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venerdì 20 gennaio 2012

eppure il Ripa urla ancora....


Eppure il Ripa urla ancora… Dopo le sue dimissioni (che molti  chiamano defenestrazione)  dall’assessorato per una sua frase che sembra più un lapsus freudiano   che un drammatico scivolone, lex assessore lancia strali contro il centro sinistra tutto dicendo che vogliono il registro delle coppie di fatto. Vabbè, in democrazia tutti hanno diritto di parlare.
Salvemini, dal canto suo ha risposto in conferenza stampa .
 “Già nel 2006 la Regione Puglia, con l'amministrazione Vendola, ha approvato una legge regionale sul sistema integrato dei servizi sociali in Puglia che fa esplicito riferimento (art. 27 L.R. 19/2006) all'estensione dei diritti e dei benefici sociali “ai nuclei di persone legate, così come previsto all’articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente), da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici, purché aventi una coabitazione abituale e continuativa e dimora nello stesso Comune”. La legge cioè non prevede specifici sbarramenti, né potrebbe farlo in virtù del principio universalistico di accesso alle prestazioni sociali e agli interventi di promozione e inclusione sociale, per le misure a sostegno dei processi educativi e di crescita dei minori, di cura delle persone non autosufficienti, di sostegno alle situazioni di difficoltà economica anche temporanea, di sostegno alle famiglie numerose, di sostegno alla maternità, di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ecc…In via teorica oggi potrebbe accadere per i servizi che non sono a domanda individuale,”
In sostanza si tratta di applicare le leggi esistenti, cosa accuratamente evitata da Palazzo Carafa nell’ultimo decennio. Fino ad arrivare ai famosi SMS che invitavano alcuni assegnatari di case a fare domanda in fretta.   “privilegiando un utilizzo clientelare dello “strumento” delle case popolari quali generatore di consenso al momento più opportuno, dimenticando molto spesso la priorità delle graduatorie, il rispetto della legalità e, quindi il diritto alla casa (come dimenticare il caso Inguscio?).”
E lo stesso Comune di Lecce, dice Salvemini, perse il treno di finanziamenti regionali riuscendo a malapena a costruire:   “solo 12 alloggi. A Bari, nel quartiere San Girolamo, ad esempio, lo stesso programma, ma con una richiesta di finanziamento ben più cospicua, ha fruttato 212 alloggi a canone sostenibile. Un'opportunità spesa male quella di Lecce, ridotta ad una sola area urbana. Ancora una volta una prova delle disattenzioni e delle mire clientelari nella gestione della cosa pubblica.”
In sostanza, piuttosto di occuparsi della sessualità dei suoi concittadini, e dei matrimoni, piuttosto che delle convivenze, l’ex assessore forse farebbe bene a vedere quanto è stato omesso.



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