Domenica sera a Porto Miggiano ad ascoltare storie. C’era
mezza luna, c’era il mare placido, c’era l’assessore alla cultura di Santa
Cesarea. Peccato però, c’era anche quella colata di cemento, improbabili luci e
alberi che sembrano finti, peccato, c’erano piscine grandi come piccoli mari,
proprio sul mare, uno dei più belli del mondo. Ed io mi chiedo perché mai una
persona normale vada in piscina con tutta quel mare azzurro a dieci passi. Me
lo chiedo e non trovo risposta. Anzi, una sola, perché è fico andarci e si può
arrivare con il colletto della polo alzato, come si conviene a chi fa vedere la
targa dietro al colletto: “scusate se è poco ma io vesto…..” che poi l’abbiano
comprata taroccata dai cinesi, che vuoi che importi?
Certo, parlare di Carmelo Bene, di Maria Corti e di Verri
proprio là è emozionante se guardi il mare e la luna. Diventa sconcertante se volti
lo sguardo verso faraonici ristoranti arredati, l’ho visto, con tutto l’ausilio
del cattivo gusto. Una brutta copia della già pessima Las Vegas dove quancuno ha
fatto la finta Venezia ad usum imbecillis.
Però i ragazzi del Fondo Verri hanno osato tornare proprio
là, nel decennale dei loro luoghi d’allerta rivisitano le torri costiere. E’
vero, “ragazzi” può parere eccessivo, però loro così sembrano. Nocera parla di torri
e di storie, cita Maria Corti e Carmelo Bene, e dice di Verri, quel ragazzo
(lui si che lo era) ritenuto “un po’ fuori di testa” dai benpensanti.
Guardando il mare e la luna riuscivi a vederli seduti sui
massi rivolti verso la Nave Castro (come Verri chiamava il promontorio) che si spinge
nel mare per navigare chissà fin dove e portare i pescatori e le genti di
Salento chissà dove e chissà fino a quando. Con tutta la storia di infedeli
invasori, tabacchine, accoglienza e Sacra Corona Unita, tutto proiettato nel
mondo dei più. E alla fine la Voce di Rachele Andreoli e la fisarmonica di
Rocco Nigro hanno aggiunto magia e Spagna davanti alla torre. I sud che si
incontrano, in fondo, qui a sud. Spagna e Salento, parole d’amore. Poi quel
vento improvviso, forse Beatrice annunciata come portatrice di frescura nell’estate che è quella degli anticicloni con nomi inconsueti, arrivato a folate portando polvere
che pareva nebbia, scompigliando capelli, fogli sparsi e spartiti, ha chiuso la
serata… Peccato, si stava bene.
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