Eppure
il Ripa urla ancora… Dopo le sue dimissioni (che molti chiamano defenestrazione) dall’assessorato per una sua frase che sembra
più un lapsus freudiano che un drammatico scivolone, lex assessore
lancia strali contro il centro sinistra tutto dicendo che vogliono il registro
delle coppie di fatto. Vabbè, in democrazia tutti hanno diritto di parlare.
Salvemini,
dal canto suo ha risposto in conferenza stampa .
“Già nel
2006 la Regione Puglia ,
con l'amministrazione Vendola, ha approvato una legge regionale sul sistema
integrato dei servizi sociali in Puglia che fa esplicito riferimento (art. 27 L .R. 19/2006)
all'estensione dei diritti e dei benefici sociali “ai nuclei di persone
legate, così come previsto all’articolo 4, comma 1, del decreto del
Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo
regolamento anagrafico della popolazione residente), da vincoli di parentela,
affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici, purché aventi
una coabitazione abituale e continuativa e dimora nello stesso Comune”. La
legge cioè non prevede specifici sbarramenti, né potrebbe farlo in
virtù del principio universalistico di accesso alle prestazioni sociali e
agli interventi di promozione e inclusione sociale, per le misure a sostegno
dei processi educativi e di crescita dei minori, di cura delle persone non
autosufficienti, di sostegno alle situazioni di difficoltà economica anche
temporanea, di sostegno alle famiglie numerose, di sostegno alla maternità, di
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ecc…In via teorica oggi potrebbe
accadere per i servizi che non sono a domanda individuale,”
In
sostanza si tratta di applicare le leggi esistenti, cosa accuratamente evitata
da Palazzo Carafa nell’ultimo decennio. Fino ad arrivare ai famosi SMS che
invitavano alcuni assegnatari di case a fare domanda in fretta. “privilegiando un utilizzo clientelare
dello “strumento” delle case popolari quali generatore di consenso al
momento più opportuno, dimenticando molto spesso la priorità delle
graduatorie, il rispetto della legalità e, quindi il diritto alla
casa (come dimenticare il caso Inguscio?).”
E
lo stesso Comune di Lecce, dice Salvemini, perse il treno di finanziamenti
regionali riuscendo a malapena a costruire: “solo 12 alloggi. A Bari, nel quartiere San
Girolamo, ad esempio, lo stesso programma, ma con una richiesta di
finanziamento ben più cospicua, ha fruttato 212 alloggi a canone
sostenibile. Un'opportunità spesa male quella di Lecce, ridotta ad
una sola area urbana. Ancora una volta una prova delle disattenzioni e delle
mire clientelari nella gestione della cosa pubblica.”
In sostanza,
piuttosto di occuparsi della sessualità dei suoi concittadini, e dei matrimoni,
piuttosto che delle convivenze, l’ex assessore forse farebbe bene a vedere
quanto è stato omesso.
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