Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

sabato 21 gennaio 2012

Assaltiamo il feudo. Il 22 votiamo SALVEMINI





“Andiamo a votare con il sorriso”. Finale con il botto per la campagna elettorale delle primarie di Carlo Salvemini. A sostenerlo Massimo Zedda, Nicola Fratoianni, Dario Stefàno e Maria Campese. Tre assessori regionali pugliesi e il sindaco di Cagliari. Le officine Cantelmo erano stracolme di sostenitori di Carlo Salvemini che vogliono credere alla possibilità di attaccare il feudo e conquistarlo, anzi, liberarlo dai baroni, dalle massonerie deviate, dagli omofobi e dal malaffare che hanno dominato ininterrottamente gli ultimi quindici anni. Spesso i concetti di caste e di cosche tendono a coincidere. Se ne sono accorti tutti quanti che alle Cantelmo si respirava aria nuova, comunque vadano le primarie un pezzo di popolo del centro sinistra si è ritrovato compatto. Come finirà lo sapremo domani, 22 gennaio, se sarà la Capone o Salvemini a guidare l’attacco alle mura di donna filobus e del suo figlioccio.
Se ne sono accorti tutti, meglio, quasi tutti. Un quotidiano leccese non ne ha fatto cenno alcuno. Qualcuno mi dice “sono caponiani”. Non credo sia proprio così, preferisco pensare a un treno perso. Anche perché nessun giornalista e nessuna testata si può far sfuggire una riunione di oltre 450 persone a Lecce. Si può commentare magari, dare più o meno spazio. Ignorarla proprio non è plausibile. 

venerdì 20 gennaio 2012

forconi...nuovi

 Se ne parla, il movimento dei forconi partito dalla Sicilia sta annunciando i referenti delle altre regioni. In particolare i primi nomi sono: Umberto Mellino per la Calabria, Antonio Mariani per il Lazio, Fabiano Fabio per la Puglia. Questi tre hanno in comune l’appartenenza a Forza Nuova. La pagina Facebook dei forconi è gestita da Antonella Morsello, dipendente di Forza nuova di Terni, e dal di lei padre Martino che sempre su facebook, ringrazia i “camerati”.
Ricordate la rivolta di Reggio Calabria e Ciccio Franco? Il problema vero è che in periodo di crisi il populismo, il neofascismo, e la xenofobia per quanto riguarda in particolare il partito in verde, hanno campo facile, soprattutto in un periodo storico in cui le sinistre sono disciolte come non mai, addirittura esistenti solo ed esclusivamente nell’etere. Sparite le sezioni, evaporato il contatto con le persone, delegati a facebook e al virtuale i contatti personali, hanno buon gioco gli antipolitici come i grillini e quelli che urlano più forte. Se a questo aggiungiamo l’imbarbarimento del dialogo che vede in TV le Santanchè, le Mussolini, le dita medie elevate al cielo, beh, di cosa possiamo stupirci?  




Notizie sul movimento fascista Forza Nuova: 
http://it.wikipedia.org/wiki/Forza_Nuova
http://www.tmcrew.org/mw4k/antifa/fiore.htm

eppure il Ripa urla ancora....


