
Spinetta Marengo è sobborgo di Alessandria.
Oggi un museo celebra la vittoria del piccolo duce corso nella battaglia
omonima. Che proprio in quei territori si combattè. Napoleone era praticamente
sconfitto quella volta, solo l’intervento e il sacrificio del generale Desaix
diedero la svolta alla battaglia.
E a Spinetta nacque
Giuseppe Mayno intorno al 1785. Figlio di un carrettiere, Giuseppe, e di Maria
Roveda, e secondo di sei fratelli, frequentò il seminario, ma la sua indole inquieta
lo portò ad arruolarsi nel regio
esercito. Nel 1794 era di stanza a Tortona (AL). Ma la disciplina
evidentemente era un abito troppo stretto per lui. Litigò ferocemente con un
ufficiale e, per salvarsi la pelle, disertò e si rifugiò presso una
comunità valdese del cuneese, dove rimase fino al 1796 anno in cui si
arruolò nell' Armata d'Italia. Congedatosi nel 1803, il 19 febbraio dello
stesso anno sposò Cristina Ferraris, nipote del parroco di Spinetta.
Il giorno stesso del matrimonio,
però, dovette fuggire latitante. Leggenda dice per non aver osservato il
divieto di portare armi. Pare che la realtà fosse perché era braccato per diserzione. Con i suoi
fratelli, fuggì infatti dalla legge sulla coscrizione obbligatoria del 20
aprile 1802, imposta dai napoleonici occupanti.
Cosa non si fa per conquistare
la libertà dall’invasore nemico e forestiero. Subito le sue azioni fecero di
lui un mito. Fiero capo di una banda, si dice, di 200
uomini a piedi e 40 a cavallo, diventò il Robin Hood della Fraschetta (così è
detto tutto il territorio intorno a Marengo). Mayno della Spinetta è subito leggenda. Per i
contadini è il simbolo contro le vessazioni degli occupanti, e contro le loro
ruberie. Per i francesi invece diventa immediatamente “Terreur des Departements au
delà des Alpes”. Sono storici alcuni colpi clamorosi come
l’aggressione al Ministro Saliceti, commissario del governo napoleonico, al
gen. Milhaud e al convoglio del Papa Pio VII che andava a Parigi per
l’incoronazione di Napoleone (1804).
Abilissimo nei travestimenti,
amante delle beffe, Mayno va e viene per il suo paese e passa in incognito
sotto il naso delle forze dell’ordine, grazie anche a connivenze e all’aiuto
della popolazione rurale, di cui interpreta l’attaccamento all’ordine
tradizionale (Trono e Altare) contro l’oppressione straniera e contro la
guerra.
Bonaparte Napoleone si proclama
““Re d’Italia e Imperatore dei Francesi”? Lui, sprezzante,
si nomina: “ Re di
Marengo e Imperatore delle Alpi”.
Ah questo piccolo uomo che sfida il vincitore
di tante battaglie, l’empereur, il piccolo corso che nessuno osava affrontare.
Cristina,
sua moglie, non lo aveva seguito nelle sue scorribande, ma lui si travestiva e
si mascherava, e andava, la notte, a farle visita. Però a volte la vendetta arriva anche sotto
forma di tradimento, forse per trenta denari, forse meno, chissà. Così una di
quelle sere in cui voleva incontare la sua sposa, Il 12 aprile 1806, gli venne tesa
un'imboscata. Il corpo, sfigurato dai colpi d'arma da fuoco e dai fendenti di
spada, venne esposto per tutta la giornata in Piazza D'Armi ad Alessandria, con
appeso un cartello con su scritto “così finisce Giuseppe Mayno della Spinetta,
brigante”. Il suo corpo,
gettato in una fossa comune, non sarà mai più rintracciato.
(Fonti: Wikipedia)
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