«Il M5S non darà alcun voto di
fiducia al Pd. Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma
chiunque sia a proporle»
Così Beppe Grillo dalle pagine del suo blog. Con buona pace
degli accordi possibili. E in rete circola un appello che non firmerò per
chiedere (sommessamente) al comico di cambiare rotta. Non lo firmerò perché lui
è un comune cittadino che non ha avuto la forza di presentarsi agli elettori e
che vuole dirigere da fuori il suo gregge. L’appello piuttosto è da rivolgere
agli eletti, a coloro che in Parlamento dovranno assumersi l’onere di fare
scelte. Hanno avuto una maggioranza schiacciante ed indiscutibile, ora
dovrebbero rispondere in prima persona agli elettori anziché aspettare i diktat
del loro guru. Si dichiarano cittadini liberi, vedremo cosa succederà, vedremo
presto se lo sono veramente. Dietro le parole di Grillo si legge un auspicio:
che PD e PDL facciano il governissimo magari guidato da un tecnico qualunque
per poter dire che “sono tutti uguali”. Il famoso tanto peggio tanto meglio
caro anche a molta sinistra rimasta ferma agli anni delal guerra fredda. Non
funziona così la Democrazia, chi è eletto deve rispondere nel bene e nel male
del suo operato. Comodo dire che si voteranno i provvedimenti che a loro
interessano e non concederanno nulla sul resto. Comodo e vile, nulla coem la
politica è l’arte del compromesso. La Democrazia è roba troppo seria per
lasciarla nelle mani dei guitti. Fra i numerosi eletti ce ne saranno
sicuramente molti ragionevoli, che pensano, meditano e credono alla possibilità
di governare un paese allo sbando. Se così non sarà si dimostrerà inutile anche
andare ad elezioni subito, non cambierebbe nulla.
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