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| Ph: Corriere della Sera | 
Era il 17 giugno 1970, nello stadio Azteca di Città del
Messico la semifinale del campionato mondiale di calcio vede schierate Italia e
Germania Ovest per quella che passerà alla storia come la Partita del secolo. 
Le formazioni:
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Italia | 
Germania Ovest | 
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La partita sarà combattutissima e finirà ai tempi
supplementari con il punteggio di 4 a 3 per l’Italia.  I gol a questo indirizzo.
Ad andare a rete furono: Boninsegna (8'), Schnellinger (90'), Mueller (94'), Burgnich
(98'), Riva (104'), Mueller (110'), Rivera (111').
Al ritorno in
Italia, dopo la finale e la sonora sconfitta (4 a 1) subita dall’Italia contro
un Brasile che schierava, fra gli altri, Pelè, i giocatori furono accolti da
una folla festante, contestati furono invece Valcareggi e lo staff. 
Gianni Brera, mitico
giornalista sportivo, così scrisse per Il Giorno:
“Non
fossi sfinito per l’emozione, le troppe note prese e poi svolte in frenesia, le
seriazioni statistiche e le molte cartelle dettate quasi in trance, giuro
candidamente che attaccherei questo pezzo secondo ritmi e le iperboli di un
autentico epinicio. Oppure mi affiderei subito al ditirambo, che è più mosso di
schemi, più astruso, più matto, dunque più idoneo a esprimere sentimenti, gesti
atletici, fatti e misfatti della partita di semifinale giocata all’Azteca dalle
nazionali d’Italia e di Germania. Un giorno dovrò pur tentare. Il vero calcio
rientra nell’epica: la sonorità dell’esametro classico si ritrova intatta nel
novenario italiano, i cui accenti si prestano ad esaltare la corsa, i salti, i
tiri, i voli della palla secondo geometria e labile o costante...Trattandosi di
un tentativo nuovissimo, non dovrei neanche temere di passare per presuntuoso.
"Se tutti dovessero fare quello che sanno", ha sentenziato Petrolini,
"nulla o quasi verrebbe fatto su questa terra"… 




 



