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mercoledì 22 agosto 2012

il furto della Gioconda

Vincenzo Peruggia

Vincenzo Peruggia era uno proprio simpatico. L’unica persona al mondo ad aver pranzato e cenato per due anni con La Gioconda appesa al muro della cucina. Originario di Dumenza, nei pressi di Luino, Vincenzo era impiegato del Louvre, ed era convinto che il dipinto dovsse tornare in Italia perché  italiano, la notte fra il 20 e il 21 agosto 1911 decise di riprendere il maltolto. Uscito dal museo con il quadro sotto la giacca, perse il tram, optò per un taxi che lo portò alla sua pensione, quindi  tornò in Italia. Inizialmente non aveva intenzione di guadagnare, voleva solo gaanzie che il dipinto rimanesse in patria. Nel 1913 cambiò idea e decise di fare un po’ di quattrini, si recò a Firenze da un antiquario il quale, sospettoso, chiamò anche il direttore degli Uffizi e decisero che il quadro era vero, non una delle mille copie. Il Peruggia, mentre i due esperti verificavano l’autenticità della Monna Lisa, se ne andò tranquillamente in giro per Firenze, ma venne beccato. Al processo venne condannato ad un anno e 15 giorni, poi mutati in sette mesi e 15 giorni. Il suo difensore parlò di patriottismo, da lì nacque il termine “Perrugismo”. Il dipinto venne restituito alla Francia. A seguito del furto venne arrestato Guillome Apollinaire, mentre Pablo Picasso venne interrogato. Per due anni la polizia fu tenuta in scacco da un dipinto appeso in una cucinotta italiana.


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