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lunedì 23 gennaio 2012

Dopo le primarie



Votanti: 7814.
Loredana Capone: 3743 (48,22%).
Carlo Salvemini: 3210 (41,35%).
Nulle: 33.
Bianche: 18

Questi sono i numeri delle primarie leccesi. Il centro sinistra ha avuto il terrore della primavera. “Nei prossimi giorni sapremo cosa è successo, sempre succede a Lecce che si sappia tutto. Ora aspettiamo le proposte della vincitrice… Mi prendo qualche giorno di riposo, intanto ascoltiamo e cerchiamo di capire” dice Carlo Salvemini davanti ai suoi, nel gremitissimo comitato elettorale dove si stappa spumante “Perché sappiamo perdere con il sorriso”. In realtà sono pochissimi i sorrisi. Già al Tiziano, dopo il primo quarto d’ora di spoglio, quando arrivai, bocche tappate e nervosismo da tutte le parti “andremo all’ultima scheda, testa a testa” mi dicevano sostenitori delle due parti. Assente assoluta la Sansonetti da ogni pronostico dei presenti. Poi il distacco di poche decine di voti si allargava piano piano fino a diventare incolmabile. Felicità dei caponiani tutti (chissà se anche di qualche quotidiano locale), mesti sorrisi di convenienza dai sostenitori di Salvemini. Uscendo dal Tiziano incontro un esponente (non di base) del PD. E' triste, mi avvicina e mi dice testualmente “Ci abbiamo provato a cambiare, è andata male”.
Ph: 20centesimi.it


A caldo, nel comitato, ognuno diceva la sua: “Ora deve conquistare uno a uno i nostri voti la Capone, vediamo se ne sarà capace”. “Non posso votarla”. “Avevamo la possibilità di svoltare con Carlo, ora è certa la vittoria del centro destra”.  Salvemini nel suo intervento è stato decisamente più cauto, come nel suo stile. Le analisi del voto le faremo poi. “Non so se sarà un attacco a due punte, ora tocca a Loredana parlare e proporre” dice rispondendo ad un giornalista. D’altra parte è troppo presto per capire le mosse prossime venture.
Non si sa ancora quali siano state le debolezze della candidatura Salvemini. Se ne dicono tante. Chi parla di rotoli di monetine date ai cingalesi che si sono recati in massa a votare, tutti assieme. Chi dice dell’UDC che ha mandato truppe cammellate a votare in cambio di una sicura alleanza. Un’addetta ai seggi che parla di un esponente PD che accompagnava fino alla cabina immigrati e avrebbe voluto anche entrarci  per meglio insegnare a  votare. Molto si dice di volantini sulle auto in deroga alle ordinanza comunali, di SMS  a raffica, lettere nelle cassette della posta. Una campagna elettorale aggressiva della Capone, contro una soft, sui problemi di Carlo.
Questo è forse l’appunto più grande fatto a Salvemini: troppo leggero, poco incisivo. Ma lui è così, crede alla politica bella, e chi l’ha votato ha apprezzato proprio questo aspetto, l’ha sostenuto per questo.
Dall’altra parte ora forse qualcuno parlerà, è mistero su chi saranno i candidati. Unica certezza è il clamoroso flop dell’assemblea di Pagliaro e della sua Regione Salento, non c’era  quasi nessuno.  
Si vocifera di ricompattamento della Poli con il suo ex badante per non mollare il feudo. Vedremo i terzo polo se sarà rasserenato dalla messa in quarantena dei partiti di sinistra.  Certo è che a Carlo è mancato l’appoggio di Vendola che ha voluto mani libere perché la sua vice è candidata. Sembra a molti una posizione "pelosa" in quanto il suo partito si è speso per Salvemini. Nello stesso tempo dimostra come SEL senza Vendola non conti poi molto, anzi. Ora la campagna elettorale non avrà probabilmente guizzi di fantasia e voglia di nuovo. A concorrere per le poltrone saranno esponenti di una politica antica. Per questo abbattere il feudo sarà arduo. La vecchia politica non conquista i ragazzi  e le ragazze che hanno voglia di aria fresca. Lecce non è Milano, non è Napoli, non è neppure Cagliari. Lecce è vicinissima ad Alessandria dove a spartirsi le torte sono esponenti degli apparati.
P.S. Penso che solo un idiota possa recarsi a votare, pagare un euro per farlo e infilare scheda bianca nell'urna. Idiota o in mala fede? 

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