Eppure il Ripa urla ancora… Dopo le sue dimissioni (che molti  chiamano defenestrazione)  dall’assessorato per una sua frase che sembra più un lapsus freudiano   che un drammatico scivolone, lex assessore lancia strali contro il centro sinistra tutto dicendo che vogliono il registro delle coppie di fatto. Vabbè, in democrazia tutti hanno diritto di parlare.
Salvemini, dal canto suo ha risposto in conferenza stampa .
 “Già nel 2006 la Regione Puglia, con l'amministrazione Vendola, ha approvato una legge regionale sul sistema integrato dei servizi sociali in Puglia che fa esplicito riferimento (art. 27 L.R. 19/2006) all'estensione dei diritti e dei benefici sociali “ai nuclei di persone legate, così come previsto all’articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente), da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici, purché aventi una coabitazione abituale e continuativa e dimora nello stesso Comune”. La legge cioè non prevede specifici sbarramenti, né potrebbe farlo in virtù del principio universalistico di accesso alle prestazioni sociali e agli interventi di promozione e inclusione sociale, per le misure a sostegno dei processi educativi e di crescita dei minori, di cura delle persone non autosufficienti, di sostegno alle situazioni di difficoltà economica anche temporanea, di sostegno alle famiglie numerose, di sostegno alla maternità, di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ecc…In via teorica oggi potrebbe accadere per i servizi che non sono a domanda individuale,”
In sostanza si tratta di applicare le leggi esistenti, cosa accuratamente evitata da Palazzo Carafa nell’ultimo decennio. Fino ad arrivare ai famosi SMS che invitavano alcuni assegnatari di case a fare domanda in fretta.   “privilegiando un utilizzo clientelare dello “strumento” delle case popolari quali generatore di consenso al momento più opportuno, dimenticando molto spesso la priorità delle graduatorie, il rispetto della legalità e, quindi il diritto alla casa (come dimenticare il caso Inguscio?).”
E lo stesso Comune di Lecce, dice Salvemini, perse il treno di finanziamenti regionali riuscendo a malapena a costruire:   “solo 12 alloggi. A Bari, nel quartiere San Girolamo, ad esempio, lo stesso programma, ma con una richiesta di finanziamento ben più cospicua, ha fruttato 212 alloggi a canone sostenibile. Un'opportunità spesa male quella di Lecce, ridotta ad una sola area urbana. Ancora una volta una prova delle disattenzioni e delle mire clientelari nella gestione della cosa pubblica.”
In sostanza, piuttosto di occuparsi della sessualità dei suoi concittadini, e dei matrimoni, piuttosto che delle convivenze, l’ex assessore forse farebbe bene a vedere quanto è stato omesso.



Mafie al nord



Antefatto: Nella tranquilla città di Alessandria arrestano il consigliere comunale Caridi, accusato di essere colluso con la ndrangheta. Strano personaggio, calabrese di nascita, ad Alessandria faceva il calzolaio, improvvisamente entra in politica sponsorizzato da Cotroneo, pezzo grosso della DC dell'epoca. Passa il tempo e trasloca in Forza Italia, con l'ultima amministrazione diventa consigliere comunale con responsabilità su varianti del piano regolatore. Una delle operazioni portate avanti con forza  è la cementificazione di una collina che è anche un polmone verde. Nel corso di una discussione "vivace" lancia una seggiola contro il consigliere IDV Bellotti che questa collina vorrebbe mantenere intatta.

"Il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie ha il sapore della vita. Dove c’è gusto di vivere si debbono contrastare le mafie. Dove questo gusto manca, dove si ruba la vita di qualcuno, questo contrasto non c’è. La mafia è anche un modo di fare cultura. In Italia non ci sono mai stati livelli di corruzione come oggi. Non ci sarà la mafia del comportamento mafioso codificato, ma c’è la mafia di atteggiamento. La sopraffazione è il brodo di coltura delle mafie.  Ci sono i modi di pensare mafiogeni. Noi di libera abbiamo pubblicato un calendario con i proverbi mafiogeni. Questo è tutto brodo di coltura per il pensare mafioso." 



"Al nord non c’è la mafia della strage e del morto ammazzato, ma in alcune zone è endemica comunque. La gente inizia a riconoscere i soggetti, non solo i comportamenti. E sa che certi soggetti non consentono tutto. La paura non è ancora indice di territorio mafioso. E’ meccanismo di difesa. L’omertà è anche quando piano piano si entra in un’ottica di “bisogna fare così perché così fan tutti, perché conviene”. Si diventa oggettivamente complice. In un momento di crisi come oggi per esempio,  perché non acquistare in un supermercato che ha prezzi straordinariamente bassi? Ma che qualcuno vigili su come mai si possano praticare certi prezzi sarebbe un bene. Anche per l’economia pulita. Bisogna però ragionare con cautela, la nostra oggi non è un’analisi di tipo “penale”,non dobbiamo  mai generalizzare. Anche l’usura è in mano alle mafie. Su “Narcomafie” (la rivista di Libera e del gruppo Abele di Torino) di settembre abbiamo mappato le zone di influenza mafiosa in Lombardia per esempio. E’ una lettura interessante. E’ di pochi giorni la notizia di arresti di mafia  in Lombardia." 


