se arrivi alle otto con la voglia di un caffè te la puoi pure
tenere perché sono affari tuoi. E pensi agli anziani di Alessano seduti sui
gradini della chiesa le mattinate di afa a parlare aspettando l’ora di pranzo,
oppure ti chiedi cosa diavolo scrivere oggi se non ti va di parlare delle cose
ritrite della vita normale. Forse è per questo che passando da qualche parte
annoti le scritte sui muri e quel “Alessandra ti amo” ti perseguita per tutto
il giorno pensando all’amore che è una cosa ben strana, ognuno lo interpreta
come cazzo vuole, deregolato, destabilizzante, inquietante, monotono e molto altro ancora. Ci
hanno provato in tanti, però senti dire “amo Alessandra” oppure “amo l’anguria”
e sai che non è la stessa cosa, a meno che uno non battezzi le angurie una ad
una. Eh no, l’insonne pensa e spara cazzate nella notte che sta finendo mentre
si chiede se quella brezza che sente sia tramontana o scirocco. Qualcuno lo saprebbe,
molti tirano a indovinare. Intanto sul balcone guardi in alto e vedi stelle, “potrebbe
essere l’Orsa maggiore quella là” pensi sapendo benissimo di non saperlo. In
fondo le stelle sono come i venti, qualcuno le conosce.
Già, che scriverò oggi? Anche Scipione se ne è andato, non
posso sparlare neppure di lui. Mentre sale la seconda caffettiera (piccola
però) l’aroma si espande per la casa, arriva ed avvolge… come l’amore quando
arriva e avvolge, quello per le angurie
anche. Meglio spegnere la fiamma altrimenti deborda e sporca dappertutto… il
caffè intendo, per il resto ognuno si comporti come meglio crede.
L’auto che passa là sotto ha la radio ad alto volume e i
finestrini (ovviamente) abbassati, sento qualcosa che somiglia a musica, un ritmare
da angoscia (e sono solo le cinque del mattino), e mi chiedo che se lo sento
così io dal quinto piano, il disgraziato che guida l’auto deve avere la testa
che scoppia. Mah, misteri dell’otoiatria.
La mia sconosciuta complice di balcone è di nuovo lì a
guardare il mondo che scorre sotto, qualche furgone e qualche auto in più… fra
poco arriveranno quelli che suonano il clacson per dire al mondo che il loro semaforo
è verde. Tutti devono saperlo, perbacco! Come i ragazzi che escono da scuola
dopo aver visto i quadri con i voti “promosso, promosso, promosso…” così loro,
i clacsonisti “verde, verde verde…” Poi apre il bar sotto casa ed arriveranno i
soliti a chiedere “il solito” e a fare le battute solite di prima mattina. Così
scoprirai che “fa caldo” (in estate, che in inverno diventa a seconda della
giornata “oggi si resiste”, oppure “fa freddo”), e ancora sentirai che “Contro
la Germania vinceremo di sicuro, Balotelli è un grande”, qualcuno azzarda uno “spezzeremo
le reni alla Merkel”. Quella ci tiene in scacco con l’economia e noi la prenderemo
a pallonate, beccati questa! Balotelli e Cassano meglio di Monti? Chissà…
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