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lunedì 27 agosto 2012

Quelli del Fondo Verri e le torri d'allerta


Domenica sera a Porto Miggiano ad ascoltare storie. C’era mezza luna, c’era il mare placido, c’era l’assessore alla cultura di Santa Cesarea. Peccato però, c’era anche quella colata di cemento, improbabili luci e alberi che sembrano finti, peccato, c’erano piscine grandi come piccoli mari, proprio sul mare, uno dei più belli del mondo. Ed io mi chiedo perché mai una persona normale vada in piscina con tutta quel mare azzurro a dieci passi. Me lo chiedo e non trovo risposta. Anzi, una sola, perché è fico andarci e si può arrivare con il colletto della polo alzato, come si conviene a chi fa vedere la targa dietro al colletto: “scusate se è poco ma io vesto…..” che poi l’abbiano comprata taroccata dai cinesi, che vuoi che importi?

Certo, parlare di Carmelo Bene, di Maria Corti e di Verri proprio là è emozionante se guardi il mare e la luna. Diventa sconcertante se volti lo sguardo verso faraonici ristoranti arredati, l’ho visto, con tutto l’ausilio del cattivo gusto. Una brutta copia della già pessima Las Vegas dove quancuno ha fatto la finta Venezia ad usum imbecillis.
Però i ragazzi del Fondo Verri hanno osato tornare proprio là, nel decennale dei loro luoghi d’allerta rivisitano le torri costiere. E’ vero, “ragazzi” può parere eccessivo, però loro così sembrano. Nocera parla di torri e di storie, cita Maria Corti e Carmelo Bene, e dice di Verri, quel ragazzo (lui si che lo era) ritenuto “un po’ fuori di testa” dai benpensanti.
Guardando il mare e la luna riuscivi a vederli seduti sui massi rivolti verso la Nave Castro (come Verri chiamava il promontorio) che si spinge nel mare per navigare chissà fin dove e portare i pescatori e le genti di Salento chissà dove e chissà fino a quando. Con tutta la storia di infedeli invasori, tabacchine, accoglienza e Sacra Corona Unita, tutto proiettato nel mondo dei più. E alla fine la Voce di Rachele Andreoli e la fisarmonica di Rocco Nigro hanno aggiunto magia e Spagna davanti alla torre. I sud che si incontrano, in fondo, qui a sud. Spagna e Salento, parole d’amore. Poi quel vento improvviso, forse Beatrice annunciata come portatrice di frescura nell’estate che è quella degli anticicloni con nomi inconsueti, arrivato a folate portando polvere che pareva nebbia, scompigliando capelli, fogli sparsi e spartiti, ha chiuso la serata… Peccato, si stava bene. 

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