fonte: http://maurobiani.splinder.com/tag/mafia






Questo è  uno spezzone di intervista a Raffaele Bruno, già responsabile regionale di Libera Puglia, sacerdote. Il caso Caridi ha messo in luce come nessun luogo sul territorio nazionale sia esente da infiltrazioni. Ovviamente dobbiamo essere garantisti, tuttavia annotiamo che la Cassazione ha negato la libertà al Caridi stesso. Leggo sulle pagine di  alessandriaoggi.it:  “Ha fatto presto la Cassazione a liquidare la vicenda Caridi per il quale la difesa aveva chiesto la scarcerazione in base al fatto che l’ex consigliere comunale del PDL, grande amico di Cotroneo, suocero ora defunto dell’attuale sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, non avesse commesso reati. Per la Cassazione il fatto stesso di essere affiliati alla ‘Ndrangheta, o Mafia Calabrese che sia, è un reato”.


Il problema esiste nelle grandi città come Milano, Genova, Torino, ma non esclude assolutamente altre più piccole ed apparentemente tranquille. Arriva silenziosamente, si traveste da sale giochi, da finanziarie magari piccole e disponibili a prestare denaro, si insinua piano piano nell’economia locale acquistando supermercati e lavorando a ribasso nell’edilizia soprattutto pubblica. Emblematico il movimento terra che dall'Emilia Romagna si è esteso in Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria ecc.  Finchè non trova la testa di ponte per infiltrarsi nell’affare pubblico, nelle amministrazioni per gestire gangli essenziali alla sua espansione, magari con protezioni molto alte. Accade così che un calzolaio diventi patron di varianti per piani regolatori. Accade che un signor nessuno, magari artigiano semisconosciuto, diventi gestore di agenzie finanziarie. Accade che questi signori godano di protezioni e coperture. Tuttavia accade anche che amministratori sicuramente pulitissimi ed onesti non si accorgano di nulla e lavorino fianco a fianco con questi signori. E’ plausibile che non si abbia sentore proprio di nulla? 



Alessandria, come tutto il nord, è nei fatti terra di conquista per la mafia. Lo è perché quando le mafie arrivano all’amministrazione sono al potere. Lo è perché per essere eletti e far eleggere si controllano pacchetti più o meno consistenti di voti. Si chiama inquinamento della democrazia.  A fronte di tutto questo il minimo che ci si può aspettare da un’amministrazione comunale, anche a fine mandato, è una severa autocritica per i mancati controlli su appalti e modifiche dei piani regolatori, o addirittura la presentazione delle dimissioni del capo dall’amministrazione stessa. Un cittadino qualunque può non sapere, chi amministra deve informarsi. 



E guardiamo che i confini sono esilissimi, in Parlamento è successa una vera catastrofe. Il no all’arresto di Cosentino ha messo assieme i radicali eletti nelle liste di Veltroni, quei sei signori iper garantisti soprattutto con i privilegiati che hanno necessità di avere autorizzazione per l’arresto, con il PDL che ha tanti indagati per collusione che non sai più dove girarti, con la lega nord che non disdegna assolutamente di governare con i collusi ad ogni livello, locale e nazionale. Intanto i quattrini li porta nei paesi che ritiene incivili. 



Ovviamente non ci aspettiamo giornalisti eroi, per carità, neppure eroismi da cittadini comuni. Tuttavia, esigere chiarezza pare il minimo veramente. La lega nord dica qualcosa di meno incivile, i balletti e i finti litigi fra i suoi leader non commuovono nessuno. Le lega ha un problema:   governa con i collusi e impedisce alla giustizia di fare il suo percorso. E’ di questi giorni addirittura l’opposizione a Pisapia che ha concesso la cittadinanza onoraria a Saviano. Si  a Cosentino libero, no a Saviano cittadino onorario. La dice lunga sulle scelte dei "rappresentanti del popolo".



giovedì 19 gennaio 2012

La lega dice niet a Pisapia. Preferisce salvare i mafiosi

Pisapia offre la cittadinanza onoraria a Saviano. La Lega Nord si ribella. Con tutta la fatica che fanno a governare Alessandria con i collusi alla ndrangheta, a dare appalto ai mafiosi a Milano e in Piemonte, a Salvare Cosentino dalla galera, ora anche Pisapia rompe le palle con questi antimafiosi? 

Graziella Campagna


Sapeva leggere e scrivere Graziella. “Purtroppo”, verrebbe da pensare. “Magari non lo avesse saputo fare”. Non   lo penso, in realtà. Saper leggere e scrivere è essenziale, anche per una diciassettenne che fa la lavandaia per aiutare la famiglia. E oltretutto è un diritto sancito dalla Costituzione.
Graziella Campagna


La data del 12 dicembre sembra riguardare solo Milano per chi aveva diciassette anni  allora. Ma lei, Graziella, il 12 dicembre 1969 ne  aveva solo uno . Chissà le speranze dei genitori. E chissà i sorrisi mentre giocava senza sapere di dover fare la lavandaia poco dopo la scuola dell’obbligo. Sette in tutto  tra fratelli e sorelle e la maledizione del lavoro che manca.   E che volete  ne sapesse lei di mafia. Quella è roba che interessa altri, gli innominabili, i notabili, la politica. E lei neppure aveva diritto al voto. Maledizione, come si può morire a17 anni? Con un nome così poi:  Graziella.  Leggero come una nuvola, una farfalla. Centocianquantamilalire al mese. In nero ovviamente, per lavare i panni a Villafranca Tirrena. Per quel lavoro doveva fare anche la pendolare, da Saponara a Villafranca ogni giorno . Ma è normale in certi luoghi spostarsi, lasciare tutto quanto per andare dove c’è uno straccio di lavoro, anche in nero.   Però il suo lavoro lo faceva al meglio. Frugava nelle tasche prima di lavare i panni, così le avevano insegnato.  I clienti erano facoltosi e occorreva trattarli bene, accidenti. La camicia dell’ingegner Cannata aveva un taschino. Che distratto, aveva scordato un documento. Graziella lo aprì per vedere a chi appartenesse, per restituirlo. Sapeva leggere, Graziella. Accidenti, lo sapeva fare.  No, non era quello dell’ingegnere, apparteneva ad uno sconosciuto, tal Gerlando Alberti. Nipote dell’ omonimo, Gerlando Alberti senior, mandato in galera da Alberto Dalla Chiesa. E anche il nipote era un latitante eccellente. Ma Graziella, forse, non lo sapeva. E probabilmente non le poteva interessare poi tanto.
Il 12 dicembre 1985, l’autobus arrivò a Saponara senza Graziella. Era sparita. Come nelle migliori tradizioni qualcuno pensò alla fuitina. Cos’altro poteva succedere ad una ragazzina che sapeva anche leggere e scrivere e che faceva la lavandaia?  Ma il suo ragazzo era stato in casa per tutto il giorno ed era ancora lì. Magari è scappata con qualcun altro, chissà. Non si preoccupò neppure il maresciallo che si prese un bel giorno di vacanza. Sotto Natale, forse doveva dedicarsi allo shopping.
Solo dopo  due giorni la scomparsa di Graziella finì, due lunghi giorni. Il suo corpo venne ritrovato a Forte Campone, vicino a Villafranca, crivellato da cinque colpi di lupara calibro 12. Proprio come si fa tra mafiosi. Per spartirsi bottini e territori che valgono più di centocinquatamilalire al mese.
Crepare a diciessette anni per aver fatto bene la lavandaia. Ma vi sembra verosimile?
 E poi i processi.
1 marzo 1988: Gerlando Alberti junior e il suo guardaspalle, Giovanni Sutera, sono rinviati a giudizio.
28 marzo 1988: il giudice Marcello Mondello decide che il movente del riconoscimento del nome del mafioso è debole.
1996: La trasmissione “Chi L’ha Visto” torna sul caso. Sono indagati per favoreggiamento Franca Federico, titolare della lavanderia, Francesco Romano, suo marito, Agata Cannistrà, la cognata, Giuseppe Federico, il fratello. 
11 dicembre 2004: sono giudicati colpevoli e condannati all'ergastolo sia l'Alberti sia Sutera.  Franca e Agata saranno condannate a due anni di galera, prosciolti gli altri.
4 novembre 2006: Gerlando Alberti esce di prigione  per via del ritardo con cui è stata depositata la sentenza.
18 marzo 2008: Alberti e Sutera sono ricondannati all'ergastolo  dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Messina.
18 marzo 2009: la Cassazione respinge il ricorso formulato dai due imputati e riconferma gli ergastoli.

mercoledì 18 gennaio 2012

Il Grandevetro 101


A volte le storie partono da lontano, arrivano lontanissimo. Viaggiano in mari tempestosi, fieri, lievi e piatti. Le navi dei folli e quelle delle crociere che a volte, ahinoi, si reclinano mestamente davanti alle isole di gigli e di roccia, crudeli ammassi di ferro e luci scintillanti. Comandanti coraggiosi o vili. Le altre, quelle che amiamo e che Ivan Della Mea ci insegnò a guardare con l’emozione nel cuore (o dell’anima per chi ha la ventura di crederci) non hanno capitani né comandanti, vanno con un equipaggio di trasvolatori di utopie. Ognuno fa il suo lavoro, ognuno con la sua voglia di arrivare chissà dove (ahi lo sapesse lui almeno). Questo è il viaggio de “Il Grandevetro” , rivista, circolo culturale, fabbrica di parole e di cultura, palestra, perché quando nacque era anche “polisportiva primavera”. Leggo su Wikipedia la sua storia:  “organizzazione di base della sinistra santacrocese guidata da Sergio Pannocchia negli anni Settanta.  E fu nel 1977 che uscì il primo numero della rivista  Il Grandevetro. Il nome fu dato da Romano Masoni, pittore e incisore, in omaggio all'opera di Marcel Duchamp "La Sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche" (traduzione di "La Mariée mise à nu par ses célibataires, même"), chiamato anche "Grande Vetro".
Fu da questo collettivo che nel 1981 prese le mosse "Il Circolo del Pestival", gruppo di artisti e intellettuali, che stilò un manifesto di interventi culturali nel territorio del Cuoio e della Calzatura di richiamo nazionale.

Fu in occasione delle manifestazioni artistiche e culturali del "Circolo del Pestival", che entrò nella redazione de Il Grandevetro, diventandone eccezionale direttore, Luciano Della Mea. S'inaugurò, grazie a lui in modo ufficiale, la nascita delle Edizioni del "Circolo del Pestival", che già esistevano ma che avevano uscite irregolari. Fu fondata quindi successivamente la Casa Editrice de Il Grandevetro, in coedizione, per alcune sue collane, I Senzastoria, I Lapislazzuli e I Vagabondi, con la Casa Editrice Jaca Book di Milano.
La sua sede attuale è a Fucecchio(FI), presso l’Auditorium della Fondazione “I care”. in via I Settembre, 43/b.
I nomi che ne hanno fatto la storia sono nobili (d’animo e di pensiero ovviamente, l’altra nobiltà non riguarda la repubblica Democratica fondata sul lavoro n.d.r.). Sergio Pannocchia, Sante Bagnoli, Antonio Bobò,  Dino Carlesi, Renzo Cresti, Ivan Della Mea, Luciano Della Mea, Alberto Pozzolini, Marco Cini, Daniele Ronco, Michele Feo, Luciano Luciani, Gianni Quilici, Romano Masoni, Simonetta Melani, Nicola Micieli, Alberto Severi, Mario Aldo Toscano, Pierluca Pontrandolfo, Armando Sestani".

E siamo arrivati al numero centouno (101) che ha un titolo giocoso: Miracolosamente per gioco e in gramaglie. I contenuti… beh, abbonatevi e leggerete e rimarrete stupiti. Confesso mestamente che la conoscevo poco prima della telefonata con Francesca Caminoli che aveva letto una cosa che scrissi e mi disse “perché non la mandi al Grandevetro?” Già, perché no? Per me è stata (tardiva) scoperta.
Il sommario del numero centouno:

Chi sa il gioco non l’insegni / Le  regole del gioco

Il gioco e le regole di Alfonso M. Iacono 3,
La teoria del tutto di Fabrizio Nesti 4,
Senza regole di Marco La Rosa 5,
 ’A bonafficiata di Raffaele Moccia 5,
W la sgrammatica! di Maria Beatrice Di Castri 7,
Gioco e realtà di Alfio Pellegrini 8,
Si gioca come dico io di Piero Paolicchi 9,
Il controllo delle regole di Alessandro Lenzi 10,
Aritmie di Simonetta Melani 12,
Sorridere senza Letizia intervista a Giuliano Pisapia a cura di Daniela Giglio 13,
Le prime regole di Andrea Lopes Pegna 14,
Wittgenstein e Confucio di Mauro Raddi 15,
Caos verde di Riccardo Guarino 15,
Il gioco dei Perché di Giacomo Cacciatore 17,
L’ordine creò il mondo di Maria Velia Lorenzi Bellani 18,
Le regole del Phersu di Valerio Giovannini 18,
L’improvvisazione di Davide Sparti 19,
Astapovo di Michele Feo 20,
Le regole della guerra di Lorenzo Zambernardi 22,
Divertiamoci! di Stefano Biffoli 23,
Affinità esplosive di Giovanni Commare 24.

La gabbia dei matti / Malattia mentale

Emergenze borderline di Giuseppe Corlito 25.

Impara l’arte / Polemiche, dibattiti, recensioni

L’arte si rigenera intervista a Emilio Mazzoli a cura di Antonio Francoletti 27,
Questo è il mio fiume di Romano Masoni 28.

Il bel fogliame / Miscellanea

Il paiolo dei Gelsi di Massimo Michelucci 29,
Riprendiamoci l’ARPAT di Renzo Mazzetti 30,
Viaggio tra gli abissi di Chiara Magneschi 30,
W la scuola! di Jacopo Mancini 32,
Metamorfosi di Massimiliano Bertelli 32,
Un passo oltre di Francesca Ruth Brandes 33,
Sud Sud Sud... di Gianni Ferraris 33,
I pescatori di Perle di Antonio Marchetti 34,
Arrivano i mostri di Carlo Salami 34.

A correre

Patti chiari (libera riduzione delle regole del Go, dalla rete).

Le immagini

Le immagini della copertina e tutte quelle in basso alle pagine 8, 9, 14, 15, 20, 32, 33 sono di Roberto Innocenti e sono tratte dai volumi L’isola delle Figure, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 2001 e Le prigioni della storia, Grafis Edizioni, Bologna, 1989.
Le immagini grandi e quella della quarta di copertina sono di Jan Saudek e sono tratte dai volumi Jan Saudek, Photographs 1987-1997, Taschen, Colonia, 1997 e Eros e fotografia. Jan Saudek, a cura di Judith Lange, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma, 2003.
Le immagini su Pinocchio in basso alle pagine 3, 5, 10, 19, 25, 27, 29 sono tratte dal volume Pinocchio e la sua immagine, di Valentina Baldacci e Andrea Rauch, Giunti Editore, Firenze, 2006.
Le immagini in basso alle pagine 4, 7, 18, 24, 28, 30 sono di Brian Froud e Alan Lee e sono tratte dal volume Fate, di Brian Froud e Alan Lee, a cura di David Larkin, Rizzoli, Milano, 1982.
Le immagini in basso alle pagine 12, 13, 17, 22, 23 sono di Rien Poortvliet e sono tratte dal volume Il segreto degli Gnomi, di Rien Poortvliet e Wil Huygen, Rizzoli, Milano, 1979.
Le immagini in testa alle pagine sono tratte da I 33 giochi del Mitelli, Grafica Gutenberg Editrice, Bergamo, 1976.
Le immagini delle testatine delle rubriche sono di Adolf Wölfi, e sono tratte da Kos, Franco Maria Ricci Editore, aprile-maggio1988.
Le vignette sono di Giuliano.

Il Grandevetro è una rivista “militante” (Ah la storia che torna tumultuosamente) e non ha una distribuzione classica, quella dei giornali e delle riviste patinate. E’ un gioco di sforzi e di capacità di chi la produce e  promuove. Non la troverete quindi nelle edicole e nelle librerie. Chi vorrà averla potrà abbonarsi  anche in periodo di crisi economica, in fondo vale la pena.

Iban: IT52S0842537870000030381271 
BANCA CREDITO COOPERATIVO DI CAMBIANO, FILIALE DI FUCECCHIO
Oppure: Conto Corrente Postale 7325824 - Il Grandevetro - via I Settembre 43/B - 50054 Fucecchio
30 euro il costo di cinque numeri l’anno, 15 euro per studenti e pensionati.





martedì 17 gennaio 2012

Verdi di governo in Tanzania

Che paese è quello in cui uomini di governo vogliono cacciare gli immigrati perchè sono dei "baluba" e poi vanno a investire il maltolto in Tanzania?

Fonte: www.cittafutura.al.it

lunedì 16 gennaio 2012

Sofri è libero

Adriano Sofri

Adriano Sofri è libero. Gli assassini di Calabresi non sono mai stati presi. Come le stragi, da Piazza Fontana in avanti, rimangono misteriosamente impuniti troppi crimini neri. 

Carlo Fruttero

Se ne è andato Carlo Fruttero. 

I segreti e la perfidia di quella coppia geniale
Carlo Fruttero





Opere [modifica]

  • Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza, a cura di e con Sergio Solmi, Torino, Einaudi, 1959.
  • Visibilità zero. Le disavventure dell'on. Slucca, Milano, Mondadori, 1999. ISBN 88-04-46760-6
  • Donne informate sui fatti, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-56073-8
  • Ti trovo un po' pallida, Milano, Mondadori, 2007. ISBN 9788804570240
  • La Creazione. Sotto l'alto patrocinio dell'Onnipotente, Roma, Gallucci, 2008. ISBN 9788861450776
  • Mutandine di chiffon. Memorie retribuite, Milano, Mondadori, 2010. ISBN 9788804600602
  • La patria, bene o male, (con Massimo Gramellini), Milano, Mondadori, 2010.

Con Franco Lucentini [modifica]

Traduzioni [modifica]

  • Aneurin BevanIl socialismo e la crisi internazionale, Torino, Einaudi, 1952.
  • Estes KefauverIl gangsterismo in America, Torino, Einaudi, 1953.
  • Samuel BeckettAspettando Godot, Torino, Einaudi, 1956.
  • Ralph EllisonUomo invisibile, con Luciano Gallino, Torino, Einaudi, 1956.
  • François FejtőUngheria 1945-1957, Torino, Einaudi, 1957.
  • Vance PackardI persuasori occulti, Torino, Einaudi, 1958.
  • Leonard WoolleyUr dei Caldei, Torino, Einaudi, 1958.
  • Dorothy StracheyOlivia, Torino, Einaudi, 1959.
  • Nathanael WestIl giorno della locusta, Milano, A. Mondadori, 1960.
  • Samuel Beckett, Giorni felici, Torino, Einaudi, 1961.
  • Samuel Beckett, Teatro, Torino, Einaudi, 1961.
  • Jerome David SalingerNove racconti, Torino, Einaudi, 1962.
  • Thornton WilderTre commedie, con Franco Lucentini, Milano, A. Mondadori, 1964.
  • Johnny HartL'antichissimo mondo di B. C., con Franco Lucentini, Milano, A. Mondadori, 1965.
  • Thornton Wilder, Commedie in un atto e drammi in tre minuti, con Franco Lucentini, Milano, A. Mondadori, 1965.

Prefazioni [modifica]

(Fonte: Wikipedia)