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sabato 12 novembre 2011

convergenze berlusconiane. Socialisti, fascisti e leghisti


Le strane convergenze che hanno segnato il passaggio dalla Repubblica cosiddetta prima a quella detta seconda hanno coniugato ampia parte del craxismo con il post fascismo dei La Russa, Gasparri, della nera Meloni e con il leghismo xenofobo. Sarà materia di studio per gli storici. Al momento ci limitiamo a constatare.

MAURIZIO SACCONI:
E’ stato ininterrottamente membro del governo come sottosegretario al Tesoro dal 28 luglio 1987 al 10 maggio 1994.
Nel 1994 è tra i fondatori della Federazione dei Socialisti. In particolare nel 1984 è relatore della legge finanziaria del governo Craxi che, di lì a un anno, avrebbe portato il debito pubblico da 234 a 289 mila miliardi di lire. E nel 1985 il relatore della finanziaria Craxi che, di lì a un anno, avrebbe portato il debito pubblico da 289 a 336 mila miliardi di lire, era ancora lui. È uno di quelli che più si scaglia contro il debito pubblico lasciato in eredità dalla prima Repubblica. Non rieletto, è nominato consigliere economico della presidenza del Consiglio del Berlusconi primo. Fino a gennaio 1995.
RENATO BRUNETTA:
Di formazione socialista, collabora in qualità di consigliere economico con i governi Craxi primo,( da agosto 1983 ad agosto 1986) Craxi secondo, (agosto 1986-aprile 1987) Amato primo (giugno 1992-aprile 1993) e Ciampi.(aprile 93- maggio 94)
GIULIO TREMONTI:
Candidato nelle liste del PSI alle politiche del 1987 in quanto vicino a Gianni De Michelis (anche lui in quota PDL) tra il 1979 e il 1990 fu uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze Franco Reviglio e Rino Formica.
Ci sono inoltre dirigenti del partito di plastica di belli capelli.   
GIANNI LETTA:
Craxiano di ferro.
CICCHITTO: Già lombardian, è in quota al PSI di Craxi ed alla P2 di Licio Gelli come il suo attuale padrone, forse si sono conosciuti con la cazzuola in mano.
Alla compagine governativa si sono inoltre aggiunte persone di provenienza “diversa”, si pensi alla Gelmini, alla Carfagna e ad altre che sono lì “per meriti”, dice belli capelli. Come a quando questi meriti se li siano guadagnati e su quale campo di battaglia non è dato sapere, vista la loro insipienza e pochezza intellettuale e politica, probabilmente hanno doti note a pochi. Come la consigliera regionale Minetti.   

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