“Andiamo a votare con il
sorriso”. Finale con il botto per la campagna elettorale delle primarie di
Carlo Salvemini. A sostenerlo Massimo
Zedda, Nicola Fratoianni, Dario Stefàno e Maria Campese. Tre assessori
regionali pugliesi e il sindaco di Cagliari. Le officine Cantelmo erano
stracolme di sostenitori di Carlo Salvemini che vogliono credere alla
possibilità di attaccare il feudo e conquistarlo, anzi, liberarlo dai baroni,
dalle massonerie deviate, dagli omofobi e dal malaffare che hanno dominato ininterrottamente
gli ultimi quindici anni. Spesso i concetti di caste e di cosche tendono a
coincidere. Se ne sono accorti tutti quanti che alle Cantelmo si respirava aria
nuova, comunque vadano le primarie un pezzo di popolo del centro sinistra si è
ritrovato compatto. Come finirà lo sapremo domani, 22 gennaio, se sarà la Capone o Salvemini a guidare
l’attacco alle mura di donna filobus e del suo figlioccio.
Se ne sono accorti tutti, meglio, quasi tutti. Un quotidiano leccese
non ne ha fatto cenno alcuno. Qualcuno mi dice “sono caponiani”. Non credo sia
proprio così, preferisco pensare a un treno perso. Anche perché nessun
giornalista e nessuna testata si può far sfuggire una riunione di oltre 450
persone a Lecce. Si può commentare magari, dare più o meno spazio. Ignorarla
proprio non è plausibile.
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