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lunedì 7 novembre 2011

carlucci, lady silicone



Gabriella Carlucci raggiunge il Casini. Ma chi è cotanta reginetta del silicone? Lo dicono le sue frasi celebri. (Prepariamoci, in caso di governo allargato al PD dopo la frana di Silvio il breve potremmo averla nella maggioranza, e se c’è gente così vuol dire che sarà una maggioranza un po’ troppo discutibile, ancora servi, schiavi e disinformati).

Eccola qui (per ragioni di spazio segnaliamo solo una piccolissima serie di siliconate famose):

Un operaio quando va a casa ha lasciato i suoi problemi nel suo ufficietto. Io quando vado a casa ho ancora i miei problemi di lavoro. Il mio telefono è sempre accesso, è sempre quello dal 1994 e chiunque mi può raggiungere, sabato domenica o festivi. Ma mica solo io lavoro così tanto. Però voi purtroppo pensate che tutti siano dei lavativi perché questo è il messaggio che passa”. Operai, gli stessi che riempiono aerei e ristoranti. Comunisti!!!… Essa lavora, loro non fanno un cazzo.

«Non ci sono dubbi. Se durante il governo Prodi il centro-sinistra avesse realizzato il suo progetto, a firma dell'allora ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero di legalizzare le stanze del buco di Stato, oggi purtroppo avremmo avuto anche nel nostro Paese migliaia di casi tragici come quello di Amy Winehouse». Meno male che c’è la sirenetta della plastica a ricordarci come si risolve il problema delle droghe. Chissà cosa si è fumata prima di aprire quei due canotti che ha sotto il naso.
Dopo aver definito la RU486 “pesticida umano”, così parlò miss pvc:
«Trattasi di un pericolo per la vita delle donne purtroppo ignobilmente sottaciuto». E ancora: «Il Ministro della Salute Livia Turco secondo la quale la RU486 è una metodica meno dolorosa che garantisce meglio la tutela della salute della donna rispetto all'interruzione chirurgica, dovrebbe trovare il coraggio per far visita alle donne che hanno assunto il farmaco». Lei invece, eroina della TV spazzatura,  passa le sue giornate a far visita alle donne che l’avevano usata, non dorme la notte. Ha speso un sacco per benzina della sua Porsche per soccorrere donne traviate dai commmunisti.
Parlando della proposta di legge presentata per oscurare la rete, così ha risposto al giornalista de l’Espresso che la contestava: «Guardi le auguro che appena suo figlio avrà accesso a Facebook venga intercettato dai pedofili, e che lo incontrino sotto scuola, così lo capirà su se stesso cosa vuol dire». Ora, non facciamo facile ironia, solo una nazista può augurare del male a dei bambini. Solo una persona senza coscienza può augurare queste cose a un padre. Solo una Carlucci indegna di essere considerata democratica può tanto.
Non solo internet però, vuole anche oscurare le televisioni perché, dice madame le silicon: bisogna «oscurare i canali televisivi che inviano messaggi e immagini sbagliate e fuorvianti per la formazione della personalità dei minori». (Emilio Fede, Minzolini o le sorelle silicon carlucci?) perché «con la proliferazione dei canali», ha spiegato, «i nostri giovani possono accedere a una grande quantità di immagini violente, che riproducono visioni della realtà incentrata sulla costruzione di rapporti superficiali».  Ma lei non arriva dalle TV spazzatura del suo datore di lavoro, soprattutto, lei non è stata fino ad oggi nel partito che ha fatto del bunga bunga una religione?
E sui suoi figlioli, ai quali auguriamo lunga e felice vita, al contrario della belva che augura ai ragazzi di venire violentati: «Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale». I suoi ragazzi adolescenti conoscono a menadito i linguaggi del bunga bunga? Poveretti! Se quello è un mito… beh, no comment. Però, non contenta, prosegue: «I ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! I miei figli lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, il Milan, un partito che ha vinto più volte le elezioni…». Se questi sono i miti di donna silicone… Se questa è un deputato delle Repubblica, beh….
E lei che lavora tanto non ha tempo per fermarsi ad ogni piè sospinto, infatti dicono le cronache: “Nel 2001, in via del Tritone a Roma, per non rispettare uno stop, ha tamponato un bus del servizio pubblico, bloccandolo per 55 minuti. Nonostante fosse stata riconosciuta dai passeggeri, non si è fermata, ma, imboccando contromano la corsia preferenziale, si è recata a Montecitorio. Una volta arrivata in Piazza del Parlamento è stata multata per aver parcheggiato la sua Porsche sul marciapiede”. Arroganza? Macchè ignobile supponenza.
Resta il fatto che questa qui è stata accolta dal partito di Casini, va bene che quel partito deve crescere a scapito del nano di Arcore, però prendersi cani e porci mi pare eccessivo. E’ come prendersi i radicali.